Aumentano i pasti fuori casa mentre calano gli alimentari

 La crisi economica e la recessione hanno già da molti mesi ridisegnato il carrello della spesa degli italiani. Che è diventato sempre più “leggero“. Una indagine svolta da Fipe – Confcommercio  ha infatti rilevato che tra il 2007 e il 2012 – cioè negli anni pieni della crisi – i consumi degli italiani per alimentari e bevande si sono ridotti di 12,4 miliardi di euro, subendo quindi un calo 9,6%.

>  Per il Codacons i carrelli della spesa sono sempre più vuoti

Parimenti, tuttavia, c’è stato una debole ripresa nei consumi dei pasti fuori casa. Agli italiani, infatti, come ai vicini tedeschi, nonostante la crisi economica, piace andare a magiare al ristorante e i dati dimostrano nello stesso quinquennio 2007 – 2009 un aumento dello 0,6%.

A marzo i consumi sono tornati ai livelli del 2000

Per quanto riguarda invece i generi alimentari, le flessioni nei consumi si sono potute registrare un po’ in tutte le categorie merceologiche: pane, frutta, carne, pesce, uova, latte. Le famiglie, tuttavia, per tamponare il caro vita hanno dato più spazio agli amidi e ai cereali, che restano alla base della dieta quotidiana, seguiti poi dai prodotti dolciari e dalle bevande.

Ma se in definitiva i pasti fuori casa nel giro di cinque anni sono aumentati, sono diminuiti nello specifico i consumi dei lavoratori che mangiano fuori, i quali invece si sono sempre di più orientati su soluzioni “al sacco”, che fanno risparmiare tempo e denaro.

Auchan cerca tirocinanti a Milano

 Siete in cerca di un’occupazione nella grande distribuzione organizzata? Auchan sta cercando proprio voi e vi offre dei tirocini della durata di sei mesi nella sua sede di Rozzano, in provincia di Milano.

I tirocini offerti da Auchan, che riguardano diverse settori, sono della durata di sei mesi con una retribuzione – un rimborso spese – pari a 500 euro al mese più la possibilità di usufruire della mensa aziendale. Tanti i profili interessati dai tirocini, vediamoli nel dettaglio.

Stage Buyer Junior Libri

La ricerca è rivolta a laureandi o laureati in materie economiche che abbiano anche una buona padronanza del pacchetto Office. La predisposizione alla lettura e la conoscenza delle dinamiche dell’editoria costituiranno titolo preferenziale.

Stage Comfacator

La risorsa sarà impiegata nella gestione della documentazione relativa ai rapporti con la clientela, nel vbilancio aziendale e di tutto quanto concerne la gestione di questo tipo di attività.

Stage Digital Marketing

Si ricercano laureati o laureandi in materie economiche con ottima padronanza della lingua inglese e dei principali programmi informatici.

Stage Junior Buyer

Stage Category

Stage Qualità non alimentare

Per avere maggiori informazioni sui requisiti necessari per partecipare alle seleziono per i tirocini offerti da Auchan e per l’invio della propria candidatura si rimanda alla pagina Offerte di lavoro del sito della catena.

Il cambiamento dei prezzi delle case in 40 anni

 I prezzi delle case, nonostante la crisi, sembrano scendere meno del previsto perché da un lato ci sono i potenziali acquirenti che hanno difficoltà nell’accensione del mutuo e non possono accettare l’acquisto di una casa a prezzi superiori alla loro capacità di spesa, dall’altra ci sono i proprietari che vogliono aspettare il momento propizio per vendere e massimizzare gli introiti.

► Crolla l’immobiliare ma sui prezzi è battaglia

Quando si parla di compravendita degli immobili, sembra sempre di essere di fronte ad una bolla immobiliare, ma per capire cosa sta succedendo è utile ricostruire il panorama degli ultimi 40 anni. Lo ha fatto l’Economist rilevando la variazioni del prezzo delle case al netto dell’inflazione.

► Torna la fiducia nella casa

Il primo dato che si evince è quello relativo al periodo in cui c’era la lira e l’Italia è stata interessata da alcuni momenti di iper inflazione. In pochissimi anni, il valore nominale della valuta locale, è stato modificato sensibilmente.

Se poi si considera il periodo che va dal 1975 ad oggi, si scopre che l’aumento reale dei prezzi è stato del 44,5 per cento che, in termini assoluti è un incremento elevato, ma poi, in termini relativi, non ha comportato chissà cosa.

L’Inps revoca la sospensione delle visite fiscali d’ufficio

 Un provvedimento dell’Inps aveva sospeso le visite fiscali d’ufficio, ossia le visite che l’istituto di previdenza di sua spontanea volontà o su sollecitazione del datore di lavoro fanno ai dipendenti che si assentano per malattia. Oggi, il coordinatore nazionale per il settore Inps della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg), Alfredo Petrone, annuncia che queste visite riprenderanno, anche se ancora i termini e le modalità sono da concordare.

► L’INPS fa il punto della situazione sugli esodati

L’appuntamento è per la prossima settimana, quando alla sede centrale dell’Inps si terrà un altro incontro per capire come procedere. Ma come mai l’Inps è tornata sui suoi passi?

In primo luogo c’è una specifica richiesta da parte del governo verso l’Istituto di Previdenza Nazionale: una spending review, mirata ad abbattere i costi dell’istituto, di circa 500 milioni di euro. Per fare questo taglio l’Inps necessita di una grande revisione, dalla quale le visite fiscali non possono essere esonerate.

Se sembrerebbe che evitare le visite fiscali possa essere un guadagno da parte dell’Inps, secondo il coordinatore le cose non stanno così: eliminare le visite fiscali comporterebbe, oltre al licenziamento dei 1.300 medici in tutta Italia chiamati ad occuparsi di questo incombenza, anche un costo, in termini di assenteismo aziendale molto maggiore dei 500 milioni di euro richiesti dal governo.

► Inps al collasso: secondo Mastrapasqua nel 2015 non ci saranno soldi per pagare le pensioni

Solo nelle scorso anno l’Inps ha sostenuto 1,3 milioni di visite di cui circa 976 mila d’ufficio e 325 mila sollecitate dai datori di lavoro.

Verso un nuovo decreto IMU a luglio

 Solo alcuni giorni fa, con l’ approvazione del decreto IMU, venerdì scorso, il Governo aveva annunciato anche la pianificazione di una riforma più profonda del sistema tributario degli immobili, da varare entro il prossimo 31 agosto.

> Ecco il decreto per la sospensione dell’IMU

Ma ora l’ esecutivo sembra intenzionato addirittura a stringere i tempi e a emanare, entro la fine di luglio, un nuovo decreto relativo all’ IMU che riproporrà tutta la questione della tassazione degli immobili in chiave service tax, come era stato già diverse volte anticipato.

100 mila persone dovranno rifare i calcoli IMU

Ci si prepara, quindi a tassare maggiormente i grandi patrimoni e i beni di pregio e a proporre invece sgravi per particolari condizioni familiari o reddituali. Ma non solo. L’ esordio della service tax a luglio dovrebbe essere accompagnato anche da una serie di interventi per il settore dell’ edilizia, pesantemente colpito dal clima di recessione.

Si è parlato, ad esempio, di riqualificazione dell’ edilizia scolastica e di una proroga del bonus energia per gli adeguamenti energetici degli edifici. Nella service tax, invece, andrebbero a confluire l’ IMU, le tasse sui rifiuti, quelle relative agli affitti e alle compravendite immobiliari e quelle per gli altri servizi comunali. Ci saranno poi le deducibilità dall’ Irpef e dall’ Ires per le attività produttive.

Le proposte per evitare l’aumento dell’Iva

 Il Governo con quello che è stato denominato il Decreto emergenze, quello che contiene la sospensione del pagamento dell’Imu, del quale si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni, sta rimettendo mano a quanto fatto da Mario Monti e dai suoi tecnici.

► 100 mila persone dovranno rifare i calcoli IMU

In primo luogo, come detto, la sospensione dell’Imu e la promessa di una nuova legge che ridefinisca l’intero sistema di tassazione sui beni patrimoniali, i che riporta l’attenzione sull’Iva. Sospendere l’Imu comporta un minor gettito per le casse delle amministrazioni che devono, in qualche modo, fare cassa.

L’aumento dell’Iva sarebbe stata una buona soluzione, se non fosse che aumentare l’aliquote sui beni di consumo di un punto percentuale comporterebbe un’ennesimo esborso per le famiglie, come già ha anticipato la Confcommercio. Che fare?

Al tavolo del governo sono state già presentate due istanze. Una è quella del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta che propone un aumento selettivo dell’Imposta sul valore aggiunto sui beni e i servizi ai quali oggi è applicata l’aliquota Iva del 21%, cercando di aumentare l’aliquota solo su alcuni beni, sia in base alle attuali dinamiche dei consumi che dei vincoli imposti dall’Europa.

► L’aumento dell’aliquota IVA potrebbe abbattersi sul fisco

Il viceministro dell’Economia Stefano Fassina propone invece di rimettere subito mano all’Imu, allargando del 15%, il perimetro delle case di pregio e di lusso adibite ad abitazione principale cui il Governo non ha sospeso il pagamento della tassa comunale sugli immobili.

 

 

Niente più segreto bancario per i conti svizzeri

 Potrebbe presto venire a cadere uno degli ultimi, infrangibili, miti della finanza internazionale. Le banche svizzere starebbero infatti ragionando sulla possibilità di dire addio al segreto bancario e di aprire i loro blindati – fino ad oggi – conti correnti alle indagini delle autorità fiscali straniere.

> Il segreto bancario svizzero in pericolo

Come anticipato dal quotidiano Les Temps, per il momento si tratta solo di una proposta, dovuta forse al costo del sistema degli accordi bilaterali stretti dagli istituti elvetici con le diverse naizoni, ma molti Paesi stranieri, tra cui l’ Italia, potrebbero beneficiare di questa inaspettata apertura.

> Il nuovo paradiso fiscale è Singapore

In Svizzera, infatti, sono finanziariamente domiciliati circa 120 miliardi di euro provenienti dalla ricchezza italiana, miliardi trasportati illecitamente oltre la frontiera a cui il nostro fisco potrebbe quindi chiedere presto il dovuto.

Ma la svolta svizzera, orientata verso un’ ottica di anti evasione e di anti riciclaggio, potrebbe presto essere adottata anche da altri stati limitrofi, come l’ Austria e il Lussemburgo. Per quest’ ultimo, anzi, esiste già una possibile data ufficiale per la caduta del segreto bancario: 2015.

Per mercoledì prossimo, intanto è fissato il vertice europeo di Bruxelles, a cui parteciperà anche il Presidente del Consiglio Enrico Letta, in vista di una collaborazione tra i Paesi UE nello scambio di informazioni bancarie.

Adesso lo yen è troppo debole?

 I giapponesi, in questo momento, stanno riservando delle incredibili sorprese al mercato valutario. In un primo momento hanno “scatenato il panico” dicendo di voler insistere sulla svalutazione dello yen per far recuperare valore alla moneta locale. Poi, accusati di aver scatenato una guerra tra valute, hanno risposto dicendo che avrebbero insistito con la svalutazione per rilanciare l’economia giapponese, ribadendo il ruolo assegnato da sempre alle banche centrali.

Il mercato forex è ancora favorevole al dollaro

Peccato che alla lunga, dopo qualche mese a dire il vero, questa svalutazione sia sembrata eccessiva a molti analisti, tanto che anche in Giappone si pensa a fare un piccolo passo indietro. 

Per questo, all’inizio della settimana di scambi, il ministro dell’Economia Akira Amari, ha detto che la forza dello yen, così svalutato, sta diventando un problema per l’economia giapponese. Il tasso della coppia USD/JPY, infatti, è arrivato ai massimi livelli da quattro anni a questa parte.

Quale yen aiuta Toyota

La preoccupazione del ministro giapponese dell’economia nasce dal fatto che mentre ci sono delle aziende che sono avvantaggiate dalla svalutazione dello yen, per esempio la Toyota, ci sono poi settori che da questa situazione non traggono benefici, per esempio quelli che sono orientati all’importazione dei materiali. Si vadano i produttori di acciaio.

Yahoo! ha comprato Tumblr

 La conferma ufficiale è arrivata questa mattina direttamente dalla voce di Marissa Mayer, ceo di Yahoo!. Le trattative tra la sua azienda e Tumblr sono andate a buon fine: 1,1 miliardi di dollari in contanti e Tumblr, adesso, è nella mani di Yahoo!

► Troppe poche donne nei cda europei

Sembra di vedere una storia già vista – parliamo di Facebook e di Instagram – anche perché le caratteristiche dell’acquisizione sono molto simili: David Kamp, che ha creato Tumblr nel 2007, rimarrà a capo della sua azienda, così come i suoi 175 dipendenti che, pur diventando dipendenti di Yahoo!, saranno sempre sotto la guida del loro capo.

Ma quali sono le ragioni di questa acquisizione fortemente voluta dalla Mayer?

Le ragioni sono presto spiegate: Yahoo!, una delle più grandi e vecchie società di Internet, sta facendo fatica a tenere il passo con i tempi, sopratutto per quanto riguarda la parte social, rimanendo praticamente escluso dal mercato della pubblicità per la fascia di età che va dai 18 e i 24, la più attiva, e quindi redditizia, di Internet.

► A Yahoo! piacciono le donne

Con questa acquisizione la giovane amministratrice conta di crescere il pubblico di Yahoo! del 50%, fino a un miliardo di visitatori mensili, e aumentare il suo traffico del 20%.

Il 10% delle famiglie italiane possiede il 47% della ricchezza

 In Italia, a causa della crisi economica, cresce sempre di più la disuguaglianza sociale, sulla base del fatto che quasi la metà della ricchezza nazionale, cioè una quota pari al 47% si trova oggi concentrata nelle mani di poche famiglie, che rappresentano solo il 10% dell’ intera popolazione italiana.

Draghi invita a ridurre la disoccupazione e la concentrazione dei redditi

Tali sono i dati che emergono da un aggiornamento del rapporto sui salari 2012 stilato dalla Fisac – Cgil, che hanno anche calcolato l’ attuale rapporto tra la retribuzione media di un dipendente e quella di un top manager. Anche su questa questione, purtroppo, la situazione italiana rivela una forte disuguaglianza.

Indagine europea sulla ricchezza delle famiglie: in Italia una su sei è povera

Se nel 1970, infatti, il rapporto tra i salari dei dipendenti e quelli dei manager si attestava su un numero di 1 a 20, oggi, il divario è cresciuto fino a ad un livello di 1 a 163.

In altre parole, se un lavoratore dipendente percepisce circa 26 mila euro lordi l’ anno, il compenso medio dei top manager e degli amministratori delegati raggiunge oggi i 4 milioni e 326 mila euro.

Dalla Cgil si leva quindi la richiesta di imporre un tetto alle retribuzioni dei top manager, in modo da ristabilire una situazione più equa.