Lavorare da Penny Market

 Penny Market è una rete di supermercati di origine tedesca. Dopo aver ottenuto un notevole successo in Germania, Penny Market è entrato a far parte del Penny Market che ha permesso alla catena di espandersi ben oltre i confini nazionali.

Ad oggi si possono trovare quasi 3000 supermercati a marchio Penny Market in Germania, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Austria e, ovviamente Italia, con circa 300 supermercati distribuiti in quasi tutte le regioni della penisola.

Per i punti vendita italiani Penny Market è alla ricerca delle seguenti figure professionali:

Direttori di Negozio per Noci (BA) e Zevio (VR)

Buyer Junior Frutta & Verdura per Cernusco sul Naviglio (MI)

Assistente Direttore di Negozio per Cervignano del Friuli (UD)

Addetti/e alle Vendite per Bologna

Inoltre, Penny Market offre anche le seguenti possibilità di stage:

Sede Direzionale per Cernusco sul Naviglio (MI)

Ufficio Selezione e Formazione per Cernusco sul Naviglio (MI)

Assistente Buyer Junior per Cernusco sul Naviglio (MI)

Riordino e Approvvigionamento Centro Distibutivo per AltoPascio (LU) e Quattordio (AL)

Controllo Qualità per Cernusco sul Naviglio (MI)

Centro Distributivo per Gioia del Colle (BA)

Direzione tecnica per Cernusco sul Naviglio (MI)

Category Managment per Cernusco sul Naviglio (MI)

Controllo di Gestione per Cernusco sul Naviglio (MI)

Per tutte le informazioni sui requisiti richiesti per partecipare alle selezioni Penny Maket e per l’invio della propria candidatura consultare la pagina Lavora con Noi del sito di Penny Market.

Tuttofare Natura di Monte dei Paschi

 Il Monte dei Paschi di Siena è stato ultimamente considerato solo nella cornice degli scandali finanziari che hanno interessato il management dell’azienda, ma il Monte dei Paschi è anche un istituto di credito all’avanguardia relativamente all’offerta di prodotti finanziari.

Pronti al via i Monti Bond per MPS

Quello che vogliamo prendere oggi in considerazione è il Prestito Tuttofare Natura, un prestito personale che è finalizzato alla realizzazione di riqualificazione energetica degli immobili, un prestito quindi usato per coprire le spese di istallazione degli impianti fotovoltaici, solari termici, o per gli interventi sugli involucri esterni degli immobili. Ma questo genere di finanziamenti sono usati anche per acquistare auto ibride, oppure auto che sono alimentate a gpl o a metano.

Il patrimonio di MPS non è a rischio

Le caratteristiche generali del prestito sono le seguenti. Si possono ottenere fino ad un massimo di 60 mila euro che devono essere rimborsati in un periodo variabile tra 12 e 156 mesi. Il richiedente può chiedere di personalizzare l’importo della rata mensile o anche il piano d’ammortamento, pul chiedere di saltare la rata o pagarla senza costi aggiuntivi in un secondo momento e può anche chiedere di estinguere il prestito con anticipo.

Per ottenere questo prestito è necessario portare in banca il documento d’identità, l’ultima busta paga, la documentazione che attesta gli “altri redditi mensili” e il giustificativo di spese o fatture.

Casa insostenibile: tre milioni di italiani non riescono più a mantenerla

 Le spese per la gestione della casa (mutuo/affitto, bollette e tasse) stanno facendo diventare impossibili per una larga parte dei cittadini di italiani avere un tetto sopra la testa: il costo medio al quale ogni famiglia deve far fronte per avere una casa è pari a circa 1.150 euro.

► Vantaggi e svantaggi del pagamento dell’affitto

Un costo troppo alto che sta mettendo a grave rischio circa 300mila nuclei famigliari che rischiano di perdere l’abitazione.

E’ quanto emerge dal report della Cgil dal titolo “Costi dell’abitare, emergenza abitativa e numeri del disagio” che mette in evidenza come le spese che ogni famiglia deve affrontare per la propria abitazione assorbano circa il 31,2% del reddito disponibile. In alcuni casi si arriva anche al 40%.

Nello specifico chi ha una casa di proprietà spende circa 1.150 euro al mese, mente chi i trova in affitto si vede costretto a sborsare 1.515 euro mensili. Cifre dovute soprattutto all’incidenza delle tasse – Imu in primis – e, quindi, destinate ad aumentare con l’introduzione della Tares.

► Non ci sarà la bolla immobiliare

La situazione è difficile sia per chi ha una propria casa – secondo il rapporto, infatti, tra il 2008 e il 2011 i pignoramenti e le esecuzioni immobiliari sono aumentati di circa il 75% (arrivando a sfiorare i 38.000) – sia per chi è in affitto che ha visto, negli ultimi dieci anni, aumentare il mensile da pagare del 130% per i contratti rinnovati (per arrivare alla cifra media di 740 euro mensili nel 2012) e del 150% per i nuovi contratti (1.100 euro mensili).

 

Arriva il via libera per gli aiuti a Cipro

Finalmente si è giunti ad un primo passo nel piano di salvataggio di Cipro: la Commissione Europea e il Fondo monetario internazionale hanno dato il via libera al programma di riforme e di azione sul bilancio di Cipro. La notizia è arrivata direttamente dal commissario Olli Rehn e della direttrice del Fmi, Christine Lagarde.

► Cipro avrà il suo aiuto dall’Europa

Quest’ultima ha annunciato che il contributo dell’organizzazione da lei diretta presterà 1 miliardo di euro a Cipro, un decimo di quanto previsto dal piano di salvataggio di 10 miliardi concordato con l’Eurozona e la Bce. Il prestito sarà concesso con un interessi al 2,5% e con un “periodo di grazia” di 10 anni prima dell’inizio del rimborso.

Gli altri 9 miliardi previsti arriveranno dal fondo anti-crisi dell’Eurozona (Esm).

Il programma messo a punto per Cipro, come specifica Olli Renh, prevede delle importanti sfide per la piccola isola, prima fra tutte un aggiustamento del bilancio ad un ritmo sostenibile che riequilibri l’esigenza di far fronte a problemi di breve termine e obiettivi di lungo termine.

Gli aggiustamenti di cui si parla sono il raggiungimento di un avanzo primario di bilancio del 4% nel 2018 e la riduzione del debito al 100% del prodotto interno lordo nel 2020. Tra le varie misure che Cipro dovrà adottare molto probabilmente ci sarà il congelamento delle pensioni pubbliche, la vendita di asset statali, l’incremento dei ricavi dal settore turistico e dalla vendita di risorse energetiche, aumento di alcune tasse sia su prodotti (alcol, tabacco e petrolio) e su servizi.

► Cosa succede se Cipro esce dall’euro

Non mancheranno i problemi per i cittadini, che dovranno fare i conti con il rialzo dell’età pensionabile, 4500 esuberi nel settore pubblico e l’obbligo per 170mila ciprioti di versare una tassa dell’1,5% sui salari per avere accesso all’assistenza sanitaria.

Oggi il Governo discute di debiti delle PA, di esodati, di Tares e di Iva

 Oggi alle 19 si riunirà il Consiglio dei Ministri con un ordine del giorno piuttosto denso. Il punto focale delle discussione di oggi sarà il decreto che permette lo sblocco dei primi 40 miliardi di euro che dalle pubbliche amministrazioni torneranno alle imprese italiane, con tutta la coda di polemiche che si è portato appresso per la possibilità di un anticipo dell’addizionale Irpef.

► La Tares sarà rinviata o no?

Ma non solo: il governo Monti in prorogatio dovrà discutere anche della questione degli esodati, della Tares e dell’aumento dell’Iva. Temi molto cari a tutti i cittadini italiani.

Per quanto riguarda gli esodati – persone senza lavoro e senza stipendio che in base alle Legge di Stabilità 2013 dovrebbero essere salvaguardate – il nodo da sciogliere è la ricerca delle risorse per una nuova salvaguardia a loro favore, come previsto dalla Legge di Stabilità, e il numero di quanti dovranno essere salvaguardati.

Si parla di circa 10 mila persone, un numero dal quale il governo vorrebbe eliminare tutti quelli che hanno guadagnato dal momento delle dimissioni dall’azienda alla fine 2012 la somma di 7.500 euro lordi all’anno, mentre il Parlamento vuole che restino fuori dal salvataggio soltanto coloro che nell’ultimo mese dello scorso anno abbiano potuto beneficiare di un reddito alternativo.

► Rimborsi Iva, una speranza per le aziende italiane

Anche per le tasse la discussione si profila accesa tra chi vorrebbe rinviare l’entrata in vigore della Tares e chi, invece, propone solo un rinvio parziale, e tra coloro che vorrebbero congelare l’aumento di un punto percentuale dell’Iva previsto per l’estate e chi non vuole farlo.

Nessun anticipo dell’addizionale Irpef nel decreto per il pagamento dei debiti delle Pubbliche Amministrazione

 La bozza del decreto per il piano biennale di pagamento del debito delle Pubbliche Amministrazioni, che arriverà oggi sul tavolo del Consiglio dei Ministri – l’appuntamento era per questa mattina alle 10, ma è stato rimandato alle 19 per permettere un confronto sulle ultime modifiche apportate alla bozza – ha già sollevato un vespaio di polemiche.

La bozza del decreto per il piano biennale di restituzione del debito delle Pubbliche Amministrazioni, come anticipato ieri, prevedeva un trattamento particolare per le aziende debitrici che, nel loro compito di restituzione del debito, possono usufruire di alcuni vantaggi.

Tra questi, quello che ha fatto più discutere tutte le parti coinvolte, è stata la possibilità, per le regioni che utilizzano l’anticipo di cassa, di anticipare al 2013 l’aumento dell’aliquota addizionale Irpef: nella bozza sarebbe stato prvisto un possibile aumento dell’addizionale Irper regionale, fino a un massimo dello 0,6%, fin da quest’anno invece che dal 2014, portando l’attuale tetto dell’1,73 dell’aliquota massima al 2,33%.

Ma tutto è stato smentito da Michel Martone, viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali:

Stando alle risoluzioni approvate ieri in Parlamento, l’aumento delle imposte per i cittadini non risulta agli atti anche perché c’è stata una presa di posizione molto forte di tutti i partiti. Si tratta di indiscrezioni giornalistiche.

Anche Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, è dello stesso avviso: un anticipo dell’aumento dell’addizionale Irpef sarebbe un ulteriore aggravio per la pesante recessione che è già in corso in Italia che annullerebbe gli effetti anticiclici dello sblocco dei pagamenti finanziato a debito.

Stasera si saprà con certezza cosa prevede il decreto per il piano biennale del pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni.

Esselunga assume in tutta Italia

 Nuove assunzioni nella grande casa di Esselunga. Tra le più grandi realtà della Grande Distribuzione Organizzata Esselunga ha aperto nuove selezioni in vista delle prossime assunzioni previste in tutti gli store italiani.

La maggior parte dei punti vendita Esselunga sono concentrati in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, che saranno anche le principali mete di destinazione dei nuovi assunti del 2013.

Vediamo nel dettaglio quali sono le posizioni aperte presso Esselunga e i requisiti per la candidatura.

Cassieri per il periodo estivo

Si richiede licenza media, qualifica professionale o Diploma di Scuola Secondaria di Secondo Grado.

Allievi Carriera Direttiva di Negozio

Richiesta laurea (Scienze Politiche, Managment d’Impresa, Scienze Turistiche) o Diploma di Scuola Secondaria di Secondo Grado (preferibilmente Agrario, Commerciale, Industriale, Geometri o Licei).

Allievi Reparto Gastronomia

Richiesta licenza media, diploma o qualifica professionale.

Allievi Responsabili Bar

Si richiede il possesso di licenza media, qualifica professionale o diploma (preferibilmente alberghiero).

Baristi

Richiesto diploma o qualifica professionale.

Allievi Responsabili Reparto Profumeria

Richiesto diploma o laurea.

Per maggiori informazioni sulle sedi di lavoro e sui requisiti per partecipare alle selezioni per le nuove assunzioni Esselunga e per la candidatura consultare la pagina Lavora con Noi del sito dell’azienda.

 

 

 

Assunzioni Carpisa

 Carpisa è un marchio molto noto non solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa. In pochi anni di vita, l’azienda è nata nel 2001, ha saputo ottenere un notevole successo grazie alla sua offerta diversificata di valigeria e prodotti di piccola pelletteria e al suo ottimo rapporto qualità prezzo.

Solo in Italia ci sono oltre 500 negozi Carpisa e la tartaruga può vantare anche una notevole presenza all’estero con 35 negozi distribuiti tra Svizzera, Malta, Germania, Cipro, Spagna e molti altri paesi.

Al momento Carpisa è alla ricerca di diverse figure professionali da inserire nei punti vendita di Liguria, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Veneto e Campania. Vediamo l’offerta di lavoro di Carpisa nel dettaglio.

Addetti alle vendite per Roma, Riccione, Venezia e Sanremo

Store Manager per Roma, Riccione,Venezia, Sanremo, Bologna e Firenze

Product Manager Valigeria per Nola (NA)

Visual Merchandiser per Nola (NA)

Per tutte le informazioni sui requisiti per partecipare alle selezioni di Carpisa e per l’invio del proprio curriculum vitae consultare la pagina Lavora con noi del sito dell’azienda.

Work in Progress: il rapporto dei giovani italiani con il lavoro

 Anche se i recenti dati sulla disoccupazione in Italia mostrano come sia in calo il numero dei senza lavoro, resta comunque il fatto che molti giovani italiani, quelli che sono nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni, non hanno trovato un’occupazione. Il sondaggio condotto dal Centro di ricerche sociali sul lavoro e le nuove forme di occupazione, dal titolo “Work in Progress“, dà una chiara idea di come i giovani italiani cerchino di rapportarsi a questa drammatica situazione.

► Rapporto Istat disoccupazione: record di dottori senza lavoro

Il sondaggio è stato realizzato su un campione di 800 giovani tra i 18 e i 35 anni, il 66% dei quali in possesso di una laurea di secondo livello. Il dato che balza subito all’attenzione è la grande percentuale di giovani che sarebbero disposti anche a lasciare l’Italia pur di avere un’occupazione: sono il 64% del totale e il 37% ha già intrapreso la strada dell’emigrazione inviando il proprio curriculum all’estero.

A dispetto di quanto ha detto il Ministro Fornero i ragazzi italiani non sono né choosy né legati al lavoro a tempo indeterminato: la maggior parte di loro è disposta ad essere flessibile, sottopagato (25%), a lavorare anche se non sono rispettati i termini del contratto, o comunque ad accettare l’abuso di un contratto atipico (12%) e a mettere da parte la propria integrità morale (2%).

► Le piccole imprese bocciano la Riforma Fornero

Rimanendo in tema Fornero: per il 57,6% del campione la riforma Fornero ha peggiorato la situazione, ha aumentato i costi per le imprese e il precariato per i lavoratori.