In arrivo il nuovo Accordo per il credito 2013

 Per tutto il mondo delle Piccole e Medie Imprese Italiane, arriva anche per il 2013, un salvagente rivolto in particolare contro il perdurante problema del credit crunch e della crisi della liquidità. 

Nuove misure per il credito alle PMI: requisiti delle PMI

 In un post pubblicato in precedenza abbiamo riportato tutte le operazioni di sostegno al credito che, sulla base dell’ iniziativa chiamata “Nuove misure per il credito alle PMI”, possono essere richieste dalle Piccole e Medie Imprese italiane presentando, entro il prossimo 30 settembre, apposita domanda al proprio istituto di credito.

Nuove misure per il credito alle PMI: operazioni previste

 Grazie all’ iniziativa denominata “Nuove misure per il credito alle PMI” promossa dall’ ABI, l’ Associazione Bancaria Italiana in collaborazione con l’ Associazione delle imprese italiane, di cui abbiamo parlato in un post pubblicato in precedenza, tutte le piccole e medie imprese italiane che rispondono a determinati requisiti possono ottenere dai loro istituti di credito, entro il 30 Settembre 2013,  la sospensione delle rate del mutuo, l’ allungamento dei mutui e dei finanziamenti o dei prestiti. 

Proroga per la sospensione e l’ allungamento dei mutui e dei prestiti alle PMI

 Per il mondo delle piccole e medie imprese italiane – PMI, particolarmente sofferente a causa della crisi di liquidità che ha investito il mondo bancario e finanziario, è ancora attiva una interessante opportunità per accedere a mutui, prestiti e finanziamenti, o per ottenere condizioni più vantaggiose per quelli che si hanno già attivi.

Guida all’ Assicurazione INAIL per le casalinghe

 In una serie di post pubblicati in precedenza abbiamo raccolto tutte le informazioni che è necessario conoscere in merito alla cosiddetta Assicurazione INAIL per le casalinghe, o meglio l’ Assicurazione erogata dall’ INAIL contro gli infortuni domestici.

Assicurazione INAIL per le casalinghe: iscrizione e cancellazione

 Tra i numerosi servizi erogati dall’ INAIL, l’ Istituto Nazionale per l’ Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, ve n’ è anche uno rivolto in particolare alla categoria delle casalinghe o comunque a chi svolge abitualmente e in via esclusiva i lavoro domestici. 

Come e quando si paga la cedolare secca?

 Anche se in misura ridotta e in una unica soluzione, la cedolare secca prevede il pagamento di tutte le tasse e le imposte relative ai contratti di locazione. La cedolare secca permette al locatario di pagare Irpef, addizionali regionale e comunale, imposta di registro (2% sul canone pattuito) e imposta di bollo con un solo versamento o in due rate.

 Contratto di affitto – Clausola di cedolare secca

Le scadenze per il pagamento della cedolare secca

La legislazione in materia prevede che le imposte della cedolare secca debbano essere pagate dal locatario in due rate: una che scade il 16 luglio e uno con scadenza al 30 novembre di ogni anno, con un importo pari al 40% del totale dell’imposizione risultante da versare con la prima rata di luglio e il restante 60% a da corrispondere a novembre.

Unica eccezione prevista è prevista nel caso l’imposta risultante dalla cedolare secca è inferiore a 257,52 euro, che potrà essere pagata in un’unica soluzione alla scadenza di novembre.

► Vantaggi e svantaggi della cedolare secca

Come si paga la cedolare secca?

La cedolare secca deve essere pagata tramite Modello F24 presso le banche o gli uffici postali convenzionati.

I codici tributo da utilizzare per il pagamento sono:

  • 1840 per la prima rata
  • 1841 per la seconda o la soluzione unica
  • 1842 per il saldo.

 

Vantaggi e svantaggi della cedolare secca

 La cedolare secca è un’imposta sostitutiva che viene applicata ad alcune tipologie di contratti di locazione che permette al locatario di pagare Irpef, addizionali regionale e comunale, imposta di registro (2% sul canone pattuito) e imposta di bollo in un’unica soluzione.

 Denunciare l’affitto in nero per pagare meno

È un’opzione che viene scelta da circa il 30% dei proprietari che affittano un immobile. Una percentuale alta che porta a pensare che sia un’opzione conveniente. È davvero così?

I vantaggi della cedolare secca

Per chi decide di dare un immobile in affitto con la cedolare secca uno dei principali vantaggi è la possibilità del pagamento dell’Irpef in misura ridotta. Con la legge Fornero sono state ridotte le agevolazioni per i locatari che, però, persistono per coloro che decidono di esercitare questa opzione.

In secondo luogo la scelta della cedolare secca non è definitiva. Infatti, questo regime agevolato, può essere revocato o dismesso o iniziato anche se il contratto di affitto è ancora in corso: basta attendere la scadenza dell’annualità e recarsi all’Agenzia delle Entrate con il Modello 69 in caso di subentro o uscita dal regime o con una domanda in carta semplice se si vuole dismettere la cedolare e scegliere un altro regime.

► Contratto di affitto – Clausola di cedolare secca

Gli svantaggi della cedolare secca

Anche se la cedolare secca è un regime agevolato, non dovrebbe essere esercitata dai proprietari di case che hanno accesso, per altri motivi, ad alti livelli di detraibilità sulle imposte, in quanto la sua scelta prevede la rinuncia alle altre detrazioni sull’immobile.

Inoltre, la cedolare secca non permette di effettuare modifiche al canone di locazione, se non alla scadenza del contratto stesso.

Come richiedere il rimborso se il tasso di interesse del mutuo supera la soglia di usura

 I tassi di interesse applicati ai mutui in Italia sono molto alti. Tanto che, in alcuni casi, può accadere che questi divengano superiori al tasso di usura che ogni tre mesi viene stabilito dalla Banca d’Italia. È una situazione abbastanza rara, ma quando viene verificata è possibile per il cliente richiedere alla banca il rimborso degli interessi precedentemente pagati.

► Superiori al 25% gli interessi per chi acquista a rate

Per capire se la banca presso la quale è stato acceso il mutuo applica tassi superiori a quelli previsti è necessario sommare tutte le spese previste dal contratto di mutuo e da quello del relativo conto corrente. Alla somma di tutte queste spese va poi aggiunto anche il tasso di mora, ossia l’interesse che viene applicato in caso di mancato pagamento di una o più rate.

Se la somma totale, definita anche tasso effettivo globale, è superiore al tasso soglia di usura, il cittadino ha diritto, in base alla Legge n. 108/96, a richiedere alla banca il rimborso delle somme pagate a titolo di interesse.

► Equitalia cancella i vecchi debiti fino a 2 mila euro

Le banche sono obbligate a fornire ai cittadini che ne facciano richiesta tutti i documenti dell’ultimo decennio. Se si riscontrano delle anomalie, quindi, è consigliabile rivolgersi ad un avvocato o ad una associazione di categoria per precedere alla richiesta di rimborso.

Cos’è il fallimento ordinato?

 Il prelievo forzoso è stata la strategia utilizzata per il salvataggio delle banche di Cipro. Un’operazione di prelievo dai conto correnti delle banche cipriote per diminuirne il debito. Sarebbe dovuta essere una pratica eccezionale e, invece, con l’accordo firmato dall’Ecofim, il prelievo forzoso è divenuta una prassi attuabile da tutti gli Stati europei che si trovano nella stessa situazione.

In pratica l’accordo prevede che gli eventuali debiti delle banche non saranno coperti dalle finanze pubbliche, ma dal prelievo di una percentuale dalle somme che i cittadini depositano nelle banche del paese e solo in seconda battuta entreranno in gioco anche le finanze dello Stato.

► Le conseguenze del bailout di Cipro

Quindi, con questa nuova regola, in caso di rischio default di una banca, verranno prelevate somme di denaro in primo luogo agli azionisti, poi agli obbligazionisti e poi ai correntisti che hanno depositate somme superiori ai 100 mila euro.

Non saranno toccati dal prelievo forzoso le obbligazioni garantite, le pensioni e i salari.

Come anticipato, l’accordo prevede che lo stato in causa metta a disposizione le sue finanze solo dopo questo primo step, ossia solo dopo che il prelievo forzoso su azioni, obbligazioni e conti avrà coperto almeno l’8% della passività della banca.

Lo stesso accordo prevede anche che gli Stati creino un fondo nazionale a copertura dello 0,8% del totale dei depositi bancari di tutti gli istituti del paese.