Le banche concedono ancora pochi mutui

 La BCE, considerando la diffusione degli indici della produzione industriale nel Vecchio Continente, potrebbe decidere di abbassare presto i tassi d’interesse nel Vecchio Continente. Una scelta che potrebbe essere provvidenziale per il rilancio dell’economia dell’Eurozona.

Se si abbassassero i tassi d’interesse, le banche potrebbero ottenere dei vantaggi immediati e le imprese che vogliono avere accesso al credito, potrebbero essere facilitate nell’impresa.

Contributi alle coppie di giovani mutuatari in Umbria

In realtà il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha più volte fatto appello alle banche affinché concedano più mutui alle imprese. Gli istituti di credito, però, non ascoltano le richieste che arrivano dall’alto ed hanno addirittura blindato l’elenco dei requisiti per ottenere un mutuo.

Vantaggi e svantaggi del pagamento dell’affitto

Si pensi soltanto alla scelta effettuata di recente dalla BNL che ha deciso di chiedere agli aspiranti mutuatari un nuovo documento, un certificato emesso dall’INPS che sia in grado di dimostrare che l’impresa è in regola con il pagamento dei contributi.

Una richiesta analoga potrebbe essere fatta anche ai contribuenti privati. Chi vuole ottenere un mutuo deve dimostrare con ogni mezzo la sua capacità contributiva. Quindi è possibile che i finanziamenti incontrino ancora più ostacoli magari per via di un ritardo nell’invio della certificazione da parte dell’istituto di previdenza o del datore di lavoro.

 

Evasione da sei miliardi in Campania

 L’Agenzia delle Entrate ha recentemente individuato una maxi evasione fiscale ai danni della Regione Campania che ammonterebbe ad una cifra di circa 6 miliardi, evasa in totale nel giro di tre anni.

Per questo motivo, dunque, nella regione partenopea scatteranno presto, come subito annunciato dallo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera, controlli a tappeto per il recupero dei soldi. Soldi, che, tra le altre cose andranno ad incrementare quel totale mancante di 180 miliardi di euro che è stato richiesto dalla Comunità Europea.

Patto anti-evasione di cinque paesi dell’UE

Nel frattempo tuttavia, la ricchezza evasa dai tributi statali va probabilmente ad incrementare le casseforti segrete di migliaia di famiglie e imprese, che godono oggi di detrazioni ed esenzioni che, in base al vero reddito, in realtà non gli spetterebbero.

E così l’arma messa in campo dall’Agenzia delle Entrate per sanare questa incresciosa situazione sarà  il famigerato redditometro, che, attivo da marzo scorso, sarà utilizzato solo nei casi più eclatanti ma servirà per appurare l’effettiva consistenza dei requisiti patrimoniali per accedere alle agevolazioni fiscali.

> Befera chiarisce ancora sull’utilizzo del redditometro

Sulle modalità con cui risolvere una volta per tutte il problema dell’evasione fiscale in Campania interviene anche Moretta, direttore uscente dell’Agenzia delle Entrate, il quale ritiene necessaria una task force europea per individuare i capitali esportati all’estero.

Napolitano spinge le borse

 La rielezione di Giorgio Napolitano che nel discorso di apertura del suo secondo mandato ha bacchettato tutti i partiti presenti in Parlamento, ha dato respiro alle borse europee ed in particolar modo agli indici italiani.

Milano continua nel suo trend positivo dopo un piccolo  momento d’incertezza legato alle numerose “fumate nere” che hanno preceduto la rielezione di Napolitano.

L’Italia vista da fuori

Lo spread è sul piano inclinato ed ha aperto la seduta odierna 283 punti base. La cosa che comunque rasserena di più gli animi degli investitori è la flessione del differenziale tra BTp decennali e bund tedeschi che ha raggiunto i livelli minimi dal 2010.

La produzione tedesca rallenta

Il Ftse Mib ha registrato invece un aumento dello 0,71 per cento. Un timido segnale che andrebbe sostenuto, dicono molti analisti, dalla rapida definizione del governo. La presenza di Giorgio Napolitano al Quirinale, apre le porte ad un’accelerazione dei tempi. Gli investitori credono che tutto si risolverà nel giro di una settimana. 

Intanto, a livello europeo, le borse procedono in terreno positivo nonostante i dati sull’indice manifatturiero cinese siano deprimenti e nonostante sia ormai chiaro che anche la produzione industriale tedesca è entrata in una fase di flessione. L’indice della produzione industriale è direttamente collegato al prodotto interno lordo.

L’Italia vista da fuori

 Investire nel nostro paese vuol dire credere che la situazione politica e finanziaria dell’Italia migliori nel medio e lungo periodo. E nel breve lasso di tempo, cosa ci aspettiamo che accada? Gli italiani sanno che dopo la rielezione di Giorgio Napolitano, il prossimo passo sarà la definizione del premier e la composizione del governo.

I rischi italiani dell’uscita dall’euro

Le borse, dopo la scelta del secondo mandato per Giorgio Napolitano, hanno reagito molto bene. Ma all’estero cosa si dice dell’Italia e della sua situazione politica? 

Il primo dato di fatto, secondo molti osservatori stranieri, è che da tutta questa situazione è uscita immacolata l’immagine di Silvio Berlusconi. La sua gestione del tempo elettorale è stata esemplare. Adesso, un qualsiasi governo, dopo la disfatta interna della sinistra, non può assolutamente prescindere dal sostegno del PDL.

Goldman Sachs è innamorata di Grillo

A vincere, però, non è stato soltanto Silvio Berlusconi. Secondo la stampa estera è un vincitore anche Beppe Grillo che riuscirà probabilmente a provare la giustezza delle sue intuizioni soltanto sul lungo periodo. Di fatto, la candidatura di Stefano Rodotà quale presidente della Repubblica, rifiutata dal PD, ha aperto una frattura tra i Democratici ed ha aumentato il sostegno al movimento capitanato dal comico genovese.

L’unico grande perdente, visto dall’estero, è Pier Luigi Bersani che oltre a rendere evidente le spaccature interne al partito è riuscito a perdere un alleato importante come SEL.

Incentivi al lavoro: ci sono le leggi ma non i decreti attuativi

 L’ultima notizia per quanto riguarda gli incentivi al lavoro è che poche ore il Ministero del Lavoro ha firmato il decreto per l’individuazione delle aree geografiche che presentano disparità di genere per fare in modo che le aziende di questi territori possano iniziare a beneficiare degli sgravi del 50% se assumono donne senza lavoro.

► Firmato il decreto per incentivare l’occupazione femminile

Un ottima cosa, peccato però che a questa firma non sia seguita la pubblicazione del decreto attuativo che rende effettiva la possibilità di usufruire degli sgravi fiscali previsti dal provvedimento.

E’ un problema che si sta verificando per quanto riguarda tutte le nuove norme che prevedono degli incentivi per l’impiego di giovani disoccupati o per il reinserimento nel mondo del lavoro di coloro che ne sono usciti per licenziamenti da crisi.

Come spiega il consulente del lavoro Alessandro Rota Porta intervenendo oggi a Salvadanaio, i provvedimenti sono fermi sul tavolo della Corte dei Conti, l’Istituzione che dovrebbe provvedere alla ratifica dei relativi provvedimenti.

Questo determina uno stallo della situazione che lascia le imprese che vorrebbero assumere, proprio perché ci sono degli incentivi, e i disoccupati appesi ad un filo, in attesa di una possibilità che tarda ad arrivare.

Il meccanismo si inceppa perché questi provvedimenti attuativi non sono mai contenuti nella norma che disciplina questi incentivi, ma sono delle emanazioni a singhiozzo: un po’ come se ai datori di lavoro lo stato consegnasse un’automobile a cui manca il volante, e quindi non la si può mandare avanti. Il problema è nel completamento di queste procedure. La riforma è entrata in vigore nel luglio 2012, siamo ad aprile 2013 e i datori di lavoro, di fatto, non possono ancora godere di questi bonus che sono stati introdotti. Le regole del gioco sono falsate.

► Un milione di famiglie italiane è senza lavoro

Stessa situazione anche quando in gioco c’è l’Inps: in riferimento agli incentivi previsti per l’assunzione di over 50, è proprio l’Inps che dovrebbe dare le istruzioni operative, in questo caso non serve un decreto attuativo, ma tutto è ancora fermo e le imprese non possono andare a scomputare gli sconti dal versamento della contribuzione.

Oro sotto i 1500 dollari l’oncia

 L’oro è stato considerato a lungo un bene rifugio, un investimento per tutti i paesi, sia per quelli in via di sviluppo, sia per quelli con un’economia già molto strutturata. Un bene rifugio che in tempi di crisi è diventato talmente appetibile che sono cresciute sia le richieste che il valore del bene.

Alla fine dell’anno scorso, forse per incentivare ulteriormente l’incremento delle risorse aurifere in alcuni paesi, molte banche d’affari hanno vaticinato l’aumento sconsiderato del prezzo dell’oro dicendo che il suo prezzo sarebbe cresciuto fino a 1900-2000 dollari l’oncia.

Qualche errore comune per chi investe nell’oro

Invece, dall’inizio dell’anno, il prezzo dell’oro è in discesa e quasi tutti hanno dovuto rivedere le stime sulla sua crescita. Adesso gli investitori si aspettano di conoscere nel più breve tempo possibile quale sarà il range entro cui si andrà a posizionare alla fine dell’anno il valore del metallo prezioso.

Morgan Stanley e la nuova visione sull’oro

Secondo Morgan Stanley, intervenuta di recente sull’argomento, l’andamento negativo dell’oro e il peggioramento dell’outlook macroeconomico, ha determinato una flessione fino a 1321 dollari l’oncia. Nel secondo semestre dell’anno però, la situazione potrebbe esser capovolta e l’oro potrebbe crescere di nuovo ma senza raggiungere le soglie indicate nel 2012.

Morgan Stanley prevede che alla fine del 2013,  il prezzo medio dell’oro arrivi a 1487 dollari l’oncia.

La Fornero non si ricandiderà

 Non ci sarà per l’Italia e per il  suo futuro governo un Fornero – bis, cioè una ricandidatura da parte dell’attuale, uscente, Ministro del Welfare Elsa Fornero.

E il motivo lo ha spiegato il Ministro stesso in occasione dell’apertura del Forum Lavoro 2013 organizzato dal Sole-24 Ore e dal Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro. Chi infatti realizza delle riforme così importanti nel mondo del lavoro e in quello pensionistico, come quelle firmate da lei stessa, non può che diventare un Ministro impopolare.

Anche la Fornero è preoccupata per la cassa integrazione

Due poi sono stati gli altri temi principali che il Ministro ha toccato nel corso del suo discorso: il problema degli esodati e la riforma del mercato del lavoro.

Come cambia la pensione anticipata con la Riforma Fornero

In merito alla prima questione Elsa Fornero si è dichiarata ancora una volta particolarmente rammaricata dal disagio e dalle preoccupazioni che stanno ancora interessando il popolo dei cosiddetti esodati, fetta pensionistica la cui effettiva ampiezza, a tutt’oggi, a detta del Ministro non resta affatto prevedibile.

Quanto al secondo tema, invece, quello della riforma del mercato del lavoro, il Ministro ha tenuto a spiegare nel suo discorso, la riforma ha rappresentato un impegno preso con l’Europa ma in Italia sono mancate le giuste riusorse economiche per vararla nella maniera più ottimale: il costo del lavoro, nel Paese, è e resta troppo elevato.

Cocaina tra le cause della crisi

 Finora nessun analista si era spinto tanto in là fino a dire che il consumo eccessivo di cocaina nelle alte sfere dell’economia può essere la causa della crisi finanziaria dei diversi paesi. A recuperare il tempo perduto ci ha pensato il professor David Nutt. Qual  è la sua teoria?

Tutti i pareri sull’austerità

Secondo David Nutt l’abuso di cocaina da parte del management del settore bancario, spiega la crisi finanziaria attuale visto che la cocaina alimenta la “cultura dell’eccitazione“. Chi usa molta cocaina, è troppo sicuro di sé. Il management, con questa sicurezza, secondo Nutt, si è preso dei rischi eccessivi che sono alla base della crisi finanziaria del nostro paese.

Le banche hanno paura di fare prestiti

A questo punto, per comprendere meglio il pulpito da cui proviene la predica, è necessario tracciare una breve biografia di David Nutt. Si tratta di un professore inglese di neuropsicofarmacologia, ha 61 anni e lavora presso l’Imperial College di Londra. In passato è stato anche membro dell’Advisory Council on the Misuse od Drugs.

Nutt ha pubblicato diversi report e alcuni di questi sono stati ampiamente dibattuti. Uno in particolare, dedicato agli effetti e alla pericolosità di alcune droghe, ha incrinato la carriera di Nutt, visto che il professore ha sostenuto che consumare ecstasy e consumare cannabis era praticamente uguale.

Possibile bancarotta italiana in autunno

 In una intervista rilasciata questa mattina al tabloid tedesco Bild, Beppe Grillo, da sempre restio a concedere le proprie confessioni alla stampa italiana, espone la propria visione dell’economia del Paese Italia per i mesi del prossimo autunno.

> Le dichiarazioni di Beppe Grillo su euro e Europa

Secondo il leader e ispiratore del Movimento Cinque Stelle, infatti, durante il prossimo autunno l’Italia si troverà sull’orlo della bancarotta, con un numero altissimo di piccole e medie imprese costrette al fallimento e il governo a corto di soldi per pagare pensioni e stipendi.

Previsioni non certo rosee, dunque, quelle affidate da Beppe Grillo alla stampa estera, alla quale ha parlato anche dei dati ufficiali delle Quirinarie che il Movimento Cinque Stelle ha promosso online nei giorni passati.

In Italia arriva la bufera Napolitano

Ebbene, secondo le stime ufficiali, leggibili anche attraverso il blog di Grillo stesso, le persone che in totale hanno partecipato a questa inedita prova elettorale telematica sono state 48.292 e fra queste 4.677 avevano votato per il candidato M5S favorito Stefano Rodotà quale futuro Presidente della Repubblica Italiana.

Ma in seguito al diverso esito delle elezioni presidenziali, Grillo oggi ha definito la rielezione di Napolitano un subdolo colpo di stato, sottolineando l’esistenza di un forte malcontento in Italia che il Movimento stesso riesce a stento a tenere a freno.

Impossibile cancellare l’Imu, lo dice Bankitalia

 L’Imu, la tanto odiata tassa sulla casa, ha rappresentato un importante fonte di incasso per le casse dello stato. Il suo gettito è servito per portare l’Italia sulla strada del pareggio di bilancio, uno degli obiettivi che l’Europa ha posto come prioritari per il risanamento dell’Italia.
► Il FMI taglia le stime del Pil italiano, ma il paese non ha bisogno di nuove manovre

Ora che però il governo che l’ha creata sta per finire il suo mandato, in molti hanno sperato che l’Imu potesse essere cancellata e questa possibilità è stata molto sfruttata ai tempi della campagna elettorale.

Ma adesso è arrivata la gelata di Bankitalia, che ha parlato per voce del direttore centrale per la ricerca economica e le relazioni internazionali Daniele Franco, il quale, durante l’audizione di fronte alle commissioni speciali congiunte di Camera e Senato: l’Imu può essere eliminata solo nel caso in cui fosse sostituita da un’imposta di pari valore, ossia un’imposta che porti allo stato lo stesso gettito della tassa sugli immobili.

Infatti, continua Franco, per poter sperare di raggiungere il pareggio di bilancio quel gettito è fondamentale e non è possibile sperare di arrivare all’obiettivo senza. Quindi, nulla di fatto, anche se lo stesso Franco parla della possibilità di una riforma del catasto per poter, almeno, eliminare le iniquità insite nella tassazione sugli immobili:

► Senza Imu niente pareggio dei conti

Il mantenimento del pareggio di bilancio strutturale nel triennio 2015-17 richiederà pertanto interventi correttivi a partire dal 2015 che il Def quantifica in circa 0,2 punti percentuali del Pil all’anno per tre anni.