A Torino si rimborsa l’Imu

 La Giunta Fassino in accordo con le sigle sindacali torinesi Cgil Cisl e Uil ha approvato il rimborso dell’Imu per le famiglie del Comune che si trovano in situazioni di disagio economico.

► L’IMU peserà sulle seconde case e sulle aziende?

Saranno ben 15.000 i beneficiari di un assegno da 100 euro che arriverà a giugno. Unici requisiti per rientrare tre i fortunati che si vedranno restituire quanto pagato sulla casa è quello di essere un pensionato o un lavoratore dipendente con reddito Isee inferiore ai 13 mila euro annui (il rimborso è per il 2012, quindi farà fede la dichiarazione dei redditi del 2010) e avere il possesso di una sola casa.

Non c’è neanche necessità di fare domanda: sarà l’amministrazione comunale a inviare ai beneficiari dell’assegno una lettera nella quale saranno indicati l’importo dell’assegno e le modalità di incasso dello stesso.

Una misura, questa, voluta dal sindaco della città Piero Fassino a sostegno delle famiglie con i redditi più bassi che sarà sostenuta tramite un apposito fondo perequativo da un milione di euro, costituito dal Comune di Torino in accordo con le organizzazioni sindacali.

► Difendersi dai cambi in corsa sull’IMU

Una sorta di risposta alla sospensione delle prima rata dell’Imu voluta dal governo Letta che, per come è stata pensata, potrebbe rivelarsi essere a beneficio più della parte ricca del paese che di quella che veramente soffre le conseguenze della crisi, ossia le famiglie che vivono di rendite da lavoro dipendente e da pensione.

Energia, domani vertice europeo per trovare una strategia comune

 Trovare un accordo e una strategia per attivare alcune politiche energetiche comuni, cercando di diminuire la pesante e crescente dipendenza dell’Unione europea dall’importazione di energia, sarà uno dei temi fondamentali del vertice europeo di domani. Un’intesa, diciamolo da subito, è difficile da stabilire.

I leader dell’Unione europea sono dinanzi a un triplice obiettivo:

– lottare contro il caro-bollette;

– ridurre il costo dell’import di energia;

– garantire una produzione europea di energia a livelli sufficienti.

Tutti scopi lodevoli, intendiamoci, ma sarà dura raggiungere accordi in quest’ottica, dal momento che quasi ogni paese dell’Ue non vuole rinunciare alle peculiarità della propria politica energetica nazionale: si va dall’addio accelerato al nucleare scelto unilateralmente dalla Germania senza consultare i partner europei sull’onda del trauma collettivo per la catastrofe di Fukushima in Giappone, fino all’esatto opposto, la scommessa senza riserve della Francia sull’atomo civile. Intanto, il presidente dell’esecutivo europeo Herman van Rompuy avverte: “L’Unione europea rischia di divenire il solo continente al mondo essenzialmente dipendente dall’energia importata“. Un dato di fatto dal momento che tra circa ventidue anni la dipendenza dell’Ue dall’import energetico sarà maggiore dell’80 per cento e questo porterà gravi conseguenze sulla competitività delle aziende continentali.

Nel contempo, Connie Hedegaard, commissario europea all’energia ha incalzato: “Ogni giorno la Ue paga un conto di un miliardo di euro per il solo import di petrolio”.

 

Per Apple un’elusione fiscale da 74 miliardi di dollari

Neanche il tempo di gioire per il primo posto nella classifica dei marchi con più valore al mondo, che Apple deve fare i conti con il Fisco.

Tra il 2009 e il 2012, infatti, l’azienda di Cupertino avrebbe utilizzato una serie di ‘trucchi’ per pagare meno tasse arrivando ad eludere il Fisco per un totale di 74 miliardi di dollari.

E’ questa l’accusa che proviene dalla commissione parlamentare istituita dal Senato degli Stati Uniti al fine di indagare sulle aziende che sfruttano i paradisi fiscali e altri mezzi in modo tale da evadere il pagamento della tasse.

Secondo i dati resi noti nel corso dell’inchiesta, il marchio creato da Steve Jobs ha messo in moto numerosi “trucchetti” così da non versare le tasse al governo Usa.

In primis, Apple avrebbe trasferito una fetta dei suoi profitti in paradisi offshore. Nel contempo, Apple avrebbe anche generato delle “finte” filiali all’estero, in Paesi dove la pressione fiscale è minore rispetto agli Usa.

Per esempio, negli ultimi anni Apple ha aperto alcune filiali in Irlanda. In teoria, Cupertino avrebbe dovuto pagare le tasse come le altre aziende lì residenti.

Nella pratica, però, le cose non sono andate così. In base alla legge irlandese, infatti, un’azienda è considerata residente nel Paese (e dunque è tenuta a pagare le tasse come le altre) solo se il suo managment principale in loco. Tali filiali di Apple, invece, sono gestite direttamente dalla sede centrale, che si trova come tutti sanno in California. Non hanno nessun dipendente in Irlanda, sono “vere” solo di nome.

Seguendo questa metodologia, è come se la filiale non stesse in nessun luogo dal punto di vista della residenza(non in Usa, non in Irlanda) e dunque non paga le tasse in nessun luogo (o le paga meno, come un’azienda non residente).

Lo stesso meccanismo è stato messo in atto in altri Stati del mondo, le cui leggi lasciano spazio a questo tipo di trucchi. Si tratta di meccanismi legali, ma certo non onesti.

La classe dirigente italiana è la più ‘vecchia’ d’Europa

Ai numerosi record, non proprio positivi, stabiliti dagli italiani se ne è aggiunto uno nuovo: quello di ‘vecchiaia’ per la propria classe dirigente. Coloro che sono impiegati nei massimi sistemi, ricoprendone le più alte cariche, hanno tutti i capelli bianchi.

Sono i maggiori esponenti della politica, dell’economia e della pubblica amministrazione tricolore.

L‘età media è di 58 anni, ed è la più alta di tutti gli Stati europei.

Se si tiene in conto che potenzialmente, con una laurea triennale, un italiano o un’italiana si possono laureare più o meno a 23 anni, vuol dire che ne servono altri 35 per arrivare al top. Sempre che si inizi a lavorare.

Il dato dell’età media scaturisce dal secondo report ad hoc, illustrato all’Assemblea dei giovani della Coldiretti e realizzato in collaborazione con il Gruppo 2013.

Il forte rinfoltimento che ha interessato la classe politica impegnata nelle istituzioni (48 anni l’età media di deputati e senatori), non ha dunque coinvolto i potenti impegnati nelle altre attività.

A raggiungere il triste primato dell’anzianità sono le banche. In questo comparto l’età media degli amministratori delegati e dei presidenti di circa 69 anni, addirittura più elevata di quella dei vescovi italiani in carica.

Successivamente, a stretto giro, si collocano i presidenti dei Tribunali delle città capoluogo di Regione, i quali hanno in media oltre 65 anni, con 9 casi su 20 che superano i 70 anni.

La Germania offre lavoro ai i giovani europei

Buone notizie per i giovani disoccupati. Questa potrebbe essere la loro estate.

Arrivano dalla Germania centinaia e centinaia di proposte per i lavoratori dell’Europa meridionale. Corsi di formazione professionale organizzati in virtù di un programma finanziato dal governo federale sono pronti a partire.

Ci sono ben trentamila posti di apprendista da coprire. In terra tedesca l’apprendistato corrisponde all’ultimo step degli studi e si configura quasi automaticamente come l’ingresso al mondo del lavoro. I posti sono distribuiti i numerosi settori.

Ad annunciare l’avvio del programma durante i giorni scorsi è stata Angela Merkel in persona. La Cancelliera tedesca ha parlato di corsi di lingua, di una partecipazione alle spese di viaggio, nonché di un compenso aggiuntivo alla retribuzione offerta dai datori di lavoro agli apprendisti.

La retribuzione dei giovani del sud Europa sarà dunque superiore a quella degli apprendisti tedeschi.

Il programma previsto dal governo federale si declinerà anche in accordi bilaterali tra la Germania stessa e i paesi mediterranei interessati.

Nella giornata di oggi, per esempio, Ursula von der Leyen, ministro del lavoro tedesco, ha siglato a Madrid un accordo bilaterale in merito con la Spagna.

Che la Germania sia dunque una terra di conquista per i giovani immigrati è ormai cosa certa.

200mila posti di lavoro per i giovani in agricoltura

 Il ministro Giovannini è al lavoro per rilanciare l’occupazione giovanile, pilastro fondamentale per la ripresa economica del paese. Il suo progetto si basa su quella che è stata definita la staffetta generazionale, ossia un passaggio di consegne tra i vecchi lavoratori e i nuovi al fine di creare un circolo virtuoso per il ricambio generazionale.

► Il lavoro per i giovani si trova nell’agricoltura

Il settore più attivo in tutto questo è l’agricoltura che oggi ha presentato al Politiche agricole Nunzia De Girolamo un piano per inserire in agricoltura, proprio grazie allo sfruttamento della staffetta generazionale, ben 200mila under 40 e svecchiare così un sistema di imprese guidato per oltre il 37% da un conduttore over 65.

Il progetto è stato presentato dal delegato nazionale dei giovani Coldiretti, Vittorio Sangiorgio, che propone, inoltre, degli sconti fiscali per favorire il turn over, come la sospensione del pagamento di imposte e contributi per cinque anni alle aziende agricole famigliari che operano in tal senso.

Oltre a ciò, Sangiorgio ha anche proposto delle misure atte a semplificare il tirocinio nell’agricoltura in modo da agevolare l’entrata in questo settore dei giovani che, purtroppo, hanno poche chance visto i paletti normativi e i requisiti richiesti dalla legge.

► Iniziare un’attività con il prestito d’onore

La volontà dei giovani di entrare in agricoltura è dimostrata anche dai sondaggi di Coldiretti che riportano come il 38% degli under 40 preferirebbe gestire un’azienda agrituristica piuttosto che lavorare in una multinazionale. Il 42% dei giovani, inoltre, si dichiara propenso a svolgere l’attività agricola se avesse il terreno.

Il lavoro per i giovani si trova nell’agricoltura

 Che sia staffetta generazionale o una vera e propria inversione di tendenza tra i giovani fa poca differenza: quello che balza agli occhi dai dati presentati durante l’assemblea dei giovani della Coldiretti per l’apertura dell’“Open Space sull’ingegno contadino” è che l’agricoltura sembra essere la nuova frontiera dell’occupazione giovanile.

► La denuncia degli affitti per i fondi rustici

Quest’anno le assunzioni sono cresciute del 3,6% rispetto al 2012, le iscrizioni negli istituti professionali agricoli hanno avuto un’escalation del 29% e del 13% per gli istituti tecnici di agraria, agroalimentare e agroindustria.

Questo indica che il settore primario è vivo e vegeto e che ci sono tante opportunità sia per chi decide di cercare qui un’occupazione stagionale sia per chi, invece, guarda più lontano e decide di fare impresa.

Secondo i dati presentati da Coldiretti, infatti, le imprese agricole condotte da giovani “under 30” iscritte alla Camere di commercio sono circa 59 mila, il 7% del totale. Tra queste aziende agricole condotte da giovani, inoltre, si rileva una forte presenza di aziende multifunzionali (circa il 70%), ossia imprese che non solo si dedicano alla produzione di beni alimentari, ma che si dedicano anche ad altre attività come gli agriturismi e le fattorie didattiche o la trasformazione trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici.

► In Molise le polizze per gli agricoltori

Tutto questo crea una continua richiesta di lavoro, sia per figure professionali come trattorista, taglialegna, potatore ma anche per le più innovative come addetto alla vendita diretta di prodotti tipici, alla macellazione, alla vinificazione o alla produzione di yogurt e formaggi.

Assunzioni Pam

 Ancora tante offerte di lavoro per la Grande Distribuzione Organizzata, un settore che non conosce crisi. Le nuove offerte arrivano da Pam – Più A Meno – società che fa capo alla Gecos e che riunisce sotto il suo marchio tanti diversi punti vendita: Supermercati Pam, Superal, ipermercati Panorama, PAM Franchising, In’s Mercato, Brek Ristoranti.

Al momento la Pam ha aperto una campagna di selezione alla ricerca dei candidati ideali per i suoi punti vendita. Vediamo l’offerta nel dettaglio.

La Pam sta cercando:

Addetti Alle Vendite Periodo Estivo per le sedi di Cesenatico;

Ispettori di Zona per i supermercati IN’s Mercato di Treviso, Padova, Vicenza e Verona;

Capo Reparto Macelleria per il Panorama di Pistoia;

Responsabile Punto Vendita per gli IN’s Mercato di Quinto, Villorba e Asolo.

Pam dà inoltre la possibilità di lavorare anche agli studenti che cercano un impiego part time da affiancare agli studi, per questa posizione è sempre possibile inviare la propria candidatura.

Per conoscere i requisiti richiesti da Pam per partecipare alle selezioni del personale e per l’invio della propria candidatura, si rimanda alla pagina Lavora con Noi del sito della catena.

In crescita il mercato dei beni di lusso

 Notizie e previsioni del tutto positive per il mercato mondiale dei beni di lusso. Anche nel 2013, infatti, le vendite di gioielli, accessori, pelletteria e orologi continueranno a crescere e faranno così registrare il terzo anno consecutivo di crescita per l’ intero settore.

> A marzo negativo l’export italiano

Le Previsioni realizzate da Altagamma Consensus sull’ andamento del settore nel corso di quest’ anno, infatti,  parlano di un incremento del 4,5% e di una crescita del 10%, nonostante alcuni possibili rallentamenti dovuti al problema dei cambi valutari internazionali.

> Il nuovo paradiso fiscale è Singapore

E i prodotti che più degli altri costituiranno il traino di questo trend positivo saranno soprattutto gli accessori, la pelletteria e l’ hard luxuy. In flessione, invece, orologeria e cosmetici.

In merito poi alle singole aree di mercato, nel 2013 ci saranno dei probabili rallentamenti per l’ Europa, che subirà il calo dei flussi turistici dal Giappone, ma si dimostreranno sempre forti gli Stati Uniti.

Buoni risultati di crescita anche dal Sud America, che farà registrare un incremento del 12%, in cui i paesi trainanti saranno soprattutto il Brasile – grazie all’ organizzazione dei prossimi Mondiali di Calcio – e il Messico.

In Asia, invece, più che la Cina, è il Sud est asiatico a trainare la crescita, dove sarà possibile rilevare, nel corso di quest’ anno un aumento del 20% nel settore del lusso. In Medio Oriente, infine, in cuore del mercato rimarrà Dubai.

In Italia il 25% della spesa finisce tra i rifiuti

 Anche in un periodo di recessione come quello che stiamo attraversando, l’ Italia risulta campionessa negli sprechi, soprattutto in quelli relativi all’ alimentare. Lo rileva, infatti, una indagine condotta da Waste Watcher, l’ Osservatorio internazionale contro gli sprechi attivato presso l’ Università di Bologna, che ha indagato le abitudini di 2000 mila cittadini italiani maggiorenni in relazione alla spesa e al cibo acquistato.

> Per il Codacons i carrelli della spesa sono sempre più vuoti

Così, se da una parte in Italia calano ripetutamente i consumi, colpendo proprio in particolare alimentari e bevande, dall’ altra ogni anno 76 kg di cibo – cioè il 42% del totale degli sprechi – finiscono nei cassonetti. E questo spreco rappresenta quasi l’ 1% del Prodotto interno lordo nazionale (0,96%).

> Aumentano i pasti fuori casa mentre calano gli alimentari

Ma quali sono i motivi che spingono gli italiani, che pure dal sondaggio sembrano condannare e non approvare – in diverse misure – questo comportamento, a sprecare il cibo anche in tempi di crisi economica?

Ebbene,  il 20% circa degli intervistati ha dichiarato che lo si fa per retaggio consumistico, per eccessivo benessere o per mancanza di educazione in merito. Altri, un 11%, adducono come motivazione l’ incapacità di gestire il bilancio familiare, i tempi frenetici o le scadenze ravvicinate.

Ad ogni modo, le conseguenze negative degli sprechi sono comunque imponenti, e investono soprattutto l’ inquinamento e le risorse ambientali.