L’Italia deve iniziare con le riforme strutturali

 Il nostro paese ha bisogno di fare le riforme giuste per rilanciare la crescita. Ormai questo è un imperativo o meglio un’urgenza davanti alla quale il governo Letta non può più scappare. Nell’ultimo incontro europeo, il nostro neo premier ha sottolineato che è necessario occuparsi della disoccupazione giovanile che ha raggiunto il 38%. Dovrebbe essere l’Europa a farsi carico del problema.

► Le risposte di Schulz ai dubbi di Letta

Schulz, da presidente del Parlamento europeo, ha proposto di usare i 6 miliardi di euro destinati allo stesso problema per il periodo che va dal 2014 al 2020, già da subito, ma tutto è ancora da decidere. Intanto sulla situazione italiana in particolare, intervengono alcuni autorevoli personaggi. L’ultimo in ordine cronologico è il commissario UE agli Affari Esteri Olli Rehn. 

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E’ lui a spiegare che adesso, vista la condizione economica dell’Europa e di molti dei suoi stati periferici, è importante che ogni paese dell’UE rallenti la preoccupazione relativa ai conti pubblici e si dedichi piuttosto alle riforme strutturali.

Il discorso fatto riguarda soprattutto la Francia, l’Italia e la Spagna che attraversano un momento difficile e devono avviarsi verso una crescita sostenibile. A questa operazione occorre poi aggiungere anche il coordinamento delle politiche monetarie, in modo da avere degli slanci uniformi che garantiscano la crescita armoniosa del mercato.

 

Youtube lancia i servizi a pagamento

 Capire il mondo della tecnologia è importante anche per individuare gli asset d’investimento più remunerativi. Per esempio, se un’azienda ha deciso di lanciare un nuovo servizio e questo servizio risulta gradito agli utenti, allora vuol dire che il titolo in borsa potrebbe subire una bella impennata.

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Oggi ci troviamo a parlare delle ultime indiscrezioni legata a Youtube che sembra aver annunciato ai suoi utenti la nascita dei canali a pagamento. Nella prima fase i canali che saranno coinvolti nella sperimentazione sono 53, con riferimento a 30 editori differenti che sono partner di Youtube. Quest’ultimo, lo ricordiamo, è il portale video di Google.

I canali a pagamento, tra l’altro, non sono una novità assoluta poiché negli Stati Uniti funzionano già. Invece, rispetto all’Italia, al momento, non sembra esserci la volontà di attivare canali a pagamenti per gli utenti del Belpaese. Per tutti gli altri, per i quali è lanciato il servizio a pagamento, ci saranno 14 giorni di prova.

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Un periodo utile a capire se i canali sono abbastanza interessanti da meritare il pagamento dell’abbonamento che, per ora, a livello indicativo, saranno di 0,99 dollari al mese. Pagando questo piccolo abbonamento si potrà vedere un canale tra i 53 proposti, sia sul computer, sia sui dispositivi mobili. L’importante è iscriversi. Si aspetta di conoscere il parere degli utenti per delineare il trend del titolo Google in borsa.

Le risposte di Schulz ai dubbi di Letta

 Di recente si sono incontranti nello scenario UE, il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz e il nostro Presidente del Consiglio Enrico Letta che hanno parlato in modo più serio della situazione dell’Europa e dell’Italia. Secondo il neopremier italiano, il problema più urgente da risolvere adesso è quello della disoccupazione giovanile, perciò Letta chiede all’Europa di mettere in campo delle misure adeguate ad invertire la tendenza occupazionale dei giovani che nel 38% dei casi non hanno un lavoro.

L’allarme della disoccupazione giovanile

Secondo Letta è necessario che sia l’Europa a farsi carico della situazione ed inserisca questa emergenza nell’agenda del consiglio di giugno. E’ necessario, infatti, fare un programma straordinario per la disoccupazione giovanile. Schulz, in risposta ai problemi posti da Letta, ha dichiarato quanto segue:

“La sfida più grande è quella della disoccupazione giovanile. In alcuni Paesi dell’Unione europea rischiamo di perdere una generazione intera. Per questo è importante lottare su questo tema e prendere subito misure applicabili.”

Integrazione e fallimento dell’euro per Saxo Bank

Schulz, comprendendo a pieno il problema posto dal collega italiano, si è impegnato in prima persona a “risolvere” la situazione, prendendo in considerazione una proposta fatta dal governo irlandese che era quella di anticipare 6 miliardi di fondi dedicati all’occupazione per il periodo 2014-2020, usandoli fin da subito.

 

Morgan Stanley sul mercato valutario

 Morgan Stanley, come molte altre banche d’affari, hanno capito che il movimento impresso al mercato forex dalle scelte delle banche centrali, può essere usato per individuare i trend relativi alle maggiori valute. Per questo ha proposto un’analisi del rialzo del dollaro che è cresciuto a dispetto dell’euro, dello yen e della stessa sterlina. Un rialzo che sembra essere di lungo periodo.

I market mover del 9 maggio

Secondo Morgan Stanley oggi, rispetto al dollaro, si può parlare di long call, visto che il trend rialzista del dollaro è destinato a continuare per diversi giorni e nonostante l’andamento della moneta, che oggi è positivo, i fondamentali USA continueranno ad attirare dei flussi di capitale.

Crescente il cambio euro dollaro

Vuol dire che sta crescendo la correlazione tra il dollaro e l’andamento dei mercati finanziari perché la cosiddetta propensione al rischio di chi investe nel dollaro, è in continua modifica.  Il dollaro, dunque, non è più una valuta di rifinanziamento, ma ha tutte le caratteristiche di un asset currency.

Secondo Morgan Stanley, il rialzo del dollaro avrà effetto soprattutto sulle altre valute maggiori in circolazione, quindi sull’euro, sullo yen e sulla sterlina. Sulla nostra valuta, infatti, pesa ancora l’incertezza politica e quindi il valore della moneta non può fare da contraltare all’ascesa del dollaro.

Per quanto riguarda yen e sterlina, invece, gli investitori è molto facile che andranno a cercare un terreno fertile altrove, quindi saranno sottoposti ad un’ulteriore flessione.

Bot annuali ai minimi

 Se dal rendimento dei titoli di stato si deduce l’affidabilità di un paese, allora possiamo dire che gli investitori non ritengono che l’Italia crolli nel breve periodo. Tanto che i Bot annuali, di cui c’è stata l’ultima emissione qualche giorno fa, hanno dei rendimenti molto bassi, ai minimi storici.

► Rendimento in calo per i BOT

Il 10 maggio il ministero del Tesoro italiano ha lanciato un’asta per i Bot annuali che vedranno la loro naturale scadenza il 14 maggio 2013. In tutto sono stati piazzati ben 7 miliardi di euro di titoli ma la cosa più evidente è stata che i tassi sono ancora una volta in calo.

Se i tassi sono in calo vuol dire che il rendimento di questi titoli di stato è ancora più basso del solito ed è anche ad un livello inferiore rispetto a quello registrato alla nascita dell’euro. Il rendimento lordo del titolo annuale è calato dallo 0,922% fino allo 0,703%, nell’arco di un mese.

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In realtà è da mettere nell’analisi anche la riduzione della domanda che può essere catalogata come molto debole. Tra l’ammontare dei bond richiesti e l’insieme dei bond offerti, il rapporto definito è dell’1,161. Sono stati immessi sul mercato Bot flessibili con scadenza a 319 giorni a un tasso dello 0,393% per un totale di 3 miliardi di euro.

 

Giapponesi verso i bond esteri

 Qualcosa sta cambiando in Giappone, non solo a livello valutario ma anche nel settore degli investimenti. La dichiarazione è stata fatta dal ministero delle Finanze nipponico che ha notato un cambiamento nel comportamento degli investitori istituzionali, quindi banche e compagnie assicurative.

Quale yen aiuta Toyota

Questi soggetti, adesso, sono diventati acquirenti netti delle obbligazioni estere. Fino a questo momento gli investitori istituzionali, per ben 6 settimane consecutive, erano stati protagonisti di una fase di vendita, tanto che il saldo di acquisto di bond era arrivato a 309,9 miliari di yen, mentre nella settimana che si è chiusa lo scorso 3 maggio, il saldo netto di acquisto di bond era fermo a 204,4 miliardi di yen.

Gli investitori sono spinti verso l’acquisto di attività estere anche dalla politica monetaria ultra-espansiva che è trainata dalle scelte dalla Bank of Japan. E’ stata infatti la BoJ a dire che per combattere la deflazione era necessario raddoppiare l’acquisto dei titoli di stato in modo da arrivare al target di inflazione al 2 per cento in 2 anni.

L’euro è troppo forte?

In questo stesso periodo sono aumentati anche gli acquisti di ETF e di quote di fondi di investimento immobiliare. La politica si svalutazione dello yen è stata parallela all’espansione della borsa di Tokyo che dall’inizio dell’anno è cresciuta del 40 per cento.

Berco manda in mobilità oltre seicento lavoratori

La Berco, impresa facente capo al gruppo Thyssen, ha aperto unilateralmente la procedura di mobilità per 611 lavoratori e per la chiusura dello stabilimento di Busano Canavese (Torino). La notizia è stata data stamane. Immediata la risposta dei sindacati che hanno proclamato 16 ore di sciopero nel gruppo e hanno chiesto la convocazione urgente di un incontro presso il ministero dello Sviluppo.

La Berco ha intanto comunicato la chiusura dello stabilimento di Copparo, nel Ferrarese, avviando formalmente la procedura di mobilità per 611 lavoratori in tre fabbriche italiane. “Il Ministero dello sviluppo economico – ha dichiarato in una nota – ha già mobilitato la richiesta d’incontro con i vertici di ThyssenKrupp al fine di avere un chiarimento che si terrà in tempi rapidissimi.

Quella sarà certamente l’occasione per ribadire quanto le istituzioni hanno già detto chiaramente ai vertici della Berco. In altri termini, pare che la disponibilità al confronto sia massima, ma i problemi occupazionali vanno affrontati con gli ammortizzatori sociali conservativi (quindi senza la chiusura di alcun impianto) e che il piano di ristrutturazione deve essere condiviso, anche dall’acquirente”. E ancora: “La decisione della Thyssen è uno schiaffo dei tedeschi al governo italiano”. In questo modo Fabrizio Bellini della Fiom di Ivrea ha commentato l’apertura unilaterale della procedura di mobilità per i 611 lavoratori della Berco e la chiusura della fabbrica di Busano Canavese (Torino). “E’ un fatto molto grave a cui il governo deve rispondere”, aggiunge Bellini.

Ministero dello Sviluppo, Regioni Emilia Romagna, Veneto e Piemonte, di concerto con il Comune di Copparo e la Provincia di Ferrara “stigmatizzano” la decisione presa dalla direzione Berco “la quale non può non essere considerata come un atto di ostilità nei confronti dei lavoratori e delle istituzioni”.

Facebook vuole Waze ma quanto costa

 Quando un’azienda procede con un’acquisizione o con un grosso passo commerciale, bisogna vigilare sull’operazione e tentare di capire come sarà interpretata dal mercato e dagli investitori. Soltanto così si possono anticipare i movimenti del mercato. Vediamo quindi qualche notizia interessante che riguarda Facebook.

Lo stipendio di Zuckerberg

Il social network per eccellenza, infatti, sta per acquisire Waze, sembra infatti che le trattative siano a buon punto Waze è un’applicazione di navigazione propria dei dispositivi mobili che è aggiornata in continuazione da chi la usa. L’affare, in termini economici, potrebbe fruttare a Waze, circa un miliardo di dollari.

Facebook dovrà rimborsare 62 milioni agli azionisti

Facebook, ha bisogno realmente di un servizio di mapping nella sua cornice blu? Probabilmente no, ma conoscere chi sono i 50 milioni di utenti di questa applicazione, ha sicuramente la sua importanza. Sono tante, infatti, le persone che si scambiano informazioni sulle indicazioni stradali, il traffico, gli incidenti. Insomma, Waze, con riferimento alla viabilità, funziona comunque da social network. Gli utenti, infatti, possono anche lasciarsi dei messaggi reciproci.

Per capire quanto può essere conveniente per Facebook questa operazione, c’è da considerare anche un aspetto squisitamente commerciale: l’applicazione in questione genera enormi ricavi dalla vendita di pubblicità e così si sostiene. Facebook, dunque, potrebbe approfittarne anche per ampliare il suo business nel settore mobile.

Altroconsumo denuncia la mancanza del conto corrente base in Italia

 La legge anti evasione voluta dal governo Monti e che prevede che ogni transazione economica superiore ai 1000 euro non possa essere fatta in contanti, ha costretto molte persone, in primis i pensionati, ad aprire un conto corrente.

► Conti corrente troppo cari e la Commissione Europea interviene con una direttiva

Per ovviare al costo aggiuntivo che avrebbero sostenuto queste persone, la stessa normativa prevede anche che le banche e i vari istituti mettano a disposizione dei cittadini un conto corrente low cost, ossia un conto a prezzo molto basso e con meno operazioni.

Ma questi conto corrente base esistono?

Secondo un inchiesta di Altroconsumo questi conti correnti non ci sono. L’inchiesta è stata effettuata grazie ad una persona che ha chiesto a diversi istituti di poter aprire un conto agevolato con uno stipendio da lavoro precario di circa 1000 euro.

La richiesta che ha fatto il fantomatico richiedente era quella di avere un conto agevolato solo per le seguenti operazioni: accredito dello stipendio, pagamento dell’affitto con bonifico una volta al mese, bancomat e domiciliazione delle bollette.

► Il conto corrente ordinario per i clienti non consumatori

Nessuna delle offerte fatte dalle banche rispecchiava le regole previste dal decreto di Monti per i conti correnti agevolati, anzi, pur con la limitazione delle operazioni effettuabili il costo del conto corrente era a netto vantaggio delle banche. Lo stesso anche per le banche on line.