Scadenza e aliquote della Tobin Tax

 La Tobin Tax, o tassa sulle speculazioni finanziarie (TTF), è entrata in vigore con la Legge di Stabilità. Il provvedimento, voluto dal governo tecnico di Mario Monti, prevede che, sulle transazioni avvenute a partire dal 1 marzo 2013, si debba pagare una percentuale di tasse, con lo scopo di contrastare quanto più possibile la speculazione finanziaria e, quindi, regolamentare le modalità operative dei mercati.

L’Italia e la Francia sono gli unici due paesi dell’Unione Europea che hanno introdotto la Tobin Tax, su un totale di 11 che si sono detti favorevoli alla sua introduzione (gli altri paesi sono Belgio, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Austria, Portogallo, Slovenia e Slovacchia).

La prima novità riguardante la Tobin Tax è stata lo slittamento del pagamento della prima rata dal 16 luglio al 16 ottobre 2013, voluto dal Decreto del Fare.

Le aliquote della Tobin Tax

Le aliquote con le quali si applica la Tobin Tax sono due:

0,12% per le operazioni eseguite sui mercati regolamentati (0,10% dal 2014);

0,22% per quelle su altri mercati (0,20% dal 2014).

La Tobin Tax, come succede quando si introduce una nuova imposizione, è stata oggetto di polemiche soprattutto da parte degli esperti del settore che hanno lamentato il maggiore carico burocratico al quale si dovrà fare fronte che potrebbe rappresentare un ulteriore paletto agli investimenti degli intermediari non italiani, già restii ad intervenire in Italia a causa del complesso sistema tributario del nostro paese.

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Chi deve pagare la Tobin Tax?

Come si paga la Tobin Tax?

Esenzioni previste per la Tobin Tax

Esenzioni previste per la Tobin Tax

 La Tobin Tax è la tassa sulle transazioni finanziarie introdotta dalla Legge di Stabilità. È una tassa che mira a regolamentare le procedure dei mercati finanziari e a ridurre le possibilità di speculazione. Infatti, questa tassa, con differenze per ogni strumento finanziario, viene applicata al numero delle transazioni effettuate ogni giorno.

Fermo restando che la Tobin Tax – il cui pagamento per l’anno 2013 scade il 16 ottobre 2013 – deve essere pagata da tutti coloro che effettuano operazioni sui mercati italiani, sia che si tratti di investitori privati o di intermediari, che risiedano in Italia o meno, sono previste delle esenzioni.

L’Agenzia delle Entrate ha previsto esenzioni che, pur rimanendo ferma la responsabilità degli intermediari, possono essere applicate alla Tobin Tax:

1. in base alla natura tecnica delle operazioni (esempio: operazioni di “pronti contro termine”);

2. in base ad informazioni pubblicamente disponibili (esempio: società con capitalizzazione media inferiore ad euro 500 milioni);

3. nei casi in cui detti soggetti dispongono in adempimento degli obblighi contro il riciclaggio ed il finanziamento del terrorismo (esempio: la qualifica soggettiva del cliente).

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Come si paga la Tobin Tax?

 Il pagamento della Tobin Tax per l’anno 2013 – per quest’anno la Tobin Tax si deve pagare sulle transazioni finanziarie avvenute a partite dal 1° marzo – scade il 16 ottobre 2013. Devono pagarla tutti i soggetti che hanno effettuato transazioni finanziarie sui mercati italiani, sia che si tratta di investitori singoli, di banche e di imprese di investimento, residenti e non sul territorio italiano.

Per gli investitori individuali e per gli intermediari residenti in Italia, il pagamento della Tobin Tax deve avvenire entro la scadenza attraverso Modello F 24. A breve arriverà un apposito comunicato dell’Agenzia delle Entrate per l’indicazione dei codici tributo necessari al pagamento dell’imposta.

Riferimenti bancari per il pagamento della Tobin Tax per non residenti in Italia

Se l’investitore o l’intermediario estero non è in possesso di un conto corrente bancario o postale in Italia deve provvedere al pagamento della Tobin Tax mediante bonifico in “EURO” a favore del Bilancio dello Stato al Capo 8 – Capitolo 1211, con riferimenti bancari diversi in base allo strumento finanziario:

1. Imposta sulle transazioni di azioni e di altri strumenti partecipativi (articolo 1, comma 491 della Legge 228/2012):

Articolo 1

Bic: BITAITRRENT

IBAN: IT 83T 01000 03245 348 0 08 1211 01

2. Imposta sulle transazioni relative a derivati su equity (articolo 1, comma 492 della Legge 228/2012):

Articolo 2

Bic: BITAITRRENT

IBAN: IT 60U 01000 03245 348 0 08 1211 02

3. Imposta sulle negoziazioni ad alta frequenza relative ad azioni e strumenti partecipativi (articolo 3, comma 492 della Legge 228/2012):

articolo 3

Bic: BITAITRRENT

IBAN: IT 37V 01000 03245 348 0 08 1211 03

Se l’investitore o l’intermediario non residente in Italia ha un rappresentante fiscale il pagamento avviene tramite questa organizzazione. Se non ne è in possesso, può nominarlo attraverso richiesta di attribuzione di codice fiscale all’Agenzia delle Entrate, mandando una mail alla casella di posta dell’Agenzia ([email protected]).

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Chi deve pagare la Tobin Tax?

 Il pagamento della prima rata della Tobin Tax è previsto per il 16 ottobre 2013 e riguarderà tutte le transazioni finanziarie avvenute a partire dal 1 marzo 2013.

La tassa sulle speculazioni finanziarie deve essere pagata da chi effettua le operazioni finanziarie: il pagamento spetterà, quindi, al contribuente stesso che fa operazioni finanziarie senza l’intervento di un intermediario o all’intermediario.

Nel secondo caso si tratta di banche e imprese di investimento sia residenti che non, se autorizzati dallo Stato d’origine ad operazioni come negoziazione per conto proprio, esecuzione di ordini per conto dei clienti, ricezione e trasmissione di ordini.

Oltre al pagamento dell’imposta, i soggetti passibili di Tobin Tax hanno anche l’obbligo di registrazione delle singole operazioni in un apposito registro informatico per il quale dovranno essere rispettati, come indicato dall’Agenzia delle Entrate, l’ordine cronologico giornaliero delle operazioni, l’inalterabilità e la conservazione dei dati registrati.

La dichiarazione dell’avvenuto pagamento della Tobin Tax dovrà essere presentata all’Agenzia delle Entrate per via telematica entro il 31 marzo di ogni anno. I soggetti residenti all’estero che non hanno rappresentante fiscale in Italia dovranno provvedere all’invio della dichiarazione tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.

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Le novità apportate al Decreto del Fare dalla Commissione Affari Costituzionale e Bilancio

 Dopo 14 ore di discussione sul testo del Decreto del Fare, la Commissione Affari Costituzionali e Bilancio è giunta all’approvazione del nuovo testo del Decreto del Fare voluto dal Governo Letta. Il testo, che si compone di 86 articoli, è stato sottoposto ad un notevole lavoro di revisione.

Il testo risultante dovrà passare ancora al vaglio della Camera e del Senato.

Le principali modifiche apportate al Decreto del Fare

Per quanto riguarda il Fisco, la Commissione Affari Costituzionale e Bilancio ha deciso di modificare alcuni punti relativi allo spesometro, soprattutto per le imprese che si rivelano virtuose, per le quali la Commissione ha previsto un premio: dieci adempimenti in meno se si doteranno di fattura elettronica, a partire dal 1 gennaio 2015.

In queste ore si sta anche decidendo se introdurre lo spesometro facoltativo, ossia il controllo dei dati delle fatture emesse e ricevute.

Sempre in materia di imprese, la Commissione vuole dare la possibilità di aderire al Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese anche alle cooperative e alle imprese. Anche i liberi professionisti potranno farlo, ma a loro è stato riservato solo il 5% delle risorse del fondo.

Maggiori agevolazioni anche per l’acquisto di macchinari necessari allo svolgimento delle attività delle Piccole e Medie Imprese con l’estensione della Legge Sabatini per il credito agevolato anche a micro imprese e imprese dedite all’agricoltura e alla pesca, da poter richiedere sia agli istituti bancari che alle società di leasing.

La Commissione Affari Costituzionali e Bilancio ha, inoltre, confermato la non pignorabilità della prima casa per i contribuenti debitori del fisco. La prima casa non potrà essere pignorata se risulta essere l’unica del debitore (il quale deve avervi stabilito la sua residenza) e, in caso di aziende ed imprese, non potranno essere pignorati beni strumentali per un valore superiore ad un quinto. Prima della messa all’asta dei beni, inoltre, si dovranno attendere 300 giorni.

Novità anche in fatto di tasse: la Commissione ha proposto l’introduzione di una tassa di soggiorno per la città di Milano ai turisti che decideranno di prendere un alloggio in città. La tassa sarà riscossa dagli alberghi e servirà per il finanziamento del restyling della città in vista dell’Expo 2015.

La Commissione ha anche proposto di applicare la Robin Tax alle piccole imprese energetiche in caso di ricavi annui superiori ai 3 milioni di euro e imponibile superiore a 300 mila euro. Lo scopo è quello di reperire fondi per abbassare le bollette.

Dalla Commissione è arrivato anche il via libera per lo sconto sulle multe. Per gli automobilisti che verranno sorpresi ad infrangere le regole del Codice della Strada è previsto uno sconto del 30% sul valore della multa se questa viene pagata contestualmente alla notifica dell’infrazione (nel caso in cui l’agente sia dotato delle attrezzature per i pagamenti elettronici) o al massimo entro 5 giorni dalla notifica del verbale.

Fanno eccezione le infrazioni per le quali è previsto il sequestro del veicolo o la sospensione della patente.

Le ultime novità apportate al Decreto del Fare dalla Commissione Affari Costituzionali e Bilancio riguardano gli immobili dello Stato, per i quali si torna a parlare della possibilità di vendita agevolata. Le scuole che necessitano di essere ristrutturate o di essere messe in sicurezza, inoltre, potranno beneficiare, se le modifiche saranno accettate, di un fondo di 150 milioni di euro proveniente dal speciale per la ricerca associata.

Le nuove tariffe delle multe con l’entrata in vigore dello sconto del 30%

 Le multe per violazione del Codice della Strada sono state oggetto di una interessante novità voluta dal Governo con il Decreto del Fare. Nell’ottica della semplificazione e di un rapporto più umano tra il fisco e i contribuenti, infatti, il Governo ha deciso che alle multe stradali potrà essere applicato uno sconto del 30%. Gli obiettivi di questa novità sono principalmente due: favorire il contribuente permettendogli di pagare meno e dare la possibilità alle amministrazioni locali di incassare subito, anche se di meno.

► Come contestare una multa

Lo sconto del 30% sulle multe per violazione del Codice della Strada potrà essere applicato solo se l’automobilista multato decide di pagare entro 5 giorni dalla notifica del verbale e solo se non abbia subito una decurtazione dei punti della patente nei precedenti due anni.

Unico caso in cui lo sconto del 30% non verrà applicato, anche in presenza di entrambi i requisiti necessari, è se la multa prevede la confisca del veicolo e la sospensione della patente.

L’Ansa ha calcolato il valore di alcune delle multe più frequenti una volta applicato lo sconto del 30%.

► Le nuove società di riscossione dei Comuni italiani

Le nuove tariffe delle multe

Divieto di sosta: da 41 a 29 euro

Guida senza cinture di sicurezza: da 80 a 56 euro

Guida con telefonino senza auricolare: da 160 a 112 euro

Passaggio con semaforo rosso: da 162 a 113

Omessa revisione: da 168 a 118 euro

Mancanza di assicurazione: da 841 euro a 589 euro

Eccesso di velocità:

fino a 10 km/h in più: da 41 a 29 euro

tra 10 e 40 km/h in più: da 168 a 118 euro

tra 40 e 60 km/h in più: da 527 a 369 euro

oltre i 60 km/h in più: da 821 a 565 euro

 

Inoltre, il Decreto prevede che le multe relative ad infrazioni del Codice Stradale potranno essere pagate al momento della contestazione se l’agente è in possesso del Pos per il pagamento con carta di credito e la notifica dei verbali anche tramite PEC (in questo caso non saranno incluse le spese di notifica).

I 10 paesi dove si lavora per più ore all’anno

 È vero, in Italia il lavoro, soprattutto per i giovani, è un’utopia. Ce n’è poco e quel poco che c’è è precario e, nella maggior parte dei casi, sottopagato. A questo si aggiunge che, quando un paese ha fame di lavoro, si tende a sottostare anche a delle condizioni che, in tempi diversi, non sarebbero mai state accettate, come, ad esempio, una retribuzione non equilibrata con il monte ore lavorato, la mancanza di garanzie e di diritti e molto altro.

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Ma non è solo in Italia che esistono squilibri di tal genere. In Italia si lavora mediamente 1.776 ore all’anno, mentre in altre parti del mondo le ore lavorate sono molte di più, a fronte, inoltre, di stipendi medi più bassi.

L’Ocse, a questo proposito, ha stilato la lista dei dieci paesi al mondo nei quali si lavora per più ore ogni anno, lista nella quale l’Italia non compare.

I 10 paesi dove si lavora per più ore all’anno

10. Repubblica Slovacca: 1.749 ore di lavoro all’anno, con stipendio medio di circa 14.522 euro.

9. Giappone: 1.756 ore lavorative all’anno e stipendio medio di 25.765 euro.

8. Ungheria: 1.797 ore di lavoro all’anno, per uno stipendio medio di 14.803 euro.

7. Stati Uniti: 1.798 ore di lavoro all’anno, per uno stipendio medio di 41.469.

6. Polonia: 1.893 ore lavorative all’anno, per uno stipendio medio di 15.284 euro.

5. Russia: 2.002 ore lavorative annue, per uno stipendio medio di 11.642 euro.

4. Estonia: 2.021 ore di lavoro all’anno per uno stipendio medio di 13.193 euro.

3. Corea del Sud: 2.092 ore di lavoro all’anno per uno stipendio medio di quasi 30mila euro.

2. Cile: 2.102 ore di lavoro all’anno, per uno stipendio medio di 12.048 euro.

1. Messico: 2.317 ore di lavoro all’anno per uno stipendio medio di 7.528 euro.

Le nuove soglie del recupero crediti per gli errori per modico valore

 L’Agenzia delle Entrate e il Governo stanno lavorando per la semplificazione del fisco in tutti i suoi aspetti. Una delle ultime novità, per la quale si sta ancora aspettando la comunicazione ufficiale da parte dell’Agenzia, è l’innalzamento delle soglie minime di errore.

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In pratica, per snellire le procedure del recupero credito e dei vari contenziosi, l’Agenzia delle Entrate ha innalzato le somme minime sotto alle quali non si intraprenderanno questi tipi di azione, portandole dai 16,53 euro attualmente in vigore fino a 30 euro.

Questa decisione dell’Agenzia delle Entrate ha un duplice scopo: da un lato velocizzare le procedure e dare la possibilità all’Istituto di concentrare le azioni su evasioni di maggiore portata e, dall’atro, risparmiare sulla gestione di questo tipo di pratiche.

In effetti, quando il debito che il contribuente contrae con l’Agenzia delle Entrate è molto basso, nella maggior parte dei casi, se non nella sua totalità, non si può parlare di evasione fiscale volontaria, ma si tratta di errori fisiologici nella gestione della contabilità.

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In attesa della comunicazione ufficiale da parte dell’Agenzia delle Entrate delle nuove soglie che definiscono gli errori per modico valore, ricordiamo che le somme sopra alle quali si procede al recupero credito attualmente in vigore sono:

Iva e Irap: 11 euro

Ires e Irpef: 12 euro

Concorso per insegnanti di inglese Università di Bologna

 Fino a giovedì 25 luglio 2013 sarà possibile partecipare al concorso per Insegnanti di inglese bandito dall’Università di Bologna. L’Ateneo ha messo a disposizione sei posti di lavoro per incarichi biennali a Bologna, Cesena, Forlì, Ravenna, Rimini.

L’Università di Bologna ha diramato, nello specifico, un bando di selezione per il reclutamento di 6 formatori linguistici in lingua inglese nell’ottica della copertura delle attività formative contemplate presso il Centro Linguistico di Ateneo per gli anni accademici 2013/2015. Il concorso per Insegnanti di inglese è per titoli e colloquio, ed è indirizzato alla selezione del personale da impiegare per corsi finalizzati al conseguimento di idoneità e/o certificazioni linguistiche da parte degli studenti presso le sedi di Bologna, Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini.

Le attività di docenza si terranno nel periodo che va da ottobre 2013 a settembre 2015. Si tratta, nel complesso, di mille ore distribuite in 500 ore l’anno. I formatori selezionati riceveranno una retribuzione lorda di 25mila euro annui, per un totale di 50mila euro per l’intero incarico, e la graduatoria redatta al termine delle procedure concorsuali potrà essere utilizzata anche altre eventuali esigenze, mantenendo il compenso orario di 50 euro lordi per insegnante.

Requisiti per partecipare al concorso

I candidati che intendono partecipare al concorso, e dunque compilare il bando per docenti, devono essere in possesso dei seguenti requisiti:
– essere madrelingua inglese o avere padronanza della lingua inglese pari a quella di un “native speaker”;
– possesso di una laurea in ambito linguistico o letterario conseguita presso Università italiane o titolo analogo conseguito presso Atenei e Istituti esteri;
– non avere gradi di parentela o di affinità fino al quarto grado con professori appartenenti al Centro Linguistico o con il Rettore, il Direttore Generale o un componente del Comitato di Gestione o del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo di Bologna;
– se ex dipendenti dell’Università di Bologna, aver interrotto il rapporto di lavoro dopo aver raggiunto i limiti di età previsti dalla Riforma Fornero per il pensionamento o essere cessati dal servizio da almeno 5 anni.

Domanda per partecipare al concorso

Le domande di partecipazione, compilate in base all’apposito MODELLO (Doc 42,5Kb) e complete degli allegati richiesti dal bando, dovranno essere presentate, entro le ore 13.00 di giovedì 25 luglio 2013. Le domande di partecipazione andranno consegnate a mano presso la Segreteria Amministrativa CLA Bologna – Piazza San Giovanni in Monte, 4 – 40124 Bologna, o trasmesse via fax al numero 051/2086118.

Bando

Per maggiori informazioni, occorre scaricare e leggere attentamente il BANDO (Pdf 3,63Mb) e gli ALLEGATI (Zip 2,46Mb) inerenti al concorso per Insegnanti di inglese a Bologna.