E se fosse l’euro la causa della crisi?

 Qualche giorno fa Bloomberg ha pubblicato un articolo scritto da tre economisti di fama mondiale che, cercando le ragioni alla crisi che sta attanagliando alcuni dei paesi europei, concordano nel dire che la moneta unica, così come è stata concepita e recepita dai diversi paesi, potrebbe decretare la fine dell’Unione Europea.

► La Germania contro l’euro ha effetto sulle borse

I tre economisti, infatti, partendo dal presupposto che la crisi si è sentita di più in quei paesi nei quali l’economia era già piuttosto debole – Grecia, Spagna, Portogallo, Italia e Ciproconcludono che il problema sta proprio nel fatto che questi paesi in difficoltà non possono recuperare competitività sui mercati perché non possono svalutare la moneta.

Questo finirà per acuire le disuguaglianze tra il nord e il sud dell’Europa, finendo anche per alimentari nuovi sentimenti anti-euro e anti-unione.

È necessario, proseguono gli economisti, fissare il tasso di cambio nominale ed eliminare il rischio valutario, cercando di far convergere, grazie all’euro, le due economie europee verso un punto comune in modo da facilitare l’affluenza di capitali dai paesi con un surplus commerciale verso quelli in difficoltà.

► Per uscire dalla crisi sono necessarie politiche nuove

In sostanza, l’euro, stando a quanto dicono questi economisti, non avrebbe fatto nulla di quanto avrebbe dovuto, ma avrebbe solo acuito il divario di competitività già presente tra il nord e il sud dell’Europa.

Cala ancora la borsa di Tokyo

 La borsa di Tokyo sembra essere indifferenze all’entusiasmo imperante negli altri mercati e continua il suo percorso sul piano inclinato. L’ultima seduta, dunque, si chiude in lieve calo. L’indice Nikkei-225 per esempio è stato dato in flessione dello 0,21 per cento fino a 13.289,32 punti che vuol dire che giornalmente l’indice ha perso circa 28,3 punti.

I trader che operano sul mercato giapponese e tengono d’occhio Tokyo da un po’, spiegano che questi cali sono legati al turbine di vendite che si è scatenato nelle settimane precedenti sui listini giapponesi. Adesso tali movimento sembrano essersi assopiti ma non si può evitare di considerare la decisione della BoJ.

Il PIL giapponese cresce più del previsto

La banca del Giappone, infatti, nonostante da più parti si sottolinei che la politica monetaria adottata non è sostenibile sul lungo periodo, ha deciso di continuare con le sue strategie monetarie ultra-espansive. Lo stesso Haruiko Kuroda non nutre alcun dubbio sulla riuscita dell’operazione.

La delusione dell’Abeconomic sui mercati

Peccato che gli investitori, adesso, siano consapevoli del fatto che non basta uno yen debole a mantenere alto il livello della crescita. E’ necessario invece che il paese trovi nuovi stimoli e nuovi strumenti per rilanciare la produzione. Una ristrutturazione da cogliere al volo, da interpretare come un’opportunità, nel momento in cui sta cedendo anche l’ultimo baluardo asiatico: la Cina.

Novità in vista per la Sammontana

 Tutte le notizie che riguardano il tessuto industriale del nostro paese sono da considerare oro colato per chi ha deciso d’investire ancora nelle aziende tricolore. In questi giorni sembra che a farla da padrone sia la Sammontana che ha deciso di spostare una parte della produzione dal territorio lombardo a quello veneto coinvolgendo nel riassetto ben 240 lavoratori.

I sindacati sono già scesi sul piede di guerra perché sembra che questa mossa, nata da ragioni squisitamente economiche, sia in perfetta contraddizione con quanto annunciato dall’azienda all’avvio delle sue operazioni nell’hinterland milanese. A farne le spese potrebbe essere tra l’altro lo storico marchio di panettoni: Tre Marie.

Bauli e Bistefani raggiungono l’accordo

Entriamo nel dettaglio. L’azienda Sammontana ha deciso di allontanarsi da Milano portando la produzione delle brioches verso Verona. In più ha deciso di convogliare tutti i prodotti legati alle ricorrenze, quindi i famosi panettoni del marchio Tre Marie in una nuova azienda. 240 lavoratori potrebbero essere coinvolti in un’operazione già nelle premesse parecchio importante.

Non calo ma crollo della produzione industriale

I sindacati, avvertiti della decisione della Sammontana, non sembrano aver gradito il nuovo piano industriale perché sembra sconfessare i buoni propositi annunciati circa 3 anni fa. La Flai-CGIL lombarda, infatti, ricorda che invece che restare a Milano l’azienda Sammontana ha già chiuso lo stabilimento di Cornaredo dedicato alla produzione dei gelati.

L’Italia riparte dai BOT

 Per vedere se gli investitori sono tornati con i loro capitali nel nostro paese, è importante tenere d’occhio l’ultima asta proposta dal Ministero del Tesoro, relativa ai buoni italiani. Sembra che il nostro paese abbia infatti preso il volo mentre cala ancora lo spread.

Questi risultati hanno un impatto positivo anche sulle borse europee che però portano i loro indici troppo timidamente in territorio positivo. Molta dell’incertezza dei listini europei, infatti, è legata al processo che la Germania sta portando avanti contro l’euro, dopo le accuse mosse contro Draghi e l’Eurotower di favorire paesi come l’Italia e la Spagna.

La crescita dell’Italia passa per lo spread a 100

Lo spread tra Bund tedeschi e BTp italiani, intanto, scende sotto la soglia dei 275 punti base, con grande soddisfazione della politica tricolore. Il Tesoro, infatti, è tenuto in queste ore al collocamento di ben 7 miliardi di titoli con scadenza annuale.

Bot annuali ai minimi

I mercati europei, frattanto, cercano di ritrovare un po’ di vigore dopo la battuta d’arresto segnata dalle notizie sul PIL cinese. Resta invece in rosso la borsa di Tokyo che avvia una fase consistente di ribassi per via della decisione della Bank of Japan di continuare con una politica monetaria ultraespansiva.

La Cina influisce sui mercati europei

Durante l’asta dei BOT il nostro spread è tornato sotto la soglia dei 275 punti base, ma quanto durerà ancora tanto entusiasmo?

Mutuo S.O.S. a tasso variabile con la BCC

 Il mutuo a tasso variabile S.O.S. Solidale Onesto Sostenibile proposto dalla Banca del Credito Cooperativo di Casalgrasso e Sant’Albano Stura è sicuramente uno dei prodotti più convenienti del momento, disponibili sul sito di Mutuionline.

Anche una BCC a tassi promozionali ma bisogna rispettare alcuni requisiti. Il mutuo in questione, infatti, è rivolto soprattutto alle persone fisiche che alla scadenza del piano d’ammortamento non hanno ancora compiuto 75 anni.

Il mutuo in questione può essere usato per l’acquisto della prima o della seconda casa, per la ristrutturazione dell’immobile o per la costruzione dello stesso. Il tasso, come si diceva in apertura, è un variabile ma lo spread applicato dalla banca varia in base alla durata del piano d’ammortamento.

BCC in promozione con il variabile con CAP

Per esempio si parla di uno spread del 2,70% per tutti i prodotti da rimborsare in 15 anni. Lo spread della BCC di Casalgrasso e Sant’Albano Stura sale al 2,75 per cento per tutti i prodotti fino a 25 anni e diventa del 3,10% per i prodotti rimborsati in 30 anni.

Le condizioni finora elencate sono valide per tutti i mutui la cui richiesta è carica negli archivi della banca entro il 30 settembre 2013 con l’obbligo di effettuare il rogito entro il 31 dicembre 2013.

Tra le spese da conteggiare per il mutuo c’è anche l’istruttoria pari all’1 per cento dell’importo erogato.

Anche una BCC a tassi promozionali

 Una Banca del Credito Cooperativo, la prima a dire la verità, arriva su Mutuionline che da più osservatori è considerato uno dei siti più affidabili per la ricerca di prodotti creditizi convenienti. Ecco la nuova offerta a disposizione dei clienti del sito.

Su Mutuionline.it arriva la Banca del Credito Cooperativo di Casalgrasso e Sant’Albano Stura che dal 10 giugno ha deciso di proporre dei mutui a tassi convenienti con offerte che saranno valide per tutto il mese. Le condizioni promozionali sono disponibili anche sul sito Segugio.it

Mutuo S.O.S. a tasso variabile con la BCC

Coma al solito la banca si rivolge a famiglie, pensionati, giovani, ai dipendenti e ai professionisti, nonché alle piccole e medie imprese che hanno deciso di chiedere un mutuo per l’acquisto della prima casa, per la costruzione o per la ristrutturazione della stessa.

BCC in promozione con il variabile con CAP

La banca in questione è una novità su Mutuionline ma può contare su una solida tradizione creditizia visto che è attiva dal 1952 nelle province di Torino e Cuneo. I due mutui proposti a condizioni promozionali sono i mutui S.O.S., acronimo che sta per Solidale Onesto Sostenibile. Si parla di due prodotti perché sono in offerta sia il tasso variabile sia il tasso variabile con CAP.

L’importante è avere i requisiti definiti dalla banca al momento della stipula del contratto.

Il Governo frena sulle multe low cost

 Dopo che le multe per le infrazioni stradali hanno avuto un aumento del 6%, gli italiani erano già pronti a tirare un respiro di sollievo dopo che ieri una proposta di legge firmata da deputati Pd e Pdl aveva messo in campo la possibilità di avere uno sconto del 20% in caso di pagamento della multa entro 5 giorni dalla contestazione o dalla notifica.

Dopo un primo entusiasmo arrivato dal presidente della commissione Trasporti della Camera Michele Meta (Pd), da numerosi deputati Democratici e del Pdl e anche da un esponente di Sel questa mattina sono stati sollevati i primi dubbi riguardo alla fattibilità di questa riduzione, sia perché è necessario prima capire come questa riduzione andrebbe ad agire sulle risorse disponibili e poi per non arrivare ad una riduzione indiscriminata dell’importo delle sanzioni.

► In arrivo le multe Low Cost

Il Governo sta prendendo tempo e non ha ancora espresso una chiara posizione, in attesa che siano acquisite le valutazioni dei Ministeri dell’Interno, della Giustizia e dell’Economia.

Il testo di questa proposta di legge, comunque, riprende quello di una proposta simile presentata durante la scorsa legislatura, che però non ha concluso l’iter per diventare ufficiale. Nel testo si prevede, oltre al taglio delle sanzioni, anche la possibilità per gli automobilisti di pagare tramite strumenti elettronici le multe all’atto della contestazione  e la notifica dei verbali di infrazione tramite posta certificata.

La Germania contro l’euro ha effetto sulle borse

 La Germania è considerata croce e delizia del Vecchio Continente. Di fatto, adesso che ha perso anche il suo storico avversario economico, la Francia, resta l’unico pilastro portante dell’economia europea. Questo non vuol dire che tutti siano pronti ad omaggiare le industrie e la politica tedesche. Per esempio, tanti analisti, davanti alla crisi imperante, si chiedono se non sia più opportuno che sia proprio la Germania a lasciare la moneta unica.

Se il Regno Unito avesse adottato l’euro

Il rapporto tra la valuta comunitaria e il paese più florido del Vecchio Continente, tra l’altro, non è idilliaco, infatti il management tedesco ha coinvolto la Corte costituzionale tedesca nel giudizio relativo al programma d’acquisti e alla politica monetaria della BCE di Mario Draghi. 

La Germania contro l’euro

I tedeschi hanno da sempre sospettato che il presidente dell’Eurotower, italiano, prendesse delle decisioni che vanno a favore dello Stivale e della Spagna, ma adesso vogliono un pronunciamento ufficiale contro il piano OMT della BCE. Gli acquisti illimitati di titoli di stato dei paesi periferici devono cambiare un po’ perché a rischiare c’è soprattutto l’euro. Questo, almeno, è il parere della Germania.

La paura che l’euro sia arrivato al capolinea, però, non lascia indifferenti i mercati finanziari che perdono qualcosa, soffrono in un clima d’incertezza sovranazionale. Londra e Francoforte, per esempio, cedono l’1 per cento e Parigi stessa arretra dell1,4 per cento. Scende ancora di più Piazza Affari, in calo dell’1,6 per cento.

Più di 20 mila imprese in meno dall’ inizio dell’anno

 Confesercenti torna a segnalare in questi giorni il grave problema rappresentato dalla continue chiusure degli esercizi commerciali. Secondo una ricerca condotta dall’ Osservatorio dell’ associazione, infatti, dall’ inizio del 2013 ad oggi si sono potute registrare ben 21 mila chiusure di imprese commerciali, che hanno fatto sprofondare tra i numeri negativi (-12.750 unità) il saldo tra le aperture e le cessazioni di quest’ anno.