Ci sarà un limite per i superbonus, ma non prima del 2015

 Unione Europea, Svizzera, Germania, Italia, Gran Bretagna: tutti discutono da tempo sulla possibilità di mettere un tetto ai bonus multi miliardari che vengono concessi ai manager bancari o di altre società quotate, ma l’accordo sembrava impossibile da trovare, soprattutto per l’opposizione che ha fatto Londra.
► Londra contro legge superbonus

Ora, però, da Bruxelles fanno sapere che l’accordo è stato raggiunto, almeno tra Europarlamento e presidenza irlandese della Ue, ed è stato già predisposto l’impianto normativo che prevede che il valore dei bonus dovrà essere limitato allo stesso importo della retribuzione fissa e potrà essere raddoppiato solo su indicazione della maggioranza qualificata degli azionisti.

La norma entrerà in vigore dal prossimo anno, ma i suoi effetti saranno visibili solo a partire dal 2015.

Infatti, dal momento che i bonus che vengono dati ai manager riguardano i risultati raggiunti nell’anno precedente al pagamento, anche se la norma sarà in vigore a partire dal 1° gennaio 2014, i suoi effetti saranno rimandati all’inizio del 2015, quando, chiusi i bilanci, si distribuiranno i dividendi dell’anno di esercizio appena concluso.

► Bruxelles pronta a mettere un tetto ai bonus dei manager

Per quanto riguarda i limiti imposti ai bonus, quelli che supereranno il rapporto 1 a 1 con la retribuzione fissa potranno essere elargiti solo con il voto favorevole di almeno il 66% degli azionisti che detengono metà delle azioni rappresentate o il 75% dei voti se mancasse il quorum.

 

Se si sbloccassero i pagamenti delle Pa l’Italia inizierebbe la ripresa

 Se molte imprese italiane stanno chiudendo una parte di responsabilità è da attribuire anche a tutti coloro che non pagano per i servizi ricevuti. I debitori maggiori sono le pubbliche amministrazioni: il loro debito nei confronti delle aziende italiane, secondo le ultime stime di Bankitalia, ammonta a circa 71 miliardi di euro.

► La Commissione Europea chiede all’Italia un piano di smaltimento dei debiti delle PA

In questi ultimi giorni il problema è venuto a galla in tutta la sua drammaticità, soprattutto dopo che anche l’Unione Europea ha chiesto all’Italia di mettere all’ordine del giorno la discussione del problema per approntare un piano di estinzione del debito. E sono sempre di più le personalità politiche ed economiche, come anche le associazioni di categoria, a chiedere al governo che il decreto sullo sblocco dei pagamenti delle PA sia varato il prima possibile.

Tra di loro, la voce che si è levata più forte delle altre è stata quella di Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, che, dati alla mano, ha affermato che pagando anche solo due terzi dei debiti che le Pubbliche Amministrazioni hanno accumulato nei confronti delle imprese (circa 48 miliardi) ci sarebbe:

► Quasi pronto il decreto del Tesoro per lo sblocco dei pagamenti delle PA

un aumento di circa 250mila occupati e un incremento del Pil dell’1%, par a 16 miliardi di euro, per i primi tre anni, fino ad arrivare all’1,5% nel 2018.

I dati arrivano dal Centro studi Confindustria che ha fatto una simulazione evidenziando le grandi ricadute positiva che lo sblocco dei pagamenti avrebbero sia sull’occupazione che sugli investimenti.

Il successo del fisco italiano in Vaticano

 Il fisco italiano sta mettendo a segno un altro successo molto importante: introdursi nel Vaticano. Quanti, per anni, hanno pensato all’inaccessibilità del soglio pontificio, adesso, devono ricredersi. Molto di questo successo è chiaramente dovuto al nuovo Pontefice, Papa Francesco.

Milano chiude male la settimana segnata dal Papa

Come è stato sottolineato in molti giornali, Papa Francesco, di giorno in giorno, somiglia sempre di più al papa delle “prime volte”. Il fatto che sia il primo gesuita a diventare pontefice non è cosa da poco, ma è anche il primo successore di Pietro sudamericano. Tutto il suo atteggiamento ispira novità e il messaggio sembra di giorno in giorno più chiaro: toglietemi ogni cosa ma non toglietemi i miei fedeli.

La Chiesa al centro del dibattito e del mercato

È nel loro rispetto, quindi, che il fisco potrà entrare in Vaticano. A controllare cosa? Sicuramente il rispetto dei Patti Lateranensi che, per esempio, hanno definito del tutto esentasse i redditi dei dipendenti laici della Città Stato. Chi lavora in Vaticano è considerato un frontaliere speciale e non è tenuto a pagare le Irpef ed altri addizionali. Si tratta di un popolo di circa 3000 persone.

Quello che più insospettisce in tutta la storia, è la volontà di Papa Francesco: che voglia riformare le finanze del Vaticano? Lo Stato già nel 2011 ha chiuso con un rosso di 14,8 milioni di euro e questo vuol dire che le sue finanze vanno risanate. E l’IMU? Forse si giungerà ad una conclusione anche su questo.

Come scegliere un fondo di investimento in base alla performance

 Quando si sottoscrive un fondo di investimento, di qualsiasi natura esso sia, ciò che il risparmiatore vuole ottenere è, ovviamente, la crescita del suo patrimonio. In gergo tecnico questa crescita, o, in alcuni casi, la diminuzione, viene definita performance, che definisce il comportamento del fondo in un determinato periodo di tempo e al netto di tutti gli oneri di tale tipo di gestione.

► Vantaggi e rischi dei fondi di investimento

Come si fa a capire se il fondo di investimento sottoscritto ha delle buone performance?

Per capirlo è necessario prendere in considerazione due criteri: il rendimento che si è ottenuto e il rischio che si è corso nel farlo. I due criteri devono sempre essere presi in considerazione insieme, in quanto, come noto, sono legati da una relazione molto stretta e bidirezionale che si può così riassumere: un maggiore rischio comporta la possibilità di maggiori guadagni, ma aumenta anche le probabilità di perdita del capitale investito.

Lo strumento di cui si avvalgono gli analisti per giudicare il livello delle performance di un fondo di investimento è il RAP (risk-adjusted performance) che ha poi dato vita i GIPS (Global Investment Performance Standards ), ossia gli Standard Globali per la Presentazione della Performance, che permettono di mettere a confronto non solo le performance di un singolo fondo, ma anche di fare la comparazione tra diversi strumenti finanziari e i diversi soggetti che li offrono, anche a livello internazionale.

► Rendimento reale delle attività finanziarie

Quindi, prima di sottoscrivere un qualsiasi fondo di investimento, sarebbe opportuno informarsi se il soggetto prescelto ha aderito o meno ai GIPS: l’adesione è volontaria, ma il fato che una società o un ente autorizzato abbia aderito è una garanzia di maggior sicurezza e trasparenza  per il risparmiatore.

Definizione e funzioni degli investitori qualificati

 Ogni giorno ci vengono proposti una quantità sempre maggiore di prodotti finanziari per la gestione del portafogli offerti da soggetti di diversa natura. Districarsi in questa giungla di offerte non è certo semplice, soprattutto se non si ha molta praticità con l’argomento.

► Profili distintivi dei fondi comuni di diritto italiano

Come si può fare, quindi, a capire ed individuare l’investitore giusto, che sia un soggetto qualificato e sicuro e che, inoltre, sia il migliore per le nostre esigenze di risparmio e di investimento?

Non è una domanda di facile risposta, soprattutto perché non è possibile, nell’ambito dei servizi d’investimento, individuare un collegamento diretto ed esclusivo tra categorie di intermediari e prodotti dagli stessi offerti. Ma si può, comunque, fare riferimento alla normativa che regola gli intermediari e i prodotti dell’industria del risparmio gestito.

Si tratta del decreto del Ministero del Tesoro n. 228 del 24/5/1999, il quale, all’art. 1, comma 1, lettera h), così classifica e definisce gli investitori qualificati:

1. imprese di investimento (Sim e imprese di investimento estere), banche, agenti di cambio, società di gestione del risparmio, SICAV, fondi pensione, imprese di assicurazione, società finanziarie capogruppo di gruppi bancari ed i soggetti iscritti negli elenchi previsti dagli artt. 106, 107 e 113 del testo unico bancario;

2. soggetti esteri autorizzati a svolgere, in forza della normativa in vigore nel proprio Paese d’origine, le medesime attività di cui al punto precedente;

3. le fondazioni bancarie;

4. persone fisiche e giuridiche e altri enti in possesso di specifica competenza ed esperienza in operazioni in strumenti finanziari espressamente dichiarata per iscritto dalla persona fisica o dal legale rappresentante della persona giuridica o dell’ente.

Ora che si è definito quali sono i soggetti autorizzati a gestire, sul territorio italiano, i risparmi dei cittadini, vediamo quali sono le loro funzioni principali. Sempre riferendosi al decreto legge prima citato e a tutta la relativa disciplina e letteratura sull’argomento, gli investitori qualificati hanno le seguenti funzioni:

1. intermediazione tra soggetti in surplus finanziario e soggetti in debito finanziario;

2. investimento del risparmio che raccolgono dai loro clienti, che deve essere fatto in base alle necessità del soggetto che ha concesso il denaro in gestione al fine di ottenere il massimo rendimento, nel rispetto del profilo di rischio concordato;

► Vantaggi e rischi dei fondi di investimento

3. gestione collettiva delle risorse, al fine di ottenere il rendimento più alto possibile con il rischio minore, funzione resa possibile proprio dal livello professionale con il quale operano questi soggetti che permette di accedere ad una maggiore diversificazione degli investimenti;

4. consulenza, sia verso i risparmiatori che decidono di affidare a terzi i loro risparmi sia a favore dei soggetti finanziati.

Mutui e prestiti più interessanti del momento

 Ogni giorno, in base alle esigenze di spesa di un utente, è possibile fare una selezione di prestiti e mutui utilizzando i suggerimenti forniti dai siti d’intermediazione come PrestitiSupermarket, MutuiSupermarket e Supermoney.

Nella giornata di oggi abbiamo avuto la possibilità di vedere numerosi aggiornamenti relativi a prestiti e mutui. In questa seconda categoria abbiamo illustrato due proposte della Banca Carime, una a tasso variabile con cap e una a tasso misto.

Il mutuo PreFix della Banca Carime conviene davvero? Per rispondere a questa domanda siamo entrati nel merito di una serie di informazioni reperibili sul sito dell’istituto di credito in questione che offre una panoramica completa sul funzionamento del mutuo. Abbiamo provato poi ad approfondire le caratteristiche di un altro prodotto, sempre della Banca Carime, il mutuo Formula Open dove l’apertura riferita alla formula si riferisce al fatto che con scadenza biennale si può effettuare il passaggio da una formula a tasso fisso ad una formula a tasso variabile senza spese aggiuntive.

Per quanto riguarda i prestiti, invece, abbiamo simulato la richiesta di un prestito per l’acquisto degli elementi di arredamento di 10 mila euro da rimborsare in 10 anni. Le soluzioni enucleate da PrestitiSupermarket sono state due: il Credito casa arredamento Findomestic e il ProntoTuo Casa di Consel.

ProntoTuo Casa di Consel

 Per una domanda effettuata di un prestito da 10 mila euro, da rimborsare in 10 anni, al fine di completare l’acquisto di oggetti d’arredamento, una delle soluzioni migliori è ProntoTuo Casa di Consel. La domanda, come nel caso di Credito casa arredamento Findomestic è fatta da un dipendente pubblico di Milano che ha 30 anni e lavora da gennaio 2005 con un contratto a tempo indeterminato.

Osservatorio Findomestic su casa e arredamento

Il prodotto in questione prevede un limite massimo di 10 mila euro di finanziamento, con una rata conseguente di 251,03 euro da rimborsare al massimo in 48 rate. Le rate devono sommare anche spese mensili d’incasso rata di 2,65 euro.

Il tasso proposto per questo prodotto è un TAN fisso all’8,90 per cento che arriva ad un TAEG del 9,96 per cento, visto che da inserire nel computo delle spese ci sono soltanto le imposte di bollo di 14,62 euro. I vantaggi, messi in evidenza nella scheda di PrestitiSupermarket sono nell’erogazione dell’importo tramite bonifico, nella possibilità di aprire l’istruttoria da casa e nella durata dell’aggiornamento da estendere fino a 84 mesi.

Il prestito è pensato per lavoratori dipendenti, per lavoratori autonomi e per pensionati che vogliano ristrutturare casa, arredarla nuovamente, acquistare un box o un immobile, pagare le spese di rifacimento degli impianti domestici.

Credito casa arredamento Findomestic

 PrestitiSupermarket è un sito internet che propone una serie di paragoni tra le soluzioni creditizie più adatte ad un certo tipo di richiesta. La domanda effettuata è quella di un prestito da 10 mila euro, da rimborsare in 10 anni, al fine di completare l’acquisto di oggetti d’arredamento. La domanda di prestito è fatta da un dipendente pubblico di Milano che ha 30 anni e lavora da gennaio 2005 con un contratto a tempo indeterminato.

La fiducia degli italiani sta peggiorando

Sulla base di tutte queste variabili, il prodotto migliore è offerto da Findomestic che tra i suoi vantaggi, oltre all’assenza di spese accessorie, ha la possibilità di gestire l’intero processo online e la facoltà di estendere il piano di rimborso fino a 84 mesi.

Osservatorio Findomestic su casa e arredamento

Tanto per elencare tutti gli elementi più importanti, ricordiamo che Findomestic Credito Casa e Arredamento offre un Tasso all’8,95% con zero spese iniziali e zero imposte. Il TAEG, infatti, non si allontana molto dal punto di partenza ed è del 9,33 per cento.

I destinatari del finanziamento sono i lavoratori dipendenti e i pensionati con un reddito dimostrabile che abbiano un’età compresa tra i 18 e i 75 anni. La finalità ammessa per la richiesta del finanziamento è quella dell’acquisto dell’arredamento per il quale, l’importo massimo consentito è di 60 mila euro.

Il mutuo PreFix della Banca Carime conviene davvero?

 Il Mutuo PreFix della Banca Carime è un mutuo variabile ma non troppo. Questo il sottotitolo scelto dall’istituto di credito che fa parte del gruppo UBI Banca. Il mutuo PreFix ha un preciso target di riferimento.

Si rivolge infatti a tutti coloro che vogliono approfittare di questo momento di un periodo di calma dei tassi, soprattutto i variabili indicizzati con Euribor e BCE per avere poi la certezza di non rischiare troppo il proprio denaro.

Lavorare da Ubi Banca

Il mutuo PreFix, per esempio, dà la possibilità di beneficiare della stabilità del tasso fisso e della convenienza del tasso variabile, in generale, è da considerarsi un variabile con Cap. In pratica l’utente che si affida a questo prodotto della Banca Carime, approfitta per i primi 12 mesi di un mutuo a tasso fisso e poi passa ad un variabile con Cap. Il Cap, il tetto massimo è quello definito alla stipula del contratto.

Banche in crisi si torna a parlare di esuberi

I vantaggi che la banca sottolinea nel prodotto sono diversi ma si possono riassumere in tre punti. Sicuramente è un prodotto rivolto sia chi vuole acquistare una casa, sia a chi desidera ristrutturarla, senza correre troppi rischi. Il secondo punto a favore del prodotto è il suo adattamento alle surroghe, quindi il suo rivolgersi alle persone che vogliono approdare alla Carime partendo dalla loro banca d’origine. Il terzo punto a favore è la possibilità di trasformarlo in un mutuo per liquidità con una spesa anche consistente ma pianificata nel futuro.