Articolo 1 cerca personale per le risorse umane

 L’Agenzia per il Lavoro Articolo1 sta aprendo nuove filiali sul territorio italiano per le quali ha bisogno di nuovo personale. Le nuove filiali saranno ubicate prevalentemente nelle regioni del centro nord della penisola, ma non mancano opportunità di lavoro anche per le altre regioni, dove sono già presenti delle filiali dell’importante agenzia per il lavoro.

Vediamo nel dettaglio quali sono i profili ricercati dall’Agenzia per il Lavoro Articolo1 e le sedi di lavoro.

I profili ricercati al momento dall’Agenzia per il Lavoro Articolo1 sono:

Key Account Manager (11 risorse) per la sede di Milano

Branch Manager (6 risorse) per le sedi di Como, Genova, Parma, Reggio Emilia, Ascoli e Frosinone

Assistenti di filiale (6 risorse) per le sedi di Como, Genova, Parma, Reggio Emilia, Ascoli e Frosinone

Per conoscere i requisiti che l’Agenzia per il Lavoro Articolo1 richiede per potersi candidare alle posizioni di lavoro aperte e per la candidatura consultare la pagina dedicata alle carriere del sito dell’Agenzia.

I cittadini europei sono sempre più scettici

 Un recente studio di Pew Research Center ha dimostrato che l’Unione Europea è il nuovo “stato malato” dell’Europa, del Vecchio Continente. Una frase che sembrerebbe senza senso ma che in realtà ha soltanto come obiettivo quello di evidenziare che il progetto europeo non gode più della stima di un tempo.

Negli USA torna la fiducia dei consumatori

Questa situazione dipende molto anche dalla crisi economica che ha interessato l’Europa e l’euro e che ha coinvolto in primo luogo le economie del sud del Vecchio Continente. La situazione, adesso, sembra in leggero miglioramento, ma il malcontento persiste.

L’idea dell’Unione Europea, infatti, non convince più i cittadini e la crisi dell’euro, la fiducia nella moneta unica è senz’altro sfumata. Lo dice la ricerca che è stata condotta in otto paesi: Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, Spagna, Grecia, Polonia e Repubblica Ceca.

L’Italia combatte contro la crisi

Sotto accusa ci sono i costi dell’integrazione, sempre più elevati e sempre meno sopportabili dagli stati membri. I cittadini europei si riscoprono oggi, sempre più nazionalisti e si dicono contrari al trasferimento di potere alle istituzioni europee. Un’Europa più unita dal punto di vista politico ed economico, è l’unico presupposto possibile per una ripresa finanziaria del Vecchio Continente.

Soltanto con questo ipotetico ed auspicabile nuovo trend, si possono neutralizzare le forze centrifughe presenti in Europa.

La finanza scossa dallo scandalo Bloomberg

 Il New York Post, da sempre, si occupa di scandali di tutti i tipi, anche inerenti il mondo della finanza. Peccato che goda della fama di quotidiano scandalistico e poco affidabile. Qualche mese fa, nel mirino dei suoi giornalisti, è finita la società Bloomberg che fornisce servizi e informazioni finanziarie agli abbonati della Goldman Sachs.

Le quotazioni dell’oro secondo Goldman Sachs

I giornalisti di Bloomberg sarebbero stati accusati di usare delle informazioni riservate, di proprietà della banca, per scrivere i loro articoli. Queste informazioni sarebbero state reperite con il monitoraggio dei Bloomberg Terminal, cioè i computer che sono forniti ai clienti dell’azienda per la gestione dei loro servizi finanziari, compresi compravendite di titoli e operazioni di altra natura.

Goldman Sachs contro Beppe Grillo

Questo sistema fraudolento era stato messo a nudo dalla Goldman Sachs stessa. O meglio, la banca d’affari aveva evidenziato che un giornalista di Bloomberg aveva chiesto delle informazioni troppo particolari alla banca, si era informato cioè su un partner della società che sembrava aver abbandonato gli affari, visto che non c’erano login recenti al suo terminale.

Un’ingenuità che ha comportato una semiconfessione della Bloomberg. L’agenzia si è scusata per il comportamento del giornalista ma ha dovuto anche indagare se la pratica incriminata fosse opera di un singolo dipendente o se al contrario fosse perpetrata da tutti gli altri.

 

Il governo Letta fa i conti per il paese

 Il governo Letta, in ritiro “spirituale” in Toscana, ha già annunciato che i prossimi provvedimenti in programma riguarderanno l’IMU e l’IVA, ma con che soldi si possono attuare queste riforme?

Per chi sarà l’acconto IMU

Il neo premier sa che il suo obiettivo è quello di fare le riforme necessarie al paese. In primo luogo bisogna affrontare la legge elettorale ma dovranno essere messe in campo anche delle riforme istituzionali. Sulle riforme di natura economica, invece, c’è ancora un po’ di maretta, nel senso che soltanto l’IMU si sa che dovrà essere modificata.

L’IMU potrebbe essere addirittura abolita, ma più che andare a mettere le mani sulla prima casa, molti politici vorrebbero rilanciare l’economia e quindi usare un buon quantitativo di risorse per diminuire l’IRAP, l’imposta sulle attività produttive. L’aumento dell’IVA, invece, è fuori discussione: dal primo luglio passerà dal 21 al 22 per cento, così com’è stato programmato dal governo Monti l’autunno scorso.

L’aumento IVA ci sarà o no?

Facendo un discorso meramente finanziario si scopre allora che se il governo Letta decidesse di abolire l’IMU e restituire una parte dell’imposta comunale sugli immobili, già pagata nel 2012, dovrebbe andare alla ricerca di ben 8 miliardi di euro. Soltanto la sospensione della rata di giugno dell’IMU vale 2 miliardi di euro. L’aumento dell’IVA, da luglio per i primi sei mesi, quindi fino al dicembre 2013, dovrebbe portare nelle casse dello stato circa 2,1 miliardi di euro che a regime, nel 2014, dovrebbero diventare 4,2 miliardi in un anno.

L’Economist spiega il mondo del lavoro in India

 In un recente rapporto, il quotidiano Economist ha provato a spiegare in modo lucido perché l’India, pur avendo un enorme potenziale demografico, lo sta sprecando senza cogliere le opportunità espresse dal mondo del lavoro.

Sembra quasi un paradosso quello del Subcontinente indiano che ha una concentrazione enorme di risorse umane, che si adopera per l’acquisto di oro mettendo al sicuro i suoi conti e allo stesso tempo non riesce a sfruttare a pieno le richieste del mercato. Ma in che senso? Lo spiega l’Economist.

Quali nazioni soffrono della svalutazione aurea

Da qui al 2024, in dieci anni circa, la popolazione indiana che è in età lavorativa, quindi uomini e donne che hanno un’età compresa tra 15 e 64 anni, crescerà ancora di 125 milioni di unità. Poi, nel decennio successivo, la popolazione in età lavorativa crescerà ancora di 103 milioni di unità. Questo vuol dire che la forza lavoro indiana potrebbe presto superare quella cinese. Peccato che l’economia del Subcontinente non sia preparata.

Il protezionismo sta uccidendo l’export UE

La bomba demografica, in realtà, è stata un problema importante negli anni Settanta, quando la classe dirigente avviò una campagna di sterilizzazioni forzate. Questa scelta si è rivelata fallimentare perché con la crescita economica e il calo del numero dei figli per famiglia, l’India non è stata in grado di supportare lo sviluppo del paese.

Adesso la situazione si ripresenta ma vista la scarsa lungimiranza della sterilizzazione il management indiano deve impegnarsi nella creazione di 100 milioni di posti di lavoro in dieci anni.

General Electric assume in Italia

 La General Electrics oggi è una grande multinazionale che opera in diversi settori, come la tecnologia, i media e i servizi finanziari.

La sua nascita si deve, nel 1982, alla fusione della Edison Electric Light Company con la Thomas – Houston Company e in questi 130 anni di storia la compagnia è stata in grado di sfruttare tutte le sue potenzialità per divenire operativa e competitiva in tantissimi campi: ad oggi la General Electrics ha più di 100 sedi operative per un totale di circa 300.000 dipendenti in tutto il mondo.

Al momento la multinazionale americana è alla ricerca di ben 80 risorse che saranno impiegate, sia con contratti di lavoro che con stage finalizzati all’assunzione, presso le sedi italiane di MilanoAgrate BrianzaVibo ValentiaBussolengoFirenzeTalamonaMassa e Bari.

Le posizioni di lavoro aperte in questo periodo per le sedi italiane della General Electrics sono:

Tecnici,
Services Project Associate,
Manager,
Ingegneri,
Credit & Collections Specialist,
Specialisti della Logistica,
Programmatori,
Capi Reparto,
Commerciali,
Analisti.

Gli stage proposti dalla General Electrics si svolgeranno nei seguenti settori:

Global Events,
Testing Scheduler,
Quality,
Risorse Umane,
Technology Services,
Produzione,
Global Services,
Quotation & Qualification Engineers,
Operational Project,
Finanza.

Per conoscere tutti i requisiti richiesti dalla General Electrics per candidarsi ad una delle offerte di lavoro o di stage proposte, consultare il sito della multinazionale alla pagina dedicata alle Carriere.

La Slovenia si può salvare con questo piano

 La Slovenia deve essere assidua nel rispetto delle regole stabilite nel piano di salvataggio per fare in modo che si eviti il ricorso ai prestiti dell’Europa. Il piano di salvataggio, all’indirizzo del quale è stato manifestato molto scetticismo, comporta l’aumento dell’IVA e l’avvio di una fase importante di privatizzazioni.

La Slovenia ristruttura le banche

Il primo ministro sloveno, Alenka Bratusek, giovedì scorso ha annunciato le misure economiche che intende mettere in atto per evitare di rivolgersi all’Unione Europea e al Fondo Monetario Internazionale. Le misure indicate sono anche inserite in un’agenda molto serrata.

I titoli sloveni sono considerati tossici

Entro il primo luglio ci sarà un aumento di due punti percentuali dell’IVA che dovrà passare dal 20 al 22 per cento. Poi si passerà alla privatizzazione di ben 15 imprese pubbliche, tra cui anche la seconda banca del paese, vale a dire la Nova KBM, la compagnia aerea nazionale e l’operatore di telecomunicazioni più importante del paese. Insomma, dal settore creditizio a quello tecnologico, sono tutti impegnati nel salvataggio della Slovenia.

Il paese in questione, infatti, nel 2012, ha chiuso i conti con un rapporto tra deficit e PIL pari al 3,7 per cento. Secondo le stime, il 2013 si chiuderà con un deficit tra il 5 e il 7 per cento.

La Germania dall’austerity alla competitività

 Si torna a parlare di crescita, in Germania, si torna a parlare di competitività.  Dopo anni dedicati al rigido consolidamento dei conti pubblici e dopo anni investiti nelle politiche di austerity, Berlino cambia ufficialmente rotta e sposa la causa da tempo sottopostale da numerosi capi di governo europei, e dallo stesso governatore della Banca Centrale Europea – BCE, Mario Draghi, che da mesi si affanna a ripetere come da sole, le politiche monetarie non siano sufficienti a promuovere la crescita economica.

Tutta l’Eurozona è in recessione

Così anche la Merkel torna a porre la competitività tra le priorità, competitività che dovrà certo essere espressa attraverso delle riforme strutturali che consentano al Paese di ritrovare la capacità di produrre ricchezza e di creare nuova occupazione. Niente più solo tagli alle spese, dunque, niente più solo risanamento dei conti pubblici. La Germania, infatti, alla luce degli ultimi dati, non può continuare a mantenere la sua crescita economica se attorno a lei la maggior parte delle nazioni vivono in recessione. Urge dunque un cambiamento di marcia, una inversione di tendenza.

Calano le vendite nell’Eurozona

E per dare concretezza alla speculazione teorica un primo passo è costituito dalla lotta alla disoccupazione giovanile europea, con uno stanziamento di fondi comunitari e l’ organizzazione di una conferenza per decidere sul loro migliore utilizzo.

Record del debito pubblico italiano

 Lo Stato si è indebitato raggiungendo dei livelli mai sfiorati in precedenza. Le entrate tributarie del primo trimestre dell’anno sono cresciute rispetto al 2012 fino a quota 84 miliardi di euro. Non si tratta di numeri dati a caso ma di elementi contenuti nel bollettino di Bankitalia.

L’industria italiana in cattive acque

Nel documento si spiega che il debito pubblico tricolore, a marzo, è salito fino a 2.034,725 miliardi di euro, sfiorando un nuovo record storico e sfondando la precedente soglia dei 2.022,7 miliardi di euro raggiunti a gennaio del 2013. Soltanto nel secondo mese dell’anno in corso il debito pubblico era sceso fino a 2017,6 miliardi.

L’austerity criticata dal basso

Il debito è aumentato nuovamente a marzo rispetto al mese precedente e questo incremento su base mensile, dice via Nazionale, dipende dal fabbisogno del mese di marzo che, per fattori stagionali, è aumentato, pur essendo controbilanciato dalla diminuzione di 3,8 miliardi di euro delle disponibilità liquide del Tesoro.

Se poi si fa un’analisi dei vari sottosettori dell’economia, si nota che da febbraio a marzo è cresciuto di 16,8 miliardi di euro il debito delle Amministrazioni centrali, così come è cresciuto di 0,2 miliardi di euro il debito delle Amministrazioni locali, mentre è rimasto invariato il debito degli Enti di previdenza.

Pensioni, Governo lancia turnover tra senior e giovani

 Il governo Letta si è posto due importantissimi obiettivi. Il primo è quello di creare in poco tempo centomiila nuovi posti di lavoro per i giovani.

Il secondo è quello di rendere un po’ più flessibile la contestatissima riforma delle pensioni, ideata verso la fine del 2011 dall’ex-ministro del Welfare, Elsa Fornero.

L’asso nella manica

Ora, al posto della Fornero c’è Enrico Giovannini, che è pronto al ‘colpaccio’. Giovannini la chiama staffetta generazionale ed è la progressiva e graduale sostituzione, negli organici delle aziende, dei lavoratori più anziani con giovani neo-assunti.

Nello specifico, ai dipendenti ai quali restano ormai pochi anni di carriera prima della pensione, verrà offerta la possibilità di lavorare part-time, ovvero con orari e stipendi ridotti. Contestualmente, tuttavia, l’azienda proseguirà a versare la stessa quantità di contributi prevista per chi fa orario full time, in maniera tale da evitare un taglio dell’assegno pensionistico maturato dal lavoratore.

I dettagli della proposta Giovannini

Nello specifico, se l’impresa deciderà di assumere un giovane (con un contratto stabile o con l’apprendistato) e lo assocerà al dipendente più anziano in un percorso di training professionale, riceverà un sostegno pubblico: la cifra di contributi del lavoratore anziano verrà infatti pagata (almeno parzialmente) dallo Stato.