La scheda informativa del modello UNICO PF mini

 Il modello UNICO, come tutti gli altri modelli di dichiarazione dei redditi, ha diverse versioni. Quelle più interessanti per i contribuenti sono la versione ordinaria e la versione mini che, però, è riservata soltanto ad alcune tipologie di contribuenti.

I contribuenti obbligati all’UNICO

Il modello UNICO Persone Fisiche Mini e una versione semplificata, è stato pensato per agevolare i contribuenti che hanno una situazione “fiscale” meno complessa. Il modello UNICO mini può essere usato soltanto dai contribuenti che sono residenti in Italia e per prima cosa non hanno cambiato il domicilio fiscale dal primo novembre dell’anno precedente.

Tutto sul modello 730

Il modello in questione non può essere usato dai titolari di partita IVA e da coloro che hanno percepito i seguenti redditi: redditi da terreni e fabbricati, redditi da lavoro dipendente o assimilati o redditi da pensione, redditi derivanti da attività commerciali e da lavoro autonomo non esercitate.

Lo stesso modello può essere usato da coloro che vogliono fruire di detrazioni, deduzioni, spese sostenute, detrazioni per carichi di famiglia e lavoro ma non può essere usato da chi deve presentare la dichiarazione per conto di altri. Nel modello UNICO mini non devono essere usato da chi non deve indicare un domicilio per la notifica degli atti diverso dalla residenza e per chi non deve presentare una dichiarazione correttiva o integrativa.

La scheda informativa del modello UNICO PF

 Il modello UNICO PF 2013 è un modello unificato per la presentazione delle dichiarazioni fiscali. L’Agenzia delle Entrate, come per tutti gli altri modelli di dichiarazione, presenta numerose informazioni a disposizione dei contribuenti. In primo luogo una scheda informativa. Poi è presente la descrizione dei contribuenti obbligati a presentare l’UNICO, le modalità e i tempi di presentazione e tutto quello che si deve fare in caso di errore.

Anche per il modello UNICO PF può essere fatta una compilazione del documento online e l’invio telematico diretto all’Agenzia delle Entrate. Poi, anche per chi sceglie la compilazione cartacea, sono disponibili modello e istruzioni e tutte le normative che hanno introdotto modifiche successive al rilascio dei modelli.

 Se si sbaglia la presentazione dell’UNICO

Il modello UNICO PF è adatto ai contribuenti che devono presentare la dichiarazione dei redditi e anche la dichiarazione IVA, mentre sono escluse da questo modello tutte le categorie di contribuenti che devono presentare la dichiarazione IVA in forma autonoma.

 Quando si presenta il modello UNICO

I contribuenti che voglio usare in compensazione dei crediti accumulati, oppure chiedere un rimborso che deriva dalla dichiarazione IVA, devono presentare il modello insieme al modello UNICO 2013. I contribuenti che presentano la dichiarazione IVA insieme al modello UNICO 2013 devono compilare il modello RX.

Terzo decreto esodati: criteri di assegnazione e adempimenti

 Nella tarda serata di ieri è arrivata la notizia che il Ministro del Welfare Elsa Fornero ha firmato il terzo decreto esodati che garantisce la copertura, ossia la possibilità di andare in pensione con le vecchie regole, ad altre 10.000 persone.

► Firmato il terzo decreto esodati: lista dei salvaguardati

Per l’esattezza saranno 10.130 i lavoratori che potranno beneficiare di questa copertura – contando anche i primi due decreti il totale degli esodati salvaguardati sale a 130 mila persone – ai quali lo Stato assegnerà l’assegno pensionistico secondo alcuni criteri di precedenza.

Criteri di assegnazione della pensione

1. per i lavoratori in mobilità il criterio di assegnazione è la data di cessazione del rapporto di lavoro;

2. per i lavoratori che sono stati autorizzati alla prosecuzione volontaria  del pagamento dei contributi, la pensione sarà assegnata in base alla data di cessazione del rapporto di lavoro precedente all’autorizzazione ai versamenti volontari;

3. i lavoratori cessati in base a rapporti collettivi o individuali vale la data di cessazione del rapporto di lavoro, data che deve risultare da documenti attendibili.

Cosa è necessario fare per richiedere la copertura stabilita dal terzo decreto esodati

1. I lavoratori in mobilità devono fare istanza alla Direzione Territoriale del Lavoro di competenza allegando l’accordo di mobilità;

2. i lavoratori cessati per accordi individuali presentano istanza alla Dtl di competenza per residenza, mentre i cessati per rapporti collettivi la presentano alla Dtl dove hanno sottoscritto l’accordo.

3. IN tutti gli altri casi la domanda va presentata all’Inps.

L’export continua a dare soddisfazioni all’Italia

Gli esportatori italiani sono una luce nel buio nella situazione economica del Paese. L’export, negli anni della crisi economica, continua a mantenere viva la speranza di una ripresa in virtù di una situazione dinamica del mercato.

In altri termini, ciò succede nella stragrande maggioranza dei casi, al di fuori del Vecchio Continente, fulcro della glaciazione economica. A marzo il surplus commerciale con i Paesi extra-Ue è stato uguale a 2,6 miliardi di euro, a fronte dell’avanzo di 491 milioni dello stesso mese del 2012. Lo stima l’Istat, evidenziando che l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici muove da 6,0 a 6,7 miliardi di euro e il deficit energetico si riduce da -5,5 a -4,0 miliardi di euro. Nel primo trimestre 2013 il saldo commerciale con i paesi extra-Ue è positivo per 1,1 miliardi.

A marzo, in confronto al mese precedente, le esportazioni nei confronti dei paesi extra Unione europea sono aumentate del 2%, mentre le importazioni hanno registrato una diminuzione del 2,4%. La crescita congiunturale dell’export è diffusa a tutti i principali raggruppamenti di beni, ad esclusione dell’energia (-16,5%). Per quanto concerne l’aspetto dell’import la flessione interessa tutti i principali comparti, a eccezione dei beni di consumo (+4,0%). La riduzione è particolarmente marcata per l’energia (-7,7%).

Cresce il fenomeno dell’usura

Che la situazione sia drammatica non è una novità. Da Bruxelles fanno sapere che l’Europa è fuori dall’austerity, ma l’Italia continua ad essere il Paese della cinghia tirata e delle rinunce.

Le famiglie rinunciano a tutto: la nuova macchina, una nuova casa, nuovi comfort, nonché extra di ogni sorta.

Il problema è che rinunciano anche a chiedere prestiti e se hanno bisogno di soldi, le famiglie si rivolgono agli usurai.

Come potrebbe essere altrimenti per ‘tirare a campare’.

A rivelarlo è il database del credito, cioé il Crif, che dopo aver analizzato il 2012 riporta una situazione alquanto pesante.

Si registra un crollo 42% per quanto riguarda la domanda di mutui. Per quanto riguarda l’anno in corso, invece, le flessioni sono del 14, 10 e 9% considerando rispettivamente gennaio, febbraio e marzo. Dall’avvio della crisi al momento attuale il calo complessivo è del 53%. Diminuisce anche la richiesta di prestiti che dal 2009 è scesa del 18%. Stessa disfatta per quanto concerne il fronte delle imprese: a marzo, per la prima volta negli ultimi dodici mesi, c’è una flessione nella domanda di prestiti, una flessione del 3,08%.

Da un lato, dunque, si registra una contrazione dell’offerta di credito da parte delle banche; dall’altro lato le famiglie e le imprese non hanno più fiducia nelle proprie capacità di onorare il debito e di superare l'”esame” di credibilità davanti alla banca o alla finanziaria. Senza contare l’effetto dei tassi elevati, denunciato nei giorni scorsi dal presidente Bce, Mario Draghi, e ribadito dall’Fmi nell’ennesimo allarme  per quanto concerne il credit crunch.

 

La crisi riduce il prezzo degli affitti

Siamo a fine stagione e per gli affitti è tempo di saldi. I proprietari degli immobili, al fine di invogliare gli inquilini a rimanere, offrono loro sconti sui canoni in prossimità della scadenza. Un nuovo trend che è stato scoperto dopo aver analizzato più di dieci casi da un agente su quattro (il venticinque per cento) nell’ultimo semestre e dal novanta per cento degli affiliati in almeno un caso. Si tratta di un nuovo fenomeno messo in evidenza da una delle principali agenzie immobiliari specializzate in locazioni che occupa tutto il territorio nazionale nonché la Spagna con 350 filiali.

Il fenomeno del ribasso nelle grandi metropoli

La frequenza dei ribassi è in aumento quando si tratta delle grandi città metropolitane. Parliamo in questo caso addirittura del 33% (uno su tre) degli agenti che registra l’operazione sconto.

Solo Affitti, tramite le parole del presidente Silvia Spronelli, spiega: “Evidentemente la crisi morde e i proprietari cercano di andare incontro alle esigenze degli inquilini. Si preferisce abbassare il prezzo piuttosto che rischiare la morosità. Toscani, lombardi e umbri sono i locatori più sensibili in questo senso”.

Gli sconti non sono naturalmente altissimi, si va dai 30 ai 70 euro, con picchi anche tra i 70 e i 100 nel centro Italia, come fatto presente da un cospicui numero di agenti del franchising. Numeri che si ritrovano anche nei nuovi contratti di locazione: la crisi porta a tirare sul prezzo in fase di contrattazione. Lo sconto è proporzionato al canone, ecco perché “in città come Roma, ci sono state riduzioni piuttosto elevate, tra 70 e 100 euro: evidentemente i canoni sono troppo alti rispetto alla capacità di spesa dei locatari” continua la Spronelli. “Gli sconti di 100 euro comunque sono piuttosto pochi”.

 

Per Barroso l’Europa è fuori dall’austerity

Malgrado siano stati pubblicati ieri i dati non proprio positivi inerenti all’andamento dei conti pubblici in alcuni Paesi del ‘Vecchio Continente’, la Commissione europea ha reso noto che nell’aria c’è un atteggiamento più accomodante nell’analizzare la deriva delle finanze statali.

Un’inversione di tendenza arrivata dopo che Eurostat ha reso note le cifre inerenti al 2012 sul debito e deficit nei 27 paesi dell’Unione. Francia e Spagna hanno bucato gli obiettivi del 2012 e potrebbero fare altrettanto nel 2013.

Durante una conferenza a Bruxelles, il presidente della Commissione ha mantenuto le distanze dall’austerity ad ogni costo.

Così il presidente: “Pur convinto che questa politica sia fondamentalmente giusta, credo abbia raggiunto i suoi massimi”. José Manuel Barroso ha poi dichiarato: “Affinché una politica abbia successo non deve soltanto essere messa a punto correttamente, deve avere anche un minimo sostegno politico e sociale”. Una scelta binaria tra crescita e austerità è “totalmente errata”.

Dopo queste precisazioni, Barroso ha considerato fondamentale il ripristino dei conti pubblici, che tuttavia deve essere connesso con “misure di breve termine a sostegno della crescita”, come stabilito dall’ultimo consiglio europeo. L’ex primo ministro portoghese ha ribadito poi la volontà della Commissione di avere un atteggiamento comprensivo nei confronti dei Paesi che hanno ancora un deficit eccessivo: “Anche se la politica di correggere il disavanzo è assolutamente giusta, possiamo sempre discuterne il ritmo”.

Come chiudere una Partita IVA

 La partita IVA consente a liberi professionisti, commercianti ed artigiani di svolgere la propria attività (insieme all’iscrizione presso la Camera di Commercio). Come? Provvedendo al pagamento delle tasse obbligatorie, previste per legge. Coloro che sono in possesso di partita IVA al cessare dell’attività, tuttavia, dovranno provvedere allo spegnimento (chiusura) della stessa.

Ecco, dunque, una serie di consigli molto utili per chiudere la propria Partita IVA.

Periodo di inutilizzo

In primo luogo occorre sottolineare che anche se la partita IVA non viene adoperata, una volta aperta andrà comunque effettuata regolarmente la denuncia dell’ IVA mediante i moduli F24, qualora quest’ultima non sia utilizzata da almeno tre anni e non sia stata fatta nessuna dichiarazione nel periodo sopraindicato. L’attuale prassi permette di spegnere la partita IVA, versando una sanzione non molto elevata ed effettuando la dichiarazione dell’IVA relativa a tale periodo (quello di inutilizzo) con saldo pari a zero.

Entro trenta giorni dalla cessazione dell’attività

Va inoltre ribadito che al termine dell’attività, o successivamente ad un’eventuale variazione dell’attività, la partita IVA andrebbe sempre e comunque chiusa entro trenta giorni. Questo tipo di procedura può essere perfezionata da un professionista del settore, oppure rivolgendosi presso l’agenzia delle entrate. In entrambi i casi, le modalità da seguire saranno le medesime che si sono effettuate per la procedura di apertura della partita IVA.

Sanzione (in caso di decorrenza di 90 giorni dalla cessazione dell’attività)

Nel caso in cui il libero professionista dimentichi di segnalare e perfezionare la chiusura della partita IVA una volta decorsi i trenta giorni dalla cessazione attività, questo procedimento potrà comunque essere finalizzato entro i novanta giorni previo versamento sanzione di 129 euro come stabilito dalla legge 98 del 2011, diminuita notevolmente se si tiene in considerazione che inizialmente questa sanzione si aggirava sopra la cifra di cinquecento euro.

Moduli f24 

Al fine di perfezionare questa prassi, sarà necessario provvedere a scaricare i moduli dell’F24 “elementi identificativi” reperibili on line o allo stesso ufficio delle entrate di appartenenza locale.

All’interno della compilazione dovrà essere indicato il codice tributo che corrisponde al numero 8110, il numero partita IVA e l’anno di cessazione attività. Non sarà obbligatorio inviare la copia del pagamento in quanto lo stesso effettuato in modo regolare sostituisce la dichiarazione come previsto dal decreto legge del 6 Luglio 2011. Nella compilazione dovrà essere indicato il codice tributo che corrisponde al numero 8110, il numero partita IVA e l’anno di cessazione attività Non sarà necessario inviare la copia del pagamento in quanto lo stesso effettuato in modo regolare sostituisce la dichiarazione come previsto dal decreto legge del 6 Luglio 2011.

Modello AA7/10 per i soggetti diversi da persone fisiche

A differenza dei privati i soggetti diversi da persone fisiche, dovranno avvalersi del modello AA7/10 tanto per l’inizio attività quanto per la cessazione. Questo modello rimpiazza il normale F24 contemplato per i privati.

Modello AA9

Per quanto riguarda invece le imprese individuali e lavoratori autonomi il modulo inerente sarà il modello AA9.

Questa dichiarazione può essere inviata per via telematica direttamente dal contribuente o da eventuale intermediario che risulti abilitato a tale attività.

Nel caso in cui sorga la necessità di verificare la validità di una partita IVA ci si dovrà recare sul sito dell’agenzia delle entrate alla voce “servizio di verifica partita IVA”.

Per coloro i quali non adempiono agli obblighi di chiusura partita IVA e cessazione attività l’agenzia delle entrate sarà in diritto procedere d’ufficio, richiedendo all’intestatario il pagamento di una relativa sanzione.

Recandosi sul sito dell’ufficio delle entrate sarà possibile reperire la modulistica, le informative, ed i relativi decreti legge aggiornati continuamente.