Gruppi di acquisto per risparmiare sul costo delle bollette, la proposta di Altrocunsumo

 Uno dei costi maggiori che sostengono le famiglie è quello delle bollette: acqua, gas, telefono, energia. Un costo che, già tra i più alti d’Europa, potrebbe aumentare ancora di più se il Governo non riuscirà ad evitare l’aumento delle aliquote Iva previsto per il prossimo luglio.
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Così si cercano tutti i modi possibili per risparmiare, tra i quali c’è anche l’interessante proposta di Altroconsumo: i gruppi di acquisto solidali. In sostanza, si tratterebbe di mettere insieme un gruppo di famiglie con le stesse esigenze e indire un’asta per le compagnie che forniscono energia elettrica, così che i consumatori potranno scegliere l’offerta più conveniente.

E’ un sistema, questo, che è stato già messo in pratica in diversi paesi, anche europei, ma che in Italia trova ancora una scarsa applicazione.

► Il perché del caro bollette in Italia

Altroconsumo mette a disposizione di chi vuole aderire all’iniziativa il sito www.abbassalabolletta.it al quale si possono iscrivere tutti i consumatori in cerca di una soluzione più economica per la fornitura di elettricità o di gas metano a uso domestico. Possono aderire anche coloro che non sono iscritti ad Altroconsumo: lo scopo, infatti, è quello di mettere insieme un gruppo molto nutrito di famiglie che possono così vantare un maggior potere di contrattazione.

 

Banche ancora avare con le imprese

 La BCE si muovo come può per ridare slancio all’economia e alle imprese che ne sono le colonne portanti, ma, nonostante le immissioni di denaro liquido e l’abbassamento dei tassi – il costo del denaro ha raggiunto il suo minimo storico – le banche continuano ancora a non concedere prestiti alle imprese.
► Gli otto miliardi della fine della procedure di deficit devono andare alle imprese

Anzi, stando agli ultimi dati della Banca Centrale, i prestiti concessi alle imprese sono ulteriormente scesi ad aprile rispetto al periodo precedente. I prestiti concessi alle imprese non finanziarie hanno fatto registrare un – 1,9% rispetto a marzo 2012: segno che l’Eurozona è ancora molto debole, come dimostra l’ulteriore contrazione dello 0,2% del Pil.

Ma le cause di questa poca disponibilità degli istituti di credito nel concedere prestiti risiederebbero anche nei timori generati dal caso Cipro, come dimostrato dal fatto che i prestiti sono concessi di meno nei paesi che ancora sono in difficoltà.

► In calo le riserve depositate presso le banche centrali

Anche in Italia, infatti, anche se il paese è definitivamente e ufficialmente uscito dalla procedura di infrazione aperta dall’UE per deficit eccessivo, i depositi sono diminuiti dello 0,3% in aprile 2013 rispetto al mese precedente, anche se mantengono il trend positivo ( + 8%) sullo stesso periodo dello scorso anno.

E’ arrivato il terzo decreto esodati

 Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 123 del 28 maggio 2013 del decreto interministeriale 22 aprile 2013 che disciplina le modalità di attuazione dell’art. 1, co. 231 e 233, della L. 24  dicembre  2012,  n. 228 (cd. Legge di stabilità 2013), sono state individuate da parte del governo le modalità e i tempi di salvaguardia per la terza tranche di esodati.

► Sono 62 mila i primi esodati “salvaguardati”

Il decreto individua il limite massimo di lavoratori e la ripartizione dei soggetti interessati alla concessione dei benefici.

Il tempo per poter far richiesta dei benefici per i lavoratoti che rientrano nei requisiti previsti c’è tempo 120 giorni dalla data di pubblicazione in Gazzetta (quindi entro e non oltre il 30 settembre 2013) per la presentazione dell’apposita istanza che deve essere consegnata alla Direzione territoriale del lavoro competente per territorio.

Ad aver diritto alla salvaguardia sono i lavoratori cessati dal rapporto di lavoro entro il 30 settembre 2012 e collocati in mobilità ordinaria o in deroga a seguito di accordi governativi o non governativi, stipulati entro il 31 dicembre 2011 che abbiano il possesso dei requisiti utili al trattamento pensionistico.

Stesse condizioni anche per i lavoratori cessati entro il 30 giugno 2012 per effetto di accordi individuali o collettivi di incentivo all’esodo stipulati entro il 31 dicembre 2011, che non siano stati assunti a tempo indeterminato e con un reddito annuo lordo non superiore a € 7.500, se in possesso dei requisiti pensionistici entro il dicembre 2014.

► Ulteriori chiarimenti per il primo e il secondo decreto esodati

Allo stesso modo si devono comportare i lavoratori che hanno cessato il rapporto di lavoro entro il 30 giugno 2012 per effetto di accordi individuali o collettivi di incentivo all’esodo stipulati entro il 31 dicembre 2011, se non assunti poi a tempo indeterminato e con un reddito annuo lordo non superiore a € 7.500, in possesso dei requisiti per il pensionamento entro dicembre 2014.

Continua la crescita dell’e-commerce italiano

 Non c’è dubbio: tra le numerose zone d’ ombra dell’ economia italiana, vi è almeno un settore che continua a dare interessanti soddisfazioni. Si tratta dell’ e – commerce italiano che, quanto a fatturato complessivo e a volume d’ affari generato – anche solo attraverso il mobile, guida i successi complessivi della nostra economia.

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A dare queste buone notizie è l’ Osservatorio eCommerce B2C, una indagine recentemente compiuta dalla Netcomm in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano.

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Veniamo, dunque, ai dati concreti. Per l’ anno 2013 è stata prevista, per il fatturato complessivo dell’ e-commerce, una ulteriore crescita dell’ 17%, che lo porterà a raggiungere gli 11,2 miliardi di euro.

Ma la crescita, per il comparto dell’ on line, non sembra ancora finita. Le medie europee, infatti, con i loro rialzi annuali del 22% parlano chiaro e il fatturato del mercato dell’ e-commerce nel Vecchio Continente (305 miliardi di euro) ha da poco superato anche quello degli Stati Uniti e dell’ area del Pacifico.

Infine, negli ultimi tempi è cresciuto anche il numero complessivo degli italiani attivi online, gli e-shopper, che hanno raggiunto oggi quasi i 14 milioni, con un incremento del 50% rispetto all’ anno precedente.

Accordo fiscale tra Svizzera e Usa

 Sta per arrivare l’accordo che metterà fine al contenzioso fiscale tra Svizzera e Stati Uniti. I due paesi potrebbero firmare un accordo che prevede che le banche svizzere siano tenute a rivelare i loro rapporti con i clienti americani potendo mantenere, però, il segreto sui nominativi dei clienti.

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Ma questa apertura non è bastata per agli Stati Uniti che, per mettere definitivamente la parola fine al contenzioso, hanno deciso di far pagare una multa piuttosto salata alla Svizzera – 20 miliardi di dollari  secondo il quotidiano di Zurigo, Blick, 10, invece, secondo il New York Times – che è comunque ancora in via di negoziazione.

La proposta è stata fatta dal ministro delle finanze svizzero, Eveline Widmer-Schlumpf, che ha presentato questa mattina un progetto di legge in tre articoli, chiedendo al Parlamento di approvarlo entro giugno.

Il disegno di legge prevede sì lo scambio di maggiori informazioni, ma una sorta di segreto potrebbe essere mantenuto dato che il fisco americano potrebbe accedere ai nomi dei clienti statunitensi solo con l’apertura di una apposita procedura di assistenza giudiziaria.

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Ad essere rivelati, però, sarebbero i nomi dei consulenti bancari svizzeri, che finiranno così di essere più a rischio dei clienti americani.

Il piano di Francia e Germania per i giovani

 Fermare per sempre la disoccupazione giovanile è possibile. Germania e Francia hanno in mente di unire le loro forze per sconfiggere questa annosa piaga.

Lo faranno dimenticandosi la loro storica inimicizia, a favore del lavoro e dei giovani.

Si è tenuto infatti a Parigi un summit con i ministri dell’Economia Pierre Moscovici e Wolfgang Schaeuble e con quelli del Lavoro Michel Sapin e Ursula Von der Leyen. Durante l’incontro il presidente francese Francois Hollande ha annunciato l’avvio dell'”offensiva per l’impiego dei giovani”.

Non solo. Holland ha anche detto che occorre agire immediatamente. Perché? Perché sei milioni di giovani in Europa sono disoccupati.

Se non lo si farà la generazione del dopo crisi chiederà i conti, per tutta la sua vita, all’Europa.

Il progetto franco-tedesco dovrebbe contemplare la valorizzazione della formazione e in particolare lo sviluppo dell’alternanza scuola-lavoro insieme all’accesso al credito per le piccole e medie imprese.

Nessun giovane deve rimanere per più dei sei mesi senza avere un lavoro o uno stage: è l’obiettivo dei ministri del lavoro, i quali hanno invocato anche la mobilitazione delle risorse disponibili a livello europeo.

E che possono fare affidamento su una proposta della Commissione già approvata a Bruxelles

Il grido d’allarme di Giovannini

All’incontro franco-tedesco ha partecipato anche il ministro del Lavoro italiano Enrico Giovannini. Questi ha lanciato un grido d’allerta per la disperazione sociale giovanile: “Oggi bisogna salvare un’intera generazione di giovani che sono sconfortati, spaventati, non hanno prospettive”.

Per tale motivo, come ha detto l’ex presidente dell’Istat, già intervenuto sullo stesso tema sul Corriere della Sera del 25 maggio – a fine giugno è previsto “un insieme di proposte”, con misure su apprendistato, incentivi fiscali alle assunzioni e facilitazione dei contratti a tempo determinato.

 

La Cina si allinea alle regole del WTO

 L’ Organizzazione Mondiale del Commercio – WTO – ora non avrà più scuse per giustificare una disparità di trattamento, nelle controversie, nei confronti della Cina. Dopo anni trascorsi in una posizione un po’ marginale e deficitaria a causa del suo mancato allineamento con le regole fissate dall’ organizzazione, adesso, infatti, anche il colosso orientale risponderà alle norme del WTO.

14 Stati Ue contro la Cina per i dazi sui pannelli solari

Con grande soddisfazione del Mofcom e di Pechino, che ora potranno competere ad armi pari, durante le liti, con i concorrenti dell’ Occidente.  Il Mofcom ha infatti pubblicato ieri, sul suo sito istituzionale, una lista di dieci linee guida sul WTO in merito alle quali il governo attende anche consigli e suggerimenti.

La Cina contro i dazi europei sui pannelli solari

Sembra, tuttavia che, ad accelerare questa decisione normativa siano state la recente diatriba sorta a proposito della tassazione europea dei pannelli solari e la questione delle telecomunicazioni cinesi. Nei casi conclamati di dumping, infatti, la Cina, finora, aveva sempre avuto la parte peggiore a causa della indefinitezza dei suoi protocolli.

Ma ora la partita sembra prendere una piega totalmente differente e scommettiamo che, dopo questo recente allineamento alle regole del gioco internazionale, la palla tornerà di nuovo al centro.

Le proposte della FIAIP per la riforma dell’IMU

 In vista della riforma e della definizione delle norme relative alla tassazione degli immobili italiani, che dovrebbe prendere corpo entro la fine dell’ estate, il Governo ha aperto una indagine conoscitiva sulla situazione del mercato italiano delle proprietà immobiliari.

Nella giornata di oggi, infatti, sono stati ascoltati dalla commissione Finanze del Senato i rappresentati della Fiaip, la Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionali, i quali hanno subito messo in luce come le condizioni del settore non siano affatto rosee.

Mercato immobiliare italiano ai minimi storici dal 1985

Negli ultimi quattro anni, infatti, hanno affermato i delegati Fiaip, nel comparto immobiliare italiano sono andati in fumo 500 mila posti di lavoro, una perdita causata in massima parte dalla recente attuazione di politiche depressive – vedi la questione IMU -, che si sono negativamente saldate alle difficoltà esistenti sul fronte dell’ accesso al credito da parte delle famiglie e degli investitori.

Primo trimestre 2013 nero per i mutui

Il suggerimento della Fiaip per la futura riforma dell’ IMU è quindi quello della completa eliminazione di qualsiasi forma di tassazione di tipo patrimoniale, dal momento che la prima casa non produce reddito. Sarebbe necessario, poi, ripristinare una diretta relazione tra reddito prodotto dal bene immobiliare tassato e ammontare del tributo imposto.

Nuove regole per la scelta dei top manager

 Qualcosa cambierà. Fabrizio Saccomanni vuole modificare le norme e i parametri per la selezione dei top manager destinati a condurre le società controllate dallo Stato. In corso c’è una rivoluzione, capace di chiudere definitivamente l’era dei ‘famosi’ boiardi di stato, manager talvolta inamovibili, il più delle volte connessi alla partitocrazia.

Saccomanni in testa ha una sola parola chiave, ed è “trasparenza“.

Per essere il manager di un importante gruppo pubblico è obbligatorio aver superato una dura selezione e avere un curriculum specchiato. Inoltre, per effettuare la valutazione di quello che potrebbe essere considerato un vero e proprio esame d’ingresso, potrebbe presto arrivare un ‘comitato di saggi’.

Il cambiamento è stato annunciato dal ministro dell’Economia con un comunicato di una decina di righe dettato dall’urgenza dell’assemblea di Finmeccanica, in previsione domani, nella quale il Tesoro avrebbe dovuto indicare i nomi di due consiglieri di amministrazione. Invece, come si legge nel comunicato del ministero – all’assemblea c’è l’intenzione di proporre un rinvio di una nomina a un nuovo incontro degli azionisti.

Prima di scegliere, però, il governo vuole decidere per nuovi criteri: “Il ministero dell’Economia e delle Finanze, d’intesa con la presidenza del Consiglio dei Ministri“, si legge sempre nella nota del Tesoro, “vorrebbe definire procedure trasparenti per la nomina di amministratori nelle società controllate e criteri generali di valutazione delle candidature volti ad assicurare la qualità professionale e la competenza tecnica dei prescelti”.

Moody’s taglia il rating di quattro Regioni

 Quattro Regioni italiane sono recentemente finite nel mirino di Moody’s, a causa dei crescenti timori sorti in merito alla loro posizione finanziaria. Si tratta, nello specifico, di Piemonte, Campania, Lazio e Sicilia, che hanno così visto ribassarsi il giudizio sul proprio debito da parte dell’ agenzia americana.

Moody’s sulla situazione creditizia italiana

Piemonte, Campania e Sicilia sono infatti passate da una valore di  “Baa3” a “Ba1”, mentre il Lazio, da solo, è passato da una posizione di “Baa3” a “Ba2”. Le quattro regioni italiane, del resto, sono quelle in cui c’è la maggiore probabilità della necessità di un futuro risanamento dei conti, attuabile attraverso un aumento delle tasse e una razionalizzazione delle spese.

Moody’ conferma l’outlook negativo per l’Italia

I quattro bilanci regionali risultano, infatti, particolarmente sotto pressione al momento, ragione per cui, all’ accumulo di nuovi debiti, il loro outlook non può che essere considerato negativo.

Andando più nello specifico, la Campania soffre per l’ alto tasso di disoccupazione e per il PIL pro capite inferiore alla media della nazione, il Lazio soccombe sotto grandi pressioni finanziarie, il Piemonte, invece vive di grandi squilibri nel bilancio e grandi livelli di debito.

Anche il taglio del rating della Sicilia, infine, è dovuto a deficit di bilancio.