Bosch cerca stagisti

 Giovani laureati è arrivato il momento di farsi avanti e di mandare al vostra candidatura alla Bosch che sta cercando nuove leve da inserire nella sede di Milano come stagisti.

Tanti i settori in cui si potrà essere impiegati e, quindi, tante le opportunità, senza contare che poter vantare nel proprio curriculum vitae una esperienza di lavoro all’interno di una grande multinazionale come questa non è cosa da poco.

I tirocini offerti in questo periodo da Bosch hanno la durata di sei mesi e, naturalmente, prevedono una retribuzione. Vediamoli nel dettaglio.

Stage Area Hr – Business Process Management

Offerta dedicata a neolaureati in Ingegneria Gestionale o Economia di primo livello.

Stage Area Communication And Customer Solution

Si cercano neolaureati in in Economia/Marketing con indirizzo Comunicazione.

Stage Area Corporate Marketing & Communication

Richiesta laurea in Marketing, Comunicazione o Pubblicità.

Stage Ufficio Stampa

Richiesta laurea in Scienze Umanistiche.

Per tutti gli stage aperti presso Bosch è requisito fondamentale la conoscenza dell’inglese, il tedesco sarà valutato come requisito preferenziale, e del pacchetto Office.

Per candidarsi ad una delle offerte di stage di Bosch consultare la pagina Posizioni aperte del sito della multinazionale tedesca.

I Comuni non subiranno alcun deficit di liquidità

 Mentre continuano ancora le discussioni – e le polemiche – sul caso IMU e, a quanto sembra per venerdì prossimo 17 Maggio, è attesa l’ approvazione del decreto che ufficializzerà la sospensione della rata  di Giugno dell’ imposta municipale, il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio rassicura i Comuni sugli effetti provocati dalla ratifica di questo provvedimento.

Venerdì il decreto su IMU e Cig

Il Ministro ha infatti affermato che il congelamento dell’ IMU non provocherà nessun deficit di liquidità sui Comuni, che all’ indomani della cancellazione di questo tributo temono un tracollo delle casse comunali.

Arrivano ai Comuni i primi soldi dal decreto attuativo

Le rassicurazioni del Ministro per gli Affari regionali non arrivano soltanto in seguito al vivacizzarsi della questione IMU connessa con l’ imminente approvazione del relativo decreto, ma anche in seguito ad un appello presentato nei giorni scorsi dall’ ANCI – l’ Associazione Nazionale dei Comuni Italiani – al premier Letta. appello che conteneva una richiesta di verifica dei contenuti del decreto prima della sua adozione da parte del Consiglio dei Ministri.

Ciò che preoccupa l’Anci è, in definitiva, la disponibilità delle risorse, cioè di quei circa 2.250 milioni di euro che sarebbero più che mai necessari agli Enti Locali in un momento di evidenti difficoltà di bilancio.

Debiti delle Pubbliche Amministrazioni: il Decreto attuativo in 10 punti

 Le imprese italiane attendono con impazienza che il decreto per lo sblocco dei pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione arrivi al via libera definitivo.

Non c’è ancora molto da aspettare e, a meno di ulteriori stravolgimenti in corsa, l’approvazione alla Camera è prevista per il 7 giugno 2013.

Vediamo allora cosa prevede questo decreto e come influenzerà la vita delle imprese italiane.

► L’Ance avverte il Governo: il decreto non basta a frenare il debito delle Pa

1. I tempi di pagamento dei debiti

Comuni e province avranno 30 giorni di tempo, da quando il ministero dell’Economia eroga l’anticipo, per pagare i debiti che imprese e professionisti vantano, ovviamente dietro certificazione, nei confronti delle Amministrazioni.

2. Possibilità di inserimento dei crediti nella dichiarazione dei redditi

Come voluto dai deputati del Movimento 5 Stelle, le imprese e i professionisti che vantano dei crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione potranno indicarne il valore – per i crediti certi, liquidi e esigibili – nella dichiarazione dei redditi, attraverso un allegato dedicato che dovrà essere predisposto dal ministero delle Finanze.

3. Sospensione dei lavori degli appalti in caso di mancato pagamento

Le imprese che stanno eseguendo lavori per appalti pubblici possono sospendere i lavori per mancato pagamento dell’importo contrattuale di almeno il 15% e non oltre il 25%.

4. Predisposizione di una convenzione tra Governo e associazioni di categoria per il monitoraggio

Governo e associazioni di categoria dovranno collaborare per controllare che l’immissione di liquidità per le imprese derivante dal pagamento dei debiti sia realmente utilizzata a sostegno dell’economia reale.

► Arrivano ai Comuni i primi soldi dal decreto attuativo

5. Aggiornamento del Def

Il Governo ha l’obbligo di aggiornare il Def – Documento di Economia e Finanza – con l’introduzione di una relazione sul decreto per lo sblocco del pagamento dei debiti della PA e sugli eventuali altri provvedimenti per lo smaltimento dell’intero debito.

6. Obbligo di regolarità delle imprese 

Le imprese che vogliono vantare crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni dovranno dimostrare di essere in regola con la contribuzione: in caso contrario al valore del credito da restituire sarà tolto l’ammontare di quanto manca per la regolarizzazione delle posizioni Inps, Inail o Cassa edile.

7. Autenticazione gratuita degli atti di cessione

Le imprese possono rivolgersi all’ufficiale rogante dell’amministrazione debitrice per l’autenticazione  gratuita del credito vantato. Lo stesso può essere fatto tramite atto notarile ma previo pagamento da parte dell’impresa dell’onorario spettante, anche se dimezzato.

8. Nessun aumento delle tasse per le Regioni

Come proposto dal Movimento 5 Stelle le Regioni che devono pagare dei debiti nei confronti delle imprese e dei professionisti non potranno aumentare le tasse, come previsto nella prima versione del decreto per lo sblocco del pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni, per poter procedere a sanare i debiti del settore sanità.

Potranno solo intervenire sulla spesa corrente dell’amministrazione stessa.

9. Utilizzo obbligatori della poste certificata

Tutte le informazioni in merito all’importo e alla data di pagamento dei debiti che le amministrazioni devono far pervenire alle imprese e ai professionisti creditori – da inviare entro e non oltre il 30 giugno 2013 – dovranno essere fatte per via telematica ma con utilizzo obbligatorio di una casella di Posta Elettronica Certificata (PEC)

► I tagli all’editoria salveranno le sigarette elettroniche

10. Da dove arriveranno le risorse per il mantenimento degli obiettivi di stabilità?

Ciò che preoccupa di più le amministrazioni regionali e provinciali è sicuramente il rispetto degli obiettivi del patto di Stabilità previsto per il 2013 e il 2014.

Da un lato il decreto per lo sblocco del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione prevede che il governo ampli gli spazi finanziari previsti da tale patto. Inoltre sono state previste altre fonti di approvvigionamento che arriveranno dal taglio dei fondi per l’editoria, di quelli per il fondo Ispe e ulteriori tagli sono stati previsti per Ministero del Lavoro e Ministero degli Affari Esteri.

Salve le sigarette elettroniche.

Negli USA torna la fiducia dei consumatori

 Gli USA, nell’ultimo report sulle vendite al dettaglio, sono andati meglio del previsto e questo ha fatto immediatamente pensare che l’economia americana sia in una fase di slancio, nel pieno della ripresa.

I market mover del 14 maggio

Le vendite al dettaglio negli USA sono cresciute dello 0,1 per cento a dispetto degli economisti che si aspettavano un calo di 0,3 punti percentuali. Intanto la versione core del report, quella che esclude dal computo delle vendite il comparto automobilistico, si assesta sul -0,1 per cento. Nonostante la negatività degli indici, bisogna comunque riconoscere un miglioramento rispetto ai mesi precedenti.

In Italia a soffrire sono soprattutto i consumi

Le vendite al dettaglio, con segno positivo, come abbiamo indicato in apertura, arrivano nel momento migliore. In questo periodo, infatti, è stato scelto che l’imposta sui salari fosse usata per finanziare l’assicurazione sanitaria, di recente portata al 6,2% per i cittadini con un reddito superiore ai 113.700 dollari annui. Precedentemente la spesa per l’assicurazione sanitaria era stata ridotta al 4,2 per cento per sostenere l’economia.

In tutto questo quadro: si può effettivamente parlare di ripresa economico-finanziaria? Sicuramente siamo in una fase crescente e i consumatori possono tornare a spendere qualcosa in più, i prezzi del petrolio sono in costante diminuzione e il mercato del lavoro è in recupero.

E se la Gran Bretagna uscisse dall’Europa?

  La Gran Bretagna è un paese che teoricamente fa parte dello spazio europeo ma non è inserita nell’area euro, basta pensare al fatto che adotta la sterlina. Eppure molti economisti, in primis Wolgang Munchau, si chiedono se sia possibile per la Gran Bretagna, uscire dall’euro.

Riprendono le assunzioni alla City di Londra

Nella discussione che adesso è comune in molti stati, si prendono in considerazione i pro e i contro dell’uscita dei paesi dall’Unione Europea. Nel caso del Regno Unito il nodo principale è la negoziabilità dei termini. In pratica si cerca di capire se le conseguenze economiche dell’uscita dall’euro dipendono dai termini stabiliti per l’uscita. Secondo Lord Lawson che in passato è stato Cancellieri della Gran Bretagna, i costi del mercato unico per il Regno Unito sono superiori ai costi dell’uscita dall’UE. Quindi, Lawson si dice favorevole a questa soluzione.

Il Regno Unito in crisi lo spiega Osborne

Affinché l’uscita dall’UE sia profittevole, però, è necessario che si verifichino alcune cose. In primo luogo il Regno Unito non deve fare immediata richiesta per l’adesione all’Area Economia Europea (EEA) di cui fanno parte anche altri paesi, per esempio la Norvegia, l’Islanda e il Liechtenstein.

La seconda condizione è che anche non aderendo all’EEA, il Regno Unito abbia comunque libero accesso allo scambio con l’Unione Europea.

Equitalia fuori da 6 mila comuni italiani

 A partire da lunedì prossimo, 20 Maggio, il sistema di riscossione dei tributi di 6 mila Comuni italiani subirà una modifica fondamentale: la riscossione coattiva delle multe e delle diverse sanzioni non sarà più affidata ad Equitalia S.p.a., la società di recupero crediti che in questi ultimi anni ha gestito e cercato di risolvere i contenziosi e le morosità relative al pagamento dei tributi italiani.

> Alemanno liquida Equitalia da Roma Capitale

Ma da lunedì prossimo, probabilmente con grande gioia di tutti i riottosi nei pagamenti e con grave perdita per l’erario, questo non si verificherà più. La società ha infatti inviato una lettera a tutti i Comuni italiani interessati, che ammontano ad un totale di 6 mila su 8 mila, in cui si dice che a partire dalla data del 1 luglio del 2013 cesseranno tutte le attività di riscossione da parte dell’ azienda, così come previsto, del resto, ormai da due anni a questa parte, dal decreto Sviluppo varato dal Governo Berlusconi nel giugno del 2011. Decreto che ovviamente ormai in pochi ricordano, ma che sarà presto operativo.

> Equitalia concede la rateizzazione dei debiti fino a 50 mila euro

I Comuni sono quindi invitati, a meno di non sostenere poi i relativi costi amministrativi senza trarne benefici, a non inviare più ad Equitalia le cartelle relative alle multe. Resta però il fatto che i sindaci non hanno alcuno strumento operativo per rimpiazzare il ruolo svolto dalla società di recupero crediti.

Denunciare l’affitto in nero per pagare meno

 L’Agenzia delle Entrate è consapevole che molti appartamenti, oggi diffusi nel nostro paese, sono affittati in nero ma la legge mette a disposizione degli inquilini degli strumenti per denunciare la situazione illegale e iniziare a risparmiare sull’affitto.

Il fallimento della cedolare secca

Si parla di affitto in nero quando il contratto di locazione non è registrato all’Agenzia delle Entrate. I proprietari di un immobile da affittare, in genere, offrono un contratto in nero per evitare di pagare le tasse di registrazione e rendita e dicono di applicare uno sconto sul canone d’affitto.

E’ stata però lanciata una normativa, quella della cedolare secca, che consente ai proprietari irregolari di denunciare la situazione. Per usufruire della cedolare secca è necessario rivolgersi agli avvocati dell’Unione Inquilini e denunciare il proprietario. È necessario inoltre avere dei documenti particolari a disposizione, documenti capaci di attestare il domicilio dell’inquilino “irregolare” nell’immobile.

Scegliere tra cedolare secca e remissione in bonis

In pratica è necessario provare il pagamento dell’affitto con una copia del bonifico mensile del canone corrisposto al proprietario e una copia delle bollette con le utenze  intestate all’inquilino.

Denunciato il proprietario dell’appartamento si può ottenere di essere inseriti in un regime fiscale agevolato che prevede il pagamento di un canone di locazione annuo pari a tre volte la rendita catastale per quattro anni dalla data di registrazione e prorogabili per altri quattro anni.

Pacchetto occupazione giovani entro giugno: quali possibili interventi?

 Termine ultimo giugno. E’ questa la scadenza che si è dato il Ministro Giovannini per presentare un nuovo pacchetto di misure per il mercato del lavoro che avrà una particolare attenzione all’occupazione giovanile.

► La proposta di Giovannini per le pensioni: uscita anticipata con penalizzazione

Gli strumenti per far migliorare una situazione sull’orlo della paralisi ci sono, anche se non sono moltissimi, ma il Governo ha a disposizione per intervenire le risorse comunitarie, ovvero i 400 milioni di euro destinati all’Italia dal piano europeo Garanzia giovani.

Il punto di partenza per Giovannini è la situazione attuale dei giovani in Italia: 2,1 milioni di “neet” (giovani che non studiano e non lavorano) e 650 mila giovani disoccupati. Ma il problema non è solo italiano, per questo il lavoro per cercare di trovare il pacchetto di interventi più adatto, che non sarà solo legislativo, sarà fatto di concerto con l’OCSE e con l’Unione Europea, alla quale si chiede di escludere le spese che i governi sosterranno per l’occupazione giovanile dai parametri del patto di stabilità o di deficit.

► Giovannini frena sulla Riforma del Lavoro

I primi interventi che sembra saranno presi in considerazione sono quelli sui centri per l’impiego, definiti come la principale debolezza del mercato del lavoro italiano, e l’allentamento di alcuni paletti che la Riforma del Lavoro del Ministro Fornero ha messo per i contratti a tempo determinato e l’apprendistato, in modo da rendere il ricorso a queste forme di contratto più flessibile e più facile, se non conveniente, per le aziende.

Krugman confronta Lettonia e Stati Uniti

 L’austerità è una teoria che in questo momento tutti stanno mettendo in discussione. In primo luogo perché l’algoritmo che aveva giustificato le teorie economiche legate all’austerity si sono rivelate matematicamente erronee. In secondo luogo perché soltanto spostando l’attenzione dai conti pubblici alle riforme è possibile lavorare sulla crescita del paese.

L’austerity criticata dal basso

Ci sono però degli studiosi, come Martin Wolf, che ancora giustificano l’austerità, trovano cioè degli esempi reali del fatto che questa rigida teoria economica funziona. Un esempio lampante, secondo Wolf, è la Lettonia. I temi presi in considerazione sono il PIL che è ancora al di sotto del periodo pre-crisi e la disoccupazione che è ancora ad un livello molto elevato nonostante il flusso migratorio sia molto possente.

La Germania deve ripensare all’austerità

Paul Krugman, però, vuole partire dalla considerazioni di Wolf per allargare la riflessione e spiega che nei paesi Baltici l’aggiustamento economico è più semplice perché siamo di fronte ad economie molto aperte che non possono essere paragonati con le realtà occidentali. Questo vuol dire che in poco tempo è automatico che crescano in modo importante le esportazioni.

Per quanto riguardo il PIL basso e la disoccupazione alta, Krugman spiega che i valori del 2006-2007 erano dettati dalla bolla speculativa e non erano dati reali, per questo è molto complicato fare dei paragoni.