I Comuni partecipano agli accertamenti fiscali

 Per contrastare l’evasione è necessario il contributo di tutti gli enti, compresi i comuni e le modalità di partecipazione sono determinate nell’intento di assicurare lo sviluppo della sinergia giusta contro l’evasione.

Per prima cosa è necessario fare il punto sulle segnalazioni qualificate nel processo di partecipazione dei Comuni all’accertamento fiscale e contributivo.

 Per trovare l’evasore bastano gli appunti

A livello normativo, il primo riferimento utile è un provvedimento del 3 dicembre 2007 in cui si stabilisce che i Comuni partecipano all’attività di accertamento fiscale fornendo indicazioni all’amministrazione tributaria, in modo che quest’ultima possa disporre l’accertamento dei tributi erariali diretti o indiretti.

 Sfuggire al fisco è sempre più difficile

I Comuni, chiaramente, forniscono soltanto alcuni tipi di informazioni: per esempio le posizioni soggettive che sono la base per conoscere atti, fatti e negozi alla base di comportamenti detti elusivi. In questo, i Comuni, offrono una segnalazione qualificata e contribuiscono in modo importante alla conoscenza dell’economia sommersa, oltre che a quella del patrimonio immobiliare per il quale contribuenti e aziende non pagano le tasse e non fanno dichiarazioni.

Si capisce allora che gli ambiti d’intervento rilevanti per la attività dei Comuni e dell’Agenzia delle Entrate, riguardano soltanto alcuni settori, nello specifico cinque: il commercio e le professioni, l’urbanistica e il territorio, le proprietà edilizie e il patrimonio immobiliare, le residenze fittizie all’estero e la disponibilità di beni indicativi di capacità contributiva.

Il conto Super Genius di Unicredit

 Il conto corrente Super Genius è un conto corrente che ha come obiettivo quello di ridurre ai minimi termini i costi per il cliente della banca. Si propone infatti di azzerare il canone del conto e di offrire un servizio comunque completo, quindi consegnando bancomat e chiave per le operazioni telematiche.

Il conto corrente per dare agli altri

A livello promozionale, Unicredit, nel parlare del suo conto corrente Super Genius, spiega che si tratta di un conto con bancomat, internet banking e spese di scrittura illimitate allo sportello. Il canone è pari a zero fino a quando il giovane che sottoscrive il contratto per il conto corrente, non ha compiuto 30 anni.

► Il conto corrente Genius Club

Aprendo un conto corrente Super Genius dal 4 marzo al 31 marzo 2013 si ottiene quindi lo sconto del 100 per cento sul canone mensile fino al raggiungimento del trentesimo anno d’età. Il fatto che il target siano i giovani è comprensibile anche dalle possibilità offerte dall’istituto di credito che permette di aprire il conto online e da casa, senza dover inviare la documentazione tramite posta elettronica.

Il conto Super Genius comprende il pagamento di 6 euro al mese se il canone non è azzerabile, una carta bancomat internazionale, le spese di scrittura relative alle operazioni illimitate agli sportelli, il canone annuo di banca multimediale incluso e la domiciliazione delle utente.

La Cina e la crisi del debito in arrivo

 I mercati asiatici accelerano la ripresa ma ad andar bene è soprattutto il Giappone che cresce tornando ai livelli precedenti al crack Lehman Brothers. Della Cina si dice soltanto che pur avendo rallentato la sua crescita è stata capace di moltiplicare le esportazioni.

I mercati asiatici accelerano la ripresa

La più grande economia del mondo, che per troppo tempo è stata trascurata dai mercati, adesso che è sulle prime pagine della cronaca finanziaria, rischia di finire nel mirino degli speculatori. Le prospettive sulla Cina, infatti, non sono buone. Il potenziale rallentamento fa prevedere una crisi del debito.

Sui bond giapponesi l’effetto-Kuroda

Contribuisce sicuramente a questo stato di cose anche il taglio alle spese operato dagli Stati Uniti. Gli ultimi dati disponibili per l’interpretazione della situazione, sono quelli che riguardano l’HSBC e i dati del PMI manifatturiero di febbraio.

Secondo gli analisti che hanno preso in esame il report, i risultati sono al di sotto delle aspettative. L’HSBC è sceso dal 52,3 al 50,4 mentre per l’indice della produzione manifatturiera, in un mese, è passato dal 50,4 al 50,1. Ci si aspettava invece un lieve incremento del valore.

I due elementi presentati, per analogia con gli altri paesi che hanno avuto problemi simili, dimostrano che siamo agli albori di una crisi del debito. Si tratterebbe di un vero disastro finanziario.

CDM approva il codice di comportamento per i dipendenti delle P.A.

 E’ stato approvato oggi dal Consiglio dei Ministri il pacchetto di regole per i dipendenti e i dirigenti delle amministrazioni pubbliche proposto dal ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi. Un ultimo ‘regalo’ prima della fine del suo mandato, che prevede regole e pene molto più severe, fino al licenziamento.

Il codice è stato approvato ‘salvo intese’ e è stato emanato in attuazione della legge n. 190 del 2012 (la legge anti-corruzione) e seguendo le direttive dell’Ocse.

Cosa prevede il codice di comportamento per i dipendenti delle P.A.?

L’illecito disciplinare derivante dalla violazione di un dovere di comportamento previsto dal presente codice va accertato all’esito del procedimento disciplinare regolato dalla normativa vigente e il tipo di sanzione disciplinare concretamente applicabile, incluse quelle espulsive, va rinvenuto nei contratti collettivi e nella normativa, anche regolamentare, vigenti in ciascun settore, tenuto conto, anche ai fini dell’entità della sanzione, della gravità del comportamento e dell’ammontare del pregiudizio, anche morale, arrecato al decoro o al prestigio dell’amministrazione.

Questa la premessa del nuovo codice di comportamento per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche italiane che ha l’intento di disciplinare anche il comportamento dei dirigenti che da ora in poi hanno l’obbligo di comunicare all’amministrazione le partecipazioni azionarie e gli altri interessi finanziari che possono porli in conflitto d’interesse con le funzioni che svolgono.

I regali

Parlando dei dipendenti, il nuovo codice prevede che sia precluso chiedere e accettare regali, di qualsiasi natura, per un valore superiore ai 150 euro, stretta che vale anche per i regali ricevuti sotto forma di sconto. Tutto ciò che arriva al dipendente delle pubbliche amministrazioni che abbia importo superiore a quanto indicato deve immediatamente essere messo a disposizione dell’amministrazione per essere devoluti a fini istituzionali.

Obblighi di comunicazione

I dipendenti sono altresì obbligati a dichiarare la partecipazione o l’appartenenza ad associazioni e organizzazioni (esclusi partici politici e sindacati) i cui ambiti di interesse possano interferire con lo svolgimento delle attività dell’ufficio. Ma non solo, i dipendenti devono anche dichiarare, al momento della loro entrata nella pubblica amministrazione, tutti i rapporti diretti o indiretti di collaborazione avuti con soggetti privati nei 3 anni precedenti e in qualunque modo retribuiti.

I dipendenti delle P.A. devono anche astenersi, si legge nel provvedimento,

dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti le sue mansioni in situazioni di conflitto di interessi anche non patrimoniali, derivanti dall’assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici.

Con obbligo di tracciabilità e di trasparenza di tutti i processi decisionali adottati.

Utilizzo dei materiali e delle strutture

Ultimo punto sul quale si concentra il nuovo codice di comportamento per i dipendenti delle P.A. è quello dell’utilizzo dei materiali e delle attrezzature messe a disposizione dalle P.A. per lo svolgimento delle mansioni di ufficio, con particolare riferimento a linee telematiche e telefoniche e mezzi di trasporto, che possono essere utilizzati solo per ragioni d’ufficio.

Il PD chiede chiarimento a Grillo su paradisi fiscali

 Secondo L’Espresso esisterebbero ben 13 società in Costa Rica che sarebbero riconducibili a Walter Vezzoli, l’autista di Beppe Grillo e a sua cognata. Sono società anonime che hanno sede a Santa Cruz e che sarebbero state aperte per gestire affari e aprire un resort di lusso.

Una vicenda, questa, che sta offuscando una situazione politica italiana post-elezioni già piuttosto incerta, che ci è costata anche l’abbassamento del rating da parte di Fitch.

Una questione prettamente economica, che tratta di società off shore e paradisi fiscali. In pratica nulla di nuovo sotto al sole della politica italiana, ma fa specie che il diretto accusato sia proprio colui che ha fatto della lotta a questo tipo di politica la sua bandiera elettorale.

Ancora non c’è nulla di ufficiale e tutto deve ancora essere chiarito, proprio per questo il PD ha chiesto chiarimenti al leader del Movimento 5 Stelle:

Considerato ciò che si legge sulla stampa su società off shore, investimenti e strane operazioni finanziarie in paradisi fiscali, inseriti nella black list, sarebbe opportuno che Grillo chiarisca comprensibilmente e definitivamente cosa sa e come lo riguardino certe iniziative e in che modo siano compatibili con la trasparenza che tanto predica e con i principi sulla base di quali si presenta al paese e al Parlamento.

Immediata la replica di Grillo, direttamente dal suo blog, che cita un‘intervista fatta allo stesso Vezzoli che dichiara che, sì, c’era un progetto di costruzione di case, ma erano case ecologiche, autosufficienti, non certo un resort di lusso e, oltretutto, data la mancanza di finanziamenti, il progetto non è mai partito.

E infine Grillo consiglia agli autori dell’inchiesta di aggiunge

consultare Wikipedia e scoprire che per società anonima (sociedad anónima, abbreviazione: S.A.), in Costa Rica e in quasi tutti i Paesi del mondo in cui si parla spagnolo, si intende quella che in italiano viene comunemente denominata società per azioni.

L’Espresso non si dà certo per vinto e replica nuovamente che, comunque, manca trasparenza su azionisti e bilanci, proprio come succede, per esempio, in Svizzera e nei paesi caraibici. Senza dimenticare che il Costa Rica, fino al 2009, era inserito nella lista nera dell’Ocse e dell’Agenzia delle Entrate come paradiso fiscale.

 

Confindustria: Italia in piena emergenza credito

 Se avesse ragione Confindustria questa sarebbe la terza volta che l’Italia finisce nella morsa del credit crunch, dopo le prime due ondate del 2007-2009 e quella del 2011-2012.

► Calano i prestiti alle imprese e alle famiglie

Una situazione che potrebbe portare famiglie e imprese in condizioni ancora più difficili di quelle in cui si trovano in questo momento.

Confindustria denuncia un atteggiamento di chiusura da parte degli istituti di credito, con un numero di prestiti concesso sempre più basso e, di contro, tassi sempre più alti e

molte imprese rinunciano a chiedere crediti. Un terzo delle aziende ha liquidità insufficiente e molte con progetti validi vanno in crisi per carenza di fondi. Così, anziché lasciare il posto a una timida ripresa, la recessione può di nuovo aggravarsi.

Si è creato, in Italia, un circolo vizioso che deve assolutamente essere spezzato e per farlo deve il paese necessita di uno shock finanziario, una mossa adeguata che possa riportare il paese alla crescita economica. Quela potrebbe essere questo evento?

► Ancora fermi i pagamenti della PA alle aziende

Per Confindustria non ci sono dubbi: è il pagamento immediato alle imprese di 48 miliardi di euro di debiti commerciali della Pubbliche Amministrazioni, che porterebbe una serie di

eventi positivi a catena su tutto il circuito dei pagamenti e restituirebbe fiducia. Ripartirebbero i progetti di investimento accantonati, salirebbero i rating aziendali, favorendo l’erogazione di credito a tassi più bassi.

 

Fitch abbassa il rating del debito italiano

 L’agenzia di rating Fitch ha deciso che, a causa dell’esito inconcludente delle elezioni italiane, il rating del nostro debito sovrano passa da A- a BBB+ con outlook negativo.

► Il rating italiano in bilico

Nella nota di accompagnamento l’agenzia ha motivato la scelta con l’esito non decisivo delle elezioni ma anche a causa dei dati del quarto trimestre 2012 sull’andamento del rapporto tra Pil italiano e debito pubblico che mostrano come:

La recessione in atto in Italia è una delle più profonde in Europa e i dati indicano il rischio che si prolunghi più di quanto atteso.

Nel 2013, infatti, il rapporto debito/Pil potrebbe toccare il 130%, quindi il 5% in più rispetto alla stima precedente. Recessione ancora in atto, quindi, e forse molto più lunga di quanto previsto, che si potrebbe aggravare ulteriormente

con un governo debole che potrebbe essere più lento e meno capace di rispondere agli choc economici interni o internazionali.

► Per Moody’s l’Italia rischia il downgrade

Oltre al downgrade, Fitch ha dato anche l‘oulook negativo all’Italia perché questo protrarsi della recessione può avere degli effetti molto negativi sugli sforzi di consolidamento di bilancio e aumenta i rischi contingenti dal settore finanziario.

I mercati asiatici accelerano la ripresa

 Dopo la bancarotta della Lehman Brothers, l’Asia non era più riuscita ad ottenere tali performance. Adesso tutto fa pensare che il Giappone sia fuori dalla crisi visto che le performance del mercato di Tokyo sono andate oltre i livelli pre-crack.

 Fiducia per le banche centrali

I listini europei sono rimasti sulle corde ma lo spread tra Bund e BTp, a fine giornata, si era accorciato, fermandosi sui valori di 305 punti base. I dati sull’industria tedesca e quelli sul lavoro negli USA potrebbero modificare l’andamento delle quotazioni.

 Sui bond giapponesi l’effetto-Kuroda

Gli investitori, soprattutto quelli attenti alle evoluzioni asiatiche, sono rimasti piacevolmente sorpresi da quanto visto in questi giorni e adesso sperano che non intervengano elementi critici a distogliere il Giappone dal cammino verso l’uscita dalla crisi. Il problema, in tal senso, è rappresentato dalle parole di Draghi che ha posticipato la ripresa dal secondo semestre del 2013 al primo trimestre del 2014.

 La Cina e la crisi del debito in arrivo

Il Giappone, intanto, è uscito dalla recessione. Il PIL, nel 2012, è cresciuto del 2 per cento e sembra sia stato sostenuto dai lavori di ricostruzione seguiti allo tsunami. In realtà sono aumentati considerevolmente anche i consumi della popolazione. Lo yen, parallelamente alla ripresa economica, perde valore ed ha raggiunto i livelli minimi del 2009.

Da tenere d’occhio anche la Cina, sul versante asiatico, perché è vero che è rallentata l’economia ma sembra ci sia stato il boom delle esportazioni.

Anche le no profit pagano le tasse

 Gli enti no profit, per definizione, non traggono profitti dal loro operato nel senso che quanto guadagnano deve essere reinvestito nelle attività di utilità sociale. Eppure questo non vuol dire che non pagano le tasse o che sono in un regime di extrafiscalità. Anzi, gli enti no profit devono sottoporsi al prelievo dei tributi che cambia sulla base del tipo di attività svolta.

 L’esenzione IMU degli enti no profit

Una sentenza della Corte di Cassazione, la numero 4147 del 20 febbraio 2013 è tornata sull’argomento, prendendo in esame soprattutto le associazioni sportive dilettantistiche. Queste organizzazioni, a livello quantitativo, sono le più diffuse nel nostro territorio.

Da chi dipende l’ingovernabilità italiana

In presenza delle condizioni indicate dalla legge, si può ottenere l’applicazione di un regime tributario di favore ma mai bisogna pensare di “farla franca” non dichiarando alcunché. L’articolo 148 del Tuir, infatti, spiega che per gli enti no profit è esclusa la commerciabilità, quindi la tassazione sulle attività svolte per attuare gli scopi istituzionali e rivolte agli associati.

Se però ci sono delle attività rivolte al mercato, bisogna distinguere i costi, quelli comuni e i profitti che ne derivano. Il problema è che negli anni, dietro tante associazioni no profit, sono state mascherate soltanto delle attività commerciali, si pensi ad esempio alle varie palestre, piuttosto che alle discoteche o ai ristoranti.