Debito pubblico record per l’Italia

 La situazione finanziaria del nostro paese è sotto la lente d’ingrandimento delle agenzie di rating, delle banche d’affari, dell’Europa, preoccupata dell’ascesa del sentimento antieuropeo e antieuro nello Stivale. Se è vero che per fare un Governo ci vuole tempo e il primo passo è stato fatto con l’elezione dei presidenti di Camera e Senato, è anche vero che adesso bisogna capire qual è la direzione che il nostro paese intende avviare: la priorità sarà per le riforme oppure per la messa in sicurezza dei conti?

La crisi economica e i rischi per l’Italia secondo i Servizi Segreti

Sicuramente un problema per l’Italia c’è e si chiama debito pubblico. Se n’è parlato fino alla fine del governo Berlusconi, poi, con Monti a Palazzo Chigi, la situazione sembrava essersi calmierata ma adesso la tregua è finita. Il debito pubblico torna a crescere perché l’amministrazione centrale ha bisogno di denaro e perché l’Italia si è impegnata a sostenere finanziariamente le strutture europee d’aiuto ai paesi in difficoltà.

Cipro si aiuterà da sola?

La Banca d’Italia ha dunque pubblicato il supplemento al bollettino statistica di finanza pubblica, annunciato che rispetto a gennaio, il debito pubblico è cresciuto di 34 miliardi di euro ogni mese. Oggi il record stabilito p di 2.022,7 miliardi di euro. La sogli psicologica dei 2000 miliardi di euro di debito è stata “abbondantemente” superata, coadiuvata dall’emissioni di titoli del debito e dalle difficoltà persistenti in Europa. Gli investitori non sono affatto contenti.

Il prestito personale Cofidis

 Un prestito personale molto interessante per questo periodo è quello offerto da Cofidis destinato ai lavoratori autonomi, ai dipendenti e ai pensionati. Si tratta di un finanziamento concesso per le spese di arredamento, ristrutturazione della casa, per l’acquisto di un’auto nuova oppure di un’auto a chilometro zero. I soldi, però, precisa la compagnia, possono essere usati anche per l’acquisto di un’auto usata.

 La fiducia degli italiani sta peggiorando

L’importante è non superare i limiti minimi e massimi del prestito che deve oscillare necessariamente tra 2000 e 15000 euro. Il tasso annuo nominale è del 6,50 per cento per i prestiti rimborsati in 12 mesi e sale man mano che si allunga il piano di rimborso. Sarà quindi del 6,55 per cento i prestiti a 18 mesi, oppure del 6,60 per cento per i prestiti a 24 mesi e del 6,65 per cento per i prestiti a 30 mesi. E via così fino al tasso del 7 per cento per i prestiti a 72 mesi.

 Osservatorio Findomestic su casa e arredamento

L’istruttoria della pratica è gratuita ma deve essere corrisposta l’imposta sostitutiva di 14,62 euro. Non ci sono spese mensili e poi bisogna pensare a spese annuali di 1,81 euro. Non è prevista la sottoscrizione di una polizza in aggiunta al finanziamento ma la finanziaria si riserva l’opportunità di chiedere la presentazione di una fideiussione bancaria.

Deve essere assicurato l’1 per cento del capitale residuo.

Imprese italiane a corto di liquidità

Nei giorni passati Confesercenti ha diffuso dei dati poco entusiasmanti sul panorama delle imprese commerciali italiane, in base ai quali risulta che un po’ in tutta la penisola il numero delle imprese che chiudono è superiore alle nuove che nascono.

>  In Italia chiudono 167 negozi al giorno

L’inizio del 2013 si è dimostrato particolarmente negativo da questo punto di vista e le regioni più colpite dal fenomeno sembrano essere state la Lombardia e il Lazio.

Oggi l’Osservatorio sul credito di Confcommercio fa sapere che il 70% delle imprese italiane si rivolgono alle banche per mancanza di liquidità o per difficoltà di cassa. Ad essere colpite per la prima volta sono anche molte imprese collocate nel Nord-Est d’Italia. Solo il 20% delle imprese italiane, infine, si rivolge ancora alle banche per la realizzazione di investimenti.

Allarme per la chiusura di molte imprese italiane

Ma vediamo quali sono le reazioni delle banche stesse a queste richieste. Il 40% delle imprese che chiedono liquidità si sono viste rifiutare il credito o ne hanno ottenuto meno rispetto all’ammontare iniziale, mentre solo il 30% di queste ultime riesce ad ottenere la cifra di cui aveva fatto richiesta in origine.

Aumenta così il numero delle imprese che non sono riuscite a far fonte al proprio fabbisogno finanziario (20% circa) e il settore più colpito è quello dei servizi.

Non ci sarà la bolla immobiliare

 I dati dei prezzi delle case e i report relativi al crollo delle compravendite hanno impensierito le associazioni dei consumatori che sembrano già preparate ad una nuova bolla immobiliare, ma Confedilizia è pronta con la smentita: la crisi c’è ma la bolla immobiliare è esclusa.

Una bolla immobiliare anche in Italia?

Il mercato immobiliare italiano è in una fase di forte crisi. Secondo l’Agenzia del Territorio le compravendite di unità immobiliari sono calate del 25 per cento e la tanto agognata soglia delle 500 mila negoziazioni, non è stata superata. Una situazione del genere non si verificava dagli anni Ottanta e tutto è da imputare agli effetti di lungo periodo della crisi.

Gli italiani, con un lavoro precario o con gli stipendi percepiti mediamente oggi, hanno difficoltà a passare dalla visione della casa all’acquisto della stessa. Questo fa pensare al fenomeno della bolla. Un po’ com’è successo diversi anni fa negli Stati Uniti e di recente anche in Spagna.

L’Erario fornisce i dati sul mercato immobilare

Si vendono meno case e, secondo gli ultimi rapporti, anche il prezzo medio al quale si conclude la compravendita è inferiore al passato, si parla di un calo dei costi delle case del 5 per cento. Adusbef e Federconsumatori hanno provato a rilanciare l’allarme. Confedilizia ha sconfessato la loro analisi.

Milano chiude male la settimana segnata dal Papa

 Il mercato europeo è stato caratterizzato dall’incertezza durante la settimana che si è conclusa con l’accordo sul salvataggio di Cipro, l’elezione di Papa Francesco e l’assorbimento della notizia del downgrade dell’Italia. Non sono mancate le notizie sulle banche tedesche e le dichiarazioni del presidente della BundesBank sull’Italia.

L’Italia si aiuta se fa le riforme

Il nostro paese, protagonista territoriale dell’elezione del Pontefice, non è stato sicuramente graziato dalla stabilità acquisita dal Vaticano. L’Italia, dove si è insediato il Parlamento, dove sono stati eletti i presidenti della Camera e del Senato, il dibattito sul futuro del paese è ancora aperto.

Piazza Affari si prepara per Moleskine, Moncler e Versace

Si dibatte in primo luogo se sia il caso di tirare avanti proponendo delle misure per la crescita, oppure se sia piuttosto il caso di focalizzarsi sul rigore dei conti. Monti, che fino a prova contraria è ancora il Capo del Governo in carica, ha partecipato come tale al suo ultimo consiglio europeo e ha chiesto a tutti gli altri paesi dell’Europa di essere flessibili con l’Italia.

Angela Merkel ha appoggiato la visione di Monti ma questa intesa italo-tedesca non è stata provvidenziale per Piazza Affari dove il Ftse Mib, che aveva aperto in rialzo, ha chiuso l’ultima giornata di scambi della settimana con un rosso dello 0,43 per cento. Soltanto Londra e Parigi, con le rispettive perdite dello 0,6 e dello 0,71 per cento, hanno fatto peggio di Piazza Affari.

La crisi cambia le abitudini alimentari degli italiani

Anche la recessione può contribuire a modificare le abitudini alimentari di una intera popolazione. Lo rileva una ricerca di Federalimentare che descrive come cinque anni di crisi, dal 2008 al 2013, abbiano cambiato le scelte dei consumatori in fatto di alimenti.

Negli ultimi cinque anni, infatti, i consumi alimentari degli italiani si sono ridotti in generale del 10%, con una spesa complessiva che è calata di circa 20 miliardi di euro. A subire delle modifiche, poi, è stato proprio l’intero paniere dei beni di consumo.

Calano consumi e occupazione nel settore alimentare

La recessione ha portato gli italiani a consumare meno carne, che in genere incide  parecchio sul costo complessivo della spesa, ma anche meno latticini, pesce, salumi, olio, frutta fresca e biscotti, prodotti di cui si è riusciti a fare a meno nell’ottica di una riduzione dei consumi. Non hanno invece subito un analogo calo pasta, il cui consumo è invece aumentato, trattandosi di un alimento nutriente ed economico, ma anche cioccolato e gelato, piccoli peccati di gola utili forse per tenere alto il morale anche in tempi di crisi.

In Italia chiudono 167 negozi al giorno

Le nuove abitudini alimentari degli italiani hanno avuto anche delle conseguenze sulla produzione dei rifiuti. Gli scarti alimentari sono infatti passati da un 25-30% degli anni passati ad un odierno 7%, segno che la spesa degli alimenti freschi viene ormai centellinata.

Sempre meno acquirenti per auto e moto

 Il mercato delle case è in stallo e quindi molti cittadini che hanno bisogno di un alloggio, preferiscono l’affitto. In effetti i vantaggi nel prendere una casa in affitto sono molti di più rispetto agli svantaggi. Le pratiche sono minori e più semplici, i prezzi accessibili e se anche è necessaria una fideiussione o un piccolo prestito, questo serve solo per il pagamento delle spese iniziali, quali la registrazione del contratto, ad esempio, o la caparra.

Continua la crisi dell’auto

Ma il mercato immobiliare non è molto differente da quello delle auto motive, interessato da una crisi altrettanto forte. L’abbiamo ripetuto più di una volta: il settore delle auto è in crisi e da più di un anno le immatricolazioni non fanno che diminuire.

I prestiti migliori per l’acquisto dell’auto

Questo dato incide sicuramente sui bilanci delle aziende produttrici di auto e moto ma ha un effetto collaterale anche sul settore dei prestiti. Un effetto che è stato posto sotto la lente d’ingrandimento dell’Osservatorio Findomestic  che per marzo 2013 parla ancora di una ripresa del mercato di auto e motocicli molto lontana.

La percentuale di coloro che nei prossimi 3 mesi sono intenzionati a comprare un’auto è scesa al 6,8 per cento dal 7,1 per cento del mese precedente. In calo anche coloro che vogliono comprare una moto, mentre risultano il lieve ascesa i consumatori che prevedono di acquistare auto usate: +0,8 per cento.

Il Codacons contro i mutui troppo cari

 La crisi del settore immobiliare non è tutta legata allo stato delle abitazioni e al relativo adeguamento dei prezzi. Infatti le case che in questi anni di crisi hanno subito la maggiore svalutazione sono senz’altro quelle già esistenti, mentre per le nuove costruzioni i livelli di costo sono rimasti elevati.

Vantaggi e svantaggi del pagamento dell’affitto

Il perdurare di prezzi elevati a fronte di un’ampia disponibilità di unità immobiliari, ha accelerato la crisi del settore immobiliare. Secondo il Codacons, che ha commentato in queste ore i dati diffusi dall’Agenzia del Territorio, molto della situazione attuale di crisi si deve ai mutui offerti a tassi elevati molto vicini ai limiti di usura.

L’Agenzia del territorio, nella nota trimestrale, parla di crollo delle transazioni immobiliari. Il Codacons parte da qui per accusare l’imposta sulla casa di aver depresso il mercato. Hanno in più contribuito a questo stato di cose le banche che applicano spread eccessivi e sono sempre meno disponibili a concedere dei mutui.

Le migliori offerte di mutuo di marzo 2013

Chi deve vendere in questo momento è costretto ad abbassare i prezzi e se deve ottenere comunque un certo rendimento da un immobile, deve aspettare che ci siano tempi migliori. Questa attesa del momento opportuno per piazzare la casa sul mercato, ha praticamente reso immobile il mercato degli immobili.

Vantaggi e svantaggi del pagamento dell’affitto

 I cittadini consumatori che non riescono ad ottenere un prestito per l’accesso al mondo creditizio dei mutui, possono sempre provare a chiedere un prestito per sostenere le spese dell’affitto. Questo non vuol dire che si chiede un prestito per pagare l’affitto ma il prestito può essere richiesto per pagare le spese preliminare, la cauzione per esempio o la fideiussione chiesta a garanzia dell’affittuario.

Ad ogni modo, secondo il portale idealista.com ci sono vantaggi e svantaggi nel preferire il pagamento dell’affitto alla rata del mutuo e per operare la scelta è fondamentale mettere su una tabella tutti i pro e tutti i conto.

► Il regime degli affitti secondo la legge

Per esempio, a favore dell’inquilino, nella scelta dell’affitto, c’è sicuramente la semplicità dei documenti da fare e presentare rispetto a quelli necessari per l’acquisto di una casa. In più non c’è sempre bisogno di un grande capitale iniziale e non ci sono spese impreviste, dovute, magari all’aumento del costo del mutuo. La decisione sull’affitto, poi avviene con un tempo ridotto rispetto a quella dell’acquisto della casa e c’è sicuramente maggiore flessibilità nel contratto.

Idealista: sarà l’anno dell’affitto

Gli svantaggi sono altrettanto chiari: ogni intervento fatto sull’immobile deve essere approvato dal proprietario della casa, il denaro investito si perde e non consente di ottenere un vantaggio sul lungo periodo.

Le migliori offerte per il fotovoltaico in Italia

 Tantissime persone sono diventate sensibili alle energie alternative, un po’ per una questione ambientale di rispetto per l’ambiente, un po’ per i vantaggi economici che ne possono derivare, a distanza di qualche anno, a fronte di una richiesta di prestito sostenibile per tutte le famiglie.

Supermoney, citato anche dal portale idealista.com ha fatto una simulazione di tutte le migliori offerte di prestito per l’istallazione dei pannelli fotovoltaici sul tetto delle propria abitazione. Questo tipo d’impianti, tra l’altro, è molto gettonato, almeno fino a giugno, in virtù delle detrazioni del 55% sull’IRPEF.

Fatte le dovute premesse, passiamo alla presentazione dei prestiti più convenienti : IBL Banca, Cariparma e Credem.

Il finanziamento che maggiormente si addice ai prestiti per l’installazione dei pannelli fotovoltaici sembra essere la  Rata Bassotta di IBL Banca che ha un TAEG al 9,43% per un piano di rimborso sviluppato in 72 mesi, con rate mensili da 541,5 euro a fronte di un finanziamento di 30 mila euro complessivi. Le spese d’istruttoria possono arrivare fino a 450 euro.

IBL Banca per ristrutturare con la rata bassotta

Il secondo finanziamento vantaggioso è il Gran Prestito su Misura di Cariparma che prevede sempre un piano di rimborso di 72 mesi con rate di 559,6 euro per un TAEG dell’11,24 per cento. Le spese d’istruttoria, in questo caso sono fisse a 300 euro.

L’ultima offerta è il Prestito Personale Avvera di Credem con un TAEG al 12,99 per cento e un piano di rimborso sempre su 72 mesi con rate di 584,9 euro e spese d’istruttoria per 300 euro.

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