Scheda informativa del 770

 Il 770 è un tipo di dichiarazione che non interessa i contribuenti comuni, infatti è propria dei datori di lavoro, degli enti pensionistici, degli amministratori di stato e via dicendo. I sostituti d’imposta devono infatti comunicare all’Agenzia delle Entrate  tutti i dati relativi alle ritenute effettuate nel periodo d’imposta della dichiarazione. In pratica devono effettuare una dichiarazione annuale riguardo i versamenti eseguiti, i crediti, le compensazioni e i dati relativi a contributi e assicurazioni.

Scegliere tra i diversi modelli di dichiarazione

La dichiarazione 770 come tutte le dichiarazioni dei redditi, sono disponibili in due formati: il 770 semplificato e il 770 ordinario. In base al tipo di contribuente, i soggetti devono trasmettere una sola o entrambe le dichiarazioni. Nel modello 770 semplificato devono essere riportati alcuni dati in forma obbligatoria: i dati relativi alle certificazioni rilasciate ai contribuenti, sia in relazione ai redditi di lavoro dipendente, sia riguardo indennità di fine rapporto, fondi pensioni, redditi da lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi; i dati contributivi, previdenziali e assicurativi effettuati per il sostituto d’imposta cui si riferisce la dichiarazione; i dati sui versamenti effettuati di crediti e compensazioni; i dati sulle somme liquidate in seguito a pignoramenti.

Chi deve presentare il modello 730

Nel modello 770 ordinario, invece, devono essere indicate da un lato le ritenute sui dividendi, sui proventi di partecipazione, sui redditi di capitale, sulle operazioni finanziarie e sulle indennità di esproprio, ma deve essere usato anche per i versamenti riguardo compensazioni e crediti d’imposta.

Arriverà la fine di Equitalia?

 Il I° luglio del 2013 è una data che aspettano in molti. E’ la data in cui avranno termine tutte le concessioni che i Comuni italiani hanno rilasciato a Equitalia per la riscossione coattiva delle entrate tributarie e patrimoniali.

► Equitalia annuncia novità nelle procedure

La situazione si prospetta abbastanza complicata: i comuni, infatti, avranno adesso la possibilità di chiedere ad altri enti di fare quello che Equitalia ha fatto finora o continuare sulla strada già intrapresa.

La scelta non è così scontata: si tratta, infatti, nel caso la scelta dell’istituzione fosse di togliere l’incarico a Equitalia di capire chi potrà e dovrà farlo al posto suo. Un’altra società privata – come lo è Equitalia – o una società pubblica. La maggior parte dei comuni italiani ancora non hanno fatto comunicazioni a riguardo, ma in questi giorni si leva alta la voce di Gianni Alemanno, sindaco uscente della Capitale, che propone al posto di Equitalia una società comunale, Aequa Roma.

Una svolta epocale, secondo il sindaco romano, che permettere di avere una riscossione più equa dei tributi con un’apposita Commissione Etica che avrà il compito di indagare caso per caso le reali ragioni dell’insolvenza a carico del cittadino o dell’impresa:

Dobbiamo essere consapevoli del fatto – ha spiegato il sindaco – che esistono due casi completamente diversi: chi non vuole pagare per truffare lo Stato o gli Enti locali, da colpire quindi duramente, e chi non può pagare avendo come unica alternativa quella di chiudere l’attività e precipitare sul lastrico.

► Meno riscossioni per Equitalia, colpa della crisi

Che sia una mossa elettorale o meno è una proposta interessante da parte di Alemanno, che già è realtà a Torino, sulla quale saranno chiamati a decidere i romani stessi con una consultazione popolare via internet.

Il fallimento della cedolare secca

 Lo studio condotto dalla Cgil Nazionale e da Sunia evidenzia come la cedolare secca sugli affitti – imposta che rinnova il regime fiscale sugli contratti di locazione in particolari circostanze – sia stata, per lo Stato, un fallimento in termini di gettito fiscale.

In particolare, oltre ad aver comportato una perdita di 422 milioni di euro di entrate, la cedolare secca avrebbe favorito i proprietari con redditi superiori a 300.000 euro, con una diminuzione della pressione fiscale a loro carico pari a 4.700 euro.

► Scegliere tra cedolare secca e remissione in bonis

Il provvedimento che ha fatto nascere la cedolare secca, il decreto legislativo sul federalismo, aveva il chiaro scopo di contrastare l’affitto in nero con la previsione, in sostanza, di un regime fiscale agevolato con la sostituzione, a fronte di specifiche condizioni, da una sola voce di imposizione fiscale.

Ma così non è stato, almeno ai numeri riportati dallo studio: in due anni di applicazione lo stato ha perso 422 milioni di euro, ossia la la differenza tra quanto si sarebbe incassato nel 2011 mantenendo la tassazione precedente e quanto poi è effettivamente arrivato con l’applicazione del regime di cedolare.

Le entrate previste per lo Stato erano state stimate a 2,7 miliardi di euro per il 2011 e di 3,8 miliardi di euro per il 2012. Le effettive sono state, rispettivamente, di 875 milioni di euro e un miliardo nel 2012.

► Contratto di affitto – Adesione cedolare secca

Obiettivo non centrato neanche per il contrasto all’evasione fiscale, anzi, secondo il Report, questo regime avrebbe addirittura agevolato i contribuenti con redditi superiori ai 300.000 euro, per i quali la sostituzione della tassazione Irpef con la cedolare secca avrebbe fatto risparmiare 4.700 euro. Un vantaggio, questo, che decresce parallelamente all’abbassarsi del reddito, arrivando a zero intorno ai 20.000 euro per poi diventare negativo con redditi più bassi.

 

Raggiunto un accordo preliminare per il trasporto pubblico: 700 euro una tantum

 Nei prossimi mesi potremo assistere ad una sensibile diminuzione degli scioperi dei trasporti. In queste ore è stato infatti raggiunto un accordo preliminare tra le parti sociali nella trattativa sul rinnovo del contratto collettivo del trasporto pubblico locale.

Vademecum sulla Riforma del Lavoro

Dopo circa una trentina di incontri e diversi scioperi, alcuni dei quali annunciati e poi revocati in questi ultimi giorni, le parti in causa hanno accordato ai lavoratori un acconto di 700 euro sul trattamento del triennio 2009-2011. Il versamento avverrà in due rate di uguale importo previste, la prima, per maggio 2013 e la seconda a ottobre 2013.

Sono 116 mila i lavoratori del settore che, anche se ancora in attesa del rinnovo del contratto collettivo, potranno beneficiare di questo trattamento economico una tantum.

Per il Ministri dei Trasporti Martone, che lunedì verrà rimpiazzato dal nuovo ministro che giurerà domani, si tratta di un lascito molto importante di fine mandato:

► La lista dei nuovi Ministri presentata da Enrico Letta

Si tratta di un accordo importante che sblocca una trattativa ormai ferma da 5 anni e che consente di rimettere in moto un settore strategico per l’economia nazionale. Anche in questo settore, grazie al senso di responsabilità dimostrato da tutti gli attori istituzionali coinvolti, è possibile fronteggiare la crisi economica coniugando rigore, equità e crescita.

La lista dei nuovi Ministri presentata da Enrico Letta

 Il Governo Letta è pronto. Il neo Presidente del Consiglio Italiano Enrico Letta, ha presentato in conferenza stampa la lista dei ministri che comporranno il governo italiano.

Da domani – dopo che sarà avvenuto il giuramento nella sala delle feste del Quirinale ci sarà il giuramento – l’Italia avrà ufficialmente un nuovo Governo.

21 ministri, di cui 8 senza portafoglio. Quindi il numero dei ministri è aumentato rispetto al Governo Monti (da 18 a 21), ma ciò che fa discutere non è solo questo: nelle fila del nuovo esecutivo c’è una preponderanza di ministri provenienti dalle fila del PDL, mentre mancano del tutto ministri del Movimento 5 Stelle.

Punto a favore: la forte presenza di donne, tra le quali anche la prima donna di colore al Governo italiano, che è stata insediata al Ministero dell’Immigrazione.

La lista dei Ministri del nuovo governo Letta

Presidente del Consiglio: Enrico Letta

Sottosegretario alla presidenza del consiglio: Filippo Patroni Griffi

Vicepresidente del Consiglio: Angelino Alfano

Ministro dell’Interno: Angelino Alfano

Ministro degli affari europei: Enzo Moavero Milanesi

Ministro Autonomie: Graziano Del Rio

Ministro coesione: Carlo Trigilia

Ministro per i rapporti: Dario Franceschini

Ministro per le riforme Costituzionali: Gaetano Quagliariello

Ministro delle pari opportunità: Josefa Idem

Ministro dei beni culturali: Massimo Bray

Ministro della Pubblica amministrazione: Giampiero D’Alia

Ministro dell’Economia: Fabrizio Saccomanni

Ministro dello Sviluppo: Flavio Zanonato

Ministro delle Infrastrutture: Maurizio Lupi

Ministro delle politiche agricole e forestali: Nunzia De Girolamo

Ministro del Lavoro: Enrico Giovannini

Ministro dell’istruzione: Maria Chiara Carrozza

Ministro della Salute: Beatrice Lorenzin

Ministro dell’Ambiente: Andrea Orlando

Ministro degli Esteri: Emma Bonino

Ministro della giustizia: Anna Maria Cancellieri

 

Prima rata Imu 2013: problematiche su possibile abolizione e aliquota

 Il tempo stringe. I Comuni italiani hanno tempo fino al 16 maggio per decidere con quale aliquota si dovrà pagare la prima rata dell’Imu prevista per il 2013. A complicare la situazione c’è il problema del Governo, che si sta formando in queste ore, e le richieste del Pdl che vorrebbe far eliminare la tassa sugli immobili almeno sulla prima casa e provvedere al rimborso di quanto pagato nel 2012.

► La situazione delle tasse per i prossimi mesi

Molti studi hanno già dimostrato che l’abolizione dell’Imu, così come richiesta dal Pdl, potrebbe comportare diverse problematiche per le casse dello stato, in quanto verrebbe a mancare uno quota importante del gettito fiscale dello Stato, necessario a rimanere sulla giusta direzione per raggiungere il pareggio di bilancio.

Ma non solo. In questi giorni è stato pubblicato un ‘ulteriore ricerca condotta dal Nens, il centro studi fondato dall’ex ministro Vincenzo Visco con Pier Luigi Bersani, che evidenza come un’abolizione generalizzata dell’Imu sulla prima casa sarebbe a beneficio solo dei più ricchi. Infatti, secondo lo studio, il 20% dei contribuenti più ricchi ha versato il 44,6% del totale dell’imposta, a fronte di un 2,4% della contribuzione totale delle fasce di popolazione meno abbienti.

► Impossibile cancellare l’Imu, lo dice Bankitalia

Dai Caf – centri di assistenza fiscale – inlotre, arriva in queste ore un’altra richiesta al Governo che potrebbe facilitare la risoluzione delle problematiche alle quali stanno cercando di far fronte, prima tra tutte la compilazione della dichiarazione dei redditi e, quindi, le percentuali di pagamento con le quali si dovranno confrontare i cittadini: pagare l’Imu con le stesse dinamiche impositive dello scorso anno e rimandare qualsiasi decisione in merito al futuro, una volta che tutte le questioni in merito saranno chiarite.

 

La situazione delle tasse per i prossimi mesi

 Al governo il dibattito è accesissimo e le tasse sono uno di quegli argomenti che da sempre creare maggiore confusione e bagarre tra i nostri rappresentanti politici.

► Impossibile cancellare l’Imu, lo dice Bankitalia

Dato ormai per certo che l’Imu sarà una tassa permanente, nel computo delle tasse che gli italiani si troveranno a pagare in questi prossimi mesi rientrano però anche diverse altre voci che fanno balzare verso l’alto la quota di denaro che gli italiani dovranno togliere dalle previsioni di consumo per essere destinata al pagamento delle tasse.

Il problema, infatti, è questo: Stato e Comuni hanno le casse semi-vuote e hanno necessità di fare, appunto, cassa. Partendo ad esaminare la situazione dall’Imu, il discorso è piuttosto semplice: lo Stato incasserà il gettito Imu proveniente da capannoni, alberghi e impianti che pagheranno l’Imu con l’aliquota dello 0,76 per cento.

Ai Comuni dovrebbe andare il gettito legato a tutti gli altri immobili, per primi quelli destinati ad uso abitativo. Per aumentare il gettito l’aliquota alla quale viene applicata l’Imu potrebbe essere alzata dello 0,3%, la maggiore entrata potrebbe essere utilizzata dai Comuni, comunque, per eventuali esenzioni della tassa sulla prima casa.

Le prime stime su quanto si potrà pagare di Imu per le diverse categorie di immobili è stata fatta da Confcommercio: un capannone di 3.000 metri quadrati con una rendita catastale di 30.000 euro potrebbe avere un aumento della tassa pari a circa 6.000 euro se l’aliquota fosse applicata al suo valore massimo consentito; se poi si conteggia anche Tarsu – le prime due rate della Tares di maggio e settembre sono state congelate – per un appartamento di 100 metri quadrati si potrebbe arrivare a pagare fino al 25% in più rispetto al 2012, mentre un bar di 100 metri quadrati potrebbe arrivare a pagare anche 1.400 euro in più.

Va anche considerato, inoltre, che per le aziende e i professionisti a dicembre ci sarà anche l’acconto Irpef da versare, il che fa notevolmente aumentare la quota di denaro che uscirà dalle casse degli italiani per arrivare in quelle delle Amministrazioni Pubbliche.

► Salasso Iva: l’aumento di luglio farà spendere 103 euro in più a famiglia

Ma prima di dicembre, c’è un altro rialzo di aliquote previsto: è quello dell’Iva, che a partire da 1° luglio 2013 subirà un aumento dell’aliquota ordinaria di un punto percentuale, passando così dal 21% attuale al 22%. Il rincaro sarà pesante per professionisti e famiglie. Queste ultime in particolare, anche se l’aumento dell’Iva non inciderà sulle spese primarie, saranno particolarmente colpite: ad esempio una famiglia di quattro persone con una spesa annua di 2.212 euro al netto dell’imposta dovrà mettere in conto un aumento del 6,1% dell’Iva.

Quando si presenta il modello UNICO

 Il modello UNICO per la dichiarazione dei redditi è relativo soltanto ad alcune categorie di contribuenti e rispetta delle scadenze autonome rispetto a quelle che l’Erario ha definito per il modello 730.

Tutto sul modello 730

Per quanto riguarda l’UNICO, in alcuni articoli precedenti, abbiamo esaminato la scheda informativa del modello di dichiarazione in questione, abbiamo quindi approfondito la descrizione dei contribuenti obbligati all’UNICO e abbiamo spiegato come si presenta il modello Unico.

Adesso è importate capire quali sono le scadenze da rispettare per essere sempre in linea con il fisco. In effetti di recente è stata modificata la scadenza per la presentazione del modello 730 al sostituto d’imposta, per il modello UNICO, invece, finora non sono state effettuate modifiche degne di nota.

Perciò, come scrive bene l’Agenzia, se anche le deadline possono subire variazioni e proroghe ed è necessario sempre consultare la sezione dedicata allo scadenzario, questi sono i prossimi appuntamenti per i contribuenti che compilano l’UNICO.

La dichiarazione in formato telematico deve essere trasmessa entro il 30 settembre, mentre in forma cartacea si può presentare la dichiarazione all’Ufficio Postale tra il 2 maggio e il 30 giugno 2013.

Se il contribuente presenta la dichiarazione in ritardo, entro i 90 giorni si può applicare una sanzione.

 

Come si presenta il modello Unico

 Tutti i contribuenti che usano il modello UNICO per la dichiarazione dei redditi devono presentare la dichiarazione stessa per via telematica, a meno di non far parte delle eccezioni descritte dall’Agenzia delle Entrate. La trasmissione telematica della dichiarazione, a sua volta, può avvenire in due modi: o direttamente dopo essersi registrati ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, oppure tramite gli intermediari abilitati, tra cui i professionisti, le associazioni di categoria e i Caf.

I contribuenti obbligati all’UNICO

E’ inoltre possibile presentare la dichiarazione dei redditi direttamente presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate che offrono assistenza per la compilazione e poi si occupano dell’invio telematico dei documenti.

La presentazione telematica diretta deve essere fatta soltanto se si hanno i requisiti d’accesso al servizio telematico Fisconline oppure al servizio telematico Entratel, entrambi messi a disposizione dall’Erario. In alternativa si può scegliere la presentazione del modello Unico in formato cartaceo tramite l’ufficio postale.

La scheda informativa del modello Unico 2013

Possono scegliere questa modalità coloro che pur avendo dei redditi dichiarabili con il 730 devono comunicare i quadri RM, oppure RT, oppure RW, oppure AC. Possono inoltre provvedere alla compilazione manuale e cartacea dell’Unico anche coloro che devono presentare la dichiarazione per conto dei contribuenti deceduti. Infine possono sfruttare il sistema coloro che sono privi del sostituto d’imposta quando arrivano a presentare la dichiarazione perchè il rapporto di lavoro si è interrotto.