Chi c’è dopo Cipro?

 La storia del salvataggio di Cipro non ha precedenti e infatti è mal digerita sia dalla popolazione sia dal governo del paese. Per la prima volta, infatti, l’Europa ha vincolato l’erogazione dei fondi, degli aiuti, ad una riforma del comparto fiscale. 10 miliardi di euro pronti sul piatto se si procederà con il prelievo sui conti deposito.

 Il punto sul salvataggio di Cipro

Il governo, non proprio d’accordo con la misura proposta, ha deciso tentare con la differenziazione del prelievo, promettendo di andare a prendere da chi ha più risparmi. Ma la tensione, in due giorni, è aumentata molto.

 La versione di Saxo Bank su Cipro

Il prelievo forzoso sui conti deposito, se dovesse essere in qualche modo digerito, non sarà sicuramente confinato all’esperienza di Cipro. Al contrario anche l’Italia, la Grecia, la Francia, la Spagna e l’Irlanda potrebbero doversi adeguare al new deal europeo.

 Tutte le borse chiudono in rosso per colpa di Cipro

Non è un’ipotesi da prendere sottogamba, soprattutto se a parlarne è un membro autorevole del Partito Democratico di Cipro che è convinto che presto questa misura sarà allargata all’Europa dei 17. In teoria, dal prelievo fiscale così studiato, si dovrebbero recuperare 5,8 miliari di euro, non pochi, che sommati a quelli dell’Europa, riuscirebbero a mettere in sicurezza le casse dello stato.

Ma è davvero già stato deciso tutto? E come reagiranno gli altri stati a questa proposta?

Tutte le borse chiudono in rosso per colpa di Cipro

 La tensione generata dall’affare cipriota riesce a tenere con il fiato sospeso le borse di tutto il mondo. Quella americana come quella italiana, tutte coinvolte in una spirale ribassista. A perdere terreno, era da aspettarselo, sono prima di tutto le borse europee coinvolte in modo diretto nel salvataggio di Cipro.

Il punto del FT sulla crisi europea

La banca centrale di Cipro, infatti, in questo momento ha fatto sapere che devono essere ratificate le proposte di aiuto da parte dell’Europa che è disponibile ad erogare anche 10 miliardi di euro ma a fronte di un prelievo forzoso sui conti deposito detenuti nel paese. I politici ciprioti e i cittadini hanno rimandato al mittente la proposta, fin dal primo giorno, ma la banca centrale pone un aut aut: o si votano gli aiuti o si esce dall’euro.

Il punto sul salvataggio di Cipro

Madrid e Milano accusano subito il colpo con una flessione superiore all’1 per cento. Mentre in Spagna pesa l’aumento dell’insolvenza creditizia, in Italia, invece, a far perdere quota alla borsa ci pensano i titoli bancari, come Ubi, Banco Popolare, Unicredit e Mediobanca. Non vanno meglio le borse di Parigi e Francoforte che cedono rispettivamente lo 0,89% e lo 0,51%. Da questa baraonda si salva soltanto il mercato della City che viaggia sul terreno della parità.

Assunzioni Philips

 Philips è una delle più grandi realtà che operano a livello internazionale nei settori Healthcare, Lighting e Consumer Lifestyle. Un’azienda molto solida e in continua espansione, che già all’inizio del 2013 aveva aperto una prima campagna di reclutamento per le sue sedi del nord Italia.

Ora, Philips sta cercando del nuovo personale che sarà impiegato, principalmente  nella sede centrale dell’azienda che si trova a Monza. Le offerte di lavoro di Philips riguardano sia profili con esperienza che profili junior, questi ultimi saranno inseriti in appositi programmi di sviluppo individuale per giungere, così, a diventare dei professionisti all’interno dell’azienda.

Al momento le posizioni aperte da Philips riguardano i settori Sales & Marketing, Finance & Administration, Accounting, Risorse Umane, Supply Chain e Engineering. Vediamole nel dettaglio.

Stage

Stage Sales Analyst, Monza
Stage Sales And E Commerce Support, Monza
Stage Trade Marketing Support, Monza
Stage Analista Di Sistemi Hr, Monza
Stage Junior Controller, Monza
Stage Sales Specialist Original Equipment Manifacturer, Monza

Lavoro

Bg Coffee – Business Analyst, Gaggio Montano (Bo)
Field Sales Representative Entertainment Lifestyle, Monza
F&A Leader, Monza
Mechanical Design, Gaggio Montano (Bo)
Saeco Vending & Professional – Sales Manager Italy, Gaggio Montano (Bo)

Per candidarsi ad una delle posizioni aperte presso Philips e per tutte le informazioni sui requisiti richiesti e le mansioni da svolgere, consultare la pagina Ricerche in corso del sito del gruppo.

Pittarello assume in tutta Italia

 Pittarello, una delle più grandi realtà italiane nel commercio al dettaglio di calzature per uomo, donna e bambino, già ad inizio anno aveva preannunciato un piano di crescita per il 2013.

Il piano, che prevede l’apertura di altri 30 punti vendita sul territorio italiano, che si andranno ad aggiungere agli oltre 55 già presenti , sia in Italia che in Croazia, è entrato nel vivo e al momento la grande azienda è alla ricerca di diversi profili professionali che saranno assunti sia negli store già esistenti che in quelli di nuova apertura.

La ricerca di Pittarello, al momento, è rivolta alla selezione di Commessi, Cassieri e Responsabili.

I requisiti necessari

Commessi

– junior: nessuna esperienza
– senior: almeno due anni di esperienza in campo calzature/abbigliamento e/o in GDO/Retail in generale

Cassieri

Richiesta esperienza pregressa nel ruolo di almeno due anni in aziende del settore abbigliamento o calzature.

Responsabili Punto Vendita

Si richiede esperienza pregressa nella mansione di almeno due anni in store di grandi dimensioni, conoscenza dei principi di gestione del personale e degli strumenti informatici.

Se vi riconoscete in uno di questi profili, potete inviare la candidatura direttamente dal sito di Pittarello, alla pagina Lavora con noi.

 

Le imprese italiane non hanno fiducia nel futuro

 Lo studio sul sentiment per il futuro delle imprese italiane – realizzato da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research – mette in evidenza che tra gli imprenditori italiani prevale il pessimismo: nessun uscita dalla crisi, anzi, per una larghissima fetta degli imprenditori il 2013 sarà anche peggiore dell’anno precedente.
► Imprese italiane a corto di liquidità

A pensarla in questo modo sono il 42% degli imprenditori italiani, mentre il 52% sembra essere un po’ meno preoccupato, nel senso che non prevede nessun peggioramento, ma neanche un miglioramento, e solo il 6% crede che quest’anno sarà quello della ripresa.

La stessa situazione di sfiducia verso il futuro è prerogativa anche delle famiglie: secondo lo studio, infatti, solo il 12% degli imprenditori intervistati crede che la situazione economica della propria famiglia potrà migliorare, mentre il 60% ritiene che la situazione sarà la stessa del 2012 e circa il 28% che andrà peggio.

► Consumi italiani ai livelli del 2004

Gli imprenditori intervistati si sono anche espressi sulla lista delle priorità che il governo, sempre che lo si riesca a formare, dovrà affrontare una volta che sarà operativo: al primo posto la necessità della riduzione della pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro (per il 90,5% degli imprenditori), poi la riduzione della pressione fiscale sulle famiglie (80,1%) e, al terzo posto, politiche in favore dell’occupazione (72,1%).

Al via il rimborso dell’Iva per le imprese

 Una nuova iniezione di liquidità per le aziende italiane che arriva direttamente da quanto messo a disposizione dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per il rimborso dell’Iva alle imprese. La comunicazione è arrivata direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
► Quasi pronto il decreto del Tesoro per lo sblocco dei pagamenti delle PA

La prima parte del pagamento ammonta a circa 1,2 miliardi di euro, ma la cifra arriverà a più del doppio, 2,5 miliardi di euro, durante il corso dell’anno.

A beneficiare di questi rimborsi per i crediti Iva saranno circa 4.300 imprese, che finalmente riusciranno ad avere indietro una parte del credito che possono vantare nei confronti della pubblica amministrazione italiana, anche se si tratta di una goccia nel mare: il debito delle pubbliche amministrazioni italiane nei confronti delle aziende, infatti, ammonta ad una cifra che oscilla tra i 70 e i 100 miliardi di euro.

► La Commissione Europea chiede all’Italia un piano di smaltimento dei debiti delle PA

Comunque sia si tratta sempre di un buon inizio per la restituzione di quanto la PA deve ancora alle imprese, che arriva nei giorni immediatamente successivi all’annuncio dell’Unione Europea della possibilità, per l’Italia, di finanziare il debito attraverso l’emissione di nuovi titoli di Stato, in modo da non avere impatti negativi sulla proporzione tra il debito pubblico e il Pil voluta dalla UE (Pari al 3%).

 

In leggero miglioramento la situazione del credito in Italia

 Secondo quanto riporta il rapporto mensile dell’Abi, l’associazione nazionale delle banche, a febbraio i prestiti e i finanziamenti ad imprese e privati sono calati di un ulteriore 1,2% per un totale di 1.917 miliardi di euro. Dato in leggero miglioramento rispetto al -1,5% del mese precedente.

► Banche in difficoltà

Per quanto riguarda le condizioni che le banche applicano per la restituzione dei prestiti il rapporto mette in evidenza che il tasso sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 3,50% (dal 3,62%), mentre quello sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è salito al 3,73% (dal 3,70% del mese precedente).

Buoni anche i dati sulla raccolta da clientela per il febbraio del 2013: il tasso annuo di crescita è stato 2,65% (a gennaio era del 2,47%) per un totale di 1.759,5 miliardi. I depositi da clientela crescono arrivando a toccare il +7,3% (+6,7% a gennaio).

Male, invece, i dati che riguardano le obbligazioni bancarie, che perdono qualche punto percentuale rispetto a gennaio:  -6%, contro il -5,2 del mese precedente. Negativo anche l’andamento dei depositi dall’estero: quelli delle banche italiane sono stati pari a circa 348,5 miliardi, l’11% in meno di un anno prima (-12% il mese precedente).

► L’ABI conferma il calo dei tassi dei mutui

Le banche, in tutto questo, continuano a soffrire: a febbraio le sofferenze nette hanno toccato quota 63,9 miliardi mentre le lorde 126,1 miliardi (+17,5%). Secondo Gianfranco Torriero, direttore centrale dell’Abi:

Si tratta di livelli elevati, ma siamo ancora lontani dai massimi degli anni ’90. Prevediamo un aumento ma non c’è ancora allarme.

Quasi pronto il decreto del Tesoro per lo sblocco dei pagamenti delle PA

 Lo ha detto il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli. Il Ministero del Tesoro, dopo che anche la Commissione Europea è intervenuta sulla questione del blocco del pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni alle aziende, starebbe lavorando con la massima urgenza alla preparazione di un decreto legge apposito per risolvere la situazione.

► Ancora fermi i pagamenti della PA alle aziende

Secondo il ministro Grilli non c’è alcun impedimento: una volta che il decreto sarà pronto, si sta ancora lavorando per risolvere alcuni aspetti tecnici, perché il tutto si risolva basterà la firma di Mario Monti.

Ma come verranno pagati questi debiti?

Una larga fetta di quanto dovuto alle aziende italiane dalle amministrazioni sarà finanziata attraverso l’emissione di nuovi titoli di Stato, in modo che il pagamento del debito non influisca troppo sul bilancio dello Stato, per non incorrere in nuove procedure di infrazione da parte dell’Unione.

Inoltre, come annunciato ieri, l’Unione Europea, per andare incontro allo Stato, ha deciso che il pagamento di questi debiti non farà parte del conteggio del debito complessivo nazionale, in quanto sarà considerato come fattore attenuante del patto di stabilità.

► La Commissione Europea chiede all’Italia un piano di smaltimento dei debiti delle PA

Secondo le prime indiscrezioni il decreto in lavorazione presso il Ministero prevederà il pagamento di una prima tranche di debito, tra i 45 e i 50 miliardi di euro, già durante quest’anno, e la restante parte sarà saldata nel 2014.

Quanto costa un dipendente a tempo determinato?

 La riforma del lavoro voluta dal Ministro Fornero ha creato un certo scompiglio in tutti i settori economici, anche se le intenzioni, molto probabilmente, erano quelle di dare un aiuto ai lavoratori ad avere delle condizioni contrattuali più favorevoli, disincentivando il ricorso a contratti a tempo determinato.

► Le imprese italiane temono di chiudere

Lo strumento per raggiungere tale obiettivo è stato, come molto spesso accade, l’aumento delle aliquote delle tasse che il datore di lavoro deve pagare sui dipendenti e un aumento delle ritenute in busta paga. Il risultato?

Un numero quasi invariato di contratti a tempo determinato e salari sempre più bassi.

Ad esempio, come riportato da Il Sole 24ore, un operaio edile assunto a tempo determinato in un’azienda con 15 dipendenti, guadagna giornalmente 47,07 euro, come la maggior parte dei lavoratori assunti nelle stesse condizioni. All’azienda, però, non costa così, perché si devono aggiungere 5 euro per il fondo pensioni, 3 euro circa per la cassa integrazione, due euro per l’indennità economica di malattia, il prelievo dello 0,9% per la cassa integrazione straordinaria e il prelievo Aspi (1,4%).

► I motivi del boom delle partite Iva under35

Quindi, alla fine dei conti, le aziende pagano una volta e mezza quanto dovuto ai dipendenti, una cifra che va tutta nelle tasche dello Stato e, per come è la situazione attuale dell’Italia, non serve certo a dare garanzie a lungo termine né ai lavoratori né alle aziende.

Nessun congedo parentale per i lavoratori del pubblico impiego

 In Italia i tempi legislativi sono sempre molto lunghi. Soprattutto quando si tratta di recepire delle norme che ci vengono imposte dall’Unione Europea. L’ultimo caso, in ordine cronologico, è quello che riguarda l‘applicazione del diritto al congedo parentale per i dipendenti pubblici, un settore che sta vivendo un momento di vera passione.

► Nuova normativa bonus bebè 2013

Una circolare Inps, infatti, ha reso noto, prendendo come riferimento la più recente normativa italiana di riferimento, che i padri lavoratori del pubblico impiego non possono usufruire 

del congedo obbligatorio (un giorno al mese) e il congedo facoltativo (due giorni) della legge 92 del 28 giugno 2012, fruibili entro il quinto mese di vita del figlio.

Della situazione incresciosa che si è venuta a creare si è fatta portavoce l’Anief, un’associazione che si occupa del settore scuola, la quale ha denunciato la discriminazione in atto nei confronti dei dipendenti del pubblico impiego, che non possono, come invece accade ai colleghi che lavorano in ambito privato, godere di un loro diritto.

L’Anief prende come riferimento la direttiva comunitaria 18 del 2010 che definisce il congedo parentale come un diritto individuale che permette di aiutare i giovani che lavorano in Europa ad ottenere una migliore conciliazione.

► Congedo a ore per i lavoratori in attesa di figli

Arrivata presto anche la replica dell’Inps che, in pratica, afferma di non poter ovviare al problema, se non nel momento in cui saranno approvati i decreti attuativi e le disposizioni ad hoc per i lavoratori statali.