Prepararsi all’esame da promotore finanziario

 Coloro che desiderano diventare promotori finanziari devono obbligatoriamente superare un apposito esame. Il Testo Unico dellaFinanza (TUF) statuisce che il Promotore Finanziario deve essere iscritto ad un apposito Albo. In virtù del Regolamento Ministeriale n. 472/98, i soggetti iscritti devono possedere i requisiti di onorabilità (art. 1) e professionalità (art. 3).

Requisito di professionalità

Il requisito di professionalità contempla in primo luogo il possesso del diploma d’istruzione secondaria superiore, in secondo luogo l’aver maturato delle specifiche esperienze lavorative in ambito finanziario (articolo 4). Per tutti gli altri casi occorre superare una prova scritta finalizzata a verificare le conoscenze specifiche di determinate materie.

L’esame

Al fine di raggiungere l’obiettivo nel migliore dei modi, bisogna partire con un buono studio. Uno studio che, tuttavia, deve essere atto al superamento dell’esame. Appare importante analizzare la prova per comprendere come affrontare al meglio la preparazione. La prova contempla un Test di sessanta domande a risposta multipla. Quaranta di queste domande hanno un valore di due punti; le restanti venti valgono un punto. In caso di risposta sbagliata non ci sono penalizzazioni. Il punteggio minimo per superare la prova è 80/100. I 60 quesiti del test sono estratti da un database di 5.000 domande.

Le materie oggetto di studio non sono ‘una passeggiata’. Gli argomenti sono complicati e approfondirli in maniera eccessiva non servirebbe né per fare meglio il nostro futuro lavoro, né per avere maggiori certezze di superare l’esame. Il testo da scegliere non deve essere troppo specializzato e specifico ma atto esclusivamente al superamento dell’esame. Selezionato il testo, bisogna sviluppare un piano di studi da seguire con precisione.

Una volta concluso il testo che si è scelto di studiare occorre mettere in pratica la propria preparazione. L’Organismo di tenuta dell’albo dei Promotori Finanziari mette a disposizione sul proprio sito un simulatore con tutti i quesiti del database che verranno utilizzati nel corso della prova di esame. Dopo aver effettuato la registrazione è possibile accedere nell’area riservata agli“Aspiranti Promotori”.

Dopo aver eseguito l’accesso si può cliccare su “Preparati alla prova”, e “vai al Workspace”.  Aperta una sessione di simulazione, un grafico riassumerà il numero di risposte esatte, errate e non date per ogni singola materia in base alle simulazioni effettuate. Sulla sinistra abbiamo il menù attraverso il quale si possono scegliere diverse opzioni.

Terminato il test, il simulatore calcolerà il voto ottenuto fornendo la possibilità di controllare le risposte date e gli eventuali errori commessi. Il punteggio minimo per superare l’esame è 80/100. Bisogna prestare attenzione alle domande del test.

Il test è utile anche per verificare su quale materia l’aspirante promotore commesso il più alto numero di errori. Tornando nell’Home del Workspace, il grafico presente è un ausilio per svolgere quest’analisi. Scoperta qual è la materia che necessita di maggiori approfondimenti ci si può concentrare su di essa. Appare utile studiare le domande senza impararle a memoria. Le domande vanno studiate per comprenderne la logica ed evitare errori connessi all’errata interpretazione del quesito. In altri casi occorre studiare non solo la risposta corretta ma anche quelle errate.

Molte volte un singolo termine pone il limite tra una risposta giusta e una sbagliata. Sottolineare e comprendere la logica secondo la quale quel determinato termine fa la differenza, anche con l’ausilio del testo che abbiamo in precedenza utilizzato, è di vitale importanza al fine di evitare errori. Concluso lo studio di tutte le domande della materia, è possibile verificare la preparazione tornando sul Workspace. Nella colonna a sinistra si può cliccare su “Studia per materia” e “Scegli la materia e inizia”. In questa sessione si ha la possibilità di affrontare il test sul singolo argomento approfondito. Con ogni probabilità il punteggio che si otterrà sarà migliore rispetto al precedente. Naturalmente, è consigliato ripetere la fase di approfondimento della materia riguardante lo studio delle domande fino a quando non si raggiunge un punteggio di almeno 85/100.

 

Nuovi stage da Luois Vuitton

 Louis Vuitton è uno dei marchi della moda che ha maggior prestigio a livello internazionale. La casa di moda francese è nata nel 1854 in Francia e da quel momento ha iniziato una grande espansione che l’ha portata ad esportare i suoi prodotti, tra i quali spiccano sopratutto articoli di pelletteria, borse, abbigliamento e gioielli, in tutto il mondo.

Naturalmente Louis Vuitton è presente anche in Italia con tanti punti vendita e con diverse sedi operative, sedi di lavoro per le quali l’azienda francese è alla ricerca di stagisti da avviare ad una grande e soddisfacente carriera all’interno di questa prestigiosa realtà.

Le offerte di stage Louis Vuitton in Italia

Stage Louis Vuitton Digital Marketing (Tutte le sedi)

Stage Louis Vuitton Area Vendite (Milano, Bologna, Firenze, Torino e Palermo)

Stage Louis Vuitton Showroom Stock (Milano)

Per tutte le informazioni relative ai requisiti richiesti da Louis Vuitton per la candidatura agli stage e per l’invio del proprio curriculum vitae si rimanda al sito della maison di moda alla pagina dedicata alle carriere.

 

Red Bull assume in Italia

 Red Bull è una società che si occupa principalmente della produzione e della commercializzazione di bevande energetiche famose in tutto il mondo.

Nata nel 1984 su iniziativa di Dietrich Mateschitz l’azienda, grazie all’ottimo lavoro di marketing, è riuscito ad espandersi in oltre 160 paesi del mondo, per poi allargare la sua attività anche ad altre attività legate soprattutto allo sport, come la sua importante presenza nella Formula 1 con la Toro Rosso e anche con le tante sponsorizzazioni in altri sport.

Al momento la Red Bull è alla ricerca di giovani talenti da inserire in diverse aree operative nelle sedi italiane, in particolare la ricerca si rivolge a giovani laureati per le aree marketing, comunicazione e vendite, da inserire in azienda con contratti di lavoro o di stage.

Le offerte di lavoro Red Bull

Stage Comunication (Milano)

Stage Field Marketing (Milano)

Promoter Impulse (Roma)

Trade Marketing Manager (Milano)

Field Marketing Manager (Nord Est Italia)

National Athletes Manager (Milano)

Promoter Commerciale (Caserta, Benevento e Avellino)

Sampling Team (Milano, Como, Ferrara, Roma, Palermo, Catania, Salerno, Bari, Brindisi, Lecce e Pisa)

Per tutte le informazioni relative ai rrquisiti richiesti dalla Red Bull per partecipare alle selezioni di personale e per l’invio della propria candidatura si rimanda alla pagina Lavora con Noi del sito dell’azienda.

 

 

Per il FMI l’economia mondiale è in ripresa, anche se l’Europa rallenta

 Secondo il Fondo Monetario Internazionale le prospettive economiche globali stanno lentamente migliorando. Persistono ancore dei grandi rischi, che hanno fatto rivedere al ribasso l’output mondiale per l’anno in corso: 3,2% ridimensionato rispetto al 3,5% atteso a gennaio, mentre la previsione rimane invariata al 4% per il 2014.

► Il FMI trova la soluzione nell’unione bancaria

Il 2013 è iniziato al rallentatore ma l’attività economica dovrebbe gradualmente accelerare nelle grandi economie avanzate, con gli Stati Uniti nel ruolo di guida.

Questo perché, secondo gli esperti del FMI e della Banca Mondiale sarebbero stati scongiurati i due rischi più grandi: la spaccatura dell’euro e la contrazione fiscale negli Stati Uniti causata dal fiscal cliff. Diversa, la situazione dei paesi emergenti, dove l’attività economica è iniziata con un ottimo slancio fin dall’inizio dell’anno.

Sono proprio queste due realtà troppo differenziate a mettere in pericolo la ripresa, almeno secondo quanto detto da Olivier Blanchard, capoeconomista del Fondo Monetario Internazionale, a costituire il rischio più grande per un ripresa solida e duratura:

la ripresa globale a due velocità, solida nei mercati emergenti e più debole in quelle avanzate, sta diventando a tre velocità, con i mercati emergenti ancora forti e, tra le economie avanzate, una divaricazione tra Stati Uniti ed Eurozona. E una simile ripresa squilibrata è ancora pericolosa.

► Il traino dei paesi emergenti funziona

Una situazione, questa, che deve essere evitata e lo stesso Blanchard prevede che si potrà evitare il rischio solo con un graduale e sostenuto aggiustamento fiscale per le economie avanzate e politiche monetarie accomodanti, soprattutto nel caso degli Stati Uniti e del Giappone; mentre all’Europa chiede che un rafforzamento dell’Unione monetaria ed economica.

Mario Draghi chiede tassi ragionevoli per i prestiti alle PMI

 Il numero uno della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha fatto un intervento molto duro questa mattina contro le banche europee che non concedono prestiti alle piccole e medie imprese mettendo in pericolo l’economia stessa dell’Unione.

► La riforma Fornero non piace alle imprese più piccole

Secondo Draghi questa mancanza di credito nei confronti delle piccole e medie imprese è sconcertante e rischia seriamente di danneggiare tutta l’economia dell’Eurozona, perché le PMI costituiscono i tre quarti del tessuto produttivo e, quindi, dell’occupazione dei paesi dell’Unione.

La loro sopravvivenza è una parte determinate del percorso verso l’uscita dalla crisi e sono le banche ad avere una responsabilità in questo perché le piccole e medie imprese dipendono in maniera pesante dalle banche e dalla concessione dei crediti per gli investimenti, diversamente dalle grandi società che hanno un migliore accesso ai mercati del capitale e sono meno dipendenti dal settore bancario.

Allo stesso tempo, però, la dura critica di Draghi rischia di rimanere tale perché lo stesso governatore ha detto di non aver intenzione di sanzionare quegli istituti che non seguiranno le sue indicazioni.

► Soffre anche l’indice PMI del paese

Per capire quanto poco credito le banche sono disposte a dare alle piccole e medie imprese si può esaminare l’esempio italiano, come ha fatto la Cgia di Mestre secondo la quale circa l’81% circa dei prestiti prestiti erogati dalle banche è concesso al 10% degli affidati, la migliore clientela, e solo il rimanente 19% è distribuito alle famiglie, alle piccole imprese ed ai lavoratori autonomi.

Sindacati uniti per chiedere al governo fondi per la cassa integrazione

 I tempi sono stretti ed è necessario che il Governo trovi presto i fondi per la cassa integrazione. A rischio ci sono ben mezzo milione di italiani che potrebbero non ricevere l’assegno dovuto già a partire dal mese di giugno.

► Susanna Camusso lancia allarme per mancanza fondi cassa integrazione

Sono tutti concordi con quanto detto in questi giorni da Susanna Camusso, che ha lanciato al governo un allarme per la mancanza di fondi per la CIG. Un coro unanime quello che si è levato da Montecitorio durante la manifestazione indetta da tutte le firme sindacali.

Erano presenti, infatti, Cgil, Cisl, Uil e Ugl a chiedere al governo una risposta certa e definitiva perché non si possono lasciare migliaia di persone senza certezze sul proprio futuro.

La stessa Camusso, quasi in risposta al Ministro Fornero che si è detta pronta ad impegnarsi a trovare almeno 1 miliardo di euro per la cassa integrazione, ha chiarito che la somma necessaria sarà per sostenere tutti gli ammortizzatori sociali è di circa 2,7 miliardi di euro, dei quali uno e mezzo per la cassa integrazione in deroga.

► Anche la Fornero è preoccupata per la cassa integrazione

I soldi per la cassa integrazione devono essere predisposti nel Def, hanno detto, ma non devono essere tolti dalle risorse stanziate per il lavoro, ma si devono reperire con il rinvio delle spese militare previste dal documento e con il pagamento delle tasse su rendite finanziarie e grandi capitali.

 

Come fare un bilancio di fine anno

 In chiusura di ogni anno amministrativo, le imprese hanno il dovere di redigere il bilancio di esercizio. Mediante tale documento si valuta sia la situazione patrimoniale sia la situazione finanziaria dell’impresa. La sua compilazione è obbligatoria, tanto per le società di capitali, quanto per quelle cooperative. In ogni caso le società di persone e le imprese individuali non sono condizionate dalla sua redazione.

Bilancio di fine anno: come si fa

Al fine di determinate la competenza dei componenti di reddito d’esercizio, al termine del periodo amministrativo, sarà obbligatorio effettuare una serie di scritture di assestamento e di rettifica. In altri termini, si tratta di:

– capitalizzare gli interessi e passivi maturati sul conto corrente e sui vari tipi di depositi;

– svalutare i crediti ed integrare il fondo spese e rischi;

– conteggiare sia l’utile su titoli che su cambi;

calcolare ratei e risconti, passivi ed attivi, tanto sulle operazioni che hanno generato redditi già maturali ma non ancora registrati, quanto su quelli che hanno dato luogo ad un reddito conteggiato in via anticipata;

– rilevare l’ammortamento di competenza dell’esercizio dei beni strumentali e sdoppiare tutti i conti aperti a crediti e debiti.

Quando tutte queste operazioni saranno terminate si potrà procedere al loro riepilogo nel conto economico, con l’obiettivo di determinare il risultato d’esercizio o meglio l’utile o l’eventuale perdita. Occorre tenere presente che questo prospetto può essere redatto tramite la direttiva Cee oppure riclassificato.

Nel primo caso bisognerà scrivere prima gli importi dei ricavi, dunque i costi, gli oneri di gestione, gli utili o le perdite precedenti, gli oneri straordinari e le imposte. Dalla loro sottrazioni si otterrà l’utile o la perdita. Qualora si preferisca il conto economico riclassificato, il prospetto comprenderà i proventi da impieghi, costi, la somma algebrica dei risultati di negoziazione titoli e cambi, le cifre provenienti da provvigioni e commissioni attive, i costi di gestione, gli accantonamenti relativi ai fondi rischi e le minusvalenze.

Conto Stato Patrimoniale finale

Dalla sottrazione e somma dei vari importi si otterrà il risultato economico lordo. Da questo totale si dovranno estrapolare le imposte per ricavare l’utile netto. Il passo seguente sarà quello di procedere alle scritture di chiusura, cioè riassumere i conti inerenti le passività, le attività ed il capitale netto, ottenendo il Conto Stato Patrimoniale finale.

Occorre considerare che la direttiva CEE per quanto concerne il bilancio stabilisce che lo Stato Patrimoniale deve avere una forma orizzontale, che il conto economico può essere fatto con forma a sezioni divise in modo orizzontale o con quella progressiva.

Occorre, inoltre, ricordarsi che nello Stato Patrimoniale sia le attività che le passività dovranno essere riportate per scadenza. In altri termini dovranno rispettare il criterio della liquidità decrescente.

Compilazione Bilancio d’esercizio di fine anno

Dopo aver redatto sia il conto economico che lo stato patrimoniale finale si passerà alla compilazione del Bilancio d’esercizio di fine anno. Esso è formato dallo Stato Patrimoniale, dal conto economico, dai prospetti dettagliati concernenti la negoziazione di titoli e dei cambi e dalla nota integrativa.

Le attività e le passività verranno riportate sotto forma di elenco nello Stato Patrimoniale:

– nelle attività si bisognerà indicare i valori di cassa, i fondi di liquidità, i prestiti concessi, le perdite, il capitale sottoscritto non versato e le immobilizzazioni;

– nelle passività occorre indicare i debiti, gli accantonamenti, le riserve, gli utili, il capitale sottoscritto ed i sovrapprezzi di emissione. Si dovrà specificare la composizione del capitale proprio dell’azienda, che viene indicato sotto la dicitura di capitale netto. Tale voce, di solito, è composta dal capitale sociale apportato dal proprietario o dai soci, dai fondi di riserva costituiti con parte di utile non pagato ed ricavi o redditi non dati ai soci.

 Schema obbligatorio analitico

All’interno del conto economico, il quale deve essere fatto secondo uno schema obbligatorio analitico, si dovranno indicare componenti positivi e negativi ottenuti dalla differenza tra i valori nominali di finanziamenti concessi e ricevuti, i costi ed i ricavi sostenuti durante l’esercizio, i valori delle rimanenze ed i costi derivanti dalla scritture di assestamento.

Allegati

Nel prospetto dettagliato saranno evidenziate le negoziazioni in titoli ed in cambi. Si configura come un analisi dei risultati economici ottenuti su queste operazioni. Dovranno essere allegate al bilancio di fine anno anche l’elenco di eventuali partecipazioni in società collegate e controllate, copie integrali del precedente bilancio con un riepilogo dei suoi dati essenziali e l’eventuale certificazione di bilancio.

Nota integrativa

Nella nota integrativa saranno fornite le spiegazioni riguardanti tutti i criteri che sono stati utilizzati per redigere il bilancio, allo scopo di permettere la sua lettura in modo chiaro ed attendibile.

Chi deve compilare il bilancio di fine anno?

La compilazione del bilancio di fine anno spetta agli amministratori. Esso dovrà essere presentato al Collegio sindacale, se esiste nell’impresa, almeno un mese prima della data stabilita per la sua approvazione da parte dell’assemblea dei soci. Successivamente alla sua accettazione, il bilancio dovrà essere depositato presso la Camera di Commercio del luogo di ubicazione dell’impresa.

 

Qualche consiglio per ottenere il mutuo

 I mutui sono sempre più difficili da ottenere soprattutto se i richiedenti non hanno un impiego a tempo indeterminato e se il perdurare della crisi ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie. Una soluzione potrebbe essere quella di emigrare rivolgendosi a Nord, al Trentino Alto Adige o alla Lombardia dove i finanziamenti costan meno.

Prestiti in calo, che fare?

In alternativa, restando a casa propria, è necessario escogitare qualche stratagemma che consenta di oliare il rapporto con le banche e rendere più agevole la pratica di mutuo e più conveniente il finanziamento.

La prima cosa da fare, quindi, è diversificare i preventivi. Se nella propria banca d’origine la proposta non è soddisfacente, si può tornare alla carica dopo aver raccolto informazioni in giro per banche. Ci sono delle soluzioni inaspettate anche nella filiale dietro l’angolo.

Si chiede un prestito soprattutto per ristrutturare

Se conoscete un mediatore creditizio, chiedete quali sono le banche migliori del momento e provate a capire se il tasso agevolato offerto dal mediatore, si possa ottenere anche andando direttamente nella banca.

Cercate di capire, prima di recarvi in un istituto di credito, qual è il tasso che vi si addice,ricordando che in termini di convenienza il confronto è sempre vinto dal mutuo a tasso variabile.

Trasloca mutuo opzione sicura di Unicredit

 Le offerte di mutuo delle banche italiane sono fortemente sbilanciate sui mutui a tasso variabile. In genere, si cerca sempre di accendere un finanziamento per l’acquisto della prima casa ma vista al crisi perdurante, è stato riscoperto anche l’istituto della surroga.

Il conto corrente per dare agli altri

Affidandosi sempre ai “soliti” intermediari online, vengono fuori le offerte più convenienti degli istituti di credito convenzionati con il portale. Talvolta, però, sbirciando tra le pagine dei siti delle banche si ottengono delle piacevoli sorprese.

Il conto corrente Genius Club

Per esempio sembra molto appetibile la surroga proposta da Unicredit che prende il nome di Trasloca mutuo opzione sicura. Il mutuo in questione soddisfa sia i mutuatari che sono alla ricerca della convenienza di medio e lungo periodo e quindi vogliono affidarsi ad un tasso variabile, sia i mutuatari che vogliono essere certi della rata e optano per il fisso.

L’obiettivo, infatti, indipendentemente dal tasso, è quello di trasferire conto e mutuo dalla banca d’origine ad Unicredit con una piccola modifica delle condizioni. In genere si cerca il “trasloco” quando gli interessi sono troppo onerosi, oppure quando si vuole un  nuovo mutuo, oppure quando si cerca di ottenere una maggiore liquidità per fare altri investimenti.

Con l’opzione sicura è possibile surrogare con Unicredit cambiando tasso e piano d’ammortamento.

Più dei mutui contano i contanti

 Nel nostro paese la crisi del mercato immobiliare ha gettato nella paranoia anche gli istituti di credito chiamati a concedere mutui sempre più rischiosi a lavoratori precari e a famiglie con redditi molto contenuti.

Dicono sia sempre meglio comprare

Questo non vuol dire che le banche abbiano del tutto chiuso i rubinetti ma di certo hanno accettato un compromesso: più garanzie offerte dai mutuatari a fronte di un’erogazone più snella dell’importo richiesto. Un importo che nel 2012 è stato minore del 3,6 per cento rispetto al 2011.

Di tutte queste novità abbiamo già parlato spiegando che I migliori mutui li trovi al Nord. Adesso è arrivato il momento di prendere in esame un’altra novità: nel nostro paese il 60 per cento delle case è praticamente acquistato in contanti.

Le previsioni sui tassi futuri

Il ragionamento è presto fatto: se l’erogazone di mutui scende del 50 per cento e se le operazioni sono in calo del 25 per cento, questo vuol dire che moltissimi acquirenti di unità immobiliari, decidono di affidarsi ai contanti piuttosto che ai mutui, contando su una precedente vendita o magari dilapidando i risparmi di una vita. I conti correnti nostrani, infatti, sono ben forniti e gli italiani, grazie anche alla rete di protezione formata dalle famiglie d’origine, hanno un paracadute non indifferente.