Disoccupazione in aumento nel 2013 e nel 2014

 Ancora nessuna buona novità sul fronte del mercato del lavoro italiano. Anzi, le ultime stime relative alla situazione economica del Paese, pubblicate dall’ Istat, sono su questo fronte abbastanza negative.

> L’Eurozona tra disoccupazione e inflazione

Nel suo rapporto intitolato «Le prospettive per l’economia italiana nel 2013-2014» l’Istat ha infatti previsto che nei prossimi mesi del 2013 il tasso di disoccupazione subirà un ulteriore incremento pari all’ 1,2% rispetto al 2012, andando così ad attestarsi su un valore dell’ 11,9%.

I giovani disoccupati sono il 38,4%

Non ci saranno, poi, su questo fronte, quei deboli segnali di ripresa che invece interesseranno il prodotto interno lordo e la spesa per i consumi nel 2014: l’ Istituto prevede, infatti, che il tasso di disoccupazione continuerà a salire anche nel corso del prossimo anno, raggiungendo il 12,3%.

Tra le cause di questo incremento l’ Istat cita l’ inevitabile lentezza con cui il mercato del lavoro è solito tenere dietro a fenomeni di ripresa economica. Alla luce di un futuro aumento della disoccupazione è possibile, inoltre, che anche le retribuzioni per dipendente siano soggette nei prossimi mesi ad un debole incremento e che la produttività subisca invece prima un debole calo e poi una leggera ripresa. Una flessione, infine, investirebbe anche il costo del lavoro per unità di prodotto.

Ancora giù i consumi degli italiani nel 2013

 Nel report pubblicato recentemente dall’ Istat intitolato «Le prospettive per l’economia italiana nel 2013-2014» una parte delle analisi condotte dall’ Istituto sono dedicate all’ osservazione della situazione dei consumi degli Italiani.

L’ Istat prevede dunque che, ancora per tutto il corso del 2013, i consumi delle famiglie italiane non subiranno alcun incremento, ma la spesa rimarrà nei prossimi mesi sempre caratterizzata da un trend flessivo che toccherà l’ 1,6% e che sarà da imputare alla minore disponibilità di reddito a disposizione di queste ultime.

Crollano i consumi al dettaglio

Deboli segnali di crescita di consumi – ma sempre inferiori al tasso di crescita del PIL – potranno essere registrati solo nel 2014, quando potrebbe verificarsi un loro incremento pari allo 0,4%. Anche in quella situazione, tuttavia, i consumi risulteranno pesantemente frenati da una serie di circostanze collaterali, come il perdurare delle incertezze economiche e la volontà di ricostituire margini di ricchezza erosi in precedenza.

Gli Italiani fanno la spesa nei discount

Ma anche altri elementi indurranno le famiglie ad essere comunque molto caute nelle spese e nei consumi anche durante il prossimo anno: in primis le difficoltà del mercato del lavoro, che continuerà ad essere caratterizzato da un alto tasso di disoccupazione anche nel 2014 e, in secondo luogo, il proseguimento di eventuali politiche di austerity a livello nazionale, legate a questioni di bilancio.

Pil ancora in calo, debole ripresa solo nel 2014

 E’ sempre l’ Istat a fornire i dati più aggiornati relativi alla situazione economica italiana e alla produttività generale del Paese. L’ Istituto ha, infatti, recentemente pubblicato  il report dal titolo «Le prospettive per l’economia italiana nel 2013-2014» che lancia uno sguardo abbastanza lungo sui prossimi mesi che attendono gli Italiani.

> Le stime Ocse sull’economia italiana

Al centro dei dati e dei bilanci dell’ Istat, ovviamente, in primo luogo, la questione del PIL, del prodotto interno lordo e delle sue evoluzioni nel corso del terzo trimestre 2013. Nei prossimi mesi, dunque, afferma l’ Istituto, l’economia italiana sarà caratterizzata ancora da una flessione pari all’ 1,4%, dovuta all’ estrema negatività della domanda interna che i valori, pur debolmente positivi della domanda estera, non riescono a compensare.

Proseguirà, quindi, quella caduta congiunturale del PIL iniziata a marzo del 2011.

Le prime, timide, possibilità di ripresa dell’ economia italiana, invece, potrebbero verificarsi solo a partire dal 2014, quando alcuni fattori potrebbero determinare nel Paese  una crescita dello 0,7%.

Un piano crescita da 10 miliardi

Confrontando, dunque, i dati diffusi in questi giorni dall’ Istat con quelli pubblicati nello scorso dicembre, si nota quindi un peggioramento delle prospettive economiche italiane, dovuto in generale al nuovo assetto del commercio mondiale, alla contrazione dei consumi effettivi e alla revisione della contabilità nazionale.

Visite fiscali – La guida per i lavoratori

 Quando un dipendente si assenta dal lavoro per malattia, dietro presentazione del relativo certificato emesso da un medico abilitato, può essere oggetto di controlli da parte dell’Inps che può intervenire spontaneamente o su richiesta del datore di lavoro.

Queste visite da parte dell’Istituto di Previdenza sono previste dallo Statuto dei Lavoratori al fine di verificare il reale stato di malattia del lavoratore. Le regole e gli orari delle visite fiscali variano in base alla tipologia di contratto e in base alle categorie lavorative. Vediamoli nel dettaglio.

► Guida all’Aspi – Come e quando si deve presentare la domanda

Dipendenti statali

Gli orari delle visite fiscali per i dipendenti statali

I dipendenti statali, quelli delle pubbliche amministrazioni, gli insegnanti, i militari, i dipendenti delle ASL e degli Enti Locali in caso di assenza dal lavoro per malattia hanno l’obbligo di reperibilità 7 giorni su 7, anche durante i fine settimana e nei giorni festivi.

L’orario in cui i dipendenti statali possono ricevere visite fiscali, e quindi ha l’obbligo di trovarsi presso la propria residenza o presso l’indirizzo indicato nel certificato consegnato al datore di lavoro, sono dalle 9.00 alle 13.00 e dalla 15.00 alle 18.00.

Dipendenti privati

I dipendenti di aziende private che presentino un certificato di malattia hanno l’obbligo di reperibilità 7 giorni su 7, anche nei giorni festivi, dalle ore 10:00 alle 12:00 e dalle ore 17:00 alle 19:00.

Visite fiscali – Le esenzioni dall’obbligo di reperibilità presso l’indirizzo indicato

I dipendenti che presentano un certificato di malattia al datore di lavoro sono esentati dall’obbligo di presenza all’indirizzo indicato in caso di:

– patologie per le quali sono necessarie terapie salvavita;

– da infortuni sul lavoro;

– da malattie per cui viene riconosciuta la causa di servizio;

– dagli stati patologici relativi alla situazione di invalidità riconosciuta;

– gravidanza a rischio.

► Liquidazione TFR: come si calcola?

Cosa può fare il medico dell’Inps durante la visita fiscale?

Quando il medico dell’Inps si reca presso il datore di lavoro per una visita fiscale, una volta che ha accertato le reali condizioni di salute del lavoratore assente per malattia, può:

– confermare la prognosi indicata sul certificato;

– prolungare il tempo di assenza dal lavoro di ulteriori 48 ore;

– ridurre la prognosi indicata se il lavoratore presenta evidenti miglioramenti del suo stato di salute che permettano il rientro al lavoro;

– richiedere una visita specialistica se accerta la presenza di patologie specifiche o in caso di prognosi dubbia. In questo caso il lavoratore ha l’obbligo di sostenere la visita indicata.

A cosa va incontro il lavoratore che non venga trovato all’indirizzo indicato in caso di visita fiscale?

Nel caso in cui il lavoratore non venga trovato all’indirizzo indicato nel certificato di malattia dal medico preposto alla visita fiscale, riceve comunicazione dall’Inps per presentarsi presso la sede Asl di competenza per giustificare la sua assenza.

Nel caso in cui il lavoratore non possa giustificare la sua assenza con un valido motivo, non percepirà l’indennità di malattia per i primi 10 giorni richiesti e vedrà ridursi la stessa indennità del 50% per eventuali periodi eccedenti i 10 giorni, esclusi i giorni per i quali è stato certificato il ricovero ospedaliero o sono stati documentati da precedenti visite fiscali.

► Guida alla richiesta di tutela per gli esodati all’Inps

Se il lavoratore non giustifica l’assenza durante la visita fiscale entro 15 giorni dalla richiesta incorre in una decurtazione dello stipendio.

Sono considerati motivi validi per l’assenza ragionevoli impedimenti che non sarebbero potuti occorrere in altre fasce orarie. Non sono considerati motivi validi comportamenti giudicabili non diligenti da parte del lavoratore (tutti i comportamenti consapevolmente atti ad evitare la visita fiscale).

Modello Irap 2013 definitivo – Le novità

 Sul sito dell’Agenzia delle Entrate, come anche in rete, si trova già da un paio di mesi la versione definitiva del Modello Irap per il 2013, come pubblicato dal Provvedimento n. 2013/13138.

Rispetto al Modello dello scorso ci sono delle importanti novità. Una di queste è la predisposizione, da parte dell’Agenzia, di un software interattivo – disponibile sul sito – che permette al contribuente di compilare, controllare e inviare il Modello direttamente on line.

Grazie a questa nuova tecnologia, infatti, il contribuente soggetto alla dichiarazione e al versamento dell’Irap potrà compilare il relativo modello in totale autonomia. Il software predisposto, infatti, avverte, attraverso appositi messaggi, della presenza di errori e incongruenze che possono essere corretti e rivisti fino all’invio definitivo del modello.

► La nuova tecnologia per la compilazione e controllo del Modello Irap 2013

Ma le novità per quanto riguarda il pagamento dell’Irap – Imposta Regionale sulle Attività Produttive – non sono solo quelle tecnologiche, ma riguardano anche le modalità di compilazione. Vediamole nel dettaglio.

Deduzioni da cuneo fiscale per donne giovani lavoratori

Il Modello Irap predisposto per il 2013, e quindi riferito all’anno di imposta 2012, prevede che ci siano delle maggiori deduzioni da cuneo fiscale per le lavoratrici, per i lavoratori, di entrambi i sessi, con età inferiore ai 35 anni e per lavoratori di specifiche regioni d’Italia (regioni del Mezzogiorno).

Credito d’imposta

In base all’articolo 33 del D.L. n. 179/2012 (c.d. Decreto Sviluppo – bis) è stato predisposto un credito di imposta per l’incentivazione alla realizzazione di infrastrutture. Il credito di imposta così definito può essere usufruito solo nel caso in cui la realizzazione comporti una spesa superiore ai 500 mila euro.

I soggetti che intendono accedere al credito di imposta possono farlo solo se i progetti per i quali è richiesto il credito non beneficino già di altri crediti a fondo perduto.

Possono accedere al credito d’imposta tutti i soggetti, sia che abbiano come partner soggetti pubblici o soggetti privati, nella misura necessaria al raggiungimento dell’equilibrio del piano economico finanziario e sempre entro il limite massimo del 50% del costo totale dell’investimento.

► Irap – Istruzioni per la compilazione della dichiarazione 2013

Ripartizione regionale della base imponibile e dell’imposta

Si tratta del quadro IR, che per il 2013 prevede nuovi campi per la registrazione delle detrazioni Irap disposte da leggi regionali.

Nello specifico le novità introdotto con il Modello Irap 2013 per il quadro IR riguardano:

1. colonna 9, nella quale va inserito l’importo delle eventuali detrazioni istituite con apposite leggi regionali o provinciali;

2. colonna 10, nella quale inserire l’imposta al netto delle detrazioni (colonna 9) spettante a ciascuna regione o provincia autonoma.

Crediti Irap derivanti da operazioni straordinarie

Le novità riguardano il quadro IS, che si riferisce alla gestione dei crediti Irap ricevuti in seguito a operazioni straordinarie. Per operazioni straordinarie si intendono, ad esempio, i crediti maturati dalla società fusa o incorporata e trasferiti alla società risultante dall’operazione straordinaria.

Questa tipologia di crediti deve essere inserita nell’apposito spazio in evidenza del riquadro IS, per poi essere incorporati nel quadro IR per l’eccedenza Irap.

► Irap – Dichiarazione per il periodo d’imposta 2012

Le scadenze per la presentazione della dichiarazione Irap 2013

La dichiarazione IRAP 2013 deve essere presentata entro i termini previsti dal regolamento di cui al D.P.R. 22 luglio 1998, n. 322. Nello specifico, le scadenze per la presentazione della dichiarazione sono così ripartite:

1. 30 settembre dell’anno successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta

per Persone fisiche, Società semplici, Società in nome collettivo e in accomandita semplice, società ed associazioni a esse equiparate ai sensi dell’articolo 5 del Tuir.

2. Ultimo giorno del nono mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta

per soggetti all’imposta sul reddito delle società di cui all’articolo 73, comma 1, del Tuir e per le amministrazioni pubbliche di cui alla lettera e-bis) dell’articolo 3.

 

 

Cosa fanno gli immigrati in Italia?

 Come gli italiani qualche decennio fa lasciavano la patria in cerca di fortuna altrove, così adesso è il nostro paese ad essere la destinazione di migliaia di persone che, provenienti da paesi dove il lavoro non c’è o paesi che stanno attraversando difficili momenti storici e sociali, lasciano le loro terre per tentare fortuna da noi.

► In aumento le imprese straniere in Italia

Il numero esatto degli immigrati in Italia è difficile da stabilire, a fronte di un grande numero che ha ottenuto regolare permesso di soggiorno, infatti, ce un popolo di immigrati che non entrerà mai in nessun conteggio e in nessuna lista. Ma coloro che sono riusciti ad ottenere un regolare permesso, cosa fanno?

Una larga percentuale sono collaboratori domestici. Lo dice l”Indagine sull’assistenza familiare in Italia: il contributo degli immigrati’, uno studio realizzato con il contributo di Unicredit e pubblicato ieri dal Centro studi e Ricerche Idos. Sono stati intervistati quasi 900mila collaboratori domestici dichiarati all’Inps ed è risultato che il 50% di loro è rappresentato da extracomunitari e il 35% da stranieri comunitari, l’85% del totale.

Quasi tutte donne, però, gli uomini che si dedicano all’assistenza domiciliare sono solo un sesto del totale.

► I dati del rapporto Noi Italia dell’Istat

Il rapporto dà anche un quadro completo di come vivono queste persone nel nostro paese: nove intervistati su 10 sono iscritti al servizio sanitario nazionale e nelle stesse percentuali hanno dichiarato di essere soddisfatti del trattamento ricevuto dalle famiglie presso cui è impiegato e di essere apprezzato dai propri datori di lavoro. Solo il 14% degli immigrati occupati nell’assistenza domestica – nel 50% dei casi per anziani non autosufficienti – ha dichiarato di voler cambiare lavoro.

 

 

Calano i prezzi delle assicurazioni auto?

 Tra le tante voci di spesa annuali del bilancio delle famiglie italiane c’è quella per l’assicurazione dell’auto. Un costo necessario da sostenere per essere tutelati in caso di incidente, furto o atti vandalici, ma che in Italia è da sempre molto alto. Le tariffe rc auto italiane, infatti, sono tra le più alte d’Europa.

► Sulle truffe assicurative c’è un nuovo alleato

Ma l’Ania – Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici – in questo ultimo anno sarebbero diminuite in modo sostanzioso. Nella ricerca effettuata dall’Ania, come riportato dal Codacons, nel periodo compreso tra settembre 2012 e marzo 2013 le tariffe per l’rc auto in Italia sarebbero scese del 4,5%, scendendo da 445 a 425 euro al netto delle tasse e da 560 a 535 al lordo delle tasse.

In totale si tratta di un risparmio di circa 25 per ogni autoveicolo che si traduce in un risparmio complessivo per il periodo di circa 1 miliardo di euro.

Ma questi dati contrastano con quello pubblicati solo pochi giorni fa dall’IvassIstituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni – ente per il quale, invece, nell’ultimo anno le tariffe rc auto sono aumentate per le donne (a seguito della sentenza della Corte di Giustizia Europea)  del 13,5% e per gli uomini residenti nelle città del sud Italia (con punte fino al 9%).

► Quando si paga il bollo auto

Numeri discordanti che comunque non cambiano la sostanza: le tariffe rc auto italiane sono e rimangono, anche se si considerasse reale la diminuzione del 4,5%, le più care d’Europa.

Susanna Camusso cerca l’accordo con Confindustria

 Susanna Camusso, leader della CGIL, da Verona lancia un accorato appello a tutti i sindacati, alla Confindustria e a tutte le altre associazioni di impresa italiane per intavolare un dialogo costruttivo che possa porre le basi per la creazione di nuovo lavoro in Italia.

► Susanna Camusso chiede di detassare gli stipendi prima dell’estate

Gli ultimi dati sulla disoccupazione in Italia, soprattutto la disoccupazione giovanile, parlano chiaro: sono troppe le famiglie e i giovani che si trovano senza un lavoro. Senza il lavoro l’economia del paese non ha nessuna speranza di uscire dalla crisi economica che la attanaglia ormai da troppo tempo e all’inasprimento della quale hanno contribuito anche le incertezze della politica.

Per questo la Camusso invita a cercare un dialogo che possa portare ad un accordo tra tutte le parti in causa e che dia, anche, un’idea del futuro del paese. I progetti, per la Camusso, devono essere a lungo termine e non solo sanatorie di situazioni di emergenza.

► Susanna Camusso lancia allarme per mancanza fondi cassa integrazione

Le risorse ci sono. Ciò che è importante, e in questo la Camusso dà una chiara idea della sua posizione a riguardo, è la non cancellazione dell’Imu. Sebbene sia una tassa che crea delle difficoltà alle famiglie e che per questo andrebbe rivista, la sua cancellazione sottrarrebbe risorse fondamentali per il lavoro.

Banca Unicredit cerca personale per il periodo estivo

 Banca Unicredit è una realtà molto attiva su tutto il territorio nazionale e anche all’estero. Oltre che in Italia l’Istituto è presente anche in altri 22 paesi europei per un totale di 9.578 sportelli e oltre 162.000 dipendenti.

Baca Unicredit, che offre servizi dedicati sia per le famiglie che per le imprese, è da sempre molto attenta alle richieste e alle esigenze dei clienti che hanno scelto di affidare loro risparmi e affari e, proprio per questo, offre un Servizio Clienti specializzato e molto preparato.

In vista delle ferie estive, infatti, quando ci sarà meno personale, Unicredit Banca vuole comunque essere efficiente al 100% e ha deciso di affidare questo compito a giovani laureati che potranno, nel frattempo, iniziare a sperimentare il lavoro sul campo.

Le sedi di lavoro dove è prevista l’assunzione per il periodo estivo di addetti al Servizio Clienti – operatori di sportello che si occuperanno della gestione del cliente e della vendita dei servizi e dei prodotti della banca – sono: Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Trentino Alto Adige, Veneto, Lazio, Abruzzo, Sardegna, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria.

I requisiti richiesti sono il possesso di titolo universitario con votazione superiore a 99/110 per la laurea specialistica e a 102/110 per quella triennale.

Per tutte le altre informazioni e per l’invio della propria candidatura si rimanda alla pagina dedicata alle carriere del sito di Unicredit Banca.

 

Stage L’Oreal

 L’Oreal in questi ultimi giorni non solo è alla ricerca di nuovo personale da assumere con contratti a tempo indeterminato, ma sta anche cercando dei giovani, anche senza esperienza, da avviare ad una brillante carriera nel settore della cosmesi.

Non vi è alcun dubbio che L’Oreal sia una delle più grandi aziende operanti nella bellezza a livello mondiale e, quindi, uno stage in una delle sue sedi è un importante tappa della propria carriera professionale. Gli stagisti che al momento sta cercando l’azienda verranno impiegati in diversi settori dell’azienda e sono, nella maggior parte dei casi, finalizzati all’assunzione.

Tutti gli stage aperti da L’Oreal

Stage Clarisonic – Division L’Oreal Luxe

Stage Marketing – Ricerche di Mercato

Stage Ricerche di Mercato – Qualitative

Stage Marketing Divisione L’Oréal Luxe – Lancôme

Stage Trade Marketing YSL – Divisione L’Oréal Luxe

Stage Risorse Umane Formazione

Stage Trade Marketing Lancome – Divisione L’Oréal Luxe

Stage Trade Marketing – Divisione L’Oréal Luxe

Stage Controllo di Gestione Divisione L’Oréal Luxe

Stage Operations – Divisione Prodotti Grande Pubblico

Stage Marketing Cosmetique Active

Stage Business Development Divisione Mass Market

Stage Acquisti – Buyer

Stage Marketing Maybelline New York

Stage L’Oreal Paris Marketing

Stage Finanza e Controllo di Gestione Divisione Prodotti Grande Pubblico

Stage Marketing Divisione Prodotti Grande Pubblico

L’unico requisito richiesto da L’Oreal per poter partecipare alle selezioni, oltre ad aver già conseguito la laurea o essere laureandi, è la perfetta padronanza della lingua inglese. Gradita la presenza di esperienze extra-curriculari.

Agli stagisti sarà offerto un contratto di stage della durata di 6 mesi da svolgersi presso la sede di Milano e prevede rimborso spese, ticket mensa, parcheggio aziendale e possibilità di alloggio in foresteria.

Per tutte le informazioni e per l’invio del proprio curriculum consultare la pagina Job Opportunities del sito della L’Oreal.