La coppia euro-dollaro nel mese di marzo

 Per effettuare una buona previsione dei trend del Forex ad aprile, è bene prendere in esame quel che è accaduto alle maggiori coppie di valute nel mese appena archiviato. Ecco quindi una panoramica dell’andamento dl rapporto tra euro e dollaro.

2013 consacrato anno del Forex

In linea di massima ci sono due elementi che hanno scosso il mercato valutario e che vanno considerati come eventi “eccezionali”: l’ingovernabilità italiana e la crisi di Cipro. Il nostro paese che con le elezioni ha creato molto attesa, si è poi arenato sulla scelta della squadra di governo. Cipro invece ha visto cadere sotto i colpi della crisi il sistema bancario ma poi si è trovata a dover rifiutare il primo piano di salvataggio negoziando le misure più adatte per il paese.

A queste crisi del Vecchio Continente, ha fatto da contraltare la lettura positiva di molti indici americani con il recupero dell’economia USA su quella del resto del mondo.

Svelato uno dei problemi delle banche di Cipro

Le pressioni della politica italiana, quindi e la crisi cipriota nella seconda parte del mese, hanno determinato una perdita di valore dell’euro rispetto al dollaro, pari all’1,5 per cento.

All’inizio del mese la coppia euro/dollaro era sopra l’1,30 e Draghi con il discorso del 7 marzo aveva dato una spinta positiva all’euro. Poi il bailout di Cipro ha  mandato in crisi di nuovo l’Euro e nel dire che il caso dell’isola potesse essere d’esempio per il resto d’Europa ha lasciato nello sconcerto gli investitori.

La crisi della Bulgaria fa discutere

 La Bulgaria è in crisi ma fino a questo momento erano in pochi ad accorgersene all’estero. La situazione però si è aggravata nel giro di qualche settimana. E’ bastato un mese e si deve fare il conto con ben 3 morti su 6 persone che si sono date fuoco.

Investimenti a rischio nei paesi della black list

Uno di questi morti è un ragazzo di 36 anni che faceva il fotografo a livello amatoriale e l’opinione pubblica è stata talmente scossa dal gesto che è stato proclamato il lutto nazionale. Il giovane ha conquistato con il gesto anche le colonne dell’Economist che spiega con dettaglio la crisi economica che interessa la Bulgaria.

2013 consacrato anno del Forex

Si tratta infatti dl paese con il più alto livello di povertà d’Europa. 22 persone su 100 nel paese vivono al di sotto della cosiddetta soglia di povertà. E da cosa dipende? Sembra che ci siano state molte proteste contro la corruzione, contro la disoccupazione giovanile e anche contro la cattiva gestione dei servizi pubblici. In più c’è la mancanza di fiducia e le irregolarità persistenti durante le elezioni. Basta pensare che dal crollo del comunismo ad oggi nessun governo è stato rieletto due volte.

Dal 2007, l’entrata in Europa, ha costretto il paese a fare delle riforme molto austere che hanno portato i conti pubblici ad un livello accettabile ma a patto di avere grossi tagli alla spesa pubblica ed un congelamento potente degli stipendi. Nel 2012, la crescita del PIL è stata dello 0,8 per cento, ma si pensava ad una crescita dell’1 per cento.

Lavorare alla Cassa Depositi e Prestiti

 La Cassa Depositi e Prestiti è una società per azioni a controllo pubblico, nella quale partecipano il Ministero dell’Economia, il principale azionista con il 70% delle azioni, e alcune importanti Fondazioni bancarie.

La funzione principale della Cassa Depositi e Prestiti è quella di gestire e far fruttare il capitale che gli italiani hanno deciso di depositarvi. La Cassa, infatti, con i suoi capitali a disposizione, può intervenire per importanti opere infrastrutturali e per la crescita delle imprese italiane.

La Cassa Depositi e Prestiti ha una sola sede in Italia, che si trova a Roma, per la quale al momento è alla ricerca di diverse tipologie di professionalità. Vediamo nel dettaglio di cosa consiste l’offerta.

Analista Senior M&A
Analista Investimenti Senior
Sistemista Middleware
Collaboratore Area Crediti

Per tutte le informazioni sui requisiti richiesti per la partecipazione alle selezioni di una delle posizioni aperte presso la Cassa Depositi e Prestiti di Roma, per sapere il termine entro il quale inviare la candidatura e per conoscere le modalità di invio del curruculum vitae, visitare la pagina dedicata alle carriere del sito della Cassa.

 

 

Pfizer assume in tutta Italia

 Pfizer è una grande azienda farmaceutica che può vantare una lunga e solida carriera alle spalle. Nata nel 1849 a Brooklyn, fin dalla sua creazione la Pfizer ha basato la sua attività su una continua ricerca finalizzata a trovare delle innovative soluzioni per la salute.

Con questo principio ben saldo l’azienda è riuscita ad espandere le sue attività e a conquistare una fetta di mercato sempre più grande, che le ha permesso di divenire una tra le più importanti realtà del settore bio farmaceutico a livello mondiale.

Pfizer è presente anche in Italia, fin dal 1955, e al momento ci sono due sedi operative e 3 stabilimenti di produzione. Per tutte le sue sedi la Pfizer è alla ricerca di nuovo personale, vediamo nel dettaglio quali sono le posizioni aperte.

1. ISF Division Consumer HealthCare per la sede di Palermo

2. Site Analyst Manager per la sede di Catania

3. Stage Area WRS Oncology per la sede di Milano

4. Safety Risk Leader per la sede di Milano

5. Trainer Canale Farmacia per la sede di Napoli

6. Analitycal Develpment Supervisor per la sede di Roma

7. Pfizer Animal Health Risorse Umane per la sede di Catania

8. Senior Product Manager per la sede di Milano

Per conoscere i requisiti necessari per partecipare alle selezioni e per le modalità di invio della propria candidatura, consultare il sito della Pfizer alla pagina Offerte di Lavoro.

 

 

Inflazione al minimo storico dal 2010

 I dati Istat relativi a marzo 2013 mostrano come la crisi in Italia sia ancora nel vivo. Secondo le analisi fatte dall’Istituto Nazionale di Statistica, infatti, è la crisi la causa principale delle frenata della corsa dei prezzi e del rallentamento dell’inflazione.
► Consumi ancora in calo: iniziano a soffrire anche i discount

Nel dettaglio, a marzo 2013  la crescita dei prezzi al consumo è stata dell’ 1,7%, contro l’1,9% di febbraio. Con questo nuovo rallentamento, il dato registrato è il più basso dal novembre del 2010, siamo arrivati al sesto calo consecutivo, trainato dalla decelerazione del prezzo dei carburanti.

I prezzi dei prodotti di consumo del tipico carrello della spesa degli italiani sono anch’essi in frenata, anche se c’è da notare che il loro aumento su base annua, pari al 3%, è stato ben più alto del tasso di inflazione, che si è fermato al + 1,7%, comunque in rallentamento rispetto a febbraio 2013 (2,4%).

► Non si cresce se scende soltanto l’inflazione

A far calare i prezzi al consumo le dinamiche dei prezzi del carburante, una delle voci più importanti del paniere, che è salito dell’1,1% su base annua, ma ha fatto segnalare una diminuzione tendenziale pari allo 0,5%, contro il +1,3% registrato a febbraio. In riduzione anche  l‘indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali, che, crescendo dello 0,1% rispetto a gennaio e dello 0,3% su base annua, è il più basso che si sia mai registrato da gennaio del 2010.

Rimborsi Iva, una speranza per le aziende italiane

 Le imprese italiane, non è una novità, stanno soffrendo di una cronica mancanza di liquidità.

Ne sono una testimonianza i tanti inviti che sono arrivati da più parti allo sblocco dei pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni alle aziende, inviti ai quali oggi ha fatto seguito anche l’appello di Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, che ha chiamato a raccolta i direttori regionali dell’Agenzia perché concentrino ogni risorsa utile alla liquidazione dei rimborsi Iva nei prossimi 4 mesi.

► Se si sbloccassero i pagamenti delle Pa l’Italia inizierebbe la ripresa

Non si può aspettare oltre: le lungaggini tipiche delle pubbliche amministrazioni italiane, soprattutto quando si tratta di pagamenti, stanno mettendo a rischio la sopravvivenza di una intera economia:

L’attuale congiuntura economica sta determinando una diffusa crisi di liquidità per le imprese. In particolare, il volume dei crediti vantati nei confronti della Pubblica amministrazione, nonché i lunghi tempi di pagamento, rischiano di compromettere il mantenimento dei livelli occupazionali delle aziende e rappresentano un ostacolo alla crescita del Paese.

Nel compito di salvare le imprese italiane da una fine certa, l’Agenzia delle Entrate può contare anche sul sostegno del Governo, che prevedendo consistenti accelerazioni negli stanziamenti per il pagamento dei rimborsi. Da qui l’invito alle sedi regionali dell’Agenzia di fare il possibile, non solo utilizzando tali risorse, ma anche veicolandone altre che dovrebbero essere usate per altri fini, ma meno urgenti di questo.

► Il governo sblocca 20 miliardi per il debito delle PA

Al momento i rimborsi Iva in conto fiscale già disposti sono pari a 2 miliardi di euro.

Gli italiani non vogliono più investire

 Difficile trovare dei soldi da investire se quello che si guadagna basta a malapena ad arrivare a fine mese, se poi si aggiunge a questa difficoltà anche una grande incertezza sul futuro economico e politico del paese, non stupisce che gli italiani stiano rifuggendo sempre di più dagli investimenti.

► Raccolta risparmio gestito 2012

La Consob, nel suo ultimo bollettino statistico, dà evidenza fattuale a questa situazione: negli ultimi due anni gli investimenti in azioni, obbligazioni, Btp e altri titoli sono diminuiti di 715 miliardi, per una perdita totale degli investimenti nel retail pari al al 36% in meno rispetto ai periodi precedenti, passando da quasi 2mila miliardi a 1.269 miliardi di euro.

Si salvano da questa fuga gli investitori professionali (società di investimento, fondi, fondazioni) che invece hanno aumentato la loro esposizione verso azioni, obbligazioni, derivati e altri prodotti finanziari del 5,9%, portandola a 1.901 miliardi.

Sono infatti gli investitori privati ad aver contribuito in maniera massiccia al calo degli investimenti in Italia. Le cause, naturalmente, vanno riscontrate nella mancanza di liquidità ma anche, secondo la Consob, a causa delle perdite subite per gli scandali finanziari e per il crollo dei mercati.

► Profili distintivi dei fondi comuni di diritto italiano

Nello specifico gli investimenti in azioni italiane sono scesi da 279,6 a 101,5 miliardi (-63%), quelli in Bot e Btp sono passati da 431,9 a 265,4 miliardi (-38,5%), le obbligazioni bancarie da 759,7 a 478,7 miliardi (-37%), i bond societari da 41,8 a 24,9 miliardi (-40%). Calano anche degli investimenti in azioni estere, da 33,7 a 16,4 miliardi (-51%), e in titoli di Stato esteri, da 74 a 41,2 miliardi (-44%).

 

Il caffè che vale il licenziamento

 Impossibile rinunciare alla pausa caffè. E comunque tutti i contratti di lavoro prevedono che il lavoratore, secondo i criteri stabiliti dal contratto stesso, abbia diritto a concedersi qualche minuto di riposo, senza incorrere in nessuna conseguenza. Ma ci sono dei casi in cui la pausa caffè può valere il posto di lavoro.

► Sentenza della Corte di Cassazione su controlli per locali ad uso promiscuo

Lo ha deciso la Corte di Cassazione: sono passibili di licenziamento tutti quei lavoratori che, allontanandosi dalla propria postazione, causino dei rallentamenti al normale svolgimento del servizio.

Il caso è stato portato in tribunale da un lavoratore licenziato di una sede siciliana del Credito Emiliano. Il lavoratore, in data 27 novembre 1997, ha abbandonato lo sportello per prendere il caffè, senza aver portato a termine un’opera finanziaria dal valore di 250 mila euro. Appreso il disservizio, la banca ha proceduto con il licenziamento.

Il lavoratore si è allora rivolto alla Suprema Corte, nella speranza di avere indietro il suo posto di lavoro, ma, con la sentenza 7819 la Cassazione ha confermato il provvedimento del datore di lavoro, anche se, come spiegato nella difesa, al momento erano operative altre casse. Secondo la Cassazione, però:

► L’imprecisione autorizza il risarcimento del consulente

La presenza di una pluralità di casse non esclude che il venir meno di una cassa rallentava le operazioni delle altre sulle quali venivano dirottati i clienti in fila. La giusta causa di licenziamento di un cassiere deve essere apprezzata con riguardo non soltanto all’interesse patrimoniale della banca, ma anche alla potenziale lesione dell’interesse pubblico alla gestione del credito.

Il calo dei consumi colpisce anche la Pasqua

 La stima sui consumi per la spesa pasquale arriva da Fiesa, l’associazione di categoria Confesercenti che riunisce gli esercenti specialisti di alimentazione, e ci lascia con un quadro che riflette pienamente la situazione difficile che continua a perdurare in Italia.

► Consumi ancora in calo: iniziano a soffrire anche i discount

Infatti, secondo la Fiesa, i consumi per le spesa di Pasqua sono in linea con il calo generalizzato dei consumi in Italia e le stime parlano di un -10% per la spesa, con un pico negativo per le colombe, che potrebbero far segnare un -7%.

Sono delle proiezioni che mettono in allarme gli operatori commerciali del settore, che, dato il calo degli ordinativi ricevuti fino ad ora, hanno ora la certezza che la Pasqua del 2013 sarà molto più magra di quella dell’anno scorso. Le cause principali, secondo Fiesa, sono da un lato il clima poco clemente che ha portato alle stelle i prezzi di alcuni dei prodotti tipici della Pasqua, costringendo le famiglie a rinunciare all’acquisto o a dirottarlo su prodotti non italiani, dall’altro ha contribuito in modo sostanziale la crisi economica, occupazionale e politica che hanno compresso il reddito globale delle famiglie.

► La crisi cambia le abitudini alimentari degli italiani

I dati di Fiesa parlano di un calo generalizzato dell’acquisto di dolci, con una diminuzione tra il 5% e il 7% per le colombe e dell’8% per le uova. Ma anche gli altri prodotti tipici subiranno una contrazione simile: 10% per gli agnelli, 5% per i salumi, 3% per il pesce e 8% per crostacei e frutti di mare.

Svelato uno dei problemi delle banche di Cipro

 È stato trasmesso alla commissione etica del parlamento, dopo la pubblicazione su un giornale greco, una lista di condoni che sarebbero stati approvati dalle tre banche più importanti di Cipro: dalla Bank of Cyprus, dalla Laiki Banl e dalla Hellenic Bank. Il resoconto molto dettagliato, spiega che in cinque anni sono stati cancellati milioni di euro di debiti erogati in forma di prestiti ad amministratori locali, ma anche a deputati e compagnie.

L’idea della Bad Bank lanciata dal salvataggio di Cipro

Per questo la parte turca dell’isola di Cipro chiede che i russi, gli inglesi e i tedeschi che hanno conti attivi nelle tre banche indicate, passino invece dalla loro parte.

Cipro e le reazioni dei listini italiani

La lista trasmessa alla commissione etica è il risultato di un’indagine del giornale Ethnos che racconta ad esempio che la Bank of Cyprus ha cancellato numerosi prestiti. Uno di circa 2,8 milioni di euro è stato condonato ad un albergo che può essere considerato collegato al partito comunista Akel. Poi ci sarebbe un altro condono di 110 mila euro su un prestito di 1,83 milioni, fatto al partito Disy. È stato cancellato anche un altro debito di 100 mila euro su 168 mila euro ad una società che invece è di proprietà del fratello dell’ex ministro del partito democratico.

Una sorte analoga sembra essere toccata alla Laiki Bank e anche alla Hellenic Bank, l’istituto più piccolo e in fondo meno coinvolto.