Credit crunch? Le imprese rispondono con i Bond

 In Italia, ma anche nel resto d’Europa anche se in misura minore, le imprese sono schiacciate dal credit crunch, ossia dalla mancanza di prestiti e finanziamenti da parte degli istituti di credito.

► Calo vertiginoso dei prestiti alle imprese nel 2012

Questo comporta una crisi di liquidità per le imprese, che soprattutto quando sono molto piccole, rischiano di soffocare in questa stretta. Cosa si può fare allora?

Secondo gli esperti che hanno partecipato al Debitwire italian forum di Milano è necessario trovare elle fonti di liquidità alternative e quest non possono che arrivare dai bond. Le obbligazioni, quindi, si configurano come l’unica soluzione per il recupero della competitività delle medie imprese italiane.

Lo hanno già fatto in molte: a partire da novembre del 2012 sono state ben 10 le imprese italiane che hanno emesso obbligazioni, per un totale di 2,74 miliardi di euro. Tra loro ci sono ItalcementiGuala closures, Cerved, Rottapharm, Zobele e, per ultima, la Sisal.

Queste imprese, coadiuvate nell’operazione da una serie di banche molto attive in questo settore, hanno così trovato la soluzione alla stretta del credito. Queste emissioni, però, dopo quanto successo con la Cirio e Parmalat, sono riservate ai soli investitori istituzionali.

► Allarme per la chiusura di molte imprese italiane

Ma le strade per i piccoli risparmiatori non sono totalmente precluse, con le tante compagnie di assicurazione e i fondi comuni di investimento che si sono ampiamente rivolte al settore.

Nel 2013 le banche tornano all’utile

 Ancora troppo presto per dirlo, ma la crisi sembra ormai avviarsi ad una felice conclusione. Almeno per le banche.

Il segno d questa prima e flebile inversione di tendenza lo danno i bilanci delle banche italiane, ai quali molti istituti di credito italiani hanno potuto mettere un segno positivo. Le banche, quindi, tornano all’utile e questo fa ben sperare che anche per il resto dell’economia ci possano essere, presto, dei segnali positivi.

► Cartolarizzazione dei crediti, la soluzione della BCE al credit crunc

Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco Popolare, Ubi e Popolare di Milano hanno chiuso i bilanci del primo trimestre del 2013 con il ritorno all’utile, mentre quelle che già erano in questa situazione – Bper, Carige, Credem e Banco di Desio – hanno confermato il loro stato di salute.

Solo il Monte dei Paschi di Siena è ancora in rosso, ma comunque le sue performance sono state migliori di quanto previsto.

► Le banche puntano sui Titoli di Stato

Certo, non tutto è rose e fiori come sembra. Rispetto allo scorso anno, infatti, si nota come manchino 1.210 milioni di utili netti, mentre i crediti deteriorati netti continuano ad aumentare da 114,2 miliardi a 131,1 miliardi. Comunque sia, anche se ancora presto per cantare vittoria, la situazione sta migliorando: ora è necessario che le banche trasferiscano questa rinnovata prosperità nell’economia reale.

Da oggi in vigore il decreto sull’IMU ma i nodi da sciogliere restano

 E’ stato firmato proprio ieri, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il decreto –  approvato lo scorso venerdì  17 Maggio dal Consiglio dei Ministri – sulla sospensione della rata IMU di giugno per i possessori di prima casa e sul rifinanziamento della Cig, la Cassa Integrazione in deroga ed è da oggi ufficialmente in vigore, a seguito della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Per Baretta è difficile evitare l’aumento IVA

Nonostante tutto questo, però, i nodi da sciogliere, per il Governo Letta non sono ancora finiti. A partire dal prossimo primo luglio è infatti previsto il passaggio dell’ aliquota dell’ IVA dall’ attuale 21 al 22%, provvedimento che tutta la maggioranza chiede più o meno compatta di scongiurare, data la precaria situazione in cui già versa l’ economia italiana quanto a PIL e mondo dei consumi.

Epifani discute di IMU e di IVA

L’ aumento dell’ IVA, tuttavia, potrebbe fruttare allo Stato 4 miliardi di euro, e qualora si volesse evitarlo, con una Italia ancora non del tutto fuori da problemi di bilancio,  si dovrebbero trovare altrove le risorse necessarie.

E ciò, avverte il sottosegretario all’ Economia, Pierpaolo Baretta, sembra piuttosto difficile, sia per il tempo a disposizione, sia per le coperture concrete.  Senza considerare che sono anche in scadenza i bonus per le ristrutturazioni edilizie e i budget delle missioni di pace. Dove trovare, quindi, tutti i soldi necessari?

Sospetto di riciclaggio in Vaticano

 L’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria del Vaticano, ha presentato il primo rapporto questa mattina nella Sala Stampa del Vaticano. L’Istituto, voluto da Benedetto XVI nel 2011, ha lo scopo di vigilare sulle attività bancarie e finanziarie che si svolgono all’interno delle mura vaticane al fine di contrastare possibili azioni di riciclaggio di denaro.

► Un accordo antiriciclaggio tra Vaticano e Stati Uniti

64 pagine di dati, dalle quali emerge un’intensificazione delle segnalazioni da parte degli organismi preposti al controllo rispetto ai periodi precedenti e, quindi, anche una maggiore presenza di casi sospetti. Nello specifico, per il 2012, il rapporto segnala la presenza di almeno 6 transazioni sospette che potrebbero essere frutto di riciclaggio di tangenti. Tutte a carico dello IOR.

Inoltre, nel 2012 sono state fatte 2.400 dichiarazioni di trasporti transfrontalieri di denaro in entrata o in uscita dal Vaticano per importi superiori ai diecimila euro (598 in entrata e 1.782 in uscita).

► Il nuovo presidente dello IOR

Nel complesso, questo primo rapporto dell’Aif mostra un significativo aumento delle attività di controllo, con due richieste di informazioni ad autorità interne, due rapporti al promotore di giustizia, una richiesta di informazioni ad autorità estere e tre richieste di informazioni ricevute da autorità estere.

Epifani discute di IMU e di IVA

 Il Segretario del Partito Democratico Guglielmo Epifani ha discusso oggi a Siena, in occasione della campagna elettorale del candidato sindaco, di IMU e di IVA, proponendo in sostanza di utilizzare le risorse derivanti dalla rimodulazione dell’ IMU per evitare l’ aumento dell’ IVA che dovrebbe scattare a partire dal prossimo 1 luglio.

Confesercenti lancia l’allarme sull’Iva

Per Epifani, infatti, l’ innalzamento dell’ aliquota IVA previsto dal Governo Monti potrebbe finire per pesare soprattutto sulla parte finale della filiera, ovvero sul mondo del commercio e delle imprese, già provati dalla congiuntura economica particolarmente negativa. Questa conseguenza, quindi, dovrebbe essere evitata, anche se trovare le risorse necessarie in così poco tempo non è impresa da poco.

> Per Baretta è difficile evitare l’aumento IVA

E’ a questo punto, allora, che secondo Epifani potrebbero entrare in campo i meccanismi di rimodulazione dell’ IMU: se da una parte è giusto togliere l’ IMU a chi non può pagarla, dall’ altra si potrebbe pensare di utilizzare le risorse IMU per evitare l’ innalzamento dell’ aliquota dell’ IVA.

Contrario alla revisione dell’ IVA è anche il viceministro all’ Economia Stefano Fassina, che ricorda la drammatica situazione attraversata oggi dal Paese sotto il profilo economico.

Intanto da oggi è ufficialmente in vigore il decreto IMU che vale, in totale, 2,4 miliardi di credito sospeso.

Il piano del Governo per pensioni ed esodati

 Nella giornata di oggi, come annunciato nei giorni scorsi, il Governo aprirà un tavolo per discutere con le parti sociali. All’ ordine del giorno ci sono essenzialmente due temi, che aspettano di trovare soluzione nel minor tempo possibile. Il primo, il più urgente, riguarda la risoluzione definitiva della questione degli esodati, coloro che pur non percependo più lo stipendio non possono neanche beneficiare dei contributi della pensione.

Sono 62 mila i primi esodati “salvaguardati”

Il secondo, invece, riguarda le modifiche da applicare alla riforma delle pensioni firmata pochi mesi fa dalla Fornero e oggi in vigore.

Per quanto riguarda la questione degli esodati, dunque, il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha annunciato la chiusura definitiva della questione entro la fine del 2013, e oggi si discuterà di un possibile ampliamento della platea degli esodati ammessi al beneficio della salvaguardia – circa 20 – 25 mila persone, tra cui gli autorizzati alla contribuzione volontaria entro il 4-12-2011, i lavoratori cessati dal servizio, e una parte dei lavoratori in mobilità ordinaria.

Ulteriori chiarimenti per il primo e il secondo decreto esodati

Per quanto riguarda invece le modifiche alla riforma delle pensioni, la proposta del Governo sarebbe quella di anticipare l’ accesso alla pensione all’ età di 62 anni invece dei 66-67 previsti, ma con delle penalizzazioni rispetto la quota dell’ assegno pensionistico che si va poi a percepire. Le modalità specifiche, tuttavia, sono ancora in via di definizione.

I distributori automatici non accettano le nuove banconote da 5 euro

Se qualcuno vuol fare una prova, una volta munito del nuovo biglietto (verde) da 5 euro, può recarsi al distributore automatico di sigarette più vicino e fare come segue:

– inserire piano piano la banconota;

– allineare la banconota perfettamente alla freccia;

– stirare le pieghe della filigrana prima dell’inserimento;

– girare la banconota e cambiare verso.

Tutti tentativi quasi istintivi che si fanno quando i nostri soldi sono stropicciati, prima di perdere la pazienza.

Ebbene, tutte queste prove, pur se ripetute all’infinito, non aiutano: la nuova banconota da 5 euro, che è in circolazione dallo scorso 2 maggio, non viene accettata dal distributore automatico. In nove casi su dieci esso “risputa” fuori il ‘pezzo di carta’, non riconoscendolo. E’ come se il nuovo foglio da cinque Euro fosse falso.

Dal 2001 ad oggi, questo è il primo restyling che ha l’euro per oggetto. Mai prima di oggi, si era cambiato qualcosa nel design dall’introduzione della moneta unica. Ma evidentemente le macchinette non erano preparate.

I gestori, probabilmente, non hanno aggiornato i software che leggono e riconoscono i soldi.

Così, tabaccai, benzinai, bigliettai di ticket per le metro, e distributori di snack, al pari di farmacisti e parcometri sono in difficoltà.

Per chi non l’avesse ancora vista, la banconota da 5 euro introdotta venti giorni fa ha il volto della dea greca Europa che affiora in controluce e sull’ologramma.

Oggi a Bruxelles il vertice straordinario UE

 Si tiene oggi a Bruxelles l’ annunciato vertice straordinario UE a cui parteciperà anche il Presidente del Consiglio Enrico Letta, che ha riferito ieri in Senato con un discorso sui temi centrali all’ ordine del giorno.

> Letta chiederà all’Europa soluzioni durature e concrete

Per il momento, tuttavia, non si dovrebbe trattare di un incontro risolutivo, ma di un incontro preparatorio per il Consiglio europeo previsto per fine giugno, in cui verranno effettivamente presentati e discussi i temi che stanno maggiormente a cuore all’ Italia, come il piano per il rilancio dell’ occupazione giovanile,su cui il Governo si è messo già a lavoro e l’ uscita definitiva dell’ Italia dalla procedura di infrazione per eccesso di deficit.

Energia, domani vertice europeo per trovare una strategia comune

Al di là di questi temi, tuttavia, al summit previsto per oggi saranno materia di discussione soprattutto il mercato unico europeo dell’ energia, il cui completamento è previsto per il 2014, e i temi della trasparenza bancaria e dell’ evasione e della frode fiscale.

Energie rinnovabili, caro bollette, liberalizzazioni, e autosufficienza energetica saranno oggi all’ ordine del giorno per l’ Europa, che parlerà però anche di sovvenzioni, segreto bancario e scambio di informazioni tra le diverse autorità fiscali dei paesi membri.

Fiat Industrial emigra in Regno Unito per pagare meno tasse

Un altro brutto colpo per l’Italia da parte di Marchionne, dicono. Successivamente alla fusione con l’americana Cnh, Fiat Industrial ha trasferito la propria residenza fiscale nel Regno Unito.

Dal Financial Times, nel commentare la notizia, fanno sapere che si tratta di una sorta di affronto all’esecutivo guidato da Enrico Letta, il quale sta cercando di arrestare il deflusso di investimenti dopo quasi due anni di recessione.

Il giornale afferma inoltre che Fiat Industrial intende approfittare di un regime fiscale agevolato. Sarebbe questo il motivo del trasferimento: in soldoni, nel Regno Unito le imprese pagano meno tasse.

Chi meno del quotidiano britannico può dirlo? L’aliquota della corporate tax è stata ridotta di gran lunga negli ultimi anni. Il Regno unito l’ha portata dal 30% del 2007 all’attuale 23,25%. E tra due anni scenderà ulteriormente al 20%.

Nel contempo, dall’inizio del 2012, il Regno Unito ha alleggerito le regole fiscali riguardanti le imprese straniere.

Insomma, rispetto all’Italia, Paese in cui le imprese sono soggette ad un’aliquota fiscale del 31,14%, si sta meglio.

Fiat Industrial ha dunque trovato nella Gran Bretagna il teatro ideale per completare la fusione con la controllata americana Cnh. Un affare, consistente nel acquisto del 12% dell’azienda statunitense, che si farà entro fine anno.

 

Le imprese chiedono al governo regole più semplici per il lavoro

 Confindustria, Abi, Ania, Rete Imprese Italia, Alleanza delle coop, insieme a Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno appuntamento domani con il Ministro Giovannini per discutere della manutenzione, così è stata definita, della Riforma Fornero.

► La riforma del lavoro in quattro mosse

Sarà un incontro importante, durante il quale i rappresentanti delle imprese italiane e le parti sociali dovranno riportare al Ministro quale credono sia la strada migliore per il rilancio dell’occupazione giovanile.

Il governo ha la sua mappa e le sue intenzioni, tutto però sotto una sola bandiera: quella delle riforme a costo zero. E’ necessario, quindi, trovare delle strategie perché una nuova sistemazione del mondo del lavoro non si trasformi in un salasso impossibile per le casse dello stato.

Le imprese, dal canto loro, chiedono delle semplificazioni della Riforma che non hanno costi – sempre che i sindacati accettino – come  il ripristino dei 10-20 giorni di pausa tra un contratto a termine e il successivo e la libera prorogabilità fino a 18-24 mesi del primo contratto a termine o, ancora, la possibilità di avere una presenza stabile di contratti a termine “acausali” in ogni unità produttiva.

Nuove regole, e più flessibili, anche per l’apprendistato, come l’introduzione di un patto di prova generalizzato di 6 mesi e la totale eliminazione della pressione fiscale.

► Save the Children lancia l’allarme per i giovani italiani

L’obiettivo è lo stesso, sia per il governo che per le imprese che per i sindacati, ossia rilanciare l’occupazione giovanile e dare futuro ad una generazione che, al momento, non ne ha.