I nuovi libretti di risparmio postale

 I libretti postali per il risparmio sono degli strumenti molto conosciuti e molto diffusi che adesso stanno cambiando forma. La novità assoluta è rappresentata dal libretto risparmio postale Smart di cui andiamo ad elencare alcune caratteristiche interessanti.

Poste Italiane ha mutui convenienti a giugno

I libretti che stiamo presentando sono dei veri e propri conti deposito che possono essere aperti accanto ai libretti di risparmio più comuni. Tutta la novità è nel tasso poiché per il libretto base il tasso può arrivare fino allo 0,50 per cento ma chi accende anche un libretto smart ottiene un premio: un tasso pari al 3 per cento.

E’ importante però che le adesioni a questo tipo di prodotto siano completate entro il 9 maggio 2013. Dal 10 maggio in po’ il rendimento è comunque alto ma pari al 2,50 per cento. Cosa bisogna fare per approfittare dell’offerta?

Le nuove carte di credito si chiamano Paypass

Un primo luogo è importante attivare la carta libretto entro 60 giorni dall’adesione al libretto Smart. Dopodiché occorre mantenere il libretto nominativo Smart attivo fino a 31 dicembre 2013 incluso. Ma il famoso premio è garantito soltanto nel caso in cui ci sia un versamento mensile netto di 300 euro.

Chi invece è già titolare di un libretto di risparmio al 30 novembre 2012, deve mantenerlo fino al dicembre 2013 con un saldo che sia superiore al 90 per cento del saldo iniziale. Questo dato deve essere rintracciato dall’ufficio postale.

La crisi dei finanziamenti universitari italiani

 Una recente indagine effettuata dal Public Funding Observatory della European University Association ha diffuso delle interessanti statistiche sugli investimenti pubblici effettuati nel corso degli ultimi anni in Italia e in Europa nel campo dell’ università e della ricerca.

Dai dati pubblicati è quindi risultato chiaro che il mondo universitario italiano ha vissuto negli ultimi tempi una profonda crisi degli investimenti, che non hanno potuto non generare conseguenze negative anche sul mercato del lavoro e sull’ occupazione dei giovani italiani.

Nuovi concorrenti per la Nestlè

 La Nestlé avrà presto un nuovo concorrente a livello internazionale che potrebbe interferire non solo nel business dell’azienda ma anche a livello finanziario. Ecco cosa è previsto per l’anno prossimo. La Nestlé, che è anche una delle aziende più chiacchierate del mondo, per una serie di questioni “etiche”, ha messo in commercio la famosa macchina per il caffé che fagocita cialde rigorosamente Nestlé.

Forbes presenta le aziende con il fattore “R”

A rompere le uova nel paniere ci vuole pensare l’azienda statunitense Mondelez International che ha già per le mani una serie di marchi che si occupano di prodotti alimentari. Dalla fine dell’anno, alcuni di questi marchi, in particolare Jacobs e Carte Noir, inizieranno la distribuzione di cialde di caffé monodose, pensate appositamente per adattarsi alle macchine Nespresso.

All’inizio, queste cialde, saranno in vendita, direttamente in Austria, in Francia, in Germania a in Svizzera e saranno distribuiti dai marchi citati. Con l’operazione in atto la Nestlé dovrebbe perdere la leadership del mercato nel mercato della cialde del caffé.

Stage da Nestlé

Una vera rivoluzione se si pensa che in pochissimo tempo la vendita delle cialde è cresciuta di un quinto, del 20 per cento per poi flettersi del 10 per cento nel 2012, anno in cui è iniziata la distribuzione delle cialde compatibili. La Mondelez, infatti, con la sua attività, è presente sul mercato già dal 2004.

La delusione di Zuck per la borsa

 Facebook, dal debutto in borsa in poi, non ha avuto molta fortuna e così il suo fondatore ha perso un posto tra gli uomini più ricchi del mondo ma anche iniziato una lunga riflessione sull’opportunità di far parte del mondo finanziario.

Di recente l’ad del social network più famoso del mondo ha deciso di affrontare la questione con i soci dell’azienda durante l’assemblea annuale. Per la prima volta da  più di un anno a questa parte il signor Facebook ha ammesso di essere deluso per come va il titolo dell’azienda a Wall Street.

Facebook vuole Waze ma quanto costa

Una delusione che sicuramente è condivisa dagli investitori sempre più critici nei confronti dei risultati di Facebook in borsa. Il 2012 è stato un anno terribile per il titolo social e nonostante ci si aspettassero delle fluttuazioni, nessuno poteva immaginare un andamento simile.

Lo stipendio di Zuckerberg

Il patron di Facebook, però ha ribadito che l’andamento in borsa delle sue azioni non lo ha indotto ad un ripensamento sulla strategia dell’azienda, visto che l’obiettivo di tutti quelli che vi lavorano è creare valore. Adesso per esempio, la novità di cui si prende atto è la validità degli hashtag – come quelli usati da Twitter – anche nella cornice blu.

C’è da sperare che le migliorie tecnologiche apportino delle migliorie alle quotazioni.

Proroga ufficiale per il Modello Unico 2013

 Come si vociferava ormai da diverso tempo e come avevamo anche anticipato nel corso dei giorni scorsi è stata ufficialmente prorogato il termine ultimo di scadenza per la presentazione del Modello Unico 2013.

Un comunicato stampo emesso dal Ministero dell’ Economia e delle Finanze ha infatti spostato dall’ imminente 17 giugno al prossimo 8 luglio la scadenza per il versamento, senza maggiorazione, delle imposte che ricadono all’ interno dei modelli di dichiarazione Unico e Irap.

Gran Bretagna di nuovo contro Google

 Il governo inglese non sembra per nulla convinto del fatto che Google abbia pagato il giusto ammontare di tasse per quello che ha fatturato tra il 2006 e il 2001. Il nodo della questione è sempre lo stesso: Google ha sede in Irlanda e utilizzerebbe proprio questo stratagemma per avere delle condizioni fiscali agevolate sugli introiti derivanti dalla pubblicità in terra inglese.

► I ricchi stagisti di Google, Amazone Microsoft

A chiedere una nuova verifica è stato il Public Accounts Committee, commissione interpartitica che controlla le finanze pubbliche, che ha parlato di una evasione fiscale intraprendente. Secondo la Commissione, e la sua teoria è suffragata anche da ex dipendenti del colosso di Mountain View, i dipendenti di Google su suolo inglese si occuperebbero anche della vendita degli spazi pubblicitari sul motore di ricerca e, quindi, per questi guadagni dovrebbero pagare le tasse al fisco inglese, e non a quello irlandese.

Le cifre riportate dalla Commissione parlano di un guadagno di 18 miliardi di dollari tra il 2006 e il 2011, per il quale sono stati pagati solo 16 milioni di dollari in tasse.

► Le Google elusioni e il capitalismo responsabile

La posizione di Google rimane sempre la stessa. Come ha dichiarato una portavoce la società

rispetta tutte le norme fiscali nel Regno Unito, e sono i politici che fanno queste regole. Il rapporto dimostra che la Commissione vorrebbe che le società internazionali pagassero più tasse dove sono i clienti, ma le regole non funzionano così.

Il programma di Letta per il rilancio delle imprese

 All’ interno dell’ imminente Decreto del fare saranno comprese sia misure in un certo senso straordinarie per risolvere l’ emergenza rappresenta dal problema dell’ occupazione in Italia, sia misure per infondere nuovo slancio all’ economia.

Il fisco si dota di redditometro e di moral suasion

 Ora siamo tutti controllati. È entrato in funzione il Redditometro che controllerà se le spese che effettuiamo sono compatibili con il livello del reddito dichiarato. Nel caso il Fisco dovesse registrare delle discrepanze di notevole entità tra quanto si guadagna e quanto si spende provvederà ad un controllo sul contribuente per verificare le ragioni di questa incoerenza.

► Guida al redditometro

Per il momento il Redditometro metterà sotto la lente di ingrandimento 35 mila contribuenti selezionati, ma, in futuro, il controllo sarà esteso ad una sempre maggiore fetta di cittadini. Per questo l’Agenzia delle Entrate, in concomitanza dell’avvio del Redditometro, ha iniziato a mandare delle lettere agli italiani nelle quali invita a controllare che il reddito dichiarato nel 2011 sia compatibile con le spese effettuate nello stesso anno.

È la moral suasion – persuasione morale – con la quale il Fisco cerca di spingere i cittadini ad avere un comportamento economicamente e fiscalmente corretto senza però ricorrere ai poteri che gli sono conferiti.

La lettera che sta arrivando a moltissimi italiani contiene un prospetto con tutte le spese note all’Agenzia, che può essere utilizzato dal contribuente per verificare l’eventuale incompatibilità.

► I dati dei contribuenti italiani nel 2011

Il contribuente che riceve la lettera dell’Agenzia deve verificare la compatibilità del proprio reddito con le spese segnalate nel prospetto, e, nel caso si rendesse conto di una forte discrepanza ha la possibilità di correggere la dichiarazione dei redditi del 2012, avvalendosi del ravvedimento “lungo” fino al 30 settembre 2013.

La Banca Mondiale abbassa le stime di crescita dell’economia mondiale

 Precedenti stime avevano dato per quasi certa una crescita economica mondiale per il 2013 del 2,4%. La cifra era stata resa nota ad inizio anno e prevedeva in lieve miglioramento della situazione rispetto al 2012, quando il Pil mondiale era cresciuto del 2,3%.

► L’ Italia virtuosa stia attenta al disavanzo

Ma nulla da fare. Secondo la Banca Mondiale, dato quanto si è registrato fino adesso, ha abbassato la stima portandola al 2,2%, quindi peggio del 2012. I problemi maggiori si riscontrano nell’Eurozona, dove il prodotto interno lordo è visto in calo dello 0,6%, un peggioramento di mezzo punto percentuale rispetto alle precedenti stime (-0,1%).

Per il 2014 la Banca Mondiale prevede una crescita del pil dello 0,9% e dell’1,5% nel 2015, grazie soprattutto ai paesi in via di sviluppo che stanno facendo registrare una progressione del pil del 5,1%, che alzano la media di quelli più sviluppati, dove il pil dovrebbe mostrare un aumento dell’1,2%.

► Perché gli Usa ora stanno meglio economicamente

Secondo la Banca Mondiale gli Stati Uniti hanno fatto meglio di quanto stimato e il pil di quest’anno dovrebbe registrare una crescita del 2% rispetto al +1,9% previsto a gennaio. Male, invece Cina e India, paesi per i quali l’istituto ha rivisto al ribasso il pil: +7,7% quest’anno contro il +8,4% per la Cina e +5,7% contro il +6,1% stimato in precedenza per l’India.

Le misure contro la disoccupazione nel Decreto del fare

 Verranno discusse già a partire da sabato prossimo, in Consiglio dei Ministri, le misure contenute all’ interno del cosiddetto Decreto del fare, il decreto attraverso il quale l’ esecutivo ha intenzione di emanare una serie di provvedimenti di carattere urgente volti a ridare slancio all’ economia italiana e a combattere il problema della disoccupazione.