Le banche straniere sono più convenienti

 Per l’acquisto di una casa in Italia, l’offerta di mutui fatta dalle banche straniere, è sicuramente più conveniente di quella degli istituti di credito nostrani. A dirlo è una recente ricerca dell’istituto tedesco Qualità e Finanza che ha scandagliato l’universo dei  mutui casa e dei prestiti nel nostro paese.

Pratico e vantaggioso: il variabile di Deutsche Bank

Il risultato dell’indagine è che le banche estere sono le più convenienti ed in particolare si fa riferimento all’offerta di ING Direct, olandese, e a quella della Deutsche Bank tedesca. Le condizioni proposte da questi due istituti di credito attivi nel nostro paese, supera di molto l’offerta di banche popolari e casse di risparmio.

Le migliori proposte di mutuo di Mutuisupermarket

I mutui a tasso fisso, ad esempio, oggi arrivano spesso al 7 per cento, ma questo tasso finito si può ridurre di molto se ci si rivolge a d una banca straniera. In più questi istituti di credito offrono anche servizi accessori che i clienti-mutuatari trovano molto convenienti. Per esempio la trasparenza dei documenti, l’assistenza personalizzata, la varietà della proposta per il risparmio e l’investimento.

A seguire, dopo ING Direct e Deutsche Bank, si piazzano Barclays e Credem, l’unica tra le banche italiane a spuntarla insieme agli stranieri. Lo studio, in più, conferma la qualità e la convenienza anche delle banche online e in particolar modo di Iw Bank e Webank, entrambe considerate da Mutuionline e Mutuisupermarket, come detentrici delle migliori proposte di mutuo.

Bankitalia spiega quanto coprono i mutui

 O gli italiani sono degli ottimi risparmiatori, oppure, forse è più plausibile, hanno un reddito talmente basso che le banche cui si rivolgono non vogliono correre troppi rischi. Una recente indagine di Bankitalia, infatti, ha dimostrato che il loan to value reale è ben lontano dal millantato 80 per cento del valore dell’immobile e si avvicina piuttosto al 60 per cento.

I tassi bancari italiani sono i più cari d’Europa

Nel dettaglio, la Banca d’Italia ha analizzato il rapporto tra l’ammontare del mutuo erogato dagli istituti di credito e il valore dell’immobile che gli italiani decidono di acquistare. L’indagine è molto accurata ed è stata condotta da Bankitalia insieme a Tecnoborsa e all’Agenzia delle Entrate. L’ultimo dato “cronologico” riguarda il quarto trimestre del 2012.

Per i cittadini MPS è stata colpita dalla politica

I dati raccolti nel report spiegano che il rapporto tra il mutuo erogato e il valore dell’immobile d’acquistare si aggira intorno al 57,8% che è più basso del trimestre precedente, quando il rapporto era al 60,6% ed è molto più basso anche del rapporto registrato nel quarto trimestre del 2011 pari al 66,9 per cento. La situazione italiana, però, presenta delle grosse differenze geografiche. Per esempio, quello che chiameremo loan to value reale, è maggiore nel Nord Est, nel Sud e nelle Isole dove la media oscilla dal 61,3% al 61,4%, ma è inferiore alla media nazionale al Centro dove si assesta sul 48,5 per cento.

Contributi alle coppie di giovani mutuatari in Umbria

 Le iniziative regionali sono quelle più interessanti per i cittadini che stanno cercando un’opportunità di risparmio all’accensione del mutuo. Ecco allora che tutti i riflettori, alla fine di febbraio, sono stati puntati sull’Umbria.

Se sei un’associazione vai dal Credito Cooperativo

In questa regione del Centro Italia, infatti, è stato pubblicato un nuovo bando, con scadenza al 29 aprile 2013, per le agevolazioni alle giovani coppie che si accingono a comprare la prima casa. I giovani che vogliono coronare il sogno di una casa, possono ottenere dei contributi pubblici fino a 30 mila euro. Il monte massimo stabilito riguarda le singole richieste di agevolazione.

I requisiti per accedere all’agevolazione sono diversi. In primo luogo è necessario che entrambi i membri della coppia di mutuatari non abbaino compiuto 40 anni e siano sposati. Non basta il requisito della convivenza ma è necessario invece essere marito e moglie, risiedere in Umbria o avere un attività avviata nella Regione da almeno due anni.

Il fondo di solidarietà appeso ad un filo

Il reddito complessivo della coppia che aspira all’agevolazione, non deve superare i 23500 euro. Chiaramente non tutte le banche che hanno delle filiali in Umbria hanno aderito all’iniziativa che resta nelle mani di Unicredit, Cassa di Risparmio di Orvieto, Banca Popolare Etica, Banca Popolare di Ancona, Banca di Anghiari e Stia Credito Cooperativo, Banca di Credito Cooperativo di Spello e Bettona, Crediumbria, Banca di Martignana e di Perugia, Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana.

La permuta è sempre più conveniente

 Siamo in un momento di crisi, questo è poco ma sicuro. Il recente resoconto dell’Abi sul volume dei prestiti erogati dalle finanziarie e dalle banche, dimostra che sono sempre meno i cittadini che chiedono liquidità. Tutto sembra dovuto al calo del PIL, ma gli italiani non si danno per vinti e cercano soluzioni risparmiose in ogni settore.

In calo i prestiti alle famiglie

Per l’immobiliare sembra sia tornata di moda la permuta che consiste nello scambio degli immobili, una specie di baratto di case ed altri edifici, agevolato dalla crescita esponenziale di internet e dei social network. La permuta, quindi, consiste nello scambio di un immobile, tra due persone, ma conviene davvero?

Le agevolazioni sulla casa ottenuta in successione

Sicuramente è una soluzione vantaggiosa dal punto di vista fiscale ed economico. In più presenta vantaggi amministrativi, visto che non si corrono i soliti rischi derivanti dal lasciare una casa vecchia per andare in una nuova costruzione, non si devono rispettare i tempi dettati da preliminari e atti vari. Anche a livello burocratico esiste una semplificazione. Con la permuta, infatti, si devono abbandonare tutte le vecchie congetture, atto notarile, iscrizione e consolidamento dell’ipoteca e via dicendo, ma bisogna “accettare una sola operazione: la permuta.

Lo scambio può essere associato all’accensione di un  mutuo o all’accollo di un  mutuo esistente e anche in questo caso sono noti a tutti i vantaggi economici delle due soluzioni.

In calo i prestiti alle famiglie

 A gennaio i prestiti alle famiglie sono diminuiti, a dirlo è un’indagine dell’ABI che conferma una crisi strutturale del nostro paese. A gennaio, spiega l’Associazione Bancaria, c’è stato un calo dei prestiti bancari erogati a favore delle imprese e delle famiglie. La flessione nel primo mese dell’anno è stata del 3,3 per cento contro il -2,5% registrato a dicembre dello scorso anno.

Le banche straniere sono più convenienti

Il capitale totale dato in prestito, oggi, si aggira intorno ai 1467 miliardi di euro. Ad influenzare questa situazione ha contribuito il ribasso del Prodotto Interno Lordo che si traduce in un impoverimento della popolazione italiana. In pratica gli italiani preferiscono rinforzare i mutui e i prestiti che hanno già attivato piuttosto che cercare nuova liquidità agli istituti di credito.

Calano i mutui e salgono i prestiti

In tal senso molti intermediari ricordano che il consolidamento è un’opportunità da cogliere al volo in un momento di crisi perché consente di unificare all’interno di una sola rata, tutti i prestiti attivi a carico di un contribuente, approfittando dei tassi delle banche sui mutui, notoriamente più bassi di quelli applicati dalle finanziarie per i prestiti.

In generale, continua l’Abi nel suo resoconto, l’ammontare dei prestiti erogati, pari a 1.9193 miliardi di euro, è superiore all’ammontare della raccolta ottenuta dalla clientela di banche e finanziarie.

In aumento le imprese straniere in Italia

 In Italia non solo l’indice di natalità è in mano alla popolazione straniera residente nel nostro paese ma gli immigrati abbiano anche le redini dell’economia tricolore. Gli stranieri, extracomunitari e non, arrivano in Italia e non per fare soltanto gli operai, o lavori poco qualificati. In  moltissimi casi diventano imprenditori di qualità. Una recente ricerca di Unioncamere conferma questa fotografia.

 I motivi del boom delle partite Iva under35

Nel 2012, spiega l’unione delle Camere del Commercio italiane, le imprese straniere in Italia sono cresciute del 5,8 per cento, soprattutto grazie all’intraprendenza di marocchini e cinesi, ma sembra che l’imprenditoria non abbia più segreti nemmeno per i cittadini del Bangladesh. Nella maggior parte dei casi questi cittadini stranieri lavorano nel settore delle costruzioni o nel settore del commercio.

Nel 2012 è stato boom di donne imprenditrici

In tutto, le imprese in Italia capitanate da cittadini stranieri, sono 480 mila e sono circa 24 mila più dell’anno scorso. Gli imprenditori più attivi sono i marocchini, titolari di 58555 attività, a seguire ci sono i cinesi con 42703 attività e gli albanesi con 30475 attività. Quello che sorprende è l’aumento delle imprese dei cittadini che arrivano dal Bangladesh, che in aumento sono aumentate di 3180 unità.

Secondo il presidente di Unioncamere, queste imprese straniere sono anche in grado di offrire opportunità di lavoro ad altri cittadini in cerca di occupazione, stranieri e non e questo fa ben sperare per le dinamiche occupazionali del nostro paese.

Continua la crisi dell’auto

 La crisi del mercato dell’auto continua e se c’è un settore in cui non conviene proprio investire, è quello delle automotive. Almeno in Europa dove le varie nazioni devono fare i conti con un calo della produzione, con aziende che vanno avanti sempre a fatica. In Francia, ad esempio le vendite sono calate del 12 per cento in un anno.

Volkswagen ambasciatrice Made in Italy

Sperare nelle esportazioni è abbastanza utopico visto che una situazione simile a quella francese la sta vivendo anche il Giappone. A far registrare utili sotto la media ci sono molte aziende, per esempio la Ford che ha registrato un vero crollo, a differenza delle altre “consorelle” che procedono a singhiozzo. L’unica azienda che sembra tenere nel panorama europeo è la Volkwagen. In crescita, invece, le aziende asiatiche.

Anche Peugeot Citroën in crisi

Il marchio Fiat, tanto per fare uno zoom sulla realtà nostrana, registra crolli molto simili alle altre aziende automobilistiche europee. Il Lingotto, nell’ultimo anno, fa così segnare una flessione dell’11,8 per cento.

Il 2013 non sembra comunque migliore, dato che il secondo mese dell’anno ha fatto segnare tantissimi ribassi nel mercato dell’auto, soprattutto in Francia, in Spagna e in Giappone. Diminuiscono le nuove immatricolazioni, anche del 12 per cento. Particolarmente penalizzate le macchine di Psa-Peugeot-Citroen e Renault. Va un po’ meglio ma non è in crescita il marchio Dacia.

Dall’America l’idea del sequester

 Dagli Stati Uniti è arrivato un termine che ha ossessionato la cronaca economica della fine dell’anno scorso fino alla fine di gennaio: il fiscal cliff. Il pericolo del baratro fiscale ha tenuto con il fiato sospeso milioni di americani che hanno infatti rischiato di perdere numerose agevolazioni emanate dall’amministrazione Bush.

► Scattato il sequester degli Usa con tagli per 85 miliardi

Adesso il neo-rieletto presidente Barack Obama sta per lanciare un nuovo termine economico: sequester. E’ facile immaginare che la presidenza americana ha intenzione di restringere il volume delle spese e Obama ha già firmato una legge che impone 85 miliardi di euro di tagli. Il Presidente, in un discorso abbastanza allarmato, ha spiegato che se il Congresso non trova l’accordo sulla proposta dei tagli, la ripresa economica dell’America sarà molto complicata. Gli Stati Uniti dovranno fare i conti con 750 mila posti di lavoro persi.

Negli Usa scatta la sequestration

La legge, per la perentorietà della proposta, è stata soprannominata “sequester”. Si temeva da tempo un’evoluzione simile dei bilanci del paese, ma adesso i tagli alla spesa pubblica americana sono legge. Il primo marzo c’è stato il primo voto in Congresso e non è stato raggiunto l’accordo. I tagli proposti, tra l’altro, valgono per due trimestri fino a settembre ma per risanare le finanze, dicono gli esperti collaboratori di Obama, è necessario operare 1200 miliardi di tagli in 10 anni.

Tobin tax sulle azioni al via

 Se ne parla da tempo ma adesso la tassa sulle transazioni finanziarie è stata finalmente approvata e partirà a luglio del 2013. A dirlo è l’Agenzia delle Entrate che con un provvedimento ha spiegato nel dettaglio l’imposta che andrà a colpire anche i derivati.

In Italia arriva la Tobin Tax

L’aliquota prevista per la tassa è pari allo 0,12% per il 2013 ma dall’anno prossimo sarà dello 0,1%. Il primo marzo è partita la tassazione delle rendite finanziarie dopo che era stata pubblicata la legge sulla Gazzetta Ufficiale del 21 febbraio.

L’imposta riguarda tutti gli acquisti di azioni che sono state emesse sul territorio italiano da società che hanno un capitale superiore a 500 milioni di euro, indipendentemente dal paese d’origine dell’ordine. Siccome l’imposta parte ad anno già avviato, si è pensato di compensare questo ritardo con un’aliquota dello 0,12 per cento che scenderà allo 0,1 per cento a partire dal prossimo anno.

Tobin Tax a più ampio raggio

Saranno tassate, con questa nuova normativa, anche le operazioni effettuate al di fuori dei mercati regolamentati. Per queste operazioni, però, la tassa sarà dello 0,22% per il 2013 e scenderà allo 0,2% a partire dal 2014.

Per calcolare l’imposta, spiega l’Agenzia delle Entrate, saranno usati di base i saldi di fine giornata sui titoli usati. Se alcuni titoli sono stati acquistati e poi rivenduti, allora si tasseranno le differenze positive.

In pratica, da questa tassazione restano esclusi i prodotti del risparmio gestito e assicurativo, vale a dire i titoli di stato, le obbligazioni, le valute e i fondi comuni d’investimento.

I modelli 730-4 per le dichiarazioni

 Sono pronti i software di compilazione e di controllo del modello di dichiarazione 730. Si tratta di due programmi, uno che deve essere utilizzato per la creazione del file con cui si comunica all’Agenzia delle Entrate l’indirizzo al quale ricevere i risultati delle dichiarazioni.

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L’altro software, invece, serve a controllare la dichiarazione se è stata creata con un programma diverso da quello indicato dall’Agenzia delle Entrate. Entrambi i software di compilazione e controllo della comunicazione dei dati del 730-4 sono a disposizione dei sostituti d’imposta. Il modello di dichiarazione, infatti, deve essere inviato quest’anno entro il 2 aprile, visto che il 31 marzo, la scadenza classica per la presentazione del 730, è un giorno festivo.

Le spese di ricovero dei famigliari portatori di handicap

Il software Comunicazione 730-4 2013 consente da un lato di compilare il modello di dichiarazione e dall’altro permette di creare il file che poi deve essere trasmesso telematicamente all’Erario. Se si usa questo programma non è necessario sottoporre i file alla verifica della procedura di controllo.

I sostituti d’imposta e chi compila in autonomia la dichiarazione, possono scaricare l’applicazione direttamente dall’Agenzia delle Entrate. E’ di facile reperimento e non comporta operazioni troppo complesse d’istallazione. Uno dei vantaggi di questo strumento sta nell’essere sempre aggiornato.

L’Erario ricorda anche che la comunicazione non deve essere inviata dai sostituti d’imposta che hanno già partecipato ai flussi telematici del 2011 e del 2012, a meno che non ci sia stata una variazione dei dati comunicati in precedenza all’Amministrazione.