L’Erario fornisce i dati sul mercato immobilare

 L’Agenzia delle Entrate è chiamata a registrare gli atti di compravendita degli immobili, nonché i contratti d’affitto e tutto ciò che può essere d’interesse per le spese o le entrate di un contribuente, perciò la sua ricognizione sul mercato immobiliare è molto interessante e si è arricchita dopo la fusione con l’Agenzia del territorio.

Nuovo crollo per il mattone

In rete, quindi, è disponibile la nota trimestrale dell’Osservatorio del mercato immobiliare in cui si riassumono i trend delle compravendite dell’anno scorso. Il quarto trimestre del 2012 è sotto la lente d’ingrandimento così come le quotazioni che sono state registrate in tutti i comuni italiani, nel secondo semestre dello scorso anno.

Durante la presentazione del rapporto che ormai vive dal 2003, ed ha una scadenza trimestrale, sono indicati i dati che si ricavano dalla note di trascrizione degli atti di compravendita registrati, quelli cioè che si riferiscono al numero delle transazioni normalizzate. Se per esempio di una casa, di un’unità immobiliare, è stata venduta e quindi comprata soltanto una parte, mettiamo il 50%, sono registrate non una transazione ma 0,50, in modo molto preciso.

Il mutuo prima casa di Banca Etica

Un’analisi accurata di quello che è successo l’anno scorso, dimostra che le unità immobiliare vendute e comprate l’anno scorso in Italia, sono state 993.339, che sono 330 mila unità in meno del 2011. La flessione percentuale, calcolata su base annua, è del 24,8 per cento.

 

L’Erario anche sui conti correnti

 Immaginate di avere qualche conto in sospeso con il fisco. Il Redditometro, in questo momento, vi tiene il fiato sul collo, visto che anche le stime preliminari sulla congruenza delle dichiarazioni e delle imposte pagate, possono essere probatorie di un’evasione.

Conto Mediolanum Freedom Più

Non basta: l’Agenzia delle Entrate, in questo momento, ha nel cassetto un altro provvedimento che va a riassumere una serie di documenti già pubblicati in passato integrando l’archivio dei rapporti finanziari. Nel rispetto delle obiezioni e delle proposte del Garante della Privacy, che è intervenuto con i provvedimenti del 17 aprile e del 15 novembre del 2012 e con un provvedimento il 31 gennaio 2013, è stato messo in piedi un sistema di controllo sui conti correnti.

Che strumenti sono i conti deposito

In pratica tutto cambierà a partire dal 31 ottobre 2013, giorno in cui le informazioni relative ai rapporti attivi nel 2011 con le banche, dovranno essere comunicati al Fisco. Le associazioni di categoria delle banche e degli altri operatori finanziari, hanno partecipato con l’Agenzia delle Entrate alla definizione del calendario per l’invio delle comunicazioni annuali.

Le comunicazioni riferite all’anno scorso, quelle sulle quali si pagheranno le tasse nel 2013, dovranno essere trasmesse entro il 31 marzo 2014. Poi ci sarà l’allineamento di tutte le scadenze e i dati del 2013 dovranno essere comunicati entro il 20 aprile 2014.

Saldo IVA entro lunedì 18 marzo

 L’appuntamento del 18  marzo riguarda tutti i contribuenti IVA che hanno scelto di presentare la dichiarazione IVA in forma autonoma. C’è ancora tutto il fine settimana di tempo per fare i conti e pagare il saldo che parte dall’acconto versato nel dicembre scorso.

Lo sguardo sulle partite IVA a gennaio 2013

Se i contribuenti si aspettano di pagare una cifra che considerano esagerata, allora sappiano che è disponibile la rateizzazione. Un’opportunità da cogliere al volo considerando che si pagheranno anche degli interessi. Questi corrispondono allo 0,33% dell’importo e calcolati ogni mese. Il versamento, però, non va fatto se l’importo dovuto non supera gli 11 euro.

IVA, IMU e Accise le tasse più remunerative

I contribuenti chiamati a pagare il saldo IVA, che hanno deciso di presentare la dichiarazione in forma unificata, possono comunque usare questa scadenza per saldare l’imposta senza interessi aggiuntivi sulla cifra dovuta. Invece, se si decide di posticipare pagamenti e dichiarazioni, allora le due scadenze a disposizione sono il 17 giugno e il 17 luglio prossimi. L’interesse da corrispondere è dello 0,40 per cento per ogni mese di “ritardo” calcolato a partire dal 18 marzo.

Questo vuol dire che se il saldo IVA si pagasse il 17 giugno, il contribuente dovrebbe versare la somma dovuta più gli interessi pari al’1,20 per cento (o,40% x 3 mesi). Se invece il pagamento è fosse ultimato il 17 luglio, allora di dovrebbe pagare l’importo con gli interessi dell’1,20 per cento e sulla somma calcolare un ulteriore 0,40 per cento d’interessi.

Assunzioni Mondo Convenienza

 Se state cercando un lavoro nel settore dell’arredamento non lasciatevi sfuggire le occasioni offerte in questo periodo da Mondo Convenienza, la grande catena di arredamento.

Leader nel settore della Grande Distribuzione Organizzata di mobili e complementi d’arredo, Mondo Convenienza  propone solo prodotti Made in Italy, che si caratterizzano, inoltre, per un ottimo rapporto qualità / prezzo e per i servizi messi a disposizione del cliente, come consegna a domicilio e montaggio da parte di personale specializzato.

Al momento Mondo Convenienza dispone di 30 punti vendita su tutto il territorio italiano, per i quali è alla ricerca di diverse figure professionali da inserire con contratto a tempo determinato, a progetto o di collaborazione. Vediamo nel dettaglio le offerte di lavoro di mondo convenienza.

Addetti Vendita
Sede di lavoro: Settimo Torinese (TO)

Addetti Rilevamento Misure
Sedi di lavoro: Cuneo, Genova, Milano, Roma, Savona, Torino, Viterbo

Addetto Alla Gestione Anomalie
Sede di lavoro: Settimo Torinese (TO)

Progettista Interni – Coordinatore Di Progetto
Sede di lavoro: Civitavecchia (RM)

Contabile D’ordine
Sede di lavoro: Pomezia (RM)

Per tutte le informazioni sui requisiti richiesti e per la tipologia di contratto prevista per ogni mansione consultare il sito di Mondo Convenienza alla pagina lavora con noi, dove è anche possibile inviare la propria candidatura on line.

Sorpresa nei dividendi di Piazza Affari

 La stagione dei dividendi di piazza Affari è iniziata e sembra che ci siano dei risultati molto interessanti, nel senso che il 2012, archiviato come un anno di crisi, non è stato tale per molte aziende che hanno restituito agli azionisti fiduciosi degli interessanti dividendi.

In genere la redistribuzione degli utili avviene in primavera quasi a simboleggiare una ripresa del vigore delle società quotate in borsa. Di 300 titoli presenti sul listino della borsa di Milano, sono già 35 quelli che hanno annunciato la distribuzione dei dividendi nel 2013.

 Cresce l’utile di Enel Green Power

In generale, in questo momento, si aspetta ancora la comunicazione, che non arriverà prima di oggi, di Unicredit, ma il panorama generale non cambierà molto. Il rendimento medio offerto dai nostri titoli più importanti, infatti, è stato del 3,66 per cento che equivalgono ad incrementi di 100-150 punti base.

 Autogrill ha ancora dubbi sulla cedola

La Banca d’Italia, che prende atto della situazione positiva del mercato tricolore, in questo momento ha chiesto alle banche italiane di non redistribuire i dividendi, soprattutto se ci sono stati dei bilanci in rosso, visto che si avvicina una nuova crisi di liquidità la cui soluzione non deve essere lasciata soltanto nelle mani della BCE.

Può invece redistribuire gli utili la Generali che prevede una cedola di 20 centesimi per azione. Non è un risultato grandioso ma sicuramente è il segno dei tempi che cambiano ed indica che anche in un momento di difficoltà generale, la compagnia assicurativa ha saputo destreggiarsi sul mercato.

Milano guadagna nel giorno del rally di Wall Street

 Wall Street è in crescita, il sentiment dei consumatori è migliorato e anche il dollaro sta vivendo un momento di gloria. Se si potesse riassumere la condizione americana, questa potrebbe essere una frase sintetica ed esaustiva. La borsa americana, in questo momento, ha messo a segno un’altra chiusura positiva.

Il dollaro in rimonta e cambiano le visioni dell’America

Il Dow Jones che racchiude tanti titoli americani, ha registrato un altro rialzo, è la decima volta consecutiva che ottiene un risultato positivo e non si vedeva un incedere così “maestoso” dal 1996.

Il listino americano è salito dello 0,57 per cento e lo stesso Nasdaq ha fatto registrare un buon +0,43 per cento. Per quanto riguarda l’Italia, bersagliata da agenzie di rating e banche d’affari, ci si aspetterebbe un calo clamoroso degli indici. Invece, nell’ultima giornata, a Piazza Affari il FTSE Mib ha chiuso in rialzo del 2,45 per cento. Si tratta della migliore borsa europea.

Confindustria sui dati del PIL

Tra le blue chip che hanno contribuito al successo italiano ci sono titoli assicurativi e finanziaria ma non solo. Molto importante, infatti, è stato il rialzo di Generali cresciuta del 9,35 per cento alla pubblicazione dei risultati del 2012. Poi vanno molto bene anche Bper che cresce di circa 7 punti percentuali e Mediobanca che mette da parte un buon +5,99 per cento. Interessante anche la performance di Telecom Italia e quella di A2A cresciute rispettivamente del 5,57 per cento del 6,25 per cento.

Information Technology, la nuova frontiera dell’occupazione?

 L’innovazione tecnologica è tutto ciò che ruota attorno ad essa è la nuova frontiera dell’occupazione, ma i giovai europei non sono ancora pronti ad accettare la sfida. O meglio, non sono abbastanza preparati per accedere ai circa 400 mila posti di lavoro vacanti nel settore dell’information technology.

► Previsioni occupazionali per il prossimo trimestre secondo Manpower

Questo è quanto emerge dal rapporto “Crescita, competitività e lavoro” presentato ieri sera dal presidente della Commissione europea José Manuel Barroso al summit dei capi di Stato e di Governo dell’UE.

Secondo i dati presentati da Barroso c’è un enorme divario tra i posti di lavoro messi a disposizione dal settore dell’information technology e il numero di laureati che potrebbero occuparli: solo 100mila ogni anno, contro un’offerta di 400 mila posti per il 2014 che diventeranno 800mila nel 2015.

Le cause del divario sono da ricercarsi nella scarsità degli investimenti in ricerca e sviluppo fatti dai paesi dell’UE: sono infatti solo due i paesi europei (Finlandia e Svezia) che rispettano obiettivo di un rapporto del 3% tra investimenti in R&S e Pil, tutti gli altri prevedono delle percentuali molto minori che tendono ad abbassarsi ulteriormente nei paesi che maggiormente in crisi.

► Indagine Almalaurea sulle condizioni lavorative dei neolaureati

Ovviamente l’Italia si prende un altro record negativo: solo il 21% dei giovani nella fascia di età 30-34 anni possiede una laurea. Ciò vuol dire che sarà molto difficile raggiungere l’obiettivo minimo del 40% previsto per il 2020.

La guida della Camera e del Senato

 L’equilibrio politico del nostro paese, in questo momento, è davvero precario. Se ne sono accorte le agenzie di rating come Fitch che hanno declassato l’Italia e se ne sono accorte anche le banche d’affari come Morgan Stanley che non considerano più sicuri gli investimenti nel territorio tricolore.

Se l’Italia uscisse dall’Euro

Questo equilibrio politico precario nasce da una situazione d’incertezza in cui il PD, grazie al premio di maggioranza, ha conquistato il maggior numero di seggi alla Camera, pur non essendone il primo partito, ma non ha raggiunto un equilibrio altrettanto forte in Senato, dove tutto è nelle mani di un accordo con un’altra forza politica.

Per il FT l’Italia ha bisogno di un cambio

In questi giorni l’incertezza, che sicuramente non fa bene ai mercati, è stata acuita dalla scelta della guida della Camera e del Senato. A quale partito o movimento andranno gli incarichi di presidente della Camera e di presidente del Senato? Sciogliere questo quesito è importante, ma tutti vogliono ottenere qualcosa in cambio dal voto per l’uno o per l’altro candidato.

La tensione sale ed è sempre scontro tra il PD e il Movimento 5 stelle. I cosiddetti grillini, infatti, ambiscono, quale primo partito alla Camera, alla presidenza di Camera e Senato. Il PD, da cui dipende molto di questa scelta, sembra essere disposto a lasciare Montecitorio ai 5 Stelle, affidando ad Angela Finocchiaro la presidenza del Senato.

 

Debito pubblico italiano cresce ancora e tocca quota record

La Banca D’Italia ha diffuso i nuovi dati relativi alla situazione del debito pubblico italiano. Anche nel mese di gennaio 2013 si è potuto registrare un incremento di quest’ultimo, che ha guadagnato, per così dire, altri 34 miliardi. Grazie a questo ultimo incremento il debito pubblico del nostro paese ha potuto così raggiungere la quota record di 2.022,7 miliardi di euro, una cifra che segna contemporaneamente anche il suo massimo storico.

Ritardi nella crescita secondo la BCE

Sembra che ad incidere in modo particolare sul debito siano state, nell’ultimo periodo, le spese dell’amministrazione centrale, che hanno influito per 34,5 miliardi, mentre è diminuita la spesa delle amministrazioni locali ed è rimasto invariato il contributo degli enti di previdenza.

> Morgan Stanley abbassa stime del Pil italiano

L’aumento del debito pubblico italiano avviene tra l’altro in un momento in cui la stessa BCE, come scritto nell’ultimo bollettino mensile pubblicato, ha invitato i paesi europei con forti debiti pubblici a risolvere al più presto il problema del rapporto debito/PIL in modo da agevolare meccanismi positivi di ripresa. Da questo punto di vista l’Italia si trovava a dicembre 2012 a quota 127% nel rapporto debito-PIL, molto più della media europea, che si attestava invece suui 90%. Ma livelli particolarmente alti del debito pubblico hanno sicuri effetti negativi sulla crescita di lungo periodo, cosìcché sarà necessità dell’Italia invertire al più presto il trend negativo del debito.