Saccomanni ribadisce a Bruxelles gli impegni dell’Italia

 Si è trovato oggi a Bruxelles, per la prima volta in questa veste dall’ insediamento del nuovo esecutivo, il Ministro dell’ Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni,  il quale, alle richieste dell’ Eurogruppo, non ha avuto tentennamenti nel riconfermare gli impegni presi dall’ Italia in merito ai suoi conti pubblici.

>L’Ue sollecita la discussione sulle priorità del Governo

I 16 Ministri europei delle Finanze hanno infatti chiesto «indicazioni precise, contenute nelle risoluzioni approvate dal Parlamento e nel testo del decreto che sarà approvato a giorni». Ma il Ministro Saccomanni ha confermato che l’ Italia adotterà le misure per rispondere ai problemi nazionali senza interferire su debito pubblico e deficit.

La salvezza dell’Italia dalla BCE

Una relazione, quella del neo Ministro dell’ Economia, a quanto pare, almeno dalle parole del presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, piuttosto ambiziosa e convincente, che ha rassicurato tutti i presenti sulle priorità economiche del nuovo governo italiano e sul fatto che l’ Italia rimarrà all’ interno degli impegni assunti a livello comunitario.

Saccomanni ha inoltre precisato che le misure che il Governo Letta si appresta a varare riguardano solo i saldi della finanza pubblica per il 2013. Il nuovo Governo ha infatti in cantiere anche un programma di riforme di più lungo periodo, di cui si è discusso durante l’ incontro di Spineto nei giorni scorsi.

Giovannini frena sulla Riforma del Lavoro

 Il nuovo Ministro del Lavoro Enrico Giovannini frena gli entusiasmi di tutti coloro che si stavano già mettendo al lavoro per una revisione della Riforma Fornero: la Riforma deve, sì, essere modificata, ma occorre cautela nell’intervenire in un programma che solo ora inizia a dare i primi risultati.
► Le modifiche alla riforma Fornero

Quindi, nonostante nel programma del neo premier Letta ci fosse stata fin da subito una revisione della Legge 92, il nuovo capo del dicastero del Lavoro pensa ad un aggiustamento di quello che sembra non andare, ma in modo molto meno profondo rispetto a quanto ci si fosse aspettato.

Enrico Giovannini, dati alla mano, ha parlato di una riduzione della disoccupazione: dopo il grande record registrato nell’ultimo periodo del 2012, il trend disoccupazionale si è stabilizzato – con una sensibile ripresa dei contratti a tempo determinato – il che sarebbe il primo effetto della Riforma voluta dal suo predecessore.

► Letta annuncia modifiche alla riforma Fornero

Inutile, quindi, se non deleterio, pensare ad una revisione profonda della Riforma, soprattutto se queste sarà fatta con provvedimenti di normativa, fiscale o contributiva. Ciò che serve al paese, al momento, è centrare gli obiettivi di crescita, solo in questo modo si potrà pensare a creare nuova occupazione.

Badanti, numero raddoppiato in 10 anni

 Rispetto a 10 anni fa il numero dei badanti e degli assistenti domestici che si prendono cura di anziani e disabili presso le famiglie italiane è cresciuto del 53%, per un totale odierno di un milione e 655 mila persone.

Per la maggior parte stranieri, sono in prevalenza donne, l’82,4% del totale, che hanno un’età compresa tra i 36 e i 50 anni, per un totale di circa 2 milioni di famiglie italiane che ricorrono al loro ausilio.

► Cosa fanno gli immigrati in Italia?

Questi sono i numeri riportati da una ricerca realizzata da Censis e Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) per conto del ministero del Lavoro, che, se vista al di là della specificità di questi numeri evidenzia, oltre alla massiccia presenza di immigrati chiamati a fare questo lavoro, l’invecchiamento della popolazione del nostro paese.

Ma non tutte le famiglie possono permettersi una badante per assistere il nonno non più autosufficiente. Il costo, infatti, di tale aiuto, se fatto in regola e non attraverso il ricorso al lavoro nero, è di 667 euro al mese per famiglia, nel caso si sia in possesso dei requisiti per accedere ad assegni sociali.

Altrimenti le famiglie rischiano di spendere anche il doppio: 800 euro di paga mensile che diventano 1.200 una volta che si sono versati contributi e pagate le ritenute.

► La tassa sul licenziamento della colf

Quando non si può sostenere una spesa del genere, evidenzia il rapporto, per pagare il collaboratore si riducono i consumi famigliari (48,2% dei casi), si ricorre al risparmio (20,2%) e all’indebitameto (2,8%).

Ma c’è anche chi sceglie di rinunciare al lavoro e stare, quindi, a casa e prestare assistenza in famiglia.

Crolla la produzione industriale italiana

Non è un buon momento per l’economia italiana e per uno dei suoi settori più rappresentativi. Chi pensava che il 2013 potesse essere l’anno di una riscossa dovrà ricredersi e osservare che, purtroppo, le cose stanno esattamente come prima. O, forse, peggio.

La produzione industriale del Belpaese sta subendo nell’ultimo periodo l’ennesimo crollo. A marzo ha fatto registrare un pesante passivo, in percentuale pari ad un -5,2 per cento che grava sul sistema. Il confronto, naturalmente, va fatto rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Eurostat, fornendo i dati, fornisce un commento aggiuntivo che assomiglia ad una sorta di ‘pioggia sul bagnato’. Il dato, infatti, è il peggiore se messo a confronto con quello delle altre grandi economie continentali.

Chi scende

Se può servire, la magra consolazione è che anche la Germania ha fatto registrare un calo del -1,5% rispetto al maggio del 2012. Calata del 1,6% anche la produzione industriale della Francia. Ancora più rilevanti i cali di Slovenia (-2,9%), Bulgaria (-2,3%) e Irlanda (-2,2%).

Nel complesso, per quanto concerne l’area dell’Euro, il calo è stato dell’1,7% (1,1 per cento nella Unione europea a ventisette Paesi).

Chi sale

Vale la pena analizzare la situazione in positivo. Ci sono, infatti, alcuni Paesi membri che hanno fatto registrare degli aumenti.

Quelli maggiori si sono verificati in Portogallo (+5,3%), Olanda (+4,5%), Lussemburgo (+4%) , Estonia e Malta (+3.9%).

Nessun taglio a scuola, istruzione e ricerca

 Il nuovo Governo lo aveva anticipato fin dal suo insediamento: nessun taglio alla cultura, e, in particolare alla scuola e alla ricerca, che tanto anno hanno pagato, negli ultimi anni, le conseguenze della politica dell’ austerità. Anzi, ad essere proprio sinceri, il Premier Enrico Letta si era spinto addirittura oltre, impegnandosi personalmente a rassegnare le dimissioni nel caso in cui si verificasse in futuro la necessità di operare tagli sulla cultura.

Oggi alla Camera il decreto sui debiti delle PA

Ma ora arriva dalla Camera anche il primo decreto effettivo che salva dai tagli lineari ai ministeri, che potrebbero scattare nel 2015, la scuola, la ricerca, il mondo delle università e persino l’ Expo di Milano 2015. Si discute infatti in queste ore nell’  Aula di Montecitorio l’ approvazione del decreto legge sui pagamenti della Pubblica Amministrazione, ma la Commissione Bilancio, ieri, ha già stabilito le realtà che saranno escluse, appunto, insieme al Fondo per lo sviluppo e la coesione.

La classifica delle università

Niente tagli all’ istruzione e alla ricerca, dunque, di cui si dichiara soddisfatto anche il Ministro competente per il settore, Maria Chiara Carrozza, che ha così riaffermato gli impegni di Sarteano, annunciando in tempi brevi la redazione di un libro bianco per rafforzare il dialogo con insegnanti e ricercatori.

Oggi alla Camera il decreto sui debiti delle PA

 Dopo molti giorni di attesa dovrebbe arrivare entro questa sera il verdetto della Camera sul decreto legge relativo al pagamento dei debiti delle PA. Viene infatti discusso in queste ore nell’ Aula di Montecitorio il provvedimento che avrà l’ effetto di sbloccare quei bonifici che attendono oramai da molti mesi di arrivare nelle mani delle imprese creditrici dello Stato.

Prime richieste per il rimborso dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni

La Commissione Bilancio ha dato ieri il proprio via libera al testo del Decreto, di cui si valutano, dunque, oggi i sicuri effetti positivi. Tra questi ultimi, ad esempio, si è discusso in merito alle coperture, assicurate dal decreto, del cosiddetto “patto di stabilità verticale”, ovvero in merito al fatto che gli enti locali potranno evitare le conseguenze della spending review sui servizi essenziali offerti ai cittadini, come scuola, strade e trasporti.

> Ad aprile sale il fabbisogno dello Stato

Un altro tema all’ ordine del giorno è stato poi quello dell’ effetto Iva, ovvero del contributo apportato dall’ Iva pagata sulle fatture delle Pubbliche Amministrazioni, grazie alla quale si potranno eliminare i tagli lineari previsti sulle spese dei ministeri, della ricerca, dell’ istruzione e dell’ Expo Milano 2015.

Non si effettueranno più i tagli annunciati, infine, sulle sigarette elettroniche, ma si agirà invece sui fondi speciali destinati all’ editoria, sull’ 8 per mille e su quelli delle fonti rinnovabili. Anche se dei primi, quelli sull’ editoria, è stata promessa una reintegrazione attraverso la prossima legge di stabilità.

I market mover del 14 maggio

 Il mercato valutario si muove sulla base di alcune direttrici, rapporti, dati che possono influenzare le quotazioni delle monete che sono in circolazione. Gli elementi che introducono modifiche al trend, sono definiti market mover. Nella giornata di oggi cosa muove il mercato valutario?

I market mover del 9 maggio

Dagli Stati Uniti non dovrebbe arrivare alcun  report e tutta l’attenzione sarà concentrata nel contesto europeo, visto che è iniziato il meeting Ecofin che raduna tutti i ministri delle finanze della zona euro. All’ordine del giorno ci sono i problemi legati alle dichiarazioni d’allarme di alcuni esponenti europei.

Morgan Stanley sul mercato valutario

Nella giornata di oggi, quindi, il primo dato da tenere in considerazione sarà quello delle vendite al dettaglio in Nuova Zelanda: gli investitori si aspettano un valore inferiore a quello rilevato il mese scorso. A marzo l’indice in questione segnava lo 0,9 per cento mentre ad aprile si è assestato sul 2,1 per cento.

Un altro indicatore molto importante è l’indice Zew che serve a valutare il sentiment degli investitori istituzionali in Germania e nell’Eurozona. La crescente preoccupazione per il futuro economico della Germania aveva portato questo indice fino a 36,3 punti mentre ci si aspettava un assestamento intorno ai 42 punti. Adesso si prevede un miglioramento che dovrebbe riportare l’indice fino a quota 39,5 punti.

Equitalia punta su sensibilità e dialogo

 Una lettera dell’ amministratore delegato di Equitalia, Benedetto Mineo, ha recentemente fornito ai dipendenti dell’ azienda le linee di condotta da applicare nell’ immediato futuro nei confronti di utenti e cittadini. In accordo con quanto già annunciato dai vertici aziendali in precedenza in merito alla volontà di presentare all’ utenza una agenzia dal “volto più umano”, ora, il numero uno di Equitalia invita gli impiegati degli uffici a rafforzare il dialogo con i cittadini e a valutare con sensibilità caso per caso.

> Equitalia annuncia novità nelle procedure

Le nuove direttive emanate dall’ agenzia di riscossione vengono dunque incontro a quel persistente ed esteso disagio economico che da molti mesi si vive in Italia a causa della crisi e che non permette più, purtroppo, anche ad una società che si occupa della riscossione e della contestazione dei debiti fiscali, di non tenere conto delle situazioni individuali che possono essersi venute a creare nel periodo di congiuntura economica negativa.

Equitalia concede la rateizzazione dei debiti fino a 50 mila euro

Lo spunto per questa revisione delle prassi aziendali è stato forse fornito dal caso a lieto fine di cui è stato protagonista un piccolo imprenditore pugliese che, sommerso dai debiti, aveva minacciato il suicidio, ottenendo quindi la vicinanza dell’ azienda incaricata della riscossione in un momento di particolare difficoltà. Equitalia conferma dunque in questo modo la propria professionalità, imparzialità e umanità.

Il piano monetario contro il dollaro

 Il dollaro è considerato un potere assoluto e questo fa sì che molti analisti e commentatori attendano ansiosamente il suo crollo, visto che la politica espansiva della Fed, in qualche modo, sembra fare da traino e mettere in difficoltà gli altri attori del Forex.

Morgan Stanley sul mercato valutario

Ma il predominio del dollaro è davvero a rischio? Sicuramente la politica espansiva del dollaro e il deprezzamento della moneta, danno una mano alle esportazioni ma è facile che l’atteggiamento della Fed sia inteso come viatico per politiche protezionistiche e per una svalutazione di tipo competitivo.

Crescente il cambio euro dollaro

Lo strapotere del dollaro, comunque, non sembra a rischio per almeno due motivi: in primo luogo perché chi decide le politiche delle principali economie, ha come modello economico quello del “libero scambio” e poi perché non ci sono altre economie abbastanza forti da spodestare il dollaro come moneta di riserva.

Questa situazione, comunque, garantisce una posizione privilegiata agli Stati Uniti che hanno tanti vantaggi rispetto agli altri paesi. Per esempio le commodities sono valutate e poi scambiate in dollari e la maggior parte delle merci sono targate USA.

La Fed, da parte sua, oltre a definire la politica monetaria del paese, può anche esportare inflazione verso gli altri paesi.

La salvezza dell’Italia dalla BCE

 La BCE ha deciso di dare una mano a tutti i paesi, soprattutto quelli periferici, che hanno delle difficoltà economiche ed ha deciso di tendere la mano attraverso una politica monetaria espansiva. In questo modo la pressione sui conti pubblici si è allentata e allo stesso modo la crisi del debito è diventata meno urgente.

L’Italia combatte contro la crisi

Le politiche di sostegno non convenzionali adottate dalla BCE sono state sicuramente proficue ma il dibattito sulle misure stesse è ancora aperto. Infatti, la Germania contro la BCE e l’Italia ha qualcosa da dire. Cosa stanno facendo adesso i governi della zona euro per recuperare terreno nei mercati finanziari?

L’Italia non sta lavorando sul disavanzo debito-PIL e non sta ancora mettendo in atto le riforme strutturali necessarie per riconquistare la competitività e la credibilità nello scacchiere internazionale. Secondo Fabrizio Saccomanni è già stato fatto molto: le riforme messe in campo negli ultimi anni, hanno consentito al nostro paese di guadagnare un margine di manovra entro l’obiettivo del 3 per cento.

L’Italia deve iniziare con le riforme strutturali

La dichiarazione del nostro ministro dell’economia ai microfoni della CNBC, arriva al margine di una riunione dei ministri delle finanze del G7.

Ad ogni modo anche George Soros, manager di hedge fund, ha detto che quella dell’Italia è una calma apparente e che se anche ci fosse un barlume di ripresa, questo non sarebbe destinato a durare.