Facebook e la pubblicità scabrosa

 Il mondo tecnologico, per diversi mesi, ha tenuto a galla le borse. Ecco perchè è importante quello che decidono di fare le imprese che operano nel settore in questione. Più che di mondo tecnologico, però, adesso parliamo di social, visto che stiamo per annunciare l’ultima trovata di Facebook.

L’ad del social network blu, di recente, durante un’assemblea dei soci, ha detto di essere molto deluso dall’esperienza finanziaria. Il debutto a Wall Street è stato disastroso e anche la permanenza nell’azionariato ha comportato sforzi eccessivi per la società in termini economici. Basta pensare che Zuckerberg ha perso la poltrona tra i dieci uomini più ricchi del pianeta.

La delusione di Zuck per la borsa

Certo è che Facebook non ha mai pensato d’interrompere il lavoro per gli utenti e per gli inserzionisti che hanno comunque creduto nell’impresa. L’ultima notizia riguarda proprio la volontà di Facebook di proteggere gli advertiser. La proposta è semplice: saranno rimosse le pubblicità da tutte le pagine considerate controverse.

Facebook tenta la strada dei video

La decisione prende spunto dalla protesta di alcune associazioni femministe che avevano chiesto a Facebook di eliminare pagine e gruppi inneggianti alla violenza contro le donne. Oltre alla rimozione dei contenuti violenti, Facebook ha pensato di togliere le pubblicità dalle sezioni del social network maggiormente controverse.

Un modo per mettersi al riparto dalle critiche ed evitare il danneggiamento dei brand esposti a livello pubblicitario.

Le mini tasse inserite per la manovra economica

 24 scadenze fiscali a fine anno. E’ questo il conteggio fatto dalle associazioni in relazione all’impegno che l’Erario chiede alle famiglie e alle imprese. Questo ingorgo è possibile soltanto perché per motivi economici, o meglio per aumentare il potere d’acquisto dei cittadini, si è scelto di sospendere il pagamento dell’IMU sulla prima casa e rinviare di un trimestre l’aumento dell’IVA.

Le mini tasse inserite per la manovra economica

Queste manovre, però, hanno richiesto al Governo la disponibilità di ben 550 milioni di euro che gli esperti di economica al servizio di Letta hanno pensato di ricavare dall’introduzione di una serie di mini tasse che andranno a colpire sempre i cittadini. Il business in cui lo Stato ha intenzione di mettere le mani in modo pesante è quello delle sigarette elettroniche.

Tutto deve in realtà essere tassato, visto che per ricavare 550 milioni di euro in pochi mesi, lo sforzo è davvero incredibile. Per questo si è scelto d’introdurre delle imposte per la pausa caffé ma anche per le merendine. In più, proprio in vista della stagione estiva, si è deciso di tassare i gadget che solitamente vengono offerti insieme alle riviste, per esempio il telo da mare o la pistola ad acqua per i più piccoli.

L’imposta di bollo sarà aumentata, così come anche il prezzo della benzina che fa prevedere una nuova serrata dei gestori proprio al momento dell’esodo. Rincarata anche al Robin tax sull’energia per le piccole aziende, ma quello che colpisce è l’intervento sulle sigarette elettroniche. Il 58% del loro costo, infatti, andrà a finire nelle tasche dell’Erario.

24 scadenze fiscali a fine anno

 Il Fisco, solo in apparenza, sta dando tregua ai consumatori visto che il Governo, per aumentare il potere d’acquisto delle famiglie, ha scelto di sospendere il pagamento dell’IMU sulla prima casa e rinviare di un trimestre l’aumento di un punto percentuale dell’IVA. Questi spostamenti nelle scadenze del terzo trimestre fiscale dell’anno, comportano un imbottigliamento alla fine dell’anno nei pagamenti.

Rinviato l’aumento dell’IVA

In pratica non si paga adesso l’IMU, si aumenterà in seguito l’IVA ma alla fine dell’anno ci saranno ben 24 appuntamenti con il fisco e saranno sicuramente più pesanti del previsto. L’IVA, ma anche l’IMU e la TARES non prevedono aliquote minori rispetto a quelle indicate per lo scorso anno.

Abitazione principale e decreto fare

Il fatto che l’IVA aumenti con un trimestre di ritardo, vuol dire che il Governo sarà costretto ad aumentare gli acconti di fine anno dovuti all’Erario per IRPEF, IRES e probabilmente anche per l’IRAP. Secondo una stima recente, gli appuntamenti con l’Erario della fine dell’anno, dei mesi si novembre e dicembre, sono circa 24. Considerando che riguardano sia i cittadini che le imprese, potrebbe dunque esserci un calo repentino dei consumi proprio nei momenti dell’anno in cui le festività stimolano la capacità di spesa.

Le imprese, da qui alla fine dell’anno, dovranno mettere da parte circa 56 mila euro per far fronte alle richieste dell’Erario.

I conti correnti italiani costano troppo

 Aprire un conto corrente per la gestione del risparmio di tutti i giorni sembra questione di poco, soprattutto adesso che dopo la legge di Stabilità, è stato introdotto il concetto di Conto di base. In realtà, molte associazioni di consumatori, contraddicendo quanto riportato dalla Banca d’Italia, sostengono che i conti correnti nostrani hanno un costo eccessivo.

In regalo con il conto la PS3

Adusbef e Federconsumatori hanno replicato alla Banca d’Italia che ultimamente ha indicato un calo nelle spese per il mantenimento del conto corrente bancario, spiegando che i costi non sono quelli rilevati nella statistica ufficiale. Basterebbe infatti considerare le spese per il saldo dell’IMU, che possono raggiungere i 10 euro, per capire che si possono arrivare a spendere anche diverse centinaia di euro per la tenuta del conto.

I calcoli fatti dalle associazioni dei consumatori sembrano essere reali piuttosto che basati sulle stime e prendono il via dalle informazioni reperite direttamente dalle banche. In Italia ci sono, ad esempio, 10 istituti di credito che collezionano insieme l’85 per cento dei conti correnti tricolore.

Il conto corrente di base di Tercas

Secondo Adusbef e Federconsumatori il costo di gestione di un conto che sia a bassa operatività, è il 318% più costoso di quanto riporta la Banca d’Italia. Alla fine si arrivano a spendere anche 320 euro all’anno. Le banche usate per la rilevazione sono le 10 di cui si parlava in precedenza: Unicredit, Intesa San Paolo,  Bnl,  Mps, Banca Popolare, Carige, Popolare di Milano, Banca Sella, Popolare di Vicenza, Credem.

Murdoch vuole anche il Financial Times

 Rupert Murdoch è conosciuto nell’ambiente finanziario come “lo squalo” visto che non riesce davvero ad evitare le mosse che possono portare denaro e successo al suo impero finanziario. Chiaramente è soltanto un modo di dire per annunciare l’ultima volontà del magnate australiano:  inserire nella collezione delle sue riviste anche il Financial Times.

51mila abbonati in meno per Sky

Murdoch, proprietario della società News Corps, sta cercando d’ingrandire il suo tesoro editoriale e dopo aver acquistato già il Wall Street Journal, ha intenzione di diventare monopolista dell’informazione finanziaria, acquistando anche il Financial Times. Per arricchire la cordata è necessario concludere l’accordo con gli emirati arabi che non sembrano ancora intenzionati a cedere per poche migliaia di euro il tesoro editoriale.

Sfida Malone-Murdoch

E più la trattativa va avanti, più il Financial Times acquisisce valore. L’emiro di Abu Dhabi sembra aver detto che il patto potrebbe concludersi dopo aver messo sul piatto circa 1,2 miliardi di dollari. Sicuramente si configurerebbe un monopolio dell’informazione finanziaria visto che una volta acquisito il Financial Times, nelle mani di Murdoch ci sarebbe anche il 50 per cento dell’Economist e altri servizi d’informazione.

Abu Dhabi, riguardo il Financial Times, possiede il 75 per cento del capitale mentre Murdoch, che ne detiene già il 25 per cento, sarebbe pronto a salire fino al 50 per cento.

Europa: Draghi pronto a partire

 Mario Draghi, davanti alla difficile situazione ancora esistente in Europa, si è detto pronto ad intervenire per supportare i mercati, sottolineando che insistere sulla politica monetaria è ammesso ma non risolve i problemi strutturali degli stati membri. Un passo più avanti, una riflessione diversa da quella maturata in seno alla Fed e alla Banca del Giappone.

L’Italia esce dalla procedura di deficit

Le banche centrali, in questo particolare periodo storico, sembrano essere le uniche a fare il bello e il cattivo tempo. La Fed ha tenuto tutti i mercati con il fiato sospeso fino all’ultimo meeting in cui ha annunciato finalmente che il piano d’acquisti nominato Quantitative Easing, non sarà interrotto fino all’anno prossimo.

L’economista greco Varoufakis sulla crisi

Stessa cosa per la Banca del Giappone che sembra raccogliere i frutti di una politica monetaria espansiva e considera già l’opportunità d’insistere in questo tipo di comportamento economico. La BCE che non era mai stata d’accordo allo stimolo monetario senza controllo della crescita economica, si è inserita nella scia delle due omologhe americana e giapponese.

Mario Draghi ha quindi sentito la necessità di rassicurare i mercati spiegando agli investitori che la BCE è pronta all’intervento diretto, all’iniezione di liquidità a patto che gli Stati membri avviino o continuino con le riforme strutturali necessarie.

La bolla oro ai minimi

 L’oro, dall’inizio dell’anno è stato considerato il materiale con il maggior margine di guadagno. Già solo per il fatto che nazioni ed investitori lo considerano un bene rifugio, era garanzia della sua ascesa incondizionata. In realtà le previsioni non sono state rispettate quindi invece che viaggiare verso i massimi storici con il superamento della soglia dei 1900 dollari l’oncia, il metallo prezioso ha viaggiato verso i minimi.

L’analisi di FT Alphaville sull’oro

In pratica è iniziato un trend ribassista che ha portato l’oro ai livelli minimi mai registrati negli ultimi tre anni. Il trend ribassista non sembra momentaneo ma al contrario sembra prefigurare un andamento di lungo periodo. Gli investitori, a questo punto, cercano delle strategie per uscire fuori dal settore delle materie prime, per affrancarsi dall’oro.

Valute e materie prime legate verso il ribasso

Mercoledì scorso il metallo in questione ha sfondato la soglia minima e con la perdita del 4 per cento del suo valore, è giunto fino ai 1221,80 dollari l’oncia. In generale nel secondo trimestre dell’anno finanziario il ribasso del metallo è stato del 23 per cento e proprio per questo si teme che sia già iniziata la bolla dell’oro.

Alcuni esperti di fondi d’investimento vedono sempre più vicina la soglia dei 1000 dollari, superata la quale gli investitori avranno sempre meno voglia di dedicarsi al metallo giallo.

Come richiedere la pensione di anzianità

 Al fine di poter percepire la pensione di anzianità, è obbligatorio aver maturato una determinata età anagrafica ed un’anzianità contributiva di un minimo di 20 anni.

L’età pensionabile delle donne, attualmente inferiore a quella degli uomini, nel settore privato sia per i dipendenti, sia per gli autonomi, dal gennaio 2012, viene elevata progressivamente sino a arrivare, nel 2018 alla totale equiparazione.
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Sono tuttavia previste eccezioni alle lavoratrici che entro il 31 /12/ 2012 abbiano versato almeno vent’anni anni di contributi ed abbiano raggiunto i 60 anni di età: esse potranno ricevere la pensione all’età di 64 anni.
Inoltre, avranno diritto alla pensione di anzianità in base alla vecchia disciplina, anche i lavoratori addetti a mestieri particolarmente faticosi e pesanti.

Modulo da compilare

Ecco, dunque, come richiedere la pensione di anzianità:

Al fine di ottenere la pensione di anzianità, oltre ad essere in possesso dei requisiti previsti dalla legge, occorre compilare correttamente in ogni parte l’apposito modulo, prestando particolare attenzione a fornire in maniera dati precisa i vari dati richiesti e allegando l’intera documentazione necessaria.

Documenti da allegare ai modili

Al modulo da compilare occorre aggiungere i seguenti allegati:

-la fotocopia della propria carta d’identità
-l’autocertificazione del proprio stato civile
-gli eventuali dati anagrafici con relativo codice fiscale del proprio coniuge
-i dati sulla situazione assicurativa non presenti sull’estratto contributivo
-la dichiarazione di cessazione dell’attività di ogni genere di lavoro dipendente
-la documentazione relativa a richieste/agevolazioni/situazioni di genere particolare.

Dove richiedere i moduli

I moduli da compilare, devono essere richiesti presso gli Uffici Inps, oppure possono essere comodamente scaricati online, entrando nel sito di tale Ente.
Infine, la domanda compilata per intero, alla quale vanno aggiunti i documenti descritti nel passo numero 2, deve essere consegnata negli uffici INPS ubicati nella propria zona di residenza, oppure può essere spedita per mezzo di lettera raccomandata con ricevuta di ritorno.

E’ inoltre necessario che sia fatta pervenire all’INPS (in forma gratuita) tramite un Ente di Patronato; inoltre, esso potrà eventualmente offrire la propria assistenza per quanto riguarda la compilazione della domanda stessa, fornendo a chi dovesse trovarsi in difficoltà nel procedimento, tutti i necessari chiarimenti.

Pensione di vecchiaia: come avanzare la domanda

 Appare importantissimo capire come richiedere la pensione di vecchiaia. La domanda di richiesta della pensione può essere fatta pervenire alla sede Inps della propria zona oppure inviata per posta mediante raccomandata con avviso di ricevimento  Essa deve essere compilata sull’apposito modulo che è possibile trovare o sul sito INPS oppure presso le sedi INPS o gli enti di patronato.

La pensione viene erogata nel momento in cui si raggiungono sia i requisiti anagrafici sia i requisiti contributivi rispettando quelle che vengono chiamate finestre di accesso.

Accedere alla pensione di anzianità ma con una posticipazione, di un anno (dalla data di maturazione dei requisiti) se è liquidata presso il Fondo Lavoratori Dipendenti; oppure di diciotto mesi se la pensione viene liquidata presso il Fondo Lavoratori Autonomi (coltivatori diretti, commercianti, artigiani eccetera).

Per quanto concerne l’esatto importo della pensione liquidata, occorre sapere che esso viene determinato in base al calcolo retributivo (utilizzato se il lavoratore può far valere almeno diciotto anni di contributi) oppure in base a quello misto (utilizzato se il lavoratore non può riscattare i diciotto anni di contributi) caratterizzato da un calcolo effettuato in parte col sistema retributivo e in parte con quello contributivo.

 

Come si riceve la pensione in anticipo

 Il sogno di tutti? Sicuramente quello di ricevere la pensione anticipataSono questi alcuni degli obiettivi che l’italiano vede nel suo futuro post-lavorativo, soprattutto se ha iniziato a lavorare quando era ancora molto giovane e gli anni lavorativi accumulati sono diversi. Tuttavia ora la vita lavorativa degli italiani è cambiata: non ci sono praticamente più cittadini che possono aspirare alla pensione anticipata calcolando la propria età. E’ dunque molto utile approfondire tale scottante l’argomento, esaminando quello che è cambiato nel sistema pensionistico in seguito alla riforma delle pensioni del Governo Monti per comprendere come è possibile anticipare la pensione.

Sin dal 2012, la pensione anticipata, ottenibile arrivando a raggiungere una precisa anzianità contributiva escludendo la propria età, è l’unica possibilità che possiede il lavoratore per poter accedere anticipatamente alla pensione; il metodo delle quote è stato abrogato, per cui non si dovrà più fare una somma dell’età anagrafica con gli anni di contributi per riscuoterla.
Ora bisogna disporre di quarantuno anni di contributi dati più un mese, per quanto concerne le donne; quarantadue anni, più un mese invece per ciò che concerne gli uomini.

Per il 2013, è possibile avere la pensione anticipata con quarantuno anni di contributi e 2 mesi per la donna e quarantadue anni e 2 mesi per l’uomo. Invece per il 2014, ‘servono’ quarantuno anni e 3 mesi per le donne, quarantadue anni e 3 mesi per gli uomini. Naturalmente si tratta di una notevole quantità di anni di contributi da dover versare, prima di riuscire ad arrivare dell’età anagrafica che permetta di accedere alla pensione di vecchiaia.

E’ stato abolito il sistema delle quote e tale manovra è l’ultima ‘novità’ relativa al pensionamento anticipato. In quest’ultimo ventennio il sistema pensionistico è stato ‘attaccato’ numerose volte.

Quarant’anni anni di contributi e un minimo di sessant’anni di età parevano rappresentare l’ultimo ostacolo di Governo alla pensione anticipata, per numero massimo di anni di versamenti contributivi  In seguito, nell’anno 2009, venne introdotto il sistema delle quote che eseguiva una somma tra l’età e gli anni di versamenti: chi raggiungeva la quota prevista durante l’anno, poteva avere la pensione