Si torna a parlare di Bitcoin

 In questo momento di forte crisi a livello europeo, con l’aggravarsi della situazione cipriota, si torna a parlare di Bitcoin, della moneta virtuale di cui si vocifera anche nelle serie tv. Ma cosa sono e come funzionano i Bitcoin.

Si tratta di una valuta elettronica virtuale che oggi vale circa 200 dollari per unità. All’inizio di febbraio chi aveva in tasca un Bitcoin, aveva in tasca circa 30 dollari. Adesso i mezzi di comunicazione hanno spinto parecchio sull’argomento e alla fine la moneta che nasce e vive soltanto su internet, è diventata più popolare.

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Alla fine di marzo, quindi appena 15 giorni fa, i Bitcoin in circolazione avevano superato un miliardo di dollari. Questo vuol dire che al momento non ci sono investimenti equivalenti ai Bitcoin. Gli scettici ritengono però che potrebbe presto esserci una bolla speculativa legata a questa valuta e quindi in giro per il mondo ci potrebbero essere dei “micro fallimenti finanziari”.

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Il sistema in questione è stato ideato da Satoshi Nakamoto che chiaramente è un nome di fantasia, infatti gli inventori della valuta hanno deciso di restare anonimi. La creazione risale al febbraio del 2009. Quello che caratterizza il Bitcoin è il funzionamento sulla base del protocollo peer-to-peer.

Come crolla il mercato dei computer

 Fino a questo momento le aziende d’informatica erano sempre rimaste a galla, non avevano dato segni di cedimento nonostante la crisi avesse invaso praticamente ogni settore industriale. Eppure adesso s’inizia a parlare di crisi dei computer e c’è chi non dorme sogni tranquilli.

Quella dei computer non è una crisi semplice, non è una crisi improvvisa. Adesso siamo al quarto trimestre consecutivo in cui si registrano delle vendite in calo per i personal computer. In tutto il mondo i computer iniziano a non essere più venduti, per questo gli analisti parlano di crisi del PC.

La produzione industriale si riprende ma la crisi continua

Anzi, è stata anche trovata l’origine di tutta questa storia. Sembra infatti che i PC non riescano a reggere il confronto con gli smartphone e i tablet che pur essendo meno performanti sono sicuramente più economici.

Nei primi tre mesi del 2013, rileva un’indagine dell’IDC, il calo delle vendite di PC è stato pari al -14 per cento se si considerano i dati dello stesso periodo del 2013. La diminuzione è stata la più consistente dal 1994 ad oggi.

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I dati sono stati confermati anche dalla società concorrente della IDC, la Gardner che ha parlato ancora una volta di riduzione delle vendite di PC anche se in percentuale la flessione è indicata come più contenuta e pari al -11,2 per cento. In più, rispetto all’IDC, tra le cause della situazione, è stata indicata anche la crisi economica, oltre le concorrenza di tablet e smartphone.

 

Tutti i Money Transfer a rapporto delle Entrate

 Immaginate di fare un giro per la Capitale oppure di visitare una grossa metropoli italiana. Non avrete difficoltà a riconoscere tra le botteghe aperte di domenica, anche i famosi Money Transfer, quei servizi, spesso gestiti da extracomunitari, che consentono d’inviare denaro dall’Italia all’estero.

In questo momento tutti gli istituti di pagamento, gli agenti italiani e quelli stranieri, sono tenuti a rispettare gli adempimenti indicati nell’articolo 11 del decreto legge numero 201 del 2011 e sembra che l’Agenizia delle Entrate sia decisa a tenere sotto controllo la situazione.

Abbinamento: base dell’investimento

In pratica, tutti gli operatori finanziari dell’Unione Europea che per il trasferimento di denaro usano le strutture italiane, dovranno trasmettere i dati collegati all’attività svolta, in più dovranno rispondere alle richieste legate alle indagini finanziarie.

A spiegarlo nei dettagli è una nota dell’Agenzia delle Entrate pubblicata l’11 aprile 2013.

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Gli istituti di pagamento, di qualsiasi nazionalità, autorizzati ad operare nel nostro paese anche senza succursali, soltanto attraverso l’erogazione di servizi, devono fare almeno due cose: in primo luogo ogni mese devono inviare all’archivio dei rapporti finanziari l’esistenza di relazioni compiute per conto proprio o per terzi, indicando i dati anagrafici degli attori. Poi annualmente devono fornire informazioni integrative dove rischesto. In secondo luogo è necessario predisporre una procedura telematica per le richieste d’indagini finanziarie inoltrate dall’Amministrazione finanziaria italiana.

 

Le regole tecniche per la TARES

 La TARES, la nuova tassa che va a sostituire la vecchia TARSU e aggiunge anche il pagamento di alcuni servizi comunali, scatterà soltanto a dicembre. Sotto l’albero di Natale i contribuenti troveranno una maggiorazione dell’imposta pari a 0,30 centesimi di euro per metro quadro. Intanto, però, sono state definite delle regole tecniche per l’oliare il meccanismo di comunicazione.

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In particolare sono state definite delle regole tecniche per l’interscambio dei dati catastali. Tutti i dettami relativi alle modalità pratiche per la trasmissione delle notizie tra i Comuni e l’Agenzia delle Entrate, informazioni relative alle superfici degli immobili iscritti nelle mappe, sono pubblicate sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Le reogle tecniche per lo scambio di informazioni tra l’Agenzia delle Entrate e i Comuni, con i dati relativi alla superficie delle case, all’iscrizione al catasto, alla planimetria corrispondente, sono pubbliche. Basta recarsi sul sito dell’Agenzia delle Entrate, nell’area di competenza relativa al Territorio.

Ancora un rinvio per la TARES

E’ stata predisposta un’area che si chiama “Tares e dati del Catasto a confronto. Interscambio tra Agenzia e Comuni”. Nella sezione ci sono dati da usare per l’accertamento del tributo comunale TARES.

Il provvedimento è stato accolto con favore anche dall’Associazione nazionale dei comuni italiani (l’ANCI).

I kit omologati non escludono l’inerenza

 Anche se s’installa un kit omologato su una macchina, questa non può essere considerata “ad uso ufficio” con i conseguenti benefici fiscali, quindi il kit non giustifica la deducibilità dei costi o la detraibilità dell’IVA. Il discorso cambia se il kit è permanente, se cioè rappresenta un’attrezzatura istallata “una volta per tutte”. E’ questo il senso della sentenza della Corte di Cassazione numero 7896 del 28 marzo scorso.

Pronto il risarcimento per alcuni assicurati

Il pronunciamento è arrivato alla fine della disamina di un fatto importante. L’Agenzia delle Entrate ha inviato degli avvisi di accertamento relativi all’IRPEF, all’IRAP e all’IVA per gli anni d’imposta 2002 e 2003 per un geometra. Il motivo della contestazione nasce dal fatto che secondo l’Erario ul geometra aveva detratto l’IVA per l’acquisto di una macchina e aveva anche detratto i costi legati al suo utilizzo.

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Invece, alla luce degli atti previsti per l’immatricolazione, non risultava che l’automobile fosse ad uso ufficio e comunque non era chiaro che il veicolo fosse strumentale all’attività da libero professionista.

L’Agenzia delle Entrate ci ha voluto vedere chiaro dopo una notifica, da parte delle Fiamme Gialle, inviata allo stesso contribuente. La Finanza, infatti, aveva effettuato una ricerca su diversi autoveicoli per capire quali fossero in circolazione per uso ufficio, con regolare immatricolazione e quali al contrario non avessero i documenti in regola nonostante i benefici fiscali.

3 visioni del 2013 e della sua evoluzione

 Il 2013, in questo momento, si sta configurando non più come l’anno della ripresa economica, quanto piuttosto come l’anno della nuova crisi. Le possibilità di evoluzione, in questo momento, appaiono sostanzialmente tre.

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La prima, la più probabile, prevede che per il resto dell’anno l’Europa tirerà a campare e questa “sopravvivenza” potrebbe protarsi ancora fino al 2014. Ci saranno sempre maggiori pressioni sui governi periferici al fine di stoppare la spirale di austerità che rischia di compromettere i loro conti. Ci sarà una forte influenza sul panorama europeo, da parte dei risultati delle elezioni tedesche e dalle evoluzioni della situazione italiana. La Spagna, poi, dovrà fare degli aggiustamenti, mentre non sembrano all’orizzonte delle uscite dalla moneta unica.

La ripresa ci sarà dal 2014

Meno probabile il secondo scenario, quello a ribasso che punta tutto sul crollo dell’Italia, sui dubbi del mercato e sulla cooperazione insufficiente tra la BCE e la Germania. Qualche progresso ci sarà ma quello che serve sono le risorse fiscali e quindi vuol dire che in un anno le crisi saranno ancora di più e più gravi.

Un terzo scenario praticamente impossibile è quello al rialzo con i paesi che oltre a ritrovare la forma finanziaria, si ritrovano anche rafforzati politicamente.

Cipro chiede più aiuti ma che pensa l’Europa?

 Il bailout di Cipro avrà un costo maggiore del previsto perché Nicosia oltre a vendere una parte delle riserve d’oro per racimolare circa 400 milioni di euro, ha la necessità che il fondo della Troika sia innalzato da 17,5 a 23 miliardi di euro.

Un costo davvero elevato che potrebbe costituire un precedente per gli altri paesi che sembrano essere sull’orlo della crisi, quindi per la Slovenia, per il Portogallo e per l’Irlanda, ma anche per la stessa Italia.

Cipro cambierà l’Europa, lo dice la Germania

Cipro ha chiesto più soldi: inizialmente erano “soltanto” 10 miliardi di euro, poi si è arrivati a 17,5 miliardi ed ora addirittura a quota 23. Le richieste, per il momento, restano inascoltante e infatti l’Unione Europea ha ribadito che il contributo internazionale resterà fisso a 10 miliardi.

La richiesta di Cipro, però, ha messo in allarme i mercati e tutte le borse hanno fatto registrare una serie di ribassi. Lo spread italiano, ha ripreso la sua corsa verso l’alto fino a quota 310 punti.

Svelato uno dei problemi delle banche di Cipro

Ma qual è effettivamente la situazione di Cipro? Il presidente dell’Eurogruppo, nel ribadire che il finanziamento internazionale sarà di 10 miliardi di euro, ha previsto che Cipro, autonomamente, dovrà trovarne altri 13, il tutto mentre si prevede un crollo del PIL del 12 per cento.

L’Italia ci riprova con gli incentivi alle donne

 Uno dei grossi problemi del nostro paese è che manca una riforma seria del mercato del lavoro, una riforma che sia in grado di tagliare i ponti con il passato di precarietà che contraddistingue il paese e fondare un’economia più solida e longeva. In più, sempre per quanto riguarda il lavoro, c’è il problema della differenza di salario tra uomini e donne.

Partendo da questi due punti, Elsa Fornero ha deciso di riprendere i lavori, cercando di risolvere i problemi di disoccupazione. In Europa, infatti, il 23 per cento dei cittadini non ha un’occupazione e la situazione è particolarmente grave, soprattutto per i giovani, in Spagna, Portogallo, Grecia e Italia.

Per le donne le assicurazioni sono più care

La Fornero ha deciso di riprendere il discorso sugli incentivi per l’occupazione femminile e ne ha disposti alcuni. In pratica ha previsto una riduzione dei contributi pari al 50 per cento per il datore di lavoro che assume una donna. Lo sgravio dura 12 mesi ma può essere esteso fino a 18 mesi se il contratto di lavoro diventa a tempo indeterminato.

Scende la disoccupazione ma l’Italia non convince

Gli incentivi sono pensati per l’assunzione di donne di qualsiasi età senza un impiego fisso da più di sei mesi, per l’assunzione di donne che non hanno un impiego regolarmente retribuito da più di 24 mesi e per le aziende che sono caratterizzate dalla forte disparità di genere.

Questo vuol dire che i settori più interessati dalle novità sono quello delle costurzioni e una parte del mondo industriale.

Il 2013 e il ritorno alla crisi

 Dublino sarà il luogo fisico di una riunione molto importante, quella dei ministri delle Finanze europei che dovranno discutere del fatto che, nonostante gli sforzi compiuti dai singoli paesi, ci potrebbe essere un ritorno di fiamma.

In pratica ci sarà presto una nuova ondata di crisi con problemi da risolvere, molto più complessi. Per esempio si dovrà discutere del salvataggio, o meglio di come salvare il Portogallo e l’Irlanda.

Investimenti a rischio nei paesi della black list

All’ordine del giorno c’è anche la discussione sulla possibile costituzione di un’unione bancaria che deve sopperire sia alla crisi di Cipro, che dovrà affrontare presto i problemi della Slovenia e che poi dovrà prendere in esame la situazione della Francia e dell’Italia.

Per quanto riguarda Cipro la situazione deve assolutamente essere riconsiderata visto che il costo del salvataggio del paese è aumentato ed ora saranno erogati non più 17,5 miliardi di euro ma ben 23 miliardi.

L’allarme della Francia e la distanza dalla Germania

L’isola sta pensando anche di salvarsi vendendo le sue riserve d’oro al fine di recuperare gli altri 400 milioni di euro necessari per il finanziamento della bancarotta.

L’austerity proposta dalla Troika, però, sembra sia troppo stringente per Nicosia ma anche per gli altri paesi, per esempio per il Portogallo che ha già lanciato un messaggio d’allarme.

 

Come acquistare i BTp Italia 2013

 I BTp Italia sono pronti per l’ennesima asta, anche se i consumatori si stanno accorgendo pian piano che non è più conveniente acquistare titoli del debito del nostro paese. Sono molto più proficue le assicurazioni vita, in particolare i prodotti di Pramerica e di Real Mutua.

La prossima asta si aprirà il 15 aprile e se non ci saranno chiusure anticipate, si concluderà soltanto il 18 aprile prossimo. In questo arco di tempo sarà possibile comprare i BTp Italia 2013.

Spread stabile e borse positive in Europa

Se qualcuno ha già il servizio di mailing attivato con la propria banca, sa che per questa asta i BTp possono essere comprati sia nelle filiali del proprio istituto di credito, sia stando comodamente a casa propria. I BTp da acquistare hanno un taglio minimo di 1000 euro e quindi, gli acquisti, si devono fare in base ai multipli di questa cifra di base.

Cosa sono i BTp poliennali

Chi invece non volesse mettersi nelle mani della banca, dovrà invece acquistare i BTp direttamente da casa usando i servizi online, tramite l’internet banking.

Il ministro dell’economia e delle finanze, riguardo i BTp, ha già siglato un accordo anche con Borsa Italiana e con il London Stock Exchange Group, il quale renderà i BTp disponibili sulla piattaforma MOT.