Ondata di licenziamenti tra gli statali greci

 Uno dei vincoli recentemente imposti dalla troika dei creditori  – UE, FMI e BCE -per l’ ulteriore concessione alla Grecia degli aiuti internazionali era stato quello dell’ attuazione, in brevissimo tempo, delle riforme strutturali necessarie al Paese.

Le altre previsioni della Banca d’ Italia per il 2013 – 2014

 Gli analisti della Banca d’ Italia, nell’ ultimo Bollettino economico pubblicato dall’ Istituto, hanno ridotto le stime di crescita del PIL italiano. Questo tuttavia non sarà l’ unico dato negativo che i tecnici di Via Nazionale si aspettano sul fronte economico e finanziario per i prossimi mesi.

Bankitalia rivede a ribasso le stime sul PIL italiano

 Anche l’ Istituto di via Nazionale si esprime, come già fatto, pochi giorni fa, dal Fondo Monetario Internazionale – FMI – sull’ andamento che caratterizzerà l’ economia italiana nei prossimi mesi: e le previsioni non sono positive.

Guida al risparmio per le PMI – la politica italiana e lo Small business act

 A partire dal 2008 l’ Unione Europea ha fornito a tutti gli stati membri, attraverso la pubblicazione dello Small Business Act, una serie di linee guida da seguire nella formulazione delle politiche nazionali al fine di incentivare lo sviluppo di una mentalità imprenditoriale e la crescita di numero e in valore delle piccole e medie imprese europee.

Guida al risparmio per le PMI – i principi dello Small business act

 Per sostenere le Piccole e Medie imprese europee, che rivestono un ruolo centrale nell’ economia del Vecchio Continente, l’ Unione Europea, sin dal 2008, ha varato una iniziativa volta a promuoverne, a livello globale, la competitività, la sostenibilità e la crescita. 

Guida al risparmio per le PMI – lo Small business act dell’ UE

 Anche in questo post, come in una serie di articoli pubblicati in precedenza, continueremo ad osservare più da vicino il mondo delle Piccole e Medie Imprese italianePMI – che costituiscono una parte fondamentale dell’ economia del nostro Paese e dell’ intera Unione Europea.

Diritto alla disoccupazione una tantum per i lavoratori parasubordinati

 La Fondazione studi dei Consulenti del lavoro si è espressa sulla disoccupazione una tantum alla quale hanno diritto i lavoratori parasubordinati in caso di sospensione dell’attività lavorativa.

► Come richiedere l’ ASPI – Assicurazione Sociale per l’ Impiego

Partiamo dall’inizio e spieghiamo chi sono i lavoratori parasubordinati. Come dice il temine stesso, appartengono a questa categoria i lavoratori che hanno un rapporto di lavoro a metà strada tra il lavoro autonomo e il lavoro dipendente, ossia con forme di collaborazione continuative nel tempo ma senza vincolo di subordinazione (rientrano in questa categoria i lavoratori a progetto e i collaboratori occasionali).

Per questi lavoratori la legge 92/2012 prevede, in via sperimentale, un assegno di indennità di disoccupazione una tantum in caso di interruzione del rapporto lavorativo.

I requisiti per l’accesso al contributo di disoccupazione una tantum

La legge 92/2012 prevede che, per i tre anni di sperimentazione della disoccupazione una tantum per lavoratori parasubordinati, l’accesso sia ristretto a coloro che presentino la relativa domanda e rispettino congiuntamente i seguenti requisiti relativi all’anno 2012:

regime di monocommittenza

reddito lordo complessivo soggetto a imposizione fiscale inferiore a 20.000 euro

assenza di contratto di lavoro per un periodo ininterrotto di almeno due mesi

almeno tre mensilità accreditate presso la Gestione separata

e, per l’anno 2013, aver accreditato almeno una mensilità presso la Gestione separata.

► La certificazione dello stato di disoccupazione

Obbligo di voucher per il lavoro accessorio, pena la trasformazione in contratto a tempo indeterminato

 Se il datore di lavoro non ha intenzione di rischiare una maxi sanzione per aver assunti dipendenti senza contratto, in caso di lavoro accessorio può ricorrere al pagamento della prestazione lavorativa tramite voucher.

► INAIL – Comunicazione variazioni dati prestazioni occasionali di lavoro accessorio

Lo spiega la nota 12695 del Ministero del Lavoro che specifica che il datore di lavoro può essere soggetto alla maxi sanzione prevista per il lavoro in nero se non ha proceduto alla regolarizzazione delle comunicazioni dell’avvenuta attivazione del rapporto di lavoro all‘Inps/Inail.

Se, però, ci sono dei giorni di lavoro non coperti dalla corresponsione dei relativi voucher per il pagamento della prestazione, l’Inps può indagare su quanto accaduto e, nel caso in cui il datore di lavoro abbia avuto lavoratori in nero, il servizio ispettivo può ricorrere alla trasformazione del rapporto di lavoro di lavoro accessorio e occasionale in un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

► INAIL – Comunicazione preventiva di prestazioni occasionali di lavoro accessorio

Si parla di lavoro occasionale e accessorio quando la prestazione lavorativa non supera i 2000 euro di compenso annuo ricevuti dallo stesso datore di lavoro, per un massimo di 5000 euro sommando i compensi ottenuti dai vari rapporti di lavoro. Per questo motivo, per l’utilizzatore di questo tipo di rapporto lavorativo è importante specificare con il prestatore d’opera il valore limite della prestazione lavorativa.

I diritti del lavoratore con un contratto a termine

 L’accesso al mondo del lavoro in Italia, in modo particolare per i giovani, si fa sempre più difficile. La crisi economica impedisce alle aziende di poter fare programmi a lungo termine e, nel caso in cui assumono, lo fanno per un periodo di tempo limitato, con l’utilizzo, sempre più massiccio, dei contratti a termine.

► Deroghe all’obbligo di motivazione per i contratti a termine

Nonostante questa tipologia di contratto sia alla base della precarietà dei giovani, il lavoro a termine si configura sempre più spesso come unico modo per entrare a far parte del mondo del lavoro. Chi accetta di lavorare anche solo per un periodo di tempo limitato, comunque, deve essere considerato come un lavoratore a tutti gli effetti e, in questo senso, nel pieno godimento dei diritti del lavoratore.

I diritti dei lavoratori a termine

Partiamo dal presupposto che un lavoratore assunto con un contratto a termine gode di tutti i diritti dei quali gode un lavoratore assunto a tempo indeterminato che svolge la stessa funzione, quindi ha diritto a:

– Contributi

– Tredicesima

– Tfr

– Malattia o assicurazione contro gli infortuni

Allo stesso modo anche lo stipendio del lavoratore temporaneo deve essere calcolato in base alle indicazioni dei contratti collettivi per il settore di riferimento.

► Cos’è il licenziamento per giusta causa?

Inoltre, il lavoratore assunto temporaneamente non può essere licenziato prima della scadenza del contratto se non per giusta causa. Se il licenziamento avviene per altri motivi, il lavoratore a termine ha diritto a l’ultima mensilità e al pagamento delle ferie spettanti e non godute.

Deroghe all’obbligo di motivazione per i contratti a termine

Il Decreto Lavoro del Governo non ha centrato in pieno alcuni dei suoi obiettivi fondamentali, tra i quali c’è quello di rendere più agevole la stipula di contratti di lavoro, soprattutto per i contratti a termine, uno dei contratti più frequenti in Italia per l’assunzione dei giovani e non solo.

► Mini – guida del Ministero al Decreto Lavoro 2013: gli interventi per i giovani

Infatti, per quanto riguarda l’obbligo di motivazione dei contratti a termine, invece di eliminarlo, il Governo lo ha voluto mantenere, ma con deroghe specifiche per i diversi settori che hanno ulteriormente complicato la situazione.

Tutte le deroghe dell’obbligo di motivazione per i contratti a termine

1. Settore postale e settore aeroportuale: la causale del contratto a termine non deve essere indicata nel caso in cui le assunzioni con questo tipo di contratto siano inferiori al 15% dell’organico stabile e se sono fatte nel periodo tra aprile ed ottobre.

2. Start Up: nessun obbligo di indicazione della causale del contratto. Inoltre, per le start up è stato previsto un regime particolare che non prevede intervalli di tempo minimi tra un contratto a termine e il successivo, per una durata massima di 4 anni.

► Guida al Decreto Occupazione: i contratti tempo determinato

3. Contratti collettivi di qualsiasi livello: esenzione totale dall’obbligo di indicazione della motivazione.

4. Primo contratto: come già indicato nella legge Fornero, i primi contratti a termine stipulati tra datore di lavoro e lavoratore sono totalmente esenti dall’obbligo di indicazione della causale.