Decreto per il piano biennale di restituzione del debito delle Pubbliche Amministrazioni

 Due anni di tempo alle Pubbliche Amministrazioni per saldare il loro debito nei confronti delle imprese italiane. E’ tutto scritto nella bozza del decreto salva debiti che domani sarà alla discussione del Consiglio dei Ministri.
► Se si sbloccassero i pagamenti delle Pa l’Italia inizierebbe la ripresa

Otto pagine di provvedimento che fissano i dettagli del piano biennale che il governo ha messo a punto perché le imprese italiane possano finalmente vedersi restituire il loro credito, 40 miliardi di euro, nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni italiane. Il provvedimento ha già ricevuto il via libera del Parlamento.

Nella bozza si legge che nelle intenzioni del Governo c’è di dare priorità alla restituzione verso le imprese con crediti più vecchi, poi tutte  le altre e, infine, le banche. Inoltre si prevede anche la possibilità, per venire incontro agli enti pubblici, di allentare il patto di stabilità e fare in modo, così, che il pagamento dei debiti non vada ad influire negativamente sugli altri aspetti del bilancio.

► La Commissione Europea chiede all’Italia un piano di smaltimento dei debiti delle PA

Gli enti, a ben guardare, sono state, tolto il fatto che dovranno restituire quanto dovuto, molto agevolate: oltre alle concessioni sul patto di stabilità, infatti, il decreto prevede anche l‘istituzione di un “fondo per assicurare la liquidità di pagamenti certi liquidi ed esigibili”, a favore delle amministrazioni locali con poche risorse, che avrà una dotazione di 3 miliardi di euro per il 2013 e di 5 miliardi per il 2014 e la possibilità, per le regioni che utilizzano l’anticipo di cassa, di anticipare al 2013 l’aumento dell’aliquota addizionale Irpef.

Cala il numero dei senza lavoro, ma la disoccupazione è ancora un’emergenza

 I senza lavoro in Italia sono in lieve calo, ma il loro numero non si discosta molto dai tre milioni registrati a gennaio, quando la percentuale dei disoccupati in Italia era dell’11,7%, contro l’11,6% registrato per questo febbraio 2013.
► Le donne al Sud lavorano menoUn calo, quindi, molto lieve che non deve essere preso come un segnale di un miglioramento, dato che la percentuale dei disoccupati in Italia è aumentata di 1,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2012. Scende, comunque, anche il tasso di disoccupazione giovanile, che si attesta a 37,8% a febbraio,-0,8% rispetto al mese precedente ma in aumento del 3,9 punti percentuali rispetto al febbraio 2012, per un totale di 647mila giovani senza occupazione.

Nel mese di febbraio 2013 gli italiani senza lavoro sono 2 milioni 739mila. Il numero è in aumento rispetto dello 0,2% rispetto al mese precedente, e la quasi totalità dei nuovi disoccupati è composto da donne.

► Donne e occupazione, un confronto impari

Anche in Europa la disoccupazione rimane  a livelli di allarme: per il mese di febbraio, infatti, il dato è rimasto invariato rispetto al preoccupante 12%, per un totale di 19,071 milioni di cittadini europei senza lavoro.

 

Cambiano i codici tributo per le attività all’estero

 Ogni anno i contribuenti italiani devono rendere conto non solo dei redditi percepiti nel nostro paese, delle rendite finanziarie legate ad alcuni particolari investimenti, ma anche delle attività e degli immobili detenuti all’estero.

Per questi particolari redditi esistono dei codici tributo particolari che consentono di identificare nell’ambito di un pagamento, le quote versate dal contribuente. Le imposte sul valore degli immobili all’estero e le imposte sul valore delle attività finanziarie che si detengono all’estero sono state definite a partire dal decreto Salva Italia e hanno trovato applicazione un anno dopo il documento.

Cosa dobbiamo sapere sull’IVIE

La partenza a scoppio ritardato delle ormai note IVIE e IVAFE ha fatto sì che anche le imposte versate per il 2011 fossero considerate come acconto delle imposte dovute per il 2012. A mettere ordine in tutte queste disposizioni ci ha pensato la risoluzione 27/E dell’Agenzia delle Entrate con ci sono stati indicati tutti i codici tributo specifici.

Oltre a “4041”, “4042” e “4043” sono stati introdotti altri codici funzionali al versamento degli acconti. I primi tre codici indicati, infatti, si riferiscono alle operazioni di saldo.

Una mini guida all’IVAFE

Invece occorre aggiungere il codice “4044” per l’acconto prima rata, il codice “4045” per l’acconto seconda rata o per l’acconto in unica soluzione, il “4046” per l’acconto, il “4047” per l’acconto prima rata e il “4048” per l’acconto seconda rata o per l’acconto in unica soluzione. I primi tre sono riferiti agli immobili, gli altri alle attività finanziarie.

Il prestito personale di Cofidis

 Le offerte Cofidis su PrestitiOnline sono disponibili dalla metà di febbraio ma hanno raggiunto l’apice di contatti a partire dal mese di marzo, periodo in cui anche su MutuiOnline c’è stata una bella novità: le offerte di Ubi Banca attraverso la sua rete di istituti di credito tra cui anche la Popolare di Bergamo che offre due interessanti prodotti a tasso fisso e variabile.

► Il variabile Sempre Light della Popolare di Bergamo

Per quanto riguarda Cofidis, il famoso prestito personale recensito da PrestitiOnline prevede che ci sia un TAN variabile in base alla durata del piano d’ammortamento. Per esempio è del 6,50 per cento per i prestiti a 12 mesi e sale al 6,55 per cento per i prestiti a 18 mesi, diventa del 6,60% per i prestiti a 24 mesi. Poi cresce fino al 7 per cento i prestiti lunghi di 72 mesi. L’istruttoria della pratica non si deve pagare mentre è dovuta l’imposta sostitutiva di 14,62 euro che sono addebitati sulla prima rata di rimborso.

Le spese mensili non sono presenti mentre quelle annuali sono di 1,81 euro. L’assicurazione prevede che Cofidis chieda delle garanzie ai contribuenti e in generale si parla di un contratto di fideiussione.

Le offerte Cofidis su PrestitiOnline

 Alla fine di marzo abbiamo appreso che ci sono le offerte di Ubi Banca su Mutuionline e nel dettaglio abbiamo poi visto il fisso della Banca Popolare di Bergamo e il variabile Sempre Light della Popolare di Bergamo.

Sempre il mese scorso, però, c’è stata una novità anche su PrestitiOnline dove sono approdate le offerte di Cofidis, tuttora disponibili sull’intermediario citato e su Segugio.it.

Cofidis è la società francese che si è specializzata in questi anni nel credito a distanza e sebbene abbia fatto il suo ingresso su PrestitiOnline soltanto di recente, è presente nel nostro paese da almeno 15 anni. Fa parte infatti del Gruppo Europeo Cofidis Partecipations.

L’offerta di Cofidis, per il momento, sembra essere rivolta soprattutto a coloro che cercano di acquistare a rate le auto nuove o quelle usate, oppure a coloro che devono sostenere delle spese per l’arredamento o la ristrutturazione della casa.

Il piano d’ammortamento è variabile e mediamente si assesta sui 72 mesi, periodo in cui è rimborsata una cifra pari a 15 mila euro a tassi molto bassi rispetto a quelli medi del mercato.

Il presidente del gruppo MutuiOnline ha dichiarato di essere molto contento della partnership per via del fatto che l’offerta della sua azienda si sta ingrandendo in modo molto interessante.

Il variabile Sempre Light della Popolare di Bergamo

 Le offerte di Ubi Banca su Mutuionline sono la grande novità della fine del mese di marzo. Ci saranno quindi, sulle pagine di questo intermediario, le offerte di mutuo a tasso fisso e variabile degli istituti di credito del gruppo Ubi Banca.

Il mutuo Formula Open

Abbiamo già preso in considerazione le caratteristiche del fisso della Banca Popolare di Bergamo e ora analizziamo le condizioni del mutuo a tasso variabile. I vantaggi del finanziamento variabile sono nelle condizioni esclusive proposte per chi chiede il mutuo tramite Mutuionline, le spese d’istruttoria ridotte e lo spread decrescente.

Partiamo da questi ultimi due punti che poi sintetizzano i costi del mutuo. Le spese d’istruttoria sono pari a 750 euro, cui bisogna aggiungere le spese di perizia che variano a 275 euro per i finanziamenti fino a 250 mila euro ma possono essere anche di 500 euro per i finanziamenti superiori. Non ci sono invece spese per l’incasso della rata o per la gestione della pratica.

Con questo mutuo si può finanziare fino all’80 per cento del valore dell’immobile e non più di 500 mila euro.

Il tasso variabile si compone invece dell’Euribor 360 1 mese più lo spread iniziale del 3 per cento. Il differenziale, poi decresce dello 0,05% ogni cinque a partire dal quinto anno in poi.

Il fisso della Banca Popolare di Bergamo

 Il mutuo a tasso fisso della Banca Popolare di Bergamo è una delle offerte di Ubi Banca su Mutuionline. L’istituto di credito in questione, infatti, fa parte del gruppo Ubi Banca. I vantaggi e e le promozioni, secondo la prima recensione dell’intermediario sono nelle condizioni esclusive per chi accende il mutuo online e l’esiguità delle spese d’istruttoria.

Il mutuo PreFix della Banca Carime conviene davvero?

I destinatari del prodotto sono persone fisiche maggiorenni che alla scadenza del mutuo non abbiano superato gli 80 anni. Le finalità consentite per il mutuo sono l’acquisto della prima o della seconda casa, oppure la ristrutturazione.
Come dicevamo, si tratta di una proposta a tasso fisso dove l’importo massimo finanziabile è l’80 per cento del valore di perizia dell’immobile fino ad un massimo di 500 mila euro. Le durate previste per il piano di rimborso variano da 5 a 30 anni e la frequenza delle rate può essere mensile o semestrale.

Il calcolo del tasso parte dall’IRS di periodo rilevato l’ultimo giorno del mese, cui poi deve essere aggiunto uno spread del 3,25%. Il mutuo in questione prevede anche un periodo di preammortamento che varia da 3 a 24 mesi e corrisponde in genere al tasso d’interesse annuo del mutuo. Le spese d’istruttoria che sono considerate esigue, sono di 750 euro.

Le offerte di Ubi Banca su Mutuionline

 Tutto avviene alla fine di marzo, poco prima delle vacanze di Pasqua: su MutuiOnline approda una nuova banca che è quella del Gruppo UBI che ha attivato sia per l’intermediario citato, sia per il Segugio.it una serie di offerte di mutuo a tasso fisso e di mutuo a tasso variabile tramite i suoi istituti di credito.

Il mutuo PreFix della Banca Carime conviene davvero?

Quindi, da oggi potete trovare a tassi convenienti le offerte di mutuo della Banca Carime, della Banca di Valle Camonica, della Banca Popolare del Commercio e Industria, della Banca Popolare di Ancona, della Banca Popolare di Bergamo, della Banca Regionale Europea e del Banco di Brescia.

Scadono a marzo offerte e moratoria

Il gruppo Ubi Banca offre un mutuo a tasso fisso molto conveniente e un mutuo a tasso variabile Sempre Light che ha già scalato le vette del gradimento tra gli aspiranti mutuatari. Tutti e due i finanziamenti devono essere usati per l’acquisto della prima e della seconda casa ma i soldi erogati dalla banca possono essere destinati anche alla ristrutturazione di un immobile.

Uno dei grandi vantaggi del prodotto è nelle spese d’istruttoria ridotte sia per il tasso fisso, sia per il tasso variabile. La soluzione “fissa” prevede un piano d’ammortamento tra 5 e 30 anni e il calcolo del tasso è la somma tra l’IRS di periodo e lo spread al 3,25 per cento.

Mentre per il mutuo variabile Sempre Light, l’indicizzazione è quella dell’Euribor 360 a 1 mese, oppure l’indice BCE cui deve essere aggiunto lo spread al 3 per cento.

Fiscalmente a carico ma solo con un certo reddito

 E’ stata avviata la stagione delle dichiarazioni dei redditi e come tutti sapete le prima pagine dei modelli sono da dedicare ai dati anagrafici, ai quadri che s’intende compilare, alle dichiarazioni del 5 e dell’8 per mille e infine c’è un quadro dedicato alla composizione del nucleo famigliare del contribuente.

Detassare i premi di produttività

In questo ultimo spazio si deve indicare sempre ogni componente della famiglia, prima il coniuge e poi i figli. Per questi ultimi e per il partner si può chiedere che sia considerato un “famigliare a carico”.

La validità della dichiarazione resa dipende dalla condizione patrimoniale della persona che si considera a carico. Una delucidazione in merito è arrivata dall’Agenzia delle Entrate grazie alla sollecitazione di un contribuente a Fisco Oggi.

In pratica è stato chiesto all’Erario quali sono i limiti reddituali per essere considerati famigliari a carico. In particolare l’interrogativo chiedeva se nel limite di 2840,51 euro dovessero essere considerati anche i redditi dominicali di terreni non affittati e soggetti ad IMU e poi il reddito catastale dell’abitazione principale.

L’anagrafe si ma con la protezione dei dati

La legge prevede che possano essere considerati a carico i famigliari che hanno un reddito complessivo di 2840,51 euro. Nella soglia indicata rientrano anche le retribuzioni da parte di enti ed organismi internazionali, i redditi corrisposti dal Vaticano o da enti gestiti dalla Chiesa, i redditi da lavoro dipendente frontaliero, i redditi da lavoro autonomo, i redditi impresa e i redditi assoggettati ai regimi dei nuovi minimi. Rientrano nei redditi anche i fabbricati tassati con la cedolare secca.

Detassare i premi di produttività

 I premi di produttività, tipici dei contratti da dipendente, possono essere detassati. Nella Gazzetta Ufficiale del 2013 sono state inserite le modalità attuative della nuova normativa.

Strategie per uscire dalla crisi

I lavoratori dipendenti del settore privato che hanno avuto dei premi di produttività possono ottenere uno sconto sulla dichiarazione dei redditi in virtù del Dl 93/2008 dedicato all’incremento della produttività del lavoro. L’agevolazione, quindi, ha come obiettivo quello di dare una spinta propulsiva alla produttività delle imprese e fa riferimento ai premi di produttività percepiti in esecuzione di accordi e contratti.

Per il 2013 – dal primo gennaio al 31 dicembre – le modalità attuative dello sconto sui premi di produttività, sono state inserite nel Dpcm del 22 gennaio che è stato pubblicato sull’ultima Gazzetta Ufficiale di Marzo.

Le sfide economiche per l’Italia

La detassazione prevede che si applichi un’imposta sostitutiva al 10 per cento dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali fino a quando finirà il budget definito dalla legge di stabilità equivalente a 950 milioni di euro.

Il decreto ha anche fissato a 2500 euro lordi il limite per i premi di produttività che una persona può percepire a livello individuale e su questo importo va calcolata l’imposta sostitutiva, ma sempre a patto che nel 2012 il reddito da lavoro dipendente non abbia superato i 40 mila euro.