Bonus ristrutturazioni: mobili che non rientrano nelle detrazioni

 Il decreto decreto legge n. 63 del 4 giugno 2013 per quanto riguarda i bonus per l’acquisto di mobili, non dà chiarimenti sulla tipologia di questi che rientrano nelle detrazioni.

Quindi è legittimo avere dei dubbi su quali siano i mobili per i quali è possibile ottenerli.

Ad una prima analisi del testo, comunque, si può dedurre che, con il termine generico ‘mobili’, il legislatore intenda, oltre a cucina e armadi a muro, anche altri oggetti di arredamento quali tavoli, divani e sedie.

Il Ministero si è comunque impegnato a dare ulteriori chiarimenti anche su altre tipologie di arredo quali lampade, porte d’interni, elettrodomestici da incasso, parquet e tende.

► Bonus ristrutturazioni: mobili che rientrano nelle detrazioni

Quali sono i mobili che, invece, non rientrano nelle detrazioni?

In primo luogo il decreto legge specifica che il bonus sull’acquisto di mobili può essere richiesto solo se i mobili sono stati acquistati in concomitanza di lavori di ristrutturazione dell’immobile.

Quindi non si possono richiedere le detrazioni nel caso di mobili acquistati per immobili sui quali siano stati effettuati solo lavori di ristrutturazione ordinaria.

 

Inoltre, non possono essere richieste detrazioni sul’acquisto di mobili se gli interventi di ristrutturazione riguardano gli infissi esterni (per i quali il decreto prevede un bonus del 55%) e se l’acquisto dei mobili è stato effettuato non da chi beneficia del bonus per le ristrutturazioni ma da terze persone (genitori, parenti, amici etc.).

Come si fa ad ottenere una casella di Posta Elettronica Certificata

 Ancora pochi giorni di tempo a disposizione per le imprese, anche quelle individuali, e per i liberi professionisti italiani iscritti ai relativi albi od ordini, per dotarsi di un indirizzo di Posta Elettronica Certificata.

La casella di Pec servirà per le comunicazioni con tutte le pubbliche amministrazioni italiani andando a sostituire, pur mantenendone il valore legale e giuridico, ogni forma di comunicazione che avveniva per raccomandata con ricevuta di ritorno.

► Cos’è e quali sono i vantaggi della Posta Elettronica Certificata

Esistono due tipologie di PEC: uno gratuito fornito dallo Stato italiano e la PEC a pagamento, che a dei costi diversi in base al server prescelto.

Per avere una casella di PEC con il provider dello Stato Italiano è necessario consultare il portale messo a disposizione dal Governo (www.postacertificata.gov.it) e seguire gli step indicati per l’apertura della casella.

Se invece si vuola aprire una casella di PEC a pagamento – i servizi offerti sono di più – è necessario consultare il sito del provider prescelto e seguire le istruzioni.

Una volta che il proprio indirizzo di PEC è stato attivato presso il provider prescelto è necessario comunicare l’indirizzo al Registro Imprese nazionale – per imprese e ditte individuali – o al proprio albo o ordine in caso di liberi professionisti.

► Come funziona la Posta Elettronica Certificata

All’indirizzo www.digitpa.gov.it si trova l’elenco dei gestori di PEC autorizzati dl Governo.

Come funziona la Posta Elettronica Certificata

 La Posta Elettronica Certificata è il nuovo strumento di comunicazione tra le imprese e i liberi professionisti italiani e le pubbliche amministrazioni.

► Cos’è e quali sono i vantaggi della Posta Elettronica Certificata

Ne esistono di due tipi: la PEC che può essere richiesta direttamente al Governo in forma gratuita e che permette, però, di inviare e ricevere comunicazioni con le pubbliche amministrazioni, e la PEC fornita da provider, comunque autorizzati dalla Stato, che ha piena funzionalità ma con costi variabili a seconda del provider prescelto.

Dal momento che la funziona principale della PEC è quella di sostituire le raccomandate, quando il possessore di una PEC invia il messaggio, il gestore della PEC prescelto invia al mittente stesso una comunicazione – ricevuta con piena valenza legale – nella quale sarà indicato il giorno e l’orario di invio della comunicazione.

Lo stesso avverrà anche nel momento in cui la comunicazione viene depositata presso la Casella di Posta Elettronica del destinatario.

Se queste comunicazioni venissero smarrite, facendo apposita richiesta al proprio gestore di PEC si potrà entrare in possesso della traccia elettronica della comunicazione e poter così dimostrare l’avvenuto invio della comunicazione.

► Come si fa ad ottenere una casella di Posta Elettronica Certificata

Per quanto riguarda l’utilizzo della Posta Elettronica Certificata da parte dell’utente, che sia questo un’impresa o un libero professionista, non ci sono differenze particolari con l’utilizzo di una normale casella di posta elettronica.

Cos’è e quali sono i vantaggi della Posta Elettronica Certificata

 Entro il 30 giugno 2013 tutte le imprese individuali italiane e i professionisti iscritti nei relativi albi ed ordini devono dotarsi di una casella di Posta Elettronica Certificata, pena il pagamento di un’ammenda che può variare dai a 103 a 1.032 euro, somma che comunque può ridursi di un terzo se l’apertura della PEC, e relativa comunicazione, avviene entro 30 giorni dalla scadenza.

► Come funziona la Posta Elettronica Certificata

Cos’è e a cosa serve la Posta Elettronica Certificata

La PEC (sigla che sta per Posta Elettronica Certificata) è una casella di posta elettronica della quale si dovranno dotare le imprese e i professionisti e che dovrà essere utilizzata per le comunicazioni ufficiali e la trasmissione dei documenti tra questi ultimi e le Pubbliche Amministrazioni.

La PEC, disciplinata con il D.P.R. 11 febbraio 2005 n. 68 e successivamente con il decreto legislativo 7 marzo 2005 n. 82, ha le stesse funzioni e la stessa valenza giuridica di una raccomandata con  ricevuta di ritorno.

I vantaggi della PEC

La Posta Elettronica Certificata fa parte del processo di semplificazione normativa e burocratica in atto nel nostro paese. Grazie alla Casella di Posta Certificata le imprese e i liberi professionisti potranno trasmettere documenti e comunicazioni alle pubbliche amministrazioni direttamente dal proprio pc, smartphone o tablet e queste avranno la stessa valenza di una comunicazione tramite raccomandata A/R.

► Come si fa ad ottenere una casella di Posta Elettronica Certificata

Inoltre, essendo i messaggi inviati per mezzo di provider, sono sempre tracciabili e, nel caso si mancato recapito del messaggio al destinatario, il mittente viene avvertito in tempo reale e, nel caso il destinatario non legga il messaggio, il problema non sarà del mittente ma del destinatario.

Guida per ottenere un mutuo anche in tempo di crisi

 I dati che ciclicamente rilascia l’Istat sui mutui che vengono concessi in rapporto alle richieste dimostrano che le banche non hanno fiducia nei risparmiatori italiani e, stando anche ai dati rilasciati dai vari broker on line di mutui, la percentuale dei richieste di mutui accettate dalle banche si ferma al 5% del totale.

Ciò vuol dire che il 95% delle richieste di mutui non viene presa in considerazione dalle banche, lasciando i clienti senza alcuna possibilità di ottenere quel prestito necessario all’acquisto, nella maggior parte dei casi delle richieste, della prima casa.

► Guida al credito agevolato

In questo modo, non solo si impedisce agli italiani di acquistare casa, ma si mette anche un blocco effettivo alle possibilità di ripresa del mercato immobiliare e, di conseguenza, del settore edile, italiano.

C’è da dire, però, che non sempre la colpa del credit crunch è da far ricadere sulle banche, anche se lo è nella maggior parte dei casi, alcune volte, infatti, chi vorrebbe accendere un mutuo non tiene conto di alcuni particolari che potrebbero facilitare le banche a riporre fiducia nelle loro possibilità di restituzione di quanto chiedono in prestito alla banca.

Proponiamo qui una piccola guida per alzare le probabilità che la banca risponda positivamente alla vostra richiesta di mutuo.

Come scegliere la banca alla quale fare richiesta di mutuo

Ci sono tantissime banche che operano in Italia. Ma non tutte funzionano allo stesso modo e non tutte  hanno gli stessi standard per le concessioni di mutui e prestiti: alcune hanno delle maglie più strette e richiedono molte più garanzie, altre, invece, proprio per andare incontro alla necessità delle famiglie hanno allentato i cordoni delle loro borse e sono più disponibili alla concessione di liquidità.

Quindi. Anche se si ha una banca di fiducia della quale si è clienti da lungo tempo, non ci si deve fermare a questa prima richiesta e al possibile rifiuto. Per aumentare le probabilità di vedere accolta la propria richiesta di mutuo è necessario fare quante più richieste di mutuo possibili, rivolgendosi a più istituti.

Grazie agli strumenti on line come MutuiOnline, Mutui.it, MutuiSupermarket, poi, si possono confrontare le offerte di mutuo fatte dalle diverse banche che operano sul territorio e scegliere quelle più convenienti o le offerte di mutuo più vicine alle proprie esigenze.

Sempre grazie a questi strumenti è anche possibile inviare la richiesta di mutuo a più istituti contemporaneamente.

► Tasso del mutuo: meglio fisso o variabile?

La rata e il reddito

Un fattore molto importante nella richiesta di un mutuo è il peso che la restituzione di quanto concesso dalla banca ha sul proprio reddito mensile.

Per aumentare le possibilità che la banca conceda il mutuo richiesto, è importante che l’ammontare della rata non sia superiore al 33% del reddito mensile dei debitori.

Nel conteggio di questa percentuale è anche importante tenere conto della presenza o meno di altre rate che si pagano mensilmente, come, ad esempio, prestiti per altri acquisti, carte revolving etc.

Per evitare che queste rate precedenti influiscano in maniera negativa sulle probabilità che la banca conceda il mutuo richiesto, si possono percorrere due strade: estinguere i debiti precedenti in un’unica soluzione (ma in questo caso è necessario fare attenzione che l’estinzione non comporti troppi oneri aggiuntivi) oppure procedere con la rinegoziazione del prestito per avere delle rate molto più basse – che influiscono meno nel conteggio della percentuale mensile – da pagare in un periodo di tempo più lungo.

Cancellazione dalle liste dei cattivi pagatori

Altro passo importante da fare prima di rivolgersi ad una banca per chiedere un mutuo, è quello di provvedere alla cancellazione del proprio nome dalla lista dei cattivi pagatori. Per farlo è necessario essersi messi in regola con tutti i pagamenti non effettuati fino a quel momento.

A seconda della gravità del debito accumulato, la posizione di cattivo pagatore presso le banche può essere sanata in un periodo che varia dai 12 ai 36 mesi.

Guida al credito agevolato: microcredito e Social lending

 Prestiti e mutui sono sempre più difficili da ottenere, soprattutto perché le banche e i vari istituti che normalmente li concedono non hanno fiducia nelle possibilità di restituzione degli stessi da parte di chi li richiede. Per questo chiedono sempre maggiori garanzie, che però le famiglie e le imprese non possono dare.

Per ovviare a questo problema e ottenere il prestito di cui si ha bisogno si può ricorrere al microcredito o al social lending.

Il microcredito

Il microcredito è riservato a piccole imprese che stanno nascendo, a realtà a forte rischio finanziario, persone e famiglie in difficoltà o a persone che non possono accedere ai prestiti per problemi con la giustizia.

Il microcredito prevede che enti, fondazioni e istituzioni si propongono come garanti attraverso degli appositi bandi.

Il Social lending

Ricorrendo al social lending si bypassano banche ed istituti finanziari. Gli unici interlocutori sono i privati che si finanziano tra loro attraverso la regolamentazione della sola Banca d’Italia, che vigila, attraverso apposite piattaforme, che i tassi ai quali vengono concessi i prestiti siano davvero agevolati – solitamente sono di circa due punti inferiori a quelli applicati dalle banche – e che, soprattutto, non si sconfini nell’usura.

A chi richiede un prestito tramite social lending viene assegnato un rating, una sorta di scala di affidabilità, e se il credito non viene restituito la Banca d’Italia provvede al recupero crediti.

Le principali forme di credito alternativo

I prestiti d’onore 

I prestiti con cessione del quinto e i prestiti senza busta paga

I prestiti INPDAP e il Fondo di Credito Nuovi Nati

Il microcredito e il Social lending

 

Guida al credito agevolato: prestiti INPDAP e Fondo di credito Nuovi Nati

 Le banche non si fidano a concedere mutui e prestiti alle famiglie e alle imprese italiane. Anche se il Governo spesso raccomanda agli istituti di allentare la morsa del credit crunch,  questi sono più propensi ad investire le loro risorse in strumenti finanziari più sicuri e redditizi.

Ci sono dei prestiti che vengono concessi a determinate categorie di persone a delle condizioni molto vantaggiose: gli iscritti all’Inpdap e le famiglie che hanno appena avuto un bambino.

I prestiti INPDAP

L’INPDAP – Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica – concede agli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dei prestiti a tasso agevolato per coloro che si trovano in condizioni di necessità improvvisa.

Questa tipologia di prestiti può essere rimborsata in 12, 24, 36 o 48 rate.

Il Fondo di credito Nuovi Nati

Il Fondo di credito Nuovi Nati è stato istituito nel 2009 dall’Abi e ha lo scopo di dare un sostegno alle famiglie al momento dell’arrivo di un figlio. Questo prestito ammonta ad un massimo di 5000 euro ed è concesso da banche ed istituti finanziari che hanno aderito al Fondo.

A i prestiti per i nuovi nati è applicato un tasso Taeg con percentuale massima del 50% del tasso effettivo globale medio applicato nel periodo di riferimento.

Il prestito può essere rimborsato in 5 anni – la durata può essere variabile e viene stabilita al momento della sottoscrizione del contratto – o in un’unica soluzione.

Le principali forme di credito alternativo

I prestiti d’onore 

I prestiti con cessione del quinto e i prestiti senza busta paga

I prestiti INPDAP e il Fondo di Credito Nuovi Nati

Il microcredito e il Social lending

Guida al credito agevolato: prestiti con cessione del quinto e prestiti senza busta paga

 In questo periodo la maggior parte degli italiani si trova in una situazione di disagio economico che, sempre più spesso, porta a non avere a disposizione il denaro liquido necessario per l’acquisto dei principali beni durevoli.

A creare altri problemi ci sono le liste dei cattivi pagatori, nelle quali sono iscritti coloro che non rispettano le eventuali scadenze, e, naturalmente, la mancanza di un lavoro fisso da portare come garanzia. Ma ci sono delle soluzione per accedere al credito anche in queste situazioni e sono i prestiti con la cessione del quinto e i prestiti dedicati a chi non ha una busta paga.

I prestiti con cessione del quinto

Cessione del quinto vuol dire che coloro ai quali viene concesso questo tipo di prestito si troveranno la busta paga o la pensione mensile – il prestito con cessione del quinto, infatti, è accessibile a dipendenti pubblici, privati e pensionati – decurtata di un quinto del suo valore direttamente alla fonte.

Per ottenere questo tipo di prestito, quindi, non è necessario portare alcuna garanzia, è sufficiente la busta paga o la pensione. Inoltre, proprio per questo motivo, questi prestiti sono concessi anche a coloro che risultano essere cattivi pagatori.

I prestiti senza busta paga

Se non si ha un lavoro fisso con una busta paga mensile è molto difficile ottenere un prestito. In questo caso, per avere la fiducia delle banche, si deve ricorrere ad altri mezzi come la fideiussione, la firma di un garante, o la dimostrazione della presenza di altre forme di rendita come un affitto percepito su immobile di proprietà.

Le principali forme di credito alternativo

I prestiti d’onore 

I prestiti con cessione del quinto e i prestiti senza busta paga

I prestiti INPDAP e il Fondo di Credito Nuovi Nati

Il microcredito e il Social lending

Guida al credito agevolato

 In una situazione economica come quella che stiamo vivendo la necessità di liquidi per gli ulteriori a quelli che arrivano dallo stipendio è una condizione molto comune. Ma, allo stesso tempo, sempre a causa della crisi economica, sia le banche che tutti gli altri istituti di credito, non sono molto propensi a concedere mutui e prestiti, né alle aziende né alle famiglie.

Oltre a questo, va segnalato anche il fatto che i tassi di interesse che le banche e i vari istituti applicano sui pochi prestiti che concedono sono molto alti e, quindi, la loro restituzione diviene un vero salasso e può rendersi più complicata del previsto.

È un problema che il Governo italiano e l’Unione Europea stanno tentando di risolvere, ma, nel frattempo, come si può fare per ottenere un prestito?

Le alternative alla richiesta di mutui e finanziamenti alle banche e agli istituti di credito ci sono, ma spesso sono poco conosciute. Ecco qui una breve guida alle principali forme di credito agevolato alle quali possono accedere sia le famiglie che le imprese che ne hanno la necessità.

Le principali forme di credito alternativo

I prestiti d’onore 

I prestiti con cessione del quinto e i prestiti senza busta paga

I prestiti INPDAP e il Fondo di Credito Nuovi Nati

Il microcredito e il Social lending

Guida al credito agevolato: prestiti d’onore

 Se le banche non concedono mutui e prestiti e le finanziarie hanno tassi di restituzione troppo alti che impediscono alle famiglie e alle imprese di poter provvedere alla loro restituzione, come si può fare ad avere accesso al denaro liquido del quale si necessita? Tra le principali forme di credito alternativo, e agevolato, ci sono i prestiti d’onore.

I prestiti d’onore

I prestiti d’onore sono stati introdotti in Italia per la prima volta nel 1996 con la legge n. 608 e aggiornati grazie al decreto legislativo n. 185 del 2000.

I loro principali destinatari sono coloro che vogliono fare impresa attraverso l’apertura di un’attività in proprio o con l’adesione ad un franchise. Ad erogarli è  Invitalia – l’Agenzia nazionale per l’attrazione d’investimenti e lo sviluppo d’impresa Spa.

La caratteristica principale di questi prestiti è che la somma che viene erogata dall’Agenzia dovrà essere restituita dal creditore solo per il 40% e con un tasso di interesse agevolato. La restante parte, il 60%, viene concessa a fondo perduto.

I prestiti d’onore concessi da Invitalia sono riservati prevalentemente a lavoratori autonomi, microimprese, attività in franchising e ai giovani che vogliano intraprendere percorsi di formazione universitaria o professionale.

Le principali forme di credito alternativo

I prestiti d’onore 

I prestiti con cessione del quinto e i prestiti senza busta paga

I prestiti INPDAP e il Fondo di Credito Nuovi Nati

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