Apple torna sul mercato con gli iBond

 E’ la prima volta dal 1997 ma non sembra che la Apple abbia dimenticato come si fa. Dopo tutti questi anni l’azienda di Cupertino si rimette in gioco sul mercato delle obbligazioni e si prepara all’emissione di una bella fetta di debito con i cosiddetti iBond, obbligazioni che alla Apple servono per pagare i dividendi degli azionisti.

► Come farà a sopravvivere Apple

Dati i termini dell’operazione, della quale si occupano Deutsche Bank e Goldman Sachs, l’interesse è molto alto e sono state già raccolte richieste per il collocamento del debito pari a circa 40 miliardi di dollari.

Il recupero atteso per la Apple si aggira intorno ai 15/18 miliardi di dollari che saranno poi redistribuiti tra gli azionisti delusi dal calo dei rendimenti della società che sono stati evidenziati nel primo trimestre del 2013.

Dall’altra parte, ossia dalla parte di coloro che vogliono comprare una parte di questo debito con gli iBond, non si prospettano, però, rendimenti entusiasmanti: secondo gli analisti, infatti, il rendimento atteso non dovrebbe essere superiore al 2,8%, quanto attualmente rendono i titoli azionari con le loro cedole.

► Calano gli utili di Apple

Grazie alla richiesta di questo prestito la Apple potrà provvedere alla restituzione dei 100 miliardi di dollari promessa ai soci entro il 2015: una mossa strategica che permetterà a Cupertino di lasciare dove sono i fondi depositati all’estero – stimati in circa 145 miliardi di dollari – e non pagare, così, le tasse per il rientro dovute al governo degli Stati Uniti.

Italia vs Austerity

L‘Italia guida una particolarissima rivolta di stampo europeo per liberarsi per sempre dallo status imposto dalle forme di austerity. L’analisi scaturisce da un articolo pubblicato sul Financial Times. Il giornale inglese ritiene che il nostro Paese, se presa in considerazione la “sua forma mentis di terza economia dell’Eurozona che contempla peraltro il debito più alto della Ue, potrà facilitare un cambio molto importante nelle politiche europee in chiave anti-austerity”. Nell’articolo si mette in evidenza che il nuovo Presidente del Consiglio Enrico Letta ha già fatto una proposta per eliminare il più possibilità l’austerità piuttosto che mettere in archivio misure che portano a fare i grossi sacrifici che hanno fatto Paesi quali la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo”.

Le concessioni fatte all’Italia e di conseguenza agli altri Paesi giugneranno con ogni probabilità dopo le elezioni in Germania di settembre, secondo quanto messo nero su bianco ancora dal Financial Times. Il ragionamento quadra poiché sono sempre di più gli Stati sul punto di realizzare che il sistema di salvataggi associati da austerity abbiano condannato le economia a recessioni eterne e peggiorato i rapporti di debiti.

In ogni caso il Financial Times ha messo in luce che il nuovo Governatore non ha ben chiaro dove troverà le risorse per rispettare gli impegni fiscali chiesti dall’Ue, descrivendo il suo discorso come un atto di equilibrio politico, che mira a conservare l’unità della coalizione alla quale è stato costretto il centrosinistra.

Anche il Wall Street Journal ha scritto che Letta ha fatto una promessa: quella di tagliare le tasse e aumentare gli aiuti per i più poveri senza lasciare il conto alle future generazioni. Il problema resta uno: come potrà finanziare le sue promesse rispettando allo stesso tempo le norme fiscali dell’area europea recentemente corroborate e il nuovo requisito costituzionale dell’Italia di gestire budget equilibrati?

In ogni caso, come sottolinea il quotidiano finanziario statunitense, l’agenda di Letta è farcitissima ed è considerata “ambiziosa” dal WSJ.

Da oggi è possibile sospendere il mutuo

 Il decreto “Salva Italia” ha recentemente rifinanziato, con un ulteriore gettito da 20 milioni di euro, il Fondo di Solidarietà del Tesoro per la sospensione delle rate del mutuo relativo alla prima casa.

> Torna il Fondo di Solidarietà per i mutui

Avevamo già avuto modo di segnalare, infatti, questa possibilità anche in un post pubblicato in precedenza. Ma ora il Fondo di Solidarietà è stato del tutto riattivato, e proprio da oggi, in via ufficiale, comincerà – per chi ne farà richiesta -ad erogare alle banche le cifre per la copertura del tasso di interesse applicato al mutuo.

> Le professioni giuste per ottenere un mutuo

Lo stop alle rate del muto è consentito a chi ha perso il lavoro e può avere una durata prolungabile fino  a 18  mesi. I mutui, tuttavia, non devono superare i 250 mila euro di importo erogato e i titolari di questi  ultimi non devono avere un indicatore ISEE superiore a 30 mila euro.

Possono accedere alle agevolazioni del Fondo di Solidarietà anche gli invalidi civili con invalidità non inferiore all’ 80% e i portatori di handicap.

I moduli per la compilazione della richiesta sono scaricabili dal sito del MEF (www.mef.gov.it), e poi vanno presentati direttamente presso la banca erogatrice del mutuo, che a sua volta provvederà a inviare la documentazione alla Consap.

Taglio dei costi della politica, si inizia dal Quirinale

 L’austerity potrà anche non essere l’unica soluzione per salvare il paese dalla crisi. Verissimo. Ma ci sono dei costi che lo Stato può abbattere e che non sono quelli per la Sanità, per l’Istruzione o per gli ammortizzatori sociali.

► Rehn e Constancio aprono a un rallentamento dell’austerity

Ne ha dato prova poche ore fa il nostro Presidente della Repubblica che ha emanato un apposito decreto per la riduzione dei costi del Quirinale. La proposta del decreto è arrivata dal Segretario generale  Donato Marra ed è subita stata accolta dal Presidente Napolitano.

Nello specifico si tratta di una riduzione del 15% dell’indennità di funzione del Segretario generale, del 12% dei compensi dei Consiglieri del Presidente della Repubblica, e del 5% delle indennità previste per il personale comandato e distaccato.

Un primo passo molto importante che sembra voglia porsi come esempio da seguire anche per tutte le altre amministrazioni politiche, in ordine di un ritrovamento della sobrietà e della credibilità della politica agli occhi degli italiani.

► Il Napolitano-Bis fa bene allo spread

Ma il rieletto Giorgio Napolitano non si è fermato qui ed ha dato mandato al Segretario generale di predisporre ulteriori misure per ridurre le spese del Segretariato generale, soprattutto per quanto riguarda gli oneri relativi al personale rispettando, comunque, quanto dettato dai contratti stipulati con i lavoratori e nel rispetto dei diritti sindacali.

Bankitalia prevede ancora rischi in Ue e in Italia

 La Banca d’ Italia ha recentemente pubblicato il proprio Rapporto sulla stabilità finanziaria in cui fa luce sul quadro economico e finanziario del Paese Italia nel contesto dell’ Unione Europea in cui è inserita e sui possibili rischi a cui sia la prima, sia la seconda possono andare incontro nell’ immediato futuro.

Impossibile cancellare l’Imu, lo dice Bankitalia

L’ Istituto sostiene dunque che sebbene le conseguenze più estreme si siano allontanate, l’ Eurozona e l’ Italia non sono ancora del tutto fuori  da possibili rischi per la stabilità finanziaria, e tra questi il più grave è quello rappresentato dalla possibilità che la recessione si protragga nel tempo e che i tempi della ripresa si allunghino.

Meno tasse e più crescita per Saccomanni

Sulle imprese, ad esempio, grava ancora il problema del credito, in cui domanda e offerta si influenzano negativamente a vicenda.

Per quanto riguarda invece le famiglie, queste ultime hanno visto progressivamente ridursi la propria ricchezza, dal momento che sono diminuiti i prezzi delle case e sono stati ceduti alcuni strumenti finanziari.

Sul fronte del debito pubblico, invece, la tensione si va piano piano allentando, anche attraverso il graduale ritorno degli investimenti stranieri.

In questo quadro, tuttavia, per Bankitalia, il problema dei pagamenti della P.A. resta di fondamentale importanza e di soluzione primaria secondo i dettami suggeriti dall’ Unione Europea.

Arrivano i nuovi euro

Sono passati 11 anni da quando l’euro ha fatto la sua prima comparsa nei portafogli dei cittadini dell’Unione Europea. Una moneta rivoluzionaria che ha permesso di abbattere molte delle barriere economiche e culturali presenti tra i diversi paesi che hanno aderito al progetto dell’Europa unita.

Ormai siamo abituati, come cittadini italiani e come cittadini europei, ad avere tra le mani gli euro ma, molto presto, dovremo abituarci a vedere delle altre banconote. A partire dal 2 maggio 2013, infatti, inizierà la circolazione dei nuovi euro.

Una nuova serie di banconote e monete che si chiama Europa e che si distinguerà dalle precedenti per l’effige della dea greca Europa e l’iscrizione delle origini del Vecchio Continente. Sarà un’introduzione graduale che inizierà appena dopo la Festa dei Lavoratori a partire dalle banconote da 5 euro e poi, man mano, tutti gli altri tagli con l’obiettivo finale della sostituzione della moneta di più vecchio corso.

La serie Europa degli euro, come spiegano dalla Banca Centrale Europea, è un’evoluzione delle vecchie banconote, stesso stile e stessi colori dominanti, ma sono state perfezionate le caratteristiche di sicurezza per renderlo più sicuro e più difficile da falsificare.

Europa – La nuova serie degli euro

Europa: come saranno le nuove banconote da 5 euro

Euro. Le caratteristiche e la storia della moneta unica europea.

Produzione e distribuzione dei nuovi euro

Euro, le nuove banconote sono ispirate a Europa

Attivato il portale per conoscere il nuovo Euro

Tre cose da sapere sull’euro

I cinque punti del programma economico di Letta

Si articola in cinque punti l’attesissimo programma economico redatto dal nuovo Premier Enrico Letta, che aspetta solo di ricevere la fiducia di entrambe le camere per iniziare i lavori.

Un programma, il suo, finalizzato al conseguimento delle riforme, che con ogni probabilità sarà complicato da attuare. L’Italia versa in uno stato di emergenza economica, ma i problemi sono di varia natura.

Letta ha analizzato cinque parole chiave, al fine di coinvolgere imprese e consumatori e allontanare la crisi.

L’obiettivo principale del Premier e del nuovo governo è la crescita, come lui stesso dichiara: “Di solo risanamento l’Italia muore, servono politiche per la crescita”.

La crescita che deve partire naturalmente dal lavoro. A cominciare dalla riduzione delle tasse sul lavoro “stabile, sui giovani e sui neoassunti”, proseguendo attraverso ulteriori investimenti riguardanti l’apprendistato e incentivi a part time misti, per finire con la progressiva introduzione di nuove risorse giovani.

Per quanto riguarda nello specifico il tema delle tasse, da giugno ci sarà lo stop al pagamento dell’IMU in attesa di una revisione dell’imposta relativa agli immobili il cui sistema generale di tassazione deve essere rivisitato, e rinuncia a inasprire l’IVA.

Restano validi alcuni precetti cari al precedente esecutivo guidato da Monti, tra i quali la lotta all’evasione fiscale.

Bisogna poi risolvere l’ormai annosa questione esodati. L’impegno prioritario di Letta è quello di ravvivare il patto precedentemente rottosi con i soggetti in questione.

L’ultimo punto del programma riguarda il reddito minimo, a proposito del quale Letta dichiara che si potranno analizzare forme di reddito minimo per le famiglie bisognose con figli piccoli.

Il nuovo corso deve iniziare dai membri del Governo: per questa ragione Letta ha dichiarato che il primo atto del Governo sarà “eliminare lo stipendio dei ministri parlamentari che esiste da sempre in aggiunta alla loro indennità”.

Proroga al 16 aprile per la consegna del Modello 730

 La scadenza per la presentazione del Modello 730 per la dichiarazione dei redditi da pensione o da lavoro dipendente per coloro che hanno optato per la consegna al sostituto d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico di riferimento) era stata fissata ad oggi, 30 aprile.

► Presentazione del Modello 730 al sostituto d’imposta: come fare?

Ma in queste ore è giunta la comunicazione ufficiale del Consiglio dei Ministri che proroga la suddetta scadenza al 16 maggio.

La comunicazione è arrivata tramite decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri firmato il 26 aprile 2013 che sarà pubblicato nelle prossime ore anche sulla Gazzetta Ufficiale.

Il decreto aggiorna anche le scadenze per i sostituti di imposta che hanno deciso di prestare assistenza fiscale ai contribuenti: per loro il termine ultimo per la consegna della dichiarazione dei redditi elaborata al contribuente è stata spostata dal 31 maggio al 14 giugno 2013.

► Tre consigli per la compilazione del Modello 730

Per i contribuenti che hanno invece optato per la consegna del Modello 730 valido per la dichiarazione dei redditi riferiti al 2012 al Caf o ad un professionista abilitato il termine di scadenza rimane al 31 maggio come precedentemente fissato

Crolla l’inflazione e i prezzi frenano in Italia

 Se la situazione dell’ Eurozona risulta particolarmente difficile in questo periodo a causa dell’alto tasso di disoccupazione e  della brusca frenata subita nell’ultimo mese dall’inflazione, gli effetti di questo stato di cose si ripercuotono anche in Italia.

> L’Eurozona tra disoccupazione e inflazione

Anche in Italia l’ Istat rileva, infatti, una brusca frenata dei prezzi – in realtà la settima consecutiva, dovuta all’ abbassamento del tasso di inflazione all’ 1,2%, che così raggiunge il livello più basso da febbraio 2010.

La causa di questo forte rallentamento dei prezzi, spiega l’ Istat, è probabilmente dovuto al generale calo che si è registrato per i beni energetici.

Il potere d’acquisto crolla ai livelli del 1995

Sia il prezzo della benzina che quello del gasolio, infatti, hanno visto negli ultimi mesi una diminuzione progressiva sia su base mensile che su base annua: la prima è scesa del 2% su base mensile e del 4% su base annua, mentre il secondo del 2,3% su base mensile e del 3,6% su base annua.

Di conseguenza, l’ Istat registra anche una brusca frenata nel livello dei prezzi. Non sono aumentati, ad esempio, neanche quelli acquistati con più frequenza dai consumatori, che vanno dal cibo ad altri beni di prima necessità, i quali rincarano per il momento solo di un timido  1,5% annuo.

L’Eurozona tra disoccupazione e inflazione

 L’ Istat ha recentemente pubblicato i dati relativi al tasso di disoccupazione presente oggi in Italia, che, rimasto invariato dallo scorso febbraio, si attesta attorno all’ 11,5% per il mese di marzo.

> I giovani disoccupati sono il 38,4%

Ma le cose, a dir la verità, non vanno meglio nell’ Eurozona. Per l’Unione Europea, infatti, la disoccupazione si attesta attorno al 12% per il mese di marzo, mese in cui, secondo i dati Eurostat, si sono potuti registrare 62 mila disoccupati in più rispetto al mese di febbraio 2013 e 1 milione 723 mila in più rispetto ad un anno fa.

Il quadro dell’ Eurozona, inoltre, viene ulteriormente aggravato da altri fattori negativi: tra questi spicca la brusca frenata subita dall’inflazione, che raggiunge un tasso superiore al previsto, seguita da una debolezza generale del mercato del lavoro.

Il potere d’acquisto crolla ai livelli del 1995

Per quanto riguarda l‘inflazione media dell’area euro, infatti, nel mese di aprile si è potuta registrare una decelerazione al più 1,2%, sintomo di un quadro economico in cui la dinamica dei prezzi al consumo risulta piuttosto debole.

L’insieme di questi fattori negativi che gravano sulle sorte dell’Europa potrebbe quindi indurre la Banca Centrale Europea ad operare – giovedì – quell’ atteso taglio dei tassi di interesse.