I migliori mutui a tasso fisso a 30 anni

 Secondo quanto riportato da Mutuisupermarket, i migliori mutui a tasso fisso e variabile presentano tutti un TAEG in calo rispetto alle rilevazioni precedenti. Ma qualora si avessero le idee chiare sul prodotto da acquistare, qual è la scelta migliore?

Il mutuo variabile Webank con lo sconto di aprile

Per esempio, immaginate di avere un profilo da mutuatari molto classico e ben definito: persone che hanno l’esigenza di pianificare il più a lungo possibile le spese domestiche. Sicuramente vi butterete su un tasso fisso, magari un mutuo da rimborsare in 30 anni.

Il TAEG medio per questi prodotti è del 5,40%, ma quali sono le banche più convenienti? Sicuramente Webank è al primo posto ed ha un’offerta valida fino al 30 aprile. Il TAEG è al 5,40 per cento e i vantaggi di questo prodotto sono nell’assenza di spese, nell’assicurazione gratuita e nella gratuità del conto corrente.

Le offerte di Webank e BNL per i mutui di aprile

Al secondo posto c’è CheBanca con un mutuo al 5,78% che comporta, tra i vantaggi, l’erogazione dell’importo richiesto all’atto, la rata fissa e l’assenza di penali. Poi c’è l’offerta di BNL che vale fino al 30 aprile e prevede un TAEG al 5,91 per cento. In questo caso i vantaggi sono nel tasso scontato, nell’assenza di spese per l’incasso rata e nell’ampia rete di filiali.

 

I migliori mutui del mese di aprile

 Nel mese di aprile, secondo la ricognizione di Mutuionline, si registra una riduzione del tasso fisso, variabile sulla base della durata del piano d’ammortamento, e un aumento invece poco consistente dei mutui a tasso variabile.

Il fisso della Banca Popolare di Bergamo

Partiamo dai tassi fissi. Le migliori proposte di aprile prevedono un calo generalizzato dei tassi. Si va dal -0,68 per cento dei mutui a tasso fisso rimborsati in 25 anni fino al -0,22 per cento dei mutui a tasso fisso rimborsati in 10 anni. In calo anche gli Indici sintetici di costo che variano dal 4,64% al 5,40 per cento, sulla base della durata del rimborso.

Il mutuo variabile Webank con lo sconto di aprile

Per quanto riguarda i tassi variabili, nonostante l’immobilismo della BCE, si può notare un aumento del tasso proposto dalle banche dello 0,01%. Per chi ha acceso un mutuo a tasso variabile della durata di 20 anni c’è da gioire visto che si parla di una riduzione del tasso dello 0,08%. Mentre per quanto riguarda l’ISC degli altri mutui a tasso variabile, si può parlare soltanto di aumento dei tassi, soprattutto per i piani di rimborso più lunghi: 30, 35 e 40 anni.

In generale i tassi variabili vanno da un minimo del 2,87% per i mutui a 15 anni fino ad un massimo del 3,06% per le durate più elevate.

 

Quanta Tares si pagherà in più

 La Tares, quella con la nuova aliquota, scatta soltanto a dicembre, quindi, secondo molti, il salasso arriverà soltanto sotto l’albero di Natale. Questo però non vuol dire che i contribuenti non possano organizzarsi i pagamenti.

Per esempio a maggio s’inizia a pagare la tassa sui rifiuti con il sistema attualmente in vigore, quello dove sono separate la Tia dalla Tarsu. Poi a dicembre arriva l’imposta calcolata con una maggiorazione dello 0,30 per cento su ogni metro quadro. A prevederlo è stato il decreto Salva Italia.

Ancora un rinvio per la TARES

Molti esperti, in questo periodo, cercano di capire quanto sarà il rincaro e il Sole 24 Ore ha addirittura abbozzato un calcolo approssimativo. In pratica la Tarsu riusciva a coprire i costi dell’80 per cento del servizio, quindi a dicembre, con la maggiorazione prevista, la rata da considerare sarà almeno il doppio di quelle “vecchie”. L’ultima rata della tassa sui rifiuti, quindi la TARES, costerà quasi il doppio della rata della Tarsu. Se invece quest’ultima riusciva a coprire interamente i costi del servizio di nettezza urbana, allora il rincaro da considerare sarà lievemente più basso ma sarà comunque consistente.

Aumento delle tasse, chi ci salverà dalla stangata estiva?

Un discorso sicuramente valido per i contribuenti che devono pagare la Tarsu per l’immobile di proprietà. Per quanto riguarda le imprese, il conto potrebbe essere più salato e si stima che la rata di dicembre sia 10 o anche 20 volte superiore a quella precedente.

Le spese mediche detraibili dal 730

 Molti contribuenti, in questi giorni, si stanno “armando” per la compilazione del modello di dichiarazione dei redditi 730. Una delle spese detraibili in questo genere di dichiarazione, sono quelle mediche, ma come funziona la detrazione? Proviamo a riepilogarlo insieme.

Qualche consiglio per spese mediche e spese funebri

Tutte le spese mediche detraibili, insieme agli altri oneri e spese detraibili e deducibili, devono essere inserite nel quadro E della dichiarazione. Il fisco garantisce uno sconto del 19 per cento sulle spese mediche che superano la franchigia dei 129,11 euro. Tra le spese detraibili rientrano: le spese per l’assistenza medica specifica, le spese chirurgiche, le spese per le prestazioni specialistiche e quelle per le protesi dentarie e sanitarie, le spese per i medicinali che corrispondano ad uno scontrino parlante, i prodotti fitoterapici approvati dall’Aifa, analisi e test di laboratorio. Rientrano tra le spese mediche detraibili anche l’acquisto e il noleggio di protesi sanitarie, della strumentazione medico sanitaria e delle perizie medico-legali.

Le spese di ricovero dei famigliari portatori di handicap

Tutte le spese, abbiamo detto, devono essere inserite nel quadro E, in particolare tra il rigo E1 e il rigo E4. Nel rigo E1 sono inserite le spese sanitarie per determinate patologie, nel rigo E2 vanno inserite le spese sanitarie per i familiari non a carico e per un importo che complessivamente non può superare i 6197,48 euro. Infine sul rigo E3 e sul rigo E4 devono essere inserite le spese sanitarie per i disabili, comprese le spese per i veicoli.

I migliori prestiti di aprile

 Come ogni mese, a livello medio e tendenziale, è possibile indicare i tassi medi applicati dalle finanziarie ai prestiti. In questo articolo prenderemo in esame i migliori tassi di aprile per i prestiti in base alla durata del piano di rimborso. Gli esempi sono fatti considerando i prestiti per l’acquisto dell’auto nuova e i prestiti personali per la ristrutturazione della casa.

Attenti alle compagnie assicurative false

Nel primo caso il TAEG oscilla dal 7,22 al 7,32 per cento, in base al piano d’ammortamento scelto. Minore è il tempo considerato dal consumatore per il rimborso, più alto sarà il tasso applicato al finanziamento. Per esempio, il TAEG per un prestito da rimborsare in 12 mesi sarà del 7,32 per cento, mentre per un prestito da rimborsare in 48 mesi, il TAEG scende fino al 7,22 per cento. Da notare che il TAN è sempre lo stesso ed equivale a 6,95%. Cambia invece il TAEG che decresce al 7,28 per cento per i finanziamenti a 18 mesi, arriva al 7,26% per i finanziamenti a 24 mesi, oppure al 7,24 per quelli a 36 mesi e via dicendo fino al 7,22% per i rimborsi a 60, 72 e 84 mesi.

Il prestito personale di Cofidis

Per quanto riguarda la ristrutturazione il discorso è molto simile: i tassi finiti, il TAEG, oscilla dal 7,23% dei piani di rimborso di 60, 72, 96 e 120 mesi, fino al 7,32% per i piani di rimborso minimi, vale a dire quelli annuali in 12 rate.

Toyota sta cercando stagisti

 Toyota, la casa automobilistica giapponese, è nota in tutto il mondo per il suo approccio innovativo alla progettazione delle sue vetture.

Nata nel 1933 come derivazione della Toyoda Automatic Loom, azienda molto famosa in Giappone e nel resto del mondo grazie all’invenzione del telaio tessile in legno, in questo lasso di tempo è riuscita a diventare la maggiore società automobilistica del Giappone: la sua produzione stimata è di circa nove milioni di veicoli l’anno, ma le sue auto arrivano massicciamente anche nei mercati americani e in quelli europei.

Molta delle sua fama, come accennato, è dovuta all’approccio avanguardistico della Toyota che punta molto sulla concezione e lo sviluppo di vetture innovative: l’esempio è la Toyota Prius, tra le prime autovetture ibride al mondo.

Per raggiungere questi risultati la Toyota è costantemente alla ricerca di nuove leve e talenti attraverso i suoi programmi di formazione. Uno è previsto anche per il 2013 e la scadenza per la candidatura è prevista per il 30 aprile 2013.

L’azienda giapponese è alla ricerca di giovani laureati in Economia o Ingegneria (ad indirizzo Meccanico o Gestionale), Statistica e Scienze della Comunicazione, che saranno inseriti nelle aree funzionali del Sales, Marketing e After Sales. La durata del tirocinio è di sei mesi e agli stagisti è richiesto un impegno full-time.

L’inizio dello stage è previsto per settembre 2013 e le candidature possono essere inviate alla Toyota attraverso il form on line presente alla pagina Lavora con noi del sito.

Obiettivo Tropici cerca animatori

 Il settore del turismo si anima di nuove offerte di lavoro man mano che si avvicina l’estate. Tra le tante aziende che in questo momento sono alla ricerca di personale c’è anche Obiettivo Tropici.

Obiettivo Tropici è una società che già da molti anni si occupa della ricerca e della formazione del personale per i maggiori e più prestigiosi tour operator. Per far fronte alla richiesta per la prossima estate, Obiettivo Tropici è attualmente alla ricerca di 400 persone che saranno impiegate nelle seguenti mansioni:

– Assistenza Mini Club
– Responsabili Mini Club
– Junio Club
– Coreografi
– DJ
– Capo animazione

Ai candidati si offre contratto stagionale con retribuzione variabile dai 450 ai 1.500 euro al mese, in base all’esperienza e al ruolo ricoperto. Il contratto prevede anche l’assistenza sanitaria, vitto e alloggio.

I requisiti minimi per partecipare alle selezioni di Obiettivo Tropici sono:

– Maggiore età
– Diploma o titolo di studio superiore
– conoscenza dell’inglese (la conoscenza di una seconda lingua straniera costituirà titolo preferenziale)
– Disponibilità al trasferimento e al lavoro per un periodo minimo di 3 mesi e mezzo.

Le prossime selezioni di Obiettivo Tropici si svolgeranno secondo questo calendario:

Senigallia
08 Aprile presso Centro per l’Impiego – Via Campo Boario, sn

Roma
10 Aprile presso centro per l’impiego di Roma – Via Rolando Vignali, 14

Torino
18 Aprile presso sede Eures – Via Bologna, 153

Genova
19 Aprile presso Palazzo della Provincia – Via Cesarea, 14

Bologna
23 Aprile presso Palazzo della Provincia – Via Zamboni , 13

Milano
29 Aprile presso sede Provincia

Per partecipare alle selezioni di Obiettivo Tropici inviare il proprio curriculum vitae con foto a formato intero nel form on line sul sito.

I dati sulla cassa integrazione di marzo 2013

 A marzo l’Inps ha autorizzato 97 milioni di ore di cassa integrazione, facendo arrivare il totale delle ora di CIG richieste all’istituto per i primi tre mesi del 2013 a 265 milioni di ore.

Il dato di marzo rivela un importante aumento delle autorizzazioni rispetto al mese precedente, +22,4 % rispetto a febbraio, ma se il dato è rapportato allo stesso periodo dello scorso anno si evidenzia un calo del 2,8 %.

► A febbraio diminuiscono le richieste di cassa integrazione

Questi sono i dati dell’Inps che fa notare anche che è sensibilmente diminuita la richiesta di ore per la cassa in deroga, fenomeno dovuto alla chiusura della gestione relativa al periodo 2009-2012, da fare entro il 31 marzo 2013, anche se il calo delle autorizzazioni non indica un calo delle richieste, semmai è indice della mancanza di risorse.

Nello specifico il mese di marzo ha visto l’autorizzazione di 34 milioni di ore di cassa integrazione ordinaria, in aumento del 5% rispetto al mese precedente e del 19,8% su marzo 2012. La maggior parte delle ore di cassa integrazione autorizzate sono state ad appannaggio del settore dell’industria, con un aumento del 24,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Meglio il settore edile, dove l’aumento delle ora autorizzate è stato più contenuto rispetto alle dinamiche degli ultimi anni, con un +6,8% rispetto a marzo 2012.

► Inps fondo per Cassa Integrazione

Le ore di cassa integrazione straordinaria sono state 43,1 milioni, in un aumento del 11,1% rispetto a febbraio e del 27,8% su marzo 2012.

Mastrapasqua chiede una riforma del welfare

 Il costo delle pensioni italiane, una delle voci di spesa più alte di tutto il sistema del welfare, nel 2012 è stato di 249,030 miliardi di euro, equivalenti a circa un terzo del totale della spesa pubblica totale (809 miliardi) e a quasi il 16% del Pil (1.588 miliardi).

► I nuovi servizi Inps per i pensionati

Per il 2013, secondo le ultime stime, tale costo è destinato ancora a salire, per arrivare a 255 miliardi di euro, che diverranno poi 262 miliardi nel 2014 e 268 miliardi nel 2015. Partendo dall’ipotesi che il Pil del paese cresca, come accade in situazioni normali, la percentuale investita per il pagamento delle pensioni di manterrebbe stabile intorno al 15,7% del Pil.

Il fatto è che, secondo quanto detto da Bankitalia, il Pil italiano, per questo 2013, dovrebbe contrarsi di circa l’1%, senza escludere la possibilità di ulteriori revisioni al ribasso, e quindi la spesa per le pensioni avrà un impatto più forte sulla ricchezza prodotta dal paese.

► Come cambia la pensione anticipata con la Riforma Fornero

E’ per questo che Antonio Mastrapascqua, il presidente dell’Inps, l’Istituto che si occupa del pagamento delle pensioni, chiede al nuovo governo, quando e se ci sarà, che tutto l’intero del welfare italiano venga rivisto, intervenendo in primis sia sul sistema della previdenza pubblica e sull’età di pensionamento, ma anche con una riforma organica che prende in considerazione tutte le varie voci di spesa.

 

Aggiornamenti sul decreto per lo sblocco del pagamento del debito delle PA

 Nuovi aggiornamenti per il decreto sullo sblocco del pagamento del debito che le Pubbliche amministrazioni italiane hanno contratto verso le aziende fornitrici di beni e servizi. Dopo, infatti, il primo rinvio e il nulla di fatto della successiva riunione, i ministri potrebbero essere costretti ad un surplus di lavoro per giungere alla versione definitiva del testo entro il fine settimana.

► Rinviato il decreto sul pagamento dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni

Il provvedimento ha carattere di massima urgenza: le aziende italiane necessitano di quel denaro per poter continuare a sopravvivere e, come ha detto anche Mario Draghi, il governatore della Banca Centrale Europea:

La misura di stimolo più importante che un Paese possa dare è restituire gli arretrati, che in alcuni casi valgono diversi punti di Pil.

In effetti le imprese italiane sono in attesa di questo provvedimento, già da parecchio tempo, ma questo decreto sembra non essere destinato a veder la luce in tempi brevi nonostante le pressioni che sono arrivate anche dall’Europa e nonostante il fatto che i conti pubblici, come dimostrato dall’ultimo bollettino trimestrale dell’Istat, e il rapporto tra deficit e Prodotto interno lordo siano negli standard indicati dall’EuroTower per procedere.

Ma è l’esatto ammontare del debito delle pubbliche amministrazioni verso le aziende a non essere ancora stato definito con precisione: se per il Governo si tratta di 40 miliardi di euro, per Bankitalia ammonta a 90 miliardi e per l’Abi, invece, i debiti dello Stato superano i 100 miliardi di euro.

► Rimborsi Iva, una speranza per le aziende italiane

Come spiegato da Antonio Patuelli, presidente dell’Abi:

Bankitalia al 31 dicembre 2010 valutava i debiti della P.A. in 70 miliardi e alla fine del 2011 in circa 90 mld. Se facciamo una progressione stiamo già oltre i 100 miliardi. In termini bancari è una cifra rilevantissima per ridare poi nuova finanza alle imprese.