Quale yen aiuta Toyota

 Una delle aziende più importanti del mondo e del Giappone è la Toyota che ha chiuso l’anno fiscale con un utile operativo di 1320 miliardi di yen che in euro si traducono in circa 10 miliardi. L’anno scorso l’utile operativo era stato di soli 335 miliardi e si era andati ben al di là delle stime di febbraio che fermavano questo utile a 860 miliardi.

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Il fatturato della Toyota, dunque, è cresciuto del 18,7 per cento arrivando fino a 22 mila miliardi di yen con un utile netto che è passato da 283,5 a 962,1 miliardi. Questi numeri non raccontano soltanto della ripresa economica Giapponese ma anche della capacità di Toyota di tornare leader mondiale della quattro ruote.

► Le evoluzioni del mercato dell’auto

Molto di questo successo è dovuto all’indebolimento dello yen rispetto al dollaro e all’euro. Senza l’effetto positivo e propulsivo della valuta nazionale, l’utile operativo avrebbe avuto ben 150 miliardi di yen in meno.

Akio Toyoda ha commentato gli ottimi dati della sua azienda spiegando che questo effetto monetario sta aiutando moltissimo i produttori di auto. Una specie di traino anche se la competizione è ancora molto dura. Probabilmente pesa ancora l’effetto del terremoto del marzo del 2011.

Per la BCE i tassi rimarranno bassi fin quando necessario

 Arrivano oggi dalla Banca Centrale Europea ulteriori conferme sul proseguimento della politica di tagli al costo del denaro e di riduzione dei tassi di interesse attuata nell’ ultimo periodo.

> La Bce taglia il costo del denaro allo 0,5%

Nell’ ultimo bollettino mensile emesso dall’ Istituto, infatti, i vertici della Bce hanno confermato che il costo del denaro rimarrà basso fino a quando sarà necessario, in modo da contribuire le prospettive di ripresa che potranno verificarsi nel resto dell’ anno.

Draghi pronto a nuovi tagli

Tutto il primo periodo del 2013, invece, è stato caratterizzato da un generale clima di sfiducia nei confronti dei mercati, sfiducia che tuttavia è stata momentaneamente “interrotta” dal recente successo dei Titoli di Stato italiani e spagnoli, che ha avuto conseguenze anche sull’ andamento dei mercati periferici dell’ Eurozona.

Una possibile ripresa sarà forse possibile solo verso fine anno, ma secondo la Banca Centrale si rendono particolarmente necessarie quelle riforme strutturali che mirino ad un definitivo risanamento dei conti e, se necessario, alla ricapitalizzazione delle banche.

E’ inoltre necessario proseguire sulla strada di una sempre maggiore unione economica, monetaria e, si spera presto, anche bancaria.

Anche se bisogna dire, per dovere di cronaca, che l’ ottimismo della Bce si scontra ancora al momento con le stime al ribasso di molti economisti del settore privato.

L’austerity criticata dal basso

 Che l’austerity non sia più un modello da seguire, lo dimostrano i fatti e anche i paesi che ancora sostengono la linea dura sui conti nazionali, dovranno ricredersi osservando che la pressione fiscale non agevola la ripresa economica.

La Germania deve ripensare all’austerità

L’ultima notizia in ordine cronologico legata all’austerity è quella di un ragazzo, uno studente americano di economia, di appena 28 anni che, aiutato dai suoi professori Micheal Ash e Ropert Pollin ha messo in discussione numerosi punti della ricerca “Growth in the time of debt”. Il documento in questione è stato usato da molti politici per giustificare alcune imposizioni fiscali e altre misure economiche finalizzate alla riduzione del debito.

L’austerity ha le ore contate

Il documento citato era stato stampato nel 2010 ed era stato curato da due economisti di Harvard, Carmen Reinhart e Ken Rogoff. La loro teoria partiva dall’assunto che un paese che superi la soglia del debito pubblico del 90 per cento, avrà una flessione del PIL.

Gli errori degli economisti spiegati da Reinhart e Rogoff

I tre errori individuati dallo studente americano nella ricerca, sembrano quasi ai limiti dell’ironia. In primo luogo sembra che nelle tabelle di elaborazione fatte con Excel siano stati selezionati e quini inclusi nella ricerca meno paesi. Poi nei primi due anni del dopoguerra non sono stati conteggiati i dati di Australia, Canada e Nuova Zelanda.

I traders sono in via d’estinzione

 stiSe avete visto almeno una volta il famoso film “Una poltrona per due”, avete quanto meno un’immagine molto cinematografica del trader. Si tratta degli intermediari che nella borsa o nei mercati secondari, si occupato dello scambio di azioni, valute e commodities.

L’economia e la finanza in particolare, fino al 2008, anno in cui ha avuto inizio la crisi economica più colossale della storia, non erano state al centro dell’attenzione. Dopo il 2008, invece, si è iniziato a pensare ai trader, al loro ruolo nelle contrattazioni, alla loro capacità di determinare trend e quotazioni.

Nessuno si spiega il crollo dell’oro

La conoscenza dei traders, però, è fondamentale per capire come si muovono gli indici in borsa, oppure che effetto può avere un declassamento dell’agenzia di rating, sull’andamento dei titoli in borsa.

 Le direttrici del mercato 2013 individuate da JP Morgan

Oggi, molti traders, lavorano seduti ad una scrivania e con tanti software accuratissimi, seguono l’andamento delle quotazioni ed individuano il momento giusto per far partire gli scambi. Ci sono però tanti traders, forse quelli che hanno conquistato l’immaginario collettivo, che sono invece operativi sui trading floor ed operano dunque a geti, urlando, insomma partecipando in modo molto animato alle aste.

Il trading floor è una specificità della borsa di New York.

Italia tra IMU ed ESM

 L’Italia, in questo momento, è uno dei paesi che maggiormente è tenuto sotto scacco dal perdurare della crisi. Se la situazione globale non fosse così dura, forse il nostro paese non sarebbe a rischio bancarotta. Eppure persistono delle “contraddizioni” sulla gestione del denaro pubblico e sulle scelte fatte a livello politico e monetario.

► Soddisfano le entrate avute dall’IMU

Ad aprile, infatti, l’Italia ha pagato circa 2,8 miliardi di euro al Fondo Salva Stati, l’ESM. Nello stesso tempo il Governo è andato alla ricerca dei soldi per far sì che migliorino le condizioni di vita dei cittadini italiani che sono messi alle strette da un’elevata pressione fiscale.

Nell’agenda del nuovo governo, per esempio, è stata inserita l’abrogazione dell’IMU, la riduzione del sistema di tassazione sul lavoro e la modifica del meccanismo della casa integrazione. Per mettere in atto tutti questi buoni propositi servono un bel po’ di fondi che l’Italia, oggi, non ha a disposizione.

► Chiesto un limite al fondo ESM

Servono infatti tra i 5 e i 6 miliardi di euro. Per trovarli si dovrà sicuramente ricorrere ad una nuova spending review e si dovranno usare i soldi del fondo del Tesoro da destinare alle imprese.

Ricordiamo che per il Fondo Salva Stati il nostro paese è tenuto al versamento di circa 125 miliardi di euro in 5 anni.

 

Corruzione crescente in Italia

 La corruzione è una delle piaghe del nostro paese ma è un problema di portata mondiale. Il nostro paese, in questo momento, è sulla cresta dell’onda e secondo molti opinionisti non fa che accumulare brutte figure. L’ultima in ordine cronologico è legata alla pubblicazione dei dati sulla corruzione.

La crisi della Bulgaria fa discutere

Il grado di corruzione in Italia supera la media nazione e la situazione del Belpaese è peggiore di quella riscontrata in Turchia e in Polonia.

I dati sono stati raccolti ed elaborati da una ricerca della Ernst & Young riferita in particolare alla corruzione dei manager. Si è cercato di capire quanto i manager siano disponibili ad accettare tangenti, bustarelle e altri regali di varia natura, anche economici.

Quanto spenderanno gli italiani in tasse

La media mondiale è ferma al 57 per cento ma l’Italia va oltre fino al 60 per cento. Vuol dire che 6 manager su 10 sono facilmente corruttibili nel nostro paese. La Turchia e la Polonia che abbiamo citato prima come metro di paragone, hanno l’indice di corruttibilità fermo rispettivamente al 55 e al 59 per cento.

Sicuramente dove la crisi si sente di più, la corruzione dilaga mentre nei paesi economicamente più stabili il problema è attutito. Il paese più corrotto, ad ogni modo, è la Slovenia.

La sperimentazione italiana sul reddito minimo

 Il reddito minimo garantito è attivo anche in Italia grazie ad una sperimentazione della Provincia autonoma di Trento che, rispetto alle altre province e regioni d’Italia, ha un margine operativo più ampio. In effetti a livello regionale e provinciale, esistono diverse sperimentazioni. Per quanto riguarda il reddito minimo, c’è stata già la sperimentazione della Regione Lazio con la legge n. 4/2009.

La questione del reddito di cittadinanza

Sempre nel 2009 la Provincia autonoma di Trento ha introdotto il reddito minimo di garanzia. Si tratta di un contributo monetario cui si può accedere nel rispetto dei parametri stabiliti dalla legge e il cui importo è determinato dal rapporto tra la condizione economica del nucleo famigliare e la soglia di povertà relativa.

Questi due parametri che servono per determinare l’importo del reddito minimo sono in relazione alle caratteristiche del nucleo famigliare.

 Pressione fiscale in aumento nei paesi dell’Ocse

La condizione economica di una famiglia è considerata sulla base del reddito al netto delle imposte, delle rate del mutuo, del prezzo dell’affitto e delle spese mediche; del patrimonio e degli indicatori di consumo, che sono ad esempio l’automobile, l’affitto e la superficie dell’abitazione.

Il reddito di garanzia dura 4 anni ed è prorogabile dopo lo svolgimento degli accertamenti sui parametri ma non può essere prolungato più di tre volte in due anni.

 

Telecom continua sulla strada dell’integrazione con H3G

 Una nota del gruppo Telecom Italia rilasciata in questi giorni ha confermato che l’ azienda è intenzionata a proseguire sulla linea di una eventuale aggregazione con i cinesi di H3G, in merito alla quale è stata autorizzata la prosecuzione dei relativi approfondimenti.

> Accelerate le trattative tra Telecom e 3 Italia ma è scontro

Si riunirà, infatti, il prossimo 23 Maggio il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Telecom, che si prospetta, così, luogo di discussione privilegiato non solo della possibile aggregazione con i cinesi di Hutchison Whampoa, ma anche del definitivo completamento dell’ istruttoria, attualmente in corso, relativa al progetto di separazione della rete di accesso.

Finito il Cda Telecom, panico in borsa

Ulteriori conferme del prosieguo di questa situazione arrivano poi sia dal Presidente del Comitato ristretto del gruppo Telecom, Franco Beranbè, che ha escluso l’ esistenza di qualsiasi impedimento all’ apertura di un tavolo di discussione e negoziazione con 3 Italia, sia da parte dell’ Asati, l’ associazione dei piccoli azionisti Telecom Italia, che ha confermato che l’ eventuale fase di negoziazione con i cinesi dovrà chiudersi nel tempo massimo di 30 giorni.

Nel frattempo, tuttavia, che si arrivi a ulteriori sviluppi, il gruppo Telecom Italia ha dato conferma di quanto già previsto dai piani aziendali per il biennio 2013 – 2015, scadenze contrattuali comprese

Il congelamento dell’IMU ricadrà sulle imprese?

 Negli ultimi giorni si è discusso molto in merito all’ imminente congelamento della rata IMU di giugno sulla prima casa, che il Governo Letta si appresta a ratificare a breve tramite decreto.

Ma in merito a questa questione gli esperti del Sole 24 Ore si sono chiesti se questo provvedimento, acclamato come liberatorio dalle famiglie proprietarie di casa, non finisca poi per ricadere e pesare sulle spalle delle imprese.

> Dai dividendi dello spread le risorse per l’IMU e la Cig

Gli immobili destinati alle attività produttive, infatti, non andranno a beneficiare della sospensione dell’ acconto IMU di cui beneficeranno invece i proprietari di prima casa. Di conseguenza, potrebbe verificarsi una situazione in cui le aziende che hanno la loro sede produttiva nelle grandi città italiane potranno essere soggette a pagare fino al 50% in più di quanto pagato in precedenza.

Baretta rassicura i Comuni sui soldi dell’IMU

Le cause di questo improvviso incremento della pressione fiscale per le imprese sarebbero da ravvisare nel nuovo aumento dei moltiplicatori –  i parametri per calcolare l’ imposta municipale – previsto dal decreto Salva Italia del 2011 e dall’ aumento delle aliquote locali.

La stessa situazione potrebbe poi venire a verificarsi anche per le attività turistico – alberghiere, mentre un po’ più in basso si terranno le attività commerciali, che potranno essere soggette a rincari fiscali solo fino al 40%.

Equitalia concede la rateizzazione dei debiti fino a 50 mila euro

 Sono in arrivo alcune utili novità sul fronte della normativa fiscale e delle modalità di riscossione dei debiti contratti con Equitalia Spa.

L’ azienda ha infatti recentemente concesso la possibilità di rateizzazione delle cartelle esattoriali con un importo non superiore a 50 mila euro che potranno così venire dilazionate fino ad un massimo di 72 rate.

> Equitalia annuncia novità nelle procedure

Si tratta di un provvedimento attuato per venire incontro alle esigenze dei contribuenti in difficoltà, che a causa della particolare congiuntura economica hanno riscontrato problemi nel pagamento dei debiti. Tra il 2012 ed oggi, dunque, la soglia dei debiti rateizzabili è stata dall’ azienda innalzata per ben due volte, da 5 mila a 20 euro e infine da 20 mila  50 mila.

Meno riscossioni per Equitalia, colpa della crisi

L’ altra novità riguarda poi la procedura stessa, che sarà possibile avviare anche senza la presentazione della documentazione, ma attraverso una semplice richiesta motivata. La rateizzazione dei debiti fino a 50 mila euro potrà quindi durare fino ad un massimo di 6 anni, con un importo minimo per rata pari a 100 euro. Ma è anche possibile optare per un piano di dilazione che preveda rate variabili e crescenti.

Una volta ottenuta la rateizzazione sarà anche possibile fare richiesta per il Durc, il  Documento unico di regolarità contributiva, per continuare a partecipare a concessioni e gare di appalto.