Lavorare per Amadori

 Nata nel 1970 grazie all’iniziativa di Francesco Amadori, l’azienda, che porta il nome del suo fondatore, si è sempre distinta per la qualità e l’innovazione dei suoi prodotti, caratteristiche che l’hanno portata ad essere una delle aziende agroalimentari con una maggiore espansione sul territorio italiano.

Ad oggi l’azienda vanta diversi centri di produzioni in Italia per un totale di oltre 7000 dipendenti diretti e 350 agenti di commercio che ogni servono circa 17.000 clienti. Al momento l’azienda è alla ricerca di diverse figure professionali da inserire nel suo organico.

1. Ingegneri di Produzione per la sede di Cesena

La ricerca è rivolta a laureati in Ingegneria Meccanica o Ingegneria Elettrica con buona conoscenza dell’inglese e degli strumenti Cad. Età massima 30 anni.

2. Manutentori per la sede di Cesena

La ricerca è rivolta diplomati Perito Meccanico o Elettrotecnico che abbiano almeno due anni di esperienza in analoga mansione in ambito industriale.

3. Agenti di Commercio per Lombardia, Piemonte, Veneto, Provincia di Modena, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Calabria

Necessario possesso di mezzo proprio e esperienza di vendita per aziende di largo consumo. Offersi contratto di agenzia Enasarco a tempo indeterminato.

Per candidarsi ad una delle offerte di Amadori e avere tutte le informazioni necessarie visitare la pagina lavora con noi del sito del gruppo.

Norauto assume in Italia

 Norauto è una multinazionale francese tra le più grandi e attive nella Grande Distribuzione Organizzata di vendita ed installazione di pneumatici, elettronica, accessori e ricambi auto. Nata nel 1970 a Lille, adesso Norauto è diffusa in tutto il mondo e, solo nel nostro paese, può vantare 28 centri di distribuzione e 450 dipendenti.

Al momento l’azienda ha aperto le selezioni per diversi profili da inserire presso vari punti vendita italiani. Vediamoli nel dettaglio:

1. Responsabili Accettazione e Officina per Nord e Centro Italia

L’offerta è rivolta esclusivamente a candidati che hanno una comprovata esperienza nella mansione di almeno due anni e una forte propensione al contatto con il pubblico.

2. Allievi Store Manager per Nord e Centro Italia

La ricerca si rivolge a Diplomati o Neolaureati che abbiano già maturato esperienza nella Grande Distribuzione e disposti a spostamenti sul territorio di riferimento.

3. Hostess di Cassa per Rozzano (MI), Baranzate (MI)

Offerta di lavoro rivolta alle categorie protette, il candidato deve essere iscritto alle liste di invalidità con una percentuale maggiore o uguale al 46%. Contratto di lavoro part-time.

Per candidarsi ad una delle posizioni aperte da Norauto e per avere tutte le informazioni sui vari requisiti necessari, consultare la pagina posizioni aperte del sito dell’azienda.

Inizia la class action contro la Budweiser

 La birra è una delle bevande maggiormente consumate in tutto il mondo. In America una delle marche più famose, molto conosciuta anche da questa parte dell’oceano, è la Budweiser, una birra bionda e leggera. Forse troppo leggera. Tanto da far sospettare il contenuto di acqua sia maggiore di quello riportato in etichetta.

Per questo i consumatori hanno intentato una class action contro Anheuser-Busch, produttore della birra incriminata, accusandolo di violazione delle norme a tutela del consumatore in vigore in California e Missouri tramite la falsificazione dei dati sul contenuto alcolico del prodotto.

► Possibile class action per lo scandalo Libor

La denuncia collettiva è stata depositata venerdì scorso al tribunale a San Francisco, dando avvio ad altre due class action in Pennsylvania e in New Jersey, con la richiesta di rimborso a tutti coloro che hanno acquistato un prodotto Budweiser negli ultimi cinque anni.

L’accusa è sostenuta anche dalle testimonianze di alcuni ex dipendenti di Anheuser-Busch che hanno dichiarato che in molti stabilimenti è prassi consolidata aggiungere acqua alla birra appena prima dell’imbottigliamento. Una percentuale minima sul totale del prodotto, ma che consente un risparmio in termini di alcol dal 3% all’8%.

Dalla Anheuser-Busch per ora solo una secca smentita. Così ha commentato il vicepresidente Peter Kraemer

Le nostre birre rispettano completamente le direttive sulle bevande alcoliche il che le rende tra le più vendute negli Usa e nel mondo. Siamo orgogliosi di aderire agli standard più alti.

Come ricevere il Cud 2013

 L’Inps ha rilasciato ieri 26 febbraio una nuova Circolare in cui definisce le modalità di invio del modello CUD, documento essenziale per la certificazione dei redditi da lavoro dipendente o similari e dei redditi da pensione percepiti nel 2012. Il modello deve essere inviato dai datori di lavoro o dall’ente pensionistico di riferimento entro venerdì 28 febbraio 2013.

La Circolare Inps 26 febbraio 2013, n. 32 comunica che, a partire da quest’anno, in attuazione di una disposizione contenuta nella Legge di stabilità 2013 (art. 1, Legge 24 dicembre 2012, n. 228), il CUD non verrà più consegnato in formato cartaceo ma solo in formato elettronico.

Invio telematico

A partire dal 28 febbraio il modello CUD sarà disponibile nella sezione “Servizi al cittadino” del sito dell’INPS, e sarà accessibile solo se l’utente è munti del codice Pin, che deve essere richiesto direttamente all’Istituto di Previdenza Sociale. Una volta identificato l’utente potrà visualizzare e stampare il modello.

Se, al momento della richiesta del Pin si è fornito un indirizzo di posta elettronica ordinaria, si riceverà una mail dall’Inps che comunica la disponibilità del documento sul sito. In caso si disponga di Pec nota all’istituto previdenziale, il modello verrà recapitato direttamente all’indirizzo di posta elettronica certificata comunicato.

Tutti i canali di accesso alternativi per il CUD

La Circolare, che risponde all’esigenza lanciata da molti caf per le difficoltà oggettive riscontrate da persona anziane all’utilizzo di internet,  prevede altri canali di accesso al modello CUD:

sportelli veloci delle Agenzie dell’INPS per il rilascio del CUD cartaceo;

postazioni informatiche self service presso tutte le Strutture territoriali dell’INPS;

– indirizzo e mail [email protected] messo a disposizione proprio per fare richiesta di inoltro del modello in formato cartaceo, disponibile solo nei casi di dichiarata impossibilità di accedere alla certificazione on line;

Centri di assistenza fiscale;

Uffici postali della rete “Sportello Amico”;

– Sportello mobile per soli utenti ultraottantacinquenni e pensionati residenti all’estero;

 

I risultati definitivi delle elezioni

 Elezioni concluse ma nessun vero vincitore proclamato. Come dice Angelino Alfano ‘too close to call‘, ossia troppo poco scarto tra un candidato e l’altro per poter davvero decretare il vincitore. Tutti i media parlano di un risultato che porterà, molto probabilmente, a dover ripetere il voto forse anche prima della fine dell’anno.

Il motivo? Una sostanziale parità di preferenze espresse dagli italiani ai tre maggiori partiti in gara, che non danno la possibilità di creare un governo di maggioranza coeso e coerente. Di seguito riportiamo le percentuali esatte di queste elezioni politiche 2013.

Affluenza

75,19% degli aventi diritto al voto, per un totale di 42.272.957 elettori

Senato

Pierluigi Bersani (PD, Sel) 31,6%

Silvio Berluconi (Pdl, Lega Nord) 30,7%

Beppe Grillo (Movimento 5 Stelle) 23,8%

mario Monti (Lista Monti, UDC, FLI) 9,1%

Antonio Ingroia (Rivoluzione Civile) 1,79%

Oscar Giannino (Fermare il Declino) 0,90%

Camera 

Pierluigi Bersani (PD, Sel) 29,6%

Silvio Berluconi (Pdl, Lega Nord) 29,2%

Beppe Grillo (Movimento 5 Stelle) 25,5%

Mario Monti (Lista Monti, UDC, FLI) 10,5%

Antonio Ingroia (Rivoluzione Civile) 2,24%

Oscar Giannino (Fermare il Declino) 1,1%

Cosa significano queste percentuali?

Le percentuali da sole parlano relativamente, soprattutto perché con le legge elettorale con la quale abbiamo votato i meccanismi di attribuzione dei premi di maggioranza fanno sì che la situazione si discosti leggermente dalla realtà dei numeri.

L’Italia, comunque, come tutti anticipavano e prevedevano, non è riuscita a darsi un governo con le queste elezioni. Una figura di fronte al mondo che ci sta guardando con molta attenzione da un po’ di tempo. Un’occasione, forse, sprecata per il popolo italiano che, e la possibilità di fa ogni ora più plausibile, potrebbe dover tornare al voto tra pochissimi mesi.

Sono in pochi, infatti, a credere che questo nuovo governo possa avere lunga vita. Nella maggior parte dei casi la sua durata è stimata tra sei mesi ed un anno.

In pratica la coalizione di centro sinistra è riuscita a vincere alla Camera con solo mezzo punto di distacco dal centro destra che consente, comunque, di attribuirsi il premio di maggioranza. Quindi, se di vittoria si parla, si tratta di una vittoria ottenuta sul filo di lana e solo grazie all’alleanza del Pdl con il Sel di Nichi Vendola.

Al Senato, invece, non c’è maggioranza: il centrodestra è riuscito a conquistare 115 seggi e il centrosinistra 120, quindi entrambe le coalizioni sono parecchio distanti dai 158 seggi necessari ad ottenere la maggioranza assoluta, ma il Pdl è riuscito ad aggiudicarsi le regioni decisive: Lombardia, Veneto, Campania e Puglia.

A nessuno dei due, quindi, gioverebbe una ulteriore alleanza con Mario Monti, che ha ottenuto solo 16 senatori.

Rivelazione, annunciata, il Movimento a 5 Stelle, che al Senato ottiene 58 seggi.

 

 

Possibile class action per lo scandalo Libor

 Il Wall Street Journal riporta la situazione dello scandalo Libor con le banche che temono una class action. Le banche in questione, come Barclays, Royal Bank of Scotland, UBS e le altre, sono accusate di avere manipolato i tassi di interesse, tra cui l’indice Libor. Contro di loro ci sono 30 azioni legali da parte di diversi soggetti con l’accusa di raggiro e inganno. Le banche temono una class action e cercheranno di arrivare al rigetto delle cause da parte del giudice federale.

Rbs patteggiamento dopo scandalo

Le azioni legali dello scandalo Libor sono state avviate a New York e in California e l’obiettivo e quello di chiedere un risarcimento alla banche di miliardi di dollari. Una richiesta che sarà quindi molto alta.

Un altro miliardo di rimborsi da parte di Barclays

L’accusa e la difesa al momento si contrattaccano rispetto alla valenza legale della questione e alla interpretazione della situazione per cercare o evitare di individuare comportamenti illegali. Per l’accusa il reato c’è, mentre la difesa non trova elementi legali e quindi vuole chiedere il rigetto.

In questa situazione, Bloomberg dice che Rabobank potrebbe avere una multa di 440 milioni di Dollari o più proprio per avere manipolato il tasso Libor.  Questa sanzione dovrebbe arrivare comunque non prima di Maggio con la banca che potrebbe sistemare la sua posizione.

Per Bernanke il debito italiano non influenza le banche americane

Il governatore della Federal Reserve Ben Bernanke al comitato Bancario del Senato ha parlato del debito italiano e della situazione economica negli Stati Uniti. Bernanke ha detto: “L’esposizione delle banche americane al debito italiano è moderata. Di per sé non pone danni al nostro sistema finanziario”.

Per Moody’s l’Italia rischia il downgrade

Il debito italiano quindi non influenza il sistema finanziario degli Stati Uniti, come ha detto Bernanke rispondendo a una domanda del senatore democratico Chuck Schumer. Dopo il risultato delle elezioni politiche in Italia Wall Street ha avuto una giornata negativa e c’era quindi preoccupazione sull’influenza della situazione politiche italiana. Bernanke ha detto: “L’attuale deficit dell’Italia non è molto ampio ma ha un debito in circolazione molto alto. Ci sono insomma molti titoli di Stato italiani in giro per il mondo”.

Il presidente della Federal Reserve ha affermato che il mercato del lavoro americano e in graduale miglioramento e che l’economia è tornata a crescere. Con riferimento ai tagli automatici alla spesa che scatteranno il 1 Marzo se non si troverà un accodo, Bernanke ha detto che questi porteranno a un impatto importante sull’economia con la crescita che sarà ridotta dello 0,6%.

Rispetto all’Europa, il numero uno della Fed ha detto: “Il sistema bancario europeo è più debole di quello americano, ma anche in Europa, come negli Stati Uniti, è in corso un processo di implementazione di Basilea III”.

L’Istat mostra l’aumento della fiducia dei consumatori

I dati dell’Istat mostrano una crescita a Febbraio della fiducia dei consumatori. Il clima di fiducia dei consumatori arriva a 86 dal precedente 84,7. Nel confronto con Gennaio cresce soprattutto il clima personale, che passa da 89,3 a 91, mentre il clima economico generale cresce meno e passa da 72,7 a 72,9.

I saldi non rianimano i consumi

Gli elementi negativi riguardano i giudizi sulla situazione economica italiana, con un peggioramento che arriva a -142 rispetto al -136. In diminuzione le aspettative sulla disoccupazione, mentre migliorano le attese sulla situazione economica della famiglia e sul bilancio della famiglia.

L’Istat mostra come peggiorano le opinioni sull’acquisto di beni durevoli dal -106 al -111 e migliorano quelle sui prezzi al consumo da 60 a 51.

Il clima di fiducia è aumentato nel nord-ovest, nel nord-est e nel sud, mentre è diminuito al centro.

Le persone quindi non credono che i prezzi possano avere dei forti rialzi e sulla situazione economica generale sembra esserci più fiducia ma con un aumento comunque basso.

A livello geografico, quindi, è solo al centro che il clima di fiducia non è in crescita. Nel nord-ovest l’indice del clima di fiducia migliora da 84,9 a 87,3. Nel nord-est lo stesso indice aumenta da 85,2 a 87,6. Al centro l’indice diminuisce da 84,0 a 83,1. Al sud l’indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta da 84,2 a 85,7.

Per Moody’s l’Italia rischia il downgrade

L’incertezza sul prossimo governo in Italia e la situazione di ingovernabilità che al momento sembra essere irrisolvibile sono stati i risultati delle elezioni politiche che hanno portato al rischio per l’economia nel nostro Paese.

La giornata a Piazza Affari all’indomani delle elezioni

Ieri la Borsa e lo Spread hanno risentito in maniera negativa di questa situazione politica. Ora c’è il rischio che il debito italiano arrivi a un downgrade da parte di Moody’s. Per l’agenzia di rating c’è la possibilità di nuove elezioni e non c’è la sicurezza che si arrivi a un governo stabile anche in questo caso. Moody’s in una nota ha detto: “Invece di migliorare la visibilità sulla direzione politica del Paese, le recenti elezioni in Italia hanno aumentato il rischio che la fase di riforme avviata dal governo Monti possa sospendersi, se non completamente bloccarsi”.

La Borsa affonda dopo la vittoria dell’ingovernabilità

Moody’s si concentra quindi sull’importanza delle riforme iniziate da Monti e dal fatto che la situazione di incertezza in Italia può influenzare tutta l’Europa, che è la terza economia europea e il primo mercato obbligazionario, e può, in particolare, aumentare i problemi per la Spagna e il Portogallo.

Il giudizio di Moody’s sul debito italiano è Baa2. Questo livello è solo due livelli sopra il giudizio che è chiamato “junk”, cioè spazzatura. Per Standard and Poor’s il livello del debito italiano è a BBB+ e quindi tre livelli sopra il grado “non investment”, mentre per Fitch il livello è A- e quattro livelli sopra il giudizio “junk”.

La giornata di Piazza Affari all’indomani delle elezioni

 Un giorno speciale, quello di oggi, a Piazza Affari. Riviviamolo ripartendo dalle prime ore:

Mattino

Già dal mattino, il listino milanese apre in profondo rosso così come tutto il resto dell’Europa.

Tuttavia, è sui titoli dell’indice Ftse Mib che si scagliano totalmente le vendite. Il crollo raggiunge rapidamente il 5% all’inizio, quando le banche vengono quasi tutte bloccate e sospese per via di un eccesso di ribasso.

Mezzogiorno

Pochi minuti dopo lo scoccare delle ore dodici, arriva puntuale il secondo crollo: ci si attesta sul -4,8%. Di conseguenza arriva anche una nuova raffica di sospensioni. Scende pericolosamente Intesa Sanpaolo, che si porta a -10,4%, fino a che la Consob decide di intervenire con l’impedimento, che rimarrà in vigore fino a mercoledì, di vendere allo scoperto i titoli della prima banca italiana. Si tratta di una norma anti-speculazione che non entrava in causa dai giorni più neri della crisi.

Pomeriggio

Durante il pomeriggio la pressione delle vendite sembra leggermente allentarsi con l’indice in calo del 4% circa. Nel frattempo, Intesa Sanpaolo diminuisce le perdite fino al 7%, senza però riacutizzarle.

Sera

In chiusura l’ultimo crollo: il ribasso alla fine è del 4,89% con le banche in maglia nera e perdite teoriche pari a 17 miliardi sull’intero listino. Spettano alle blue chip del credito i cinque maggiori ribassi: Banco Popolare e Mediolanum -10%; Intesa -8,9%, Unicredit -8,4%, Mediobanca -8,2%.