Pochi falsi malati, l’Inps taglia le visite fiscali

 Lo scopo delle visite fiscali è quello di scovare i dipendi pubblici e privati che mandano certificati di malattia all’azienda pur non essendo malati. Ma sembra che in Italia, a dispetto di quanto si dice, i malati immaginari sono molto pochi: lo scorso anno le solo il 9% delle visite fiscali disposte ed effettuate dall’Inps hanno portato ad una riduzione della prognosi.
► L’Inps revoca la sospensione delle visite fiscali d’ufficio

Percentuale doppia di ‘successo’ per le visite richieste dalle aziende private, ma comunque sempre troppo bassa per giustificare i 50 milioni di euro del costo di questa prassi.

Così l’Inps, anche per effetto della spending review che impone all’Istituto di Previdenza di tagliare le spese di gestione, ha deciso che nel 2013 si effettueranno solo le visite richieste dalle aziende che non si fidano del certificato inviato dai loro dipendenti, e saranno le aziende a doverle pagare. Si stima, così, che non saranno più di 100 mila.

► Visite fiscali – La guida per i lavoratori

Le visite fiscali dell’Inps, inasprite sopratutto nel settore pubbliche da Brunetta, hanno evidenziato che le ore perse ogni mese causa malattia sono state costanti dopo lo shock iniziale della nuova normativa: i giorni persi sono scesi dagli 1,32 di ottobre 2007 agli 0,91 di ottobre 2010, dato rimasto costante fino a ottobre 2012.

Niente vacanze per la metà degli italiani

 Niente vacanze per quasi la metà degli italiani. La crisi, il caro vita, la disoccupazione e le tasse impediscono agli italiani di concedersi qualche giorno di vacanza questa estate: saranno solo in 25.700.000 a partire per qualche giorno di villeggiatura.
► Meno 500 euro nelle buste paga degli italiani

A dirlo il sondaggio della Confesercenti-Swg che evidenzia il crollo della percentuale degli italiani che si possono concedere un periodo di vacanza: erano quasi l’80% nel 2010, nel 2013 sono appena il 58%.

Le famiglie italiane hanno visto ridursi sensibilmente il loro reddito, fattore determinante per il 44% degli intervistati per decidere se programmare o meno una vacanza, e il 53% degli intervistati ha dichiarato che non è più sufficiente per coprire le spese, pagare le tasse e permettersi una vacanza.

► Come si usa lo stipendio degli italiani

Altro dato che emerge dal sondaggio della Confesercenti-Swg è che la percentuale delle persone che non andranno in vacanza perché non possono lasciare il posto di lavoro è aumentata dal 4 al 7%, come è aumentata anche la percentuale delle persone che sono state costrette a prendere ferie in altri periodi dell’anno perché le aziende hanno meno lavoro e sono costrette a chiudere per periodi più lunghi.

Unico dato stabile è quello sulla durata delle vacanze, che rimane di 12 giorni dal 2009.

Assunzioni Simply Market

 Simply Market è una nota catena di supermercati attiva principalmente nelle regioni del nord e del centro Italia, che sta espandendosi a grande velocità anche nel resto della penisola. I suoi punti di forza sono l’attenzione al cliente, il servizio di ottima qualità e un equilibrato rapporto tra qualità e prezzo dei prodotti.

Al momento Simply Market può contare già 277 negozi diretti, più di 1524 punti vendita in franchising e 5 sedi territoriali, e vanta 9.500 dipendenti.

Le nuove offerte di lavoro di Simply Market

Studenti Part-Time Weekend per le sedi di Codogno (LO) e Verdello (BG)
Gastronomi per le sedi di Milano e Lissone (MB)
Macellai per le sedi di Verona, Lecco e Lissone (MB)
Stage Controllo Di Gestione Commerciale per la sede di Rozzano (MI)
Capi Settore Duri per le sedi di Mira (VE), Mestre (VE) e Jesolo (VE)
Capi Settore Freschi per le sedi di Padova, Mira (VE), Mestre (VE) e Jesolo (VE)
Direttore Di Punto Vendita per la sede di Montebelluna (TV)
Specialisti Gastronomia per le sedi di Mestre (VE) e Brescia

Per tutte le informazioni sui requisiti richiesti da Simply Market per ogni posizione e per sapere come candidarsi alle nuove offerte di lavoro, consultare la pagina Lavora con noi del sito della catena di supermercati.

 

Primadonna cerca personale

 Il marchio Primadonna Collection opera nella commercializzazione al dettaglio di calzature e accessori moda. Negli ultimi tempi Primadonna ha avuto una grande espansione e proprio per questo è alla ricerca di nuovo personale per i suoi negozi italiani. Le assunzioni sono previste nei negozi presenti in Piemonte, Lombardia, Toscana, Puglia, Campania, Emilia Romagna, Veneto e Lazio.

Vediamo nel dettaglio i profili aperti e i relativi requisiti.

Addetti Vendita per le sedi di Torino, Vimercate (MB), Ferrara, Vicenza

Si richiede diploma, breve esperienza nel ruolo, conoscenza del pacchetto Office e della lingua inglese.

Responsabili Punto Vendita per le sedi di Pisa, Maglie (LE), Marcianise (CE), Ferrara, Roma
E’ richiesta esperienza pregressa di almeno due anni nel ruolo, preferibilmente nel settore delle calzature, e ottima conoscenza del pacchetto Office.

Area Manger per le sedi di Lombardia, Toscana, Piemonte
richiesta esperienza di almeno tre anni nel ruolo ed età compresa tra i 25 e i 35 anni, con ottima conoscenza del pacchetto Office e della lingua inglese.

Per candidarsi alle posizioni aperte presso Primadonna consultare la pagina Lavora con Noi del sito del brand di calzature.

Il Tax Freedom Day si allontana sempre di più

 Gli italiani hanno perso in media 500 euro del loro stipendio nel corso del 2012, con una perdita concentrata maggiormente nelle retribuzioni reali dei dipendenti della pubblica amministrazione e del settore del credito.

► Meno 500 euro nelle buste paga degli italiani

A questa emorragia di denaro si aggiunge il fatto che la pressione fiscale in Italia è sempre più alta – per il 2013 la CGIA di Mestre, che ogni anno fa il calcolo dei giorni di lavoro necessari per poter essere in regola con il fisco, ha calcolato che arriverà al 44,4% – e quindi gli italiani hanno dovuto lavorare quasi sei mesi per pagare le tasse.

Per l’esattezza i giorni di lavoro necessari per pagare le tasse sono stati 162 e il Tax Freedom Day – il giorno di ‘liberazione fiscale’, quello in cui si smette di lavorare per il fisco – arriverà il prossimo mercoledì 12 giugno.

Il problema del carico fiscale sui contribuenti italiani si sta facendo sempre più grave: non si era mai registrato prima di ora un tempo così lungo per il pagamento delle tasse nella storia recente del paese. La CGIA di Mestre ha valutato che la pressione fiscale sugli italiani è aumentata di 13 punti in poco più di 30 anni, dal 1980 ad oggi.

► Perché così tanta differenza tra pressione fiscale reale e pressione fiscale ufficiale?

La causa di questo altissimo prelievo fiscale in Italia è l’economia sommersa, quella sulla quale non si pagano le tasse e che, quindi, contribuisce ad aumentare la pressione fiscale reale, per il 2013 arriverà al 53,8%, ossia il contributo che devono versare allo stato coloro che le tasse le pagano sempre: facendo il calcolo con questa percentuale il Tax Freedom Day si sposta al 16 luglio.

Meno 500 euro nelle buste paga degli italiani

 Nel corso degli ultimi due anni le buste paga dei lavoratori italiani, soprattutto i dipendenti delle pubbliche amministrazioni e i lavoratori del settore del credito, hanno perso circa 500 euro.

► Ecco quali aziende retribuiscono bene il lavoro

A dirlo è una ricerca della CGIA di Mestre e della Banca d’Italia, che ha evidenziato l’abbassamento dello stipendio medio degli italiani di circa due punti percentuali: da una media di guadagno annuo di 25.130 euro per lavoratore all’inizio del 2011 si è passati ai 24.644 del 2012.

I dipendenti della pubblica amministrazione sono stati i più colpiti a causa del blocco dei contratti che interessa il settore e che, quindi, impedisce l’aumento degli stipendi in proporzione all’inflazione: in tre anni i dipendenti della pubblica amministrazione hanno perso quasi 2.000 euro (da 32.654 a 30.765).

Il secondo comparto più colpito, stando ai dati della Banca d’Italia, è quello del credito, dove la retribuzione media annuale ha perso si è ridotta di circa 1.200. Meno colpito il settore industriale, con ‘solo’ 240 euro in meno.

Calo consistente ma più contenuto per l’agricoltura, settore nel quale gli stipendi medi hanno perso 400 euro e nei servizi oltre (600 euro in meno).

► Aggiornamenti sullo stipendio italiano

Calo di circa 230 euro per le retribuzioni delle attività a gestione familiare che dal 2011 al 2012 sono passate da una media annua di 13.320 euro a 13.086.

Disoccupazione: i giovani emigrano dal Nord

 Cambiano le dinamiche della disoccupazione in Italia: se un tempo dal Sud si emigrava verso il Nord in cerca di una occupazione, adesso i giovani scappano dalle regioni del Settentrione, in particolare dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna, per andare all’estero.
► La staffetta generazionale non risolverà il problema della disoccupazione

E’ quanto emerge da una ricerca di Datagiovani, nella quale sono stati incrociati  i dati Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, e quelli Istat sulla disoccupazione degli ultimi cinque anni, che evidenzia come in questa crisi le regioni d’Italia che hanno sofferto di più la carenza di lavoro sono state proprio quelle del Nord.

La regione con il maggior aumento del numero di disoccupati è stata l’Emilia Romagna dove il numero dei senza lavoro è raddoppiato – passando da circa 65mila  a 150mila – seguita dalla Lombardia, regione dove i disoccupati sono passati da 168mila a oltre 346mila nel 2012.

► Squinzi pensa all’apprendistato per contrastare la disoccupazione giovanile

Per ovviare alla mancanza di lavoro i giovani delle regioni più colpite dalla disoccupazione sono emigrati all’estero: le percentuali maggiori di emigrazione si sono riscontrate in Trentino Alto Adige (+25%), Lombardia (+22%), Piemonte (+20%), Liguria ed Emilia Romagna (entrambe a +19%), mentre nelle regioni del sud la percentuale dell’emigrazione è più o meno vicina alla media nazionale.

 

Nessuna cartella esattoriale per le imprese creditrici delle PA

 Finalmente è stato approvato anche in terza lettura il decreto legge che sblocca i 40 miliardi necessari al pagamento dei debiti accumulati dalle pubbliche amministrazioni nei confronti di imprese e di professionisti italiani.

► Via libera definitivo al decreto sui debiti delle PA

Con questo provvedimento si potrà ridare un po’ di ossigeno alle imprese italiane che nei prossimi anni  si vedranno restituire i loro crediti.

Ma il decreto legge contiene anche degli altri importanti provvedimenti per le imprese, soprattutto di natura fiscale.

Il più importante riguarda sicuramente Equitalia: il Governo, infatti, prima di approvare in via definitiva il decreto, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno con il quale si è deciso il blocco delle cartelle esattoriali agli imprenditori e professionisti che possono vantare dei crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni.

Per potersi vedere bloccare le cartelle esattoriali, però, il credito vantato dall’impresa o dal professionista deve essere di importo uguale o superiore a quello della cartella esattoriale.

► Le novità del decreto legge sui debiti delle pubbliche amministrazioni

Anche se l’ordine del giorno per il blocco delle cartelle esattoriali ha riscontrato qualche resistenza all’inizio, l’aula ha poi votato unanimemente a favore per garantire alle aziende di poter davvero tornare ad essere produttive e salvare così anche molti posti di lavoro.

Assunzioni Cassa Depositi e Prestiti

 La Cassa Depositi e Prestiti è una società per azioni la cui quota maggioritaria (70%) è detenuta dallo stato, la restante parte delle sue azioni, invece, sono possedute da un gruppo di Fondazioni bancarie. Lo scopo della Cassa Depositi e Prestiti è di gestire il risparmio degli italiani e di fare da punto di riferimento per gli enti pubblici, per le grandi opere e per gli interventi di internazionalizzazione delle imprese italiane.

La Cassa Depositi e Prestiti ha una sede che si trova a Roma per la quale è alla ricerca di laureati e diplomati che abbiano dimestichezza con la lingua inglese e dei principali applicativi per computer.

L’offerta di lavoro della Cassa Depositi e Prestiti

Addetti Alla Segreteria
Candidature entro il 19 giugno 2013.

Esperto Affari Internazionali
Candidature entro il 19 giugno 2013.

Specialista Amministrazione Risorse Umane
Candidature entro il 13 giugno 2013.

Business Analyst
Candidature entro l’11 giugno 2013.

Redattore Web
Candidature entro l’11 giugno 2013.

Per conoscere i requisiti richiesti dalla Cassa Depositi e Prestiti per candidarsi ai diversi profili e per l’invio della propria candidatura consultare il sito dell’istituto bancario alla pagina dedicata alle carriere.

Tassa licenziamento per finanziare l’Aspi: chi paga e chi no

 Attiva dal primo giorno di quest’anno (1 gennaio 2013) la tassa sul licenziamento è stata creata al fine di indennizzare i nuovi ammortizzatori sociali, l’Aspi e la mini Aspi che rimpiazzano i precedenti sussidi di disoccupazione. Quando il datore di lavoro desidera licenziare un dipendente deve pagare questa tassa. Nello specifico, il contributo Aspi è obbligatorio in tutti i casi di interruzione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, escludendo però le ipotesi di perdita del lavoro per dimissioni e risoluzione consensuale.Scadenza

Per ciò che concerne il pagamento del ticket della tassa, la disciplina a regime contempla come scadenza il mese successivo al mese del licenziamento. In ogni caso per quanto concerne le risoluzioni dei rapporti di lavoro avvenute durante il primo trimestre del 2013 viene stabilita come data ultima per il versamento della tassa che finanzia la nuova indennità di disoccupazione, l’Aspi, un rinvio al 16 giugno che, ‘capitando’ di domenica, viene posticipato a lunedì 17.

Il pagamento della tassa sul licenziamento deve avvenire in una sola soluzione e per ciò che concerne il calcolo dell’imposto, il datore di lavoro è obbligato a versare 483,80 euro per ogni 12 mesi di anzianità aziendale, con un importo che non può superare i 1451 euro.

Contributo Aspi: chi non paga

Occorre infine tenere presente che in alcuni casi la tassa non è dovuta. Nello specifico non è dovuto il contributo di licenziamento, per il periodo 2013–2015, per ciò che riguara i casi di licenziamenti perfezionati successivamente a dei cambi di appalto, ai quali siano succedute assunzioni presso altri datori di lavoro, in applicazione di clausole sociali che garantiscano la continuità occupazionale prevista dai contratti collettivi nazionali di lavoro (Ccnl) ovvero nei casi di interruzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, nel settore delle costruzioni edili, per completamento delle attività e chiusura del cantiere, così come restano escluse dal ticket sul licenziamento le cessazioni intervenute successivamente ad accordi sindacali nell’ambito di processi di riduzione di personale dirigente, conclusi con accordo firmato dall’associazione sindacale stipulante il contratto collettivo di lavoro della categoria.