Incentivi per chi assume i manager disoccupati over 50

 A partire dallo scorso 21 maggio e fino alla fine di giugno le società potranno accedere ad un fondo che mette a loro disposizione circa 10 milioni di euro di incentivi per l’ assunzione di profili manageriali over 50.

Le proposte del governo per il rilancio dell’occupazione giovanile

I quadri e i dirigenti di una certa età, infatti, risultano al momento in Italia le figure professionali di più difficile reinserimento una volta che abbiano perso il loro lavoro, anche se si propongono per posizioni al di sotto della loro qualifica precedente.

Per questo motivo dal Welfare è arrivata l’ idea dell’ incentivo alle società disposte ad assumere i manager over – o under – 50, donne comprese, che abbiano perso l’ impiego precedente non per causa propria.

> Quali sono gli incentivi fiscali per le aziende in caso di assunzione di personale?

Agli incentivi a fondo perduto si potrà accedere presentando regolare domanda di partecipazione al bando e il contributo deve essere inteso per ogni singolo profilo manageriale inserito nell’ organico.

Per quanto riguarda, infine, le cifre stanziate si va dai 28 mila euro per i contratti a tempo determinato, ai 22 euro per i contratti di una durata di almeno 24 mesi, ai 13 mila euro per quelli di un anno, ai 5 mila euro per i contratti a progetto di almeno un anno disponibili solo per le grandi imprese.

250 emendamenti al decreto sui debiti della Pubblica amministrazione

 E’ scaduto questa mattina il termine ultimo di presentazione degli eventuali emendamenti al decreto sui debiti della Pubblica Amministrazione, con cui il Governo ha intenzione di sbloccare la situazione dei mancati pagamenti alle imprese creditrici dello Stato.

Debiti delle Pubbliche Amministrazioni: il Decreto attuativo in 10 punti

In commissione Bilancio sono state dunque presentate 252 proposte di modifica, sulle quali il Senato sarà chiamato ad esprimere le sue valutazioni a partire da martedì prossimo, per poi arrivare alla lettura definitiva da parte della Camera entro il 4 di Giugno.

Primo passo nello sblocco dei pagamenti dei debiti delle PA

Le possibilità sostanziali di modifica, tuttavia, a detta di fonti governative, sono piuttosto ristrette, a causa dei limiti di bilancio che fissano le risorse disponibili per il momento a 40 miliardi per i prossimi due anni e alla necessità di mantenere il giusto rapporto tra debito e PIL.

Gli emendamenti su cui sembra però più certa la discussione sono la semplificazione della certificazione del debito attraverso la norma del silenzio – assenso; l’estensione della compensazione tra crediti commerciali e debiti; la proposta di estendere il pagamento dei debiti anche a quelli contratti nella prima parte del 2013, dal momento che per ora il decreto copre solo quelli fino a dicembre 2012. Altre proposte riguardano, infine, la non sanzionabilità degli enti locali che hanno pagato le imprese creditrici.

Lo scenario finanziario europeo va migliorando

 In un intervento dal titolo “Il futuro dell’Europa nell’economia globale”, tenuto ieri  sera a  Londra, il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha per la prima volta dopo molti mesi parlato di segnali di miglioramento per lo scenario finanziario dell’ Europa.

Il mercato si fida delle banche centrali

Alla presenza di numerosi esponenti del mondo finanziario della City e di quello politico britannico, il numero uno dell’ Eurotower ha dunque confermato che oggi è possibile vedere dei segnali positivi per le condizioni finanziarie e degli spread nei mercati del debito e dei segnali di ripresa anche sul fronte dei finanziamenti bancari e dei prestiti concessi alle famiglie e alle imprese, che pur rimanendo molto ridotti sono in lieve ripresa.

Per Draghi la disoccupazione è una minaccia per la stabilità

Sebbene lo scenario europeo vada avviandosi verso condizioni di maggiore stabilità, non bisogna pensare che nella zona euro tutti i problemi siano stati risolti. Nei primi tre mesi dell’ anno si è avuta, infatti, una contrazione del PIL e il mercato del lavoro resta comunque molto precario a causa del grave problema della disoccupazione giovanile.

Per Draghi è necessario, tuttavia, continuare a percorrere la strada della prosperità puntando a garantire la stabilità economica e sociale dell’ Europa, ridando in primo luogo prospettive ai giovani.

Per Draghi la disoccupazione è una minaccia per la stabilità

 Il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha sollevato da Londra, davanti a numerosi operatori finanziari della City e ad esponenti del mondo politico britannico, il cruciale problema della disoccupazione in Europa.

Un patto europeo contro la disoccupazione

Secondo Draghi, infatti, il numero di giovani senza lavoro in alcuni Paesi dell’ Eurozona è diventato ormai così alto da costituire una minaccia per la stabilità sociale. Per questo motivo i governi sono stati invitati a varare riforme che assicurino una maggiore giustizia e equità tra le diverse generazioni, in modo tale che i giovani non siano costretti a pagare il peso di una eccessiva flessibilità del mercato del lavoro.

> La Germania lotta contro la disoccupazione giovanile

Il presidente della BCE ha inoltre ricordato le misure attuate dall’ Eurotower per favorire la ripresa economica nell’ Eurozona – come la decisione, presa  ormai diverse settimane fa in merito alla riduzione del costo del denaro, misure attuate in primis per evitare il rischio di default ai danni dell’ intero sistema, causato da un eccessiva innalzamento dei tassi d’ interesse da parte dei mercati.

Grazie a questi interventi l’ Europa ha così potuto ottenere una migliore capitalizzazione da parte delle banche e può contare oggi su situazioni di bilancio più solide.

Il Governo proroga fino a dicembre la detrazione ‘verde’

Con l’obiettivo di trovare fondi e far quadrare i conti, il Consiglio dei ministri del giorno dovrebbe procrastinare sino a dicembre di quest’anno il bonus del 55% per gli interventi atti a migliorare l’efficienza energetica delle case, in scadenza alla fine di giugno.

Di contro, malgrado le pressioni e i tentativi di mediazione, il bonus per le ristrutturazioni semplici, che è uno sgravio del 50% richiesto a gran voce dal settore dell’edilizia, non dovrebbe essere prorogato. Stabilità anche per un’altra misura allo studio, l’incentivo per l’acquisto di cucine e mobili da parte delle giovani coppie del quale si sta occupando il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi.

Attualmente sono stati trovati solo i fondi necessari al bonus sull’efficienza energetica. Un’agevolazione che, negli ultimi tre anni, è stata adottata da quasi un milione e mezzo di famiglie per interventi che diminuiscono i consumi di energia, quali ad esempio l’istallazione di nuovi infissi o di una caldaia a basso consumo, e che hanno portato a 50.000 nuovi posti di lavoro l’anno.

Al fine di coprire anche le ristrutturazioni semplici, ad esempio chi rifà il bagno senza migliorare l’impatto ambientale dell’appartamento, occorrerebbe trovare altri 120 milioni solo per gli ultimi sei mesi di quest’anno. Per il bonus giovani coppie forse ne servirebbero ancora di più.

Ma per il momento tutto si concluderà con un ‘nulla di fatto’. Anche perché a bloccare la caccia ai soldi per il bonus è arrivato il richiamo del Premier Letta. Il presidente del Consiglio chiede di dare la precedenza assoluta ai 2 miliardi di euro che si devono trovare subito per fermare l’aumento dell’Iva previsto per l’inizio di luglio. I tempi sono stetti, i soldi pochi ed è su questo obiettivo, per nulla scontato, che il governo ha deciso di concentrare gli sforzi. Di tutto il resto si parlerà poi.

Fiducia dei consumatori in calo a maggio

 Dopo la parentesi positiva del mese di aprile, in cui la fiducia dei consumatori aveva fatto registrare, in Italia, un piccolo incremento positivo, nel mese di maggio la stessa è tornata a calare e gli italiani oggi si dicono preoccupati per il quadro economico del Paese.

I cittadini europei sono sempre più scettici

Lo ha rilevato, infatti, l’ Istituto nazionale di Statistica – Istat – che ha sottolineato come l’ indice sia sceso dal valore di 86,3 che si era potuto registrare ad aprile 2013, a quello odierno di 85,9.

Negli USA torna la fiducia dei consumatori

Nello specifico, inoltre, la componente riferita al quadro economico è passata questo mese ad un valore di 70,5 da un precedente valore di 73,3. Gli Italiani sembrano infatti preoccupati dalla situazione economica generale, anche se paradossalmente, l’ indice della fiducia personale si è trovato invece in questo mese a salire da un 90,5 che si era potuto registrare ad aprile, al valore di 92,0 del mese di maggio.

A livello geografico, invece, si può dire che in generale il clima di fiducia della popolazione italiana aumenta nel Nord Ovest e diminuisce nella altre regioni del Paese.

Per quanto riguarda, infine, le attese relative alla disoccupazione, è stato possibile registrare un calo, con un passaggio dal valore di 109 all’ attuale 105.

Il mercato si fida delle banche centrali

I mercati nutrono fiducia nei confronti delle banche centrale. D’altronde, scommettere contro gli istituti è una mossa alquanto azzardata.

Nel 2012 si è rischiato il tracollo dell’euro a causa degli speculatori che hanno puntato tutto sul decadimento della momenta unica europea.

Di contro, una serie di investitori molto più cauti alla vista del baratro in cui era caduto l’euro sono fuggiti dai mercati europei abbandonando i titoli di Stato.

Durante l’estate dello scorso anno, il governatore della Bce Mario Draghi ha cercato di ripristinare la calma rilasciando la famosa dichiarazione di Londra in cui ha avvertito che l’Istituto da lui guidato avrebbe messo anima e corpo per preservare l’euro.

In altri discorsi, meno ‘conosciuti’, Draghi ha ricordato l’investimento politico che sta dietro alla creazione della moneta unica, così enorme da impedire qualsiasi tentativo di distruzione.

Tornando a Londra, ieri sera Draghi ha ricordato quel concetto, evidenziando che da dodici mesi a questa parte “il capitale politico è aumentato”.

La risposta alla crisi è stata puntare ancor di più sull’Europa.

Draghi ha poi dichiarato che “oggi l’unione monetaria è più stabile rispetto a un anno fa”. Un dato che arriva al seguito di alcune imperfezioni che continuano a rendere debole il sistema. Tra queste l’incapacità governativa di effettuare riforme. In una cornice ancora ‘difficile’, i Paesi dell’Ue hanno il dovere di proseguire nell’attività riformistica delle proprie strutture.

Senza considerare che ad avere peso è anche la politica, come detto. Inoltre, Draghi ha menzionato l’importante accordo europeo di giugno 2012 sull’Unione bancaria che ha “riavviato il processo di integrazione” e “implicherà cessioni di sovranità”. Gli “sforzi di Francia e Germania in questa direzione sono particolarmente incoraggianti”, ha dichiarato infine il Governatore.

Ad aprile le retribuzioni sono cresciute più dell’inflazione

 Secondo gli ultimi dati diffusi dall’ Istat, il mese di aprile ha fatto registrare almeno un dato positivo per l’ economia del nostro Paese. Per la prima volta dal mese di agosto 2010, nel mese di aprile le retribuzioni dei lavoratori italiani sono aumentate più dell’ inflazione.

> Per gli statali 3000 euro in meno in tre anni

Per gli stipendi si è infatti avuto un rialzo dell’ 1,4% su base annuale, mentre il rincaro dei prezzi ha subito, nello stesso periodo, una battuta d’ arresto che ha fatto  stazionare il valore dell’ inflazione sull’ 1,1%.

Le retribuzioni a marzo 2013

Per quanto riguarda, invece, la variazione congiunturale delle retribuzioni, rispetto al mese di marzo 2013, si è potuto registrare un rialzo dello 0,3%, che ha contribuito a realizzare quel rialzo dell’ 1,4% dei primi quattro mesi dell’ anno.

Andando ad analizzare la situazione più da vicino, gli incrementi tendenziali maggiori si sono avuti nel mercato privato, ed in particolare nel settore degli alimentari, delle bevande e del tabacco, con un +5,8%, seguiti poi da esercizi ed alberghi con un rialzo del 2,6%, e dagli stipendi del settore dei rifiuti (+2,9).

Sono rimasti ancora per il momento congelati gli stipendi dei dipendenti della Pubblica Amministrazione che non hanno subito alcuna rivalutazione in attesa dei rinnovi di contratto.

In Italia 150 mila posti di lavoro che nessuno cerca

 L’ ultimo rapporto pubblicato dall’ Istituto nazionale di Statistica – Istat – sulla situazione del lavoro in Italia ha fornito, tra le altre cose, anche un dato decisamente in controtendenza rispetto agli allarmi sul fenomeno della disoccupazione che vengono in continuazione lanciati.

> Lavoro: in 9 milione gli italiani in crisi

In base ai dati del 2012, infatti, in Italia ci sarebbero 150 mila posti di lavoro che nessuno cerca o sarebbe disposto a fare. Le mansioni interessate, rilevate  dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, sono quelle del

Per l’Istat in Italia ci sono 3 milioni di inattivi

Secondo gli analisti, dunque, che hanno tentato di trovare una spiegazione al fenomeno, si tratta di professioni poco ricercate perché presuppongono una buona dose di fatica e lo svolgimento di turni anche notturni.

Ma accanto a queste mansioni vi sono anche una serie di lavori che gli italiani sembrano considerare poco appetibili per il lungo percorso formativo richiesto o per lo scarso livello di attrazione: tra queste la professione di infermiere, tecnico informatico e quella di operaio specializzato, per le quali l’ offerta supera quasi sempre la domanda.

 Insomma, ad un bilancio generale, in Italia manca ancora una grande fetta di manodopera specializzata che siamo costretti ad importare.

Ecco come si finanzia il partito della Merkel

 In Italia proprio in questi giorni si discute molto in merito all’ abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. E il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha annunciato anche la presentazione di un disegno di legge entro la fine di giugno.

> Verso l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti

In vista di un generale cambio di impostazione, dunque, gli italiani potrebbero forse allora prendere ispirazione dai loro colleghi tedeschi. I cristiano – democratici tedeschi (CDU), infatti, ovvero i compagni di partito della cancelliera tedesca Angela Merkel, sono da tempo abituati ai metodi dell’ autofinanziamento e non si vergognano di mettere i piedi campagne di comunicazioni alternative per stimolare le donazioni dei loro sostenitori.

> Le donne più potenti del mondo secondo Forbes

All’ ingresso della loro sede di Berlino, vi è, ad esempio, un grande bancomat arancione, uno sportello elettronico aperto a quanti volessero sostenere la campagna elettorale in corso, che è stato denominato Spendomat.

Attraverso lo Spendomat, quindi, i sostenitori possono effettuare donazioni o attraverso le carte di credito o attraverso i contanti, che però non devono superare i 100 euro al giorno e i 1000 all’ anno. E al termine dell’ operazione tutti i contribuenti possono anche ritirare una ricevuta in cui la Merkel ringrazia di persona per la donazione effettuata.