Secondo l’Economist il peggio non è passato

 L’Economist, che offre sempre una fotografia lucida della situazione europea, ha spiegato che il peggio non è passato nel senso che i leader europei, oggi, sbagliano a dire che la crisi è definitivamente alle spalle. All’argomento è dedicato addirittura l’ultimo articolo di copertina della rivista economica.

L’Unione Europea, dal punto di vista economico, è da considerare sorvegliata speciale, sia sotto il profilo economico dove non è ancora chiara la linea di lungo periodo che gli stati membri hanno deciso di seguire, sia sotto il profilo politico dove a prevalere è l’indecisione dei leader.

La fine dell’effetto Draghi per i mercati

La copertina dell’Economist arriva subito dopo il Consiglio Europeo che si è tenuto a Bruxelles il 22 maggio e che ha messo in primo piano la discussione su temi come l’energia, la politica fiscale comune e gli strumenti per contrastare l’evasione fiscale.

La Francia vuole un governo dell’Eurozona

Secondo l’Economist, dunque, il peggio non è passato, non ci siamo ancora lasciati alle spalle i momenti più duri, anzi, pensare di essere sulla strada della ripresa è illusorio. Che le cose non vadano bene è evidente da alcuni elementi: in primo luogo c’è stato il sesto trimestre consecutivo di calo del PIL e poi la crisi ha coinvolto paesi che sembrano immuni al declino economico. In questo caso, il riferimento, è alla Finlandia e all’Olanda.

L’economia egiziana e la primavera nera

 L’Egitto, dalla primavera araba in poi, ha goduto di grossa considerazione all’estero visto che si pensava che un movimento di liberalizzazione politica, potesse in qualche modo essere di stimolo anche allo sdoganamento dell’economia.

Invece a distanza di pochissimi mesi da quella che è passata alla storia come primavera araba, il paese di Mubarak è arrivato al declino. La crisi politica seguita alla cacciata del dittatore, si è trasformata in una crisi economica senza precedenti. Hanno influito sul declino il turismo e un sistema politico che vuole soltanto mantenere in vita la classe dirigente già al governo.

Il crollo della sterlina egiziana

A descrivere per filo e per segno la situazione egiziana ci ha pensato l’ultimo rapporto del World Economic Forum che ha spiegato come l’Egitto sia uno dei paesi maggiormente pericolosi su scala globale per i turisti. Il paese è giunto ad un livello di pericolosità che è superiore a quello generato da Pakistan, Colombia e Yemen.

Lavorare nel turismo con Veratour

A livelli temporale, il declino dell’Egitto è iniziato nel 2010, anno in cui il paese ha iniziato a perdere turisti, un’emorragia di circa 4 milioni di persone su 14 milioni di turisti conteggiati ogni anni nel paese. A resistere alla crisi ci sono comunque i luoghi caldi: le strutture turistiche localizzate nel Mar Rosso, il Cairo e Luxor.

 

Prolungati i bonus ristrutturazioni

 I bonus per le ristrutturazioni e per l’energia saranno prolungati fino al 31 dicembre del 2013. E’ questa la gran bella notizia per tutti i cittadini consumatori che avevano deciso di approfittare, magari un po’ troppo tardi, del bonus fiscale offerto a chi avesse ristrutturato casa pensando all’ambiente.

Il governo, dall’anno scorso, ha messo tra le sue priorità l’intervento nel settore delle ristrutturazioni e del risparmio energetico ed ha fornito ai cittadini che ne avessero fatto richiesta, nel rispetto dei requisiti definiti dall’esecutivo, di avere uno sconto sui lavori di casa.

Pronta la proroga per i bonus energia

I cosiddetti bonus energia dovevano terminare entro giugno, invece, come ha spiegato anche il Ministro per le infrastrutture in un’audizione alla Camera, si sta studiando la proroga dei bonus dal 30 giugno al 31 dicembre. Continua dunque la profusione di strumenti per defiscalizzare le ristrutturazioni. Lo sconto, fino a dicembre, dovrebbe essere mantenuto intorno al 50-55 per cento.

Si va verso la sospensione dell’IMU

Il problema, secondo molti analisti, è che non è ancora chiaro il percorso studiato dal governo per reperire i fondi. Se è stato previsto di abolire o ridurre l’IMU e bloccare l’aumento dell’IVA, è abbastanza difficile che ci siano i soldi anche per rifinanziare il bonus energia, oppure per estenderlo anche agli elementi d’arredo e alle cucine, con un occhio di riguardo per famiglie e giovani coppie.

Per vendere basta abbassare i prezzi

 Vendere una casa, oggi, è sempre più complicato e molto dipende dal fatto che i proprietari di un appartamento, di una villa o di una qualsiasi unità immobiliare, non sono disposti a svendere la loro casa. E’ anche per questo che i prezzi degli immobili restano molto elevati.

Se le case non si vendono, però, va in crisi anche il settore dei mutui e come si sa, dall’immobiliare dipende molta dell’economia nazionale. Molti analisti dicono che se le banche proponessero mutui più accessibili, anche attraverso una modifica delle garanzie, la compravendita immobiliare sarebbe molto più semplice.

Il cambiamento dei prezzi delle case in 40 anni

Al contrario, un ex giornalista del Sole 24 Ore, oggi impegnato in una scuola dedicata a chi vuole imparare l’arte dell’investimento, spiega che tutto sarebbe più semplice se si riducessero i costi delle case del 30 per cento circa.

Crolla l’immobiliare ma sui prezzi è battaglia

Il problema, infatti, è nell’incontro tra la domanda e l’offerta. I potenziali acquirenti di una casa, prima ancora di rivolgersi al proprio istituto di credito, sanno già il loro budget e sanno di non poter comprare una casa al prezzo proposto dalle agenzie e dal mercato quando il prezzo è eccessivamente gonfiato.

Il consiglio è quello di vendere oggi ad un prezzo anche più basso al fine di non vedere il proprio immobile svalutato nel giro di due o tre anni.

Italia a rischio multe dall’Unione Europea per le discariche abusive

 Non è ancora ufficiale che l’Europa decida di chiudere la procedura di infrazione contro l’Italia per deficit eccessivo che arriva la notizia che ci sono, sempre in sede europea, ben altre 98 procedure aperte contro l’Italia che potrebbero costare ai cittadini oltre 100 milioni di euro.

Le procedure in questione, delle quali ha dato notizia ministro per gli Affari europei Moavero, riguardano il mancato rispetto dell’Italia delle direttive europee riguardanti le discariche che si suddividono in ambiente (31), fiscalità (11), lavoro e affari sociali (7), appalti (7) e trasporti (5).

Se l’UE decidesse di provvedere come da legislazione, all’Italia potrebbe arrivare una multa da parte della Corte di Giustizia di 61,5 milioni e una penalità semestrale, in caso di ritardo nell’adempimento della messa in opera dei controlli, di 46 milioni di euro. 100 milioni di euro circa che ricadrebbero sui cittadini.

La colpa di queste nuove procedure di infrazione è da far ricadere, secondo il Ministro, tra esecutivo e Parlamento:

L’esecutivo spesso ritarda le attuazioni, mentre il Parlamento ritarda il recepimento delle direttive. Le attuali infrazioni riguardano per lo più il settore ambiente: sono 31 delle quali 28 ricadono sotto la competenza specifica del ministro. Le difficoltà di adempimento chiamano in causa anche regioni ed enti locali” visto che una ventina di infrazioni riguardano queste realtà.

I ministeri sui quali ricadrebbero la maggior parte delle responsabilità sono quello dell’Ambiente, dell’Economia, dello Sviluppo, dei Trasporti, del Lavoro e della Salute.

Pubblicati il decreto che proroga al 10 giugno il termine di presentazione del modello 730

 Dieci giorni in più per i CAF e per i contribuenti per la presentazione del Modello 730 valido per la dichiarazione dei redditi 2012.

► 100 mila persone dovranno rifare i calcoli IMU

Dopo il decreto che ha stoppato il pagamento della prima rata dell’Imu, infatti, i contribuenti che avevano già presentato il modello in modo da compensare con i crediti IRPEF i debiti IMU. Per tutti loro, i CAF hanno dovuto rifare tutto da capo e questo ha comportato un affollamento di pratiche da gestire non previsto.

Il Governo ha provveduto pubblicando un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri alla firma del Ministero dell’economia e delle finanze, che fa slittare il termine per la presentazione del Modello 730 al 10 giugno 2013.

Un po’ di tempo in più che permetterà di provvedere alla presentazione della documentazione e al calcolo delle imposte da parte dei CAF e dei professionisti abilitati.

Stessa situazione si era creata per chi aveva deciso di presentare il modello 730 tramite sostituto d’imposta o ente previdenziale. Anche per loro 10 giorni in più di tempo, dal 30 aprile al 16 maggio. Per loro, la compensazione crediti Irpef e debiti Imu sarà ottenuta con un minor rimborso nella busta paga di luglio.

► Calendario scadenze dichiarazioni dei redditi

Nel caso in cui il Governo decida di riformare o eliminare l’Imu questi contribuenti dovranno presentare il modello integrativo ad ottobre.

Statali: sblocco dei contratti nel 2015?

 L’augurio è che lo sblocco del rinnovo dei contratti possa esserci a partire dal 2015, in base all’andamento economico dell’Italia. Questo è il succo del discorso del ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero D’Alia, in relazione al blocco dei contratti deciso dal precedente governo e confermato dall’esecutivo guidato da Enrico Letta.

In ogni caso questo non toglie che al tavolo con i sindacati della prossima settimana si discuterà anche di ciò al fine di individuare un percorso capace di introdurre novità sul rinnovo. E’ possibile cominciare a parlare della parte normativa del contratto, almeno secondo il Ministro.

D’Alia ha poi dichiarato che “Le risorse per i contratti non ci sono poiché ci sono altre priorità come il lavoro e il fisco. Il blocco dei contratti è un grosso sacrificio per i dipendenti pubblici – ha ammesso – ma fa parte dei sacrifici che stanno facendo tutti gli italiani”.

Stando a quanto detto dal Ministro, in ogni caso, sarà necessario procrastinare il blocco dei contratti anche durante il prossimo anno.

Parole espresse a margine del convegno di apertura del Forum Pa rinnovando la necessità, da parte del governo, di dare la priorità per le risorse a chi un lavoro non ce l’ha.

Il rinvio della convocazione dei sindacati prevista oggi è dovuto solo a “uno slittamento di natura esclusivamente tecnica per alcune esigenze sia nostre che dei sindacati”, ha poi spiegato lo stesso ministro. “Le riforme importanti si devono attuare con il consenso e con la complicità dei lavoratori e per fare questo c’è la necessità di aprire un tavolo serio e sereno con le organizzazioni sindacali – ha sostenuto – e ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità”. “In questo momento di ristrettezza economica – ha dichiarato D’Alia- occorre fare squadra ed essere solidali per migliorare il settore pubblico che significa offrire ai cittadini più servizi e al paese prospettive di sviluppo”.

 

Squinzi pensa all’apprendistato per contrastare la disoccupazione giovanile

 Il sistema dell’apprendistato, che nel nostro Paese è stato un ottimo volano durante gli anni del dopoguerra, va rivisitato e migliorato, potenziandolo sul modello tedesco e su quelloaustriaco. Appare infatti di vitale importanza per l’organizzazione del lavoro attuarlo. Questo il concetto espresso dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, intervenuto a Bolzano a margine dell’assemblea provinciale di Assoimprenditori.

Squinzi ha rammentato che conosce abbastanza “bene le due realtà, avendo attività produttive in Austria e in Germania”. Il Presidente ha detto poi di credere “che questa strada potrebbe essere vincente anche per combattere la disoccupazione giovanile in Italia, che è diventata drammatica”.

Inoltre, Giorgio Squinzi ha poi ricordato l’importanza del manifatturiero per la ripresa dell’Italia. “Solo dal manifatturiero può ripartire la crescita del nostro Paese”.

“L’Italia era il primo Paese del mondo per il turismo ed è scivolato in quinta posizione. Dobbiamo recuperare una leadership che ci appartiene per la nostra storia e la nostra cultura”. Lo ha detto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, portando l’Alto Adige come esempio positivo. Il numero uno di Confindustria ha detto che “l’Alto Adige è sempre stata una sorta di isola felice. Anche se ora anche qui c’è qualche rallentamento, l’Alto Adige resta un esempio emblematico, dal quale si può ripartire, sfruttando la caratteristiche del nostro Paese, come le tradizioni culturali e il turismo che rendono il nostro Paese unico e che l’Alto Adige ha saputo sfruttare molto bene”. Se la disoccupazione in Provincia di Bolzano è ancora così bassa significa che qualcosa di bene è stato fatto. Niente succede per caso”.

Moody’s avverte: criteri più severi per le banche

 L’Europa continua a versare in condizioni di grossa crisi del debito. Parola di Moody’s. Parole che arrivano il giorno seguente a quello in cui i leader europei si sono messi d’accordo per la stretta sul budget e per la creazione di un’autorità fiscale centrale.

24 ore dopo Moody‘s ha dichiarato che la crisi in Europa è ancora in una fase critica e volatile. Il rating di diversi stati membri è a rischio.

Il summit tra i leader europei che si è concluso venerdì ha convenuto di dare altri 268 miliardi di dollari al Fondo monetario internazionale per essere d’ausilio al debito degli Stati in crisi ed evitare una ulteriore diffusione del contagio. Alti livelli di debito, rischio crescente di una recessione e la stretta del credito sono ancora in Europa anche dopo il vertice.

Moody’s ha abbassato, venerdì, il rating a lungo termine per tre grandi banche francesi, che sono Societe Generale, BNP Paribas e Credit Agricole, nonostante le prove sugli stress test siano stati passati da queste tre banche. Moody ha usato dei criteri più severi per le banche, portando il rating per Societe Generale ad A1, mentre ha deciso di portare il rating di BNP Paribas e di Credit Agricole a Aa3. Ogni banca è stata praticamente declassata di una tacca.

L’agenzia, inoltre, ha fatto sapere che la crisi è in una fase critica e volatile, con i mercati del debito sovrano e bancario che sono inclini alla dislocazione acuta, cosa che i politici troveranno sempre più difficile contenere. Inoltre, più l’approccio incrementale alla politica persiste, maggiore è la probabilità di avere degli scenari più gravi, compresi quelli relativi a default multipli da parte di paesi dell’area dell’euro e quelli che coinvolgono alcune possibilità uscite dalla zona euro.

C’è dunque ancora il rischio per la zona euro e osservando i grafici delle coppie di valute ci si accorge di come sia effettivamente così, l’euro sta perdendo colpi.

 

 

Benetton assume in tutta Italia

 La Benetton è una delle più grandi realtà a livello mondiale del settore dell’abbigliamento. Il Gruppo è presente con i suoi prodotti in ben 120 paesi del mondo attraverso i marchi che fanno riferimento alla grande multinazionale come United Colors of Benetton, Undercolors of Benetton, Sisley e Playlife.

Come tutte le grandi realtà è sempre attenta alla selezione e alla formazione dei suoi dipendenti ai quali dà sempre delle ottime possibilità di carriera. Al momento la Benetton ha aperto una grande campagna di recruiting per lItalia, con l’offerta di tanti diversi posti di lavoro su tutto il territorio nazionale.

In più, le offerte di lavoro della Benetton prevedono l’inserimento con il contratto a tempo indeterminato.

Le offerte di lavoro di Benetton Italia

Visual Merchandiser per Milano e Ponzano Veneto (TV)

Retail Controller per Milano

Store Manager per la Regione Lombardia

Assistant Store Manager per tutta Italia

Retail District Manager per il Centro Sud Italia

Buyer Abbigliamento

Product Developer Kid per  Ponzano Veneto (TV)

It Apps Specialist – Logistics per Ponzano Veneto (TV)

Facility Manager Retail per Roma

Per avere maggiori informazioni sui requisiti richiesti per candidarsi alle offerte di lavoro della Benetton e per l’invio del proprio curriculum vitae consultare la pagina Lavora con noi del sito dell’azienda.