Crisi e desertificazione urbana, il rapporto di Confercenti

 In dieci anni sono sparite dalle città italiane quasi il 25% delle piccole botteghe di quartiere, distrutte dall’arrivo dei centri commerciali che hanno la possibilità di fare prezzi altamente competitivi e particolari scontistiche precluse a chi gestisce un negozio di piccole dimensioni.

► I saldi non rianimano i consumi

La Confesercenti, che ha analizzato i dati del Censis, parla di desertificazione urbana, ovvero la scomparsa dei servizi di vicinato, che nell’ultimo decennio ha avuto delle proporzioni inaudite. Si tratta della perdita di circa un quarto di queste piccole realtà: il numero medio di esercizi al dettaglio ogni mille abitanti è passato da quota 2,1 a quota 1,6, crollando del 24,3 per cento.

La responsabilità del fenomeno non è, però, da attribuirsi in via del tutto esclusiva alla comparsa delle grandi catene e dei centri commerciali, ma, soprattutto negli ultimi cinque anni, alla crisi economica: laddove un tempo più del prezzo contava la qualità del servizio, ora a dettare la scelta è solo il prezzo.

► L’allarme di Confesercenti sui consumi

Un problema non solo economico ma sociale, soprattutto se rapportato all’aumento dell’età media degli italiani: sono sempre di più gli ultra sessantacinquenni per i quali avere un negozio sotto casa può davvero fare la differenza. Il numero più basso di negozi al dettaglio è stato rilevato a  Bolzano e Milano, con rispettivamente 0,7 e 0,8 negozi ogni mille abitanti.

Elezioni amare per Piazza Affari

 A quattro ore dalla chiusura delle urne, le proiezioni delle elezioni spaventano i mercati. Soffermiamoci, ad esempio, su quanto sta accadendo presso la Borsa di Milano.  Piazza Affari, in maniera rocambolesca, in un primo momento accelera sugli instant poll che consegnano il governo nelle mani Bersani con un margine di oltre 8 punti sul Pdl, per poi frenare bruscamente sulle successive proiezioni. Proiezioni che ora danno un sostanziale equilibrio tra Centrodestra e Centrosinistra al Senato. Il Movimento 5 Stelle, al momento, si colloca come terza forza del Paese. Il suo apporto e la sua crescita danno poche chance di una netta bipartizione.

L’era del bipolarismo, in altri termini, potrebbe essere finita.

Restando in ambito economico, Piazza Affari gira per le prime ore del pomeriggio in territorio assolutamente negativo. Al termine della seduta, poi, si verifica un piccolo colpo di reni. Piazza Affari si stoppa con un rialzo dello 0,73%.

Eurozona

Per quanto concerne il resto d’Europa Londra sale dello 0,8%, Francoforte sale del 2,4% e Parigi sale dell’1,8%.

Per quanto riguarda il listino milanese, l’osservato speciale è naturalmente il titolo Mediaset. Al termine della pioggia di vendite allo scoperto di venerdì scorso, le azioni del Biscione sono salite sugli scudi (fino al +10%) per poi ritracciare poco sopra l’1,4%. Al termine una raffica di sospensioni al rialzo, Unicredit cala passando dall’8% a poco sopra la parità. Il suo movimento è in linea con tutto il settore bancario (Mediobanca, Ubi Banca e Banco Popolare).

Record partite Iva under 35

 Il 2012 è stato l’anno dei liberi professionisti. Aperte 549mila Partite Iva -con un aumento del 2,2% rispetto al 2011- delle quali il 38,5% è stato aperto da giovani sotto i 35 anni: si tratta di un aumento dell’8,1% rispetto all’anno precedente per un totale di 211.500 giovani professionisti in più.

► Il Cassetto fiscale apre agli studi di settore con una nuova applicazione dedicata alle partite Iva

La maggior parte di queste è stata aperta al Sud, ad aprirle sono soprattutto donne (+10,1%) per un totale di 79.100 unità (pari al 37,4% del totale under 35). Questo è il quadro che emerge dai dati del ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento delle Finanze. Dati che sono stati commentati dalla Cgia di Mestre attraverso le parole del suo segretario Giuseppe Bortolussi:

L’aumento del numero delle partite Iva in capo ai giovani lascia presagire, nonostante le misure restrittive introdotte dalla riforma del ministro Fornero, che questi  nuovi autonomi lavorano  prevalentemente per un solo committente.

Quindi le misure restrittive hanno avuto ben poco effetto, forse a causa del fatto che i controlli su queste partite Iva sono stati rimandati a luglio 2014 e che, proprio perché dedicate a giovani professionisti che stanno iniziando la loro carriera, prevedono delle grandi agevolazioni, come quella di non dover presentare gli studi di settore.

Continua Bortolussi:

Visto che questo boom di nuove iscrizioni ha interessato in particolar modo gli agenti di commercio/intermediari presenti nel settore del commercio all’ingrosso, le libere professioni e l’edilizia riteniamo che la nostra chiave di lettura non si discosti moltissimo dalla realtà.

 

Le proiezioni delle elezioni spaventano i mercati

 La corsa di Piazza Affari termina subito dopo le prime proiezioni dei risultati elettorali. I Numeri parlano di un’Italia che sta rischiando l’ingovernabilità.

Senato

In questo momento c’è un significativo testa a testa al Senato, tra il Centrodestra di Silvio Berlusconi e il centrosinistra di Pierluigi Bersani. Per il momento, quando le sezioni scrutinate sono poco più della metà, c’è da dire che il Centrodestra ha giù acquisito il Premio di maggioranza in Lombardia, Sicilia e Campania. Un dato, questo, che pesa.

Camera

Intanto, per quanto attiene alla Camera, Bersani e i suoi sono in vantaggio. Si allontana intanto l’ipotesi di un’alleanza con Monti, come avevano auspicato dagglili investitori internazionali. Si allontana per via del deludente risultato del partito del premier uscente. Sta però per prendere corpo uno degli scenari che più spaventavano i mercati: la rinascita di Silvio Berlusconi. Piove sul bagnato, perché tale rinascita implica inoltre una maggioranza alquanto debole.

Standard & Poor’s

Giunti a questo punto qualcuno già parla di un ritorno alle urne in breve tempo. Qualcuno, invece, ricorda la previsione di S&P, la quale temeva uno blocco delle riforme avviate nell’ultimo anno.

Una brusca frenata che rischierebbe di essere fatale per l’intera Eurozona soprattutto alla luce delle ultime stime di Bruxelles, secondo cui la recessione continuerà per tutto il 2013.

Exit Poll Elezioni 2013: Grillo primo al Senato e Monti grande sconfitto

 L’Italia che esce da queste elezioni è un paese che non cambia e che continua a frammentare il suo voto senza una precisa coscienza popolare. Almeno questo è il quadro che emerge a poche ore dalla chiusura dei seggi elettorali.

Il primo dato che emerge è un netto contrasto tra gli instant poll e i primi numeri che si hanno dallo spoglio delle schede: se i primi davano come scontata una vittoria del centro-sinistra, le schede elettorali vedono, invece, un’Italia ancora spostata verso il centro-destra.

Al momento per il Senato il centro-destra è avanti al centro-sinistra di due punti con uno scontro diretto tra il Pd e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo; mentre alla Camera il PD va verso un 33% di preferenze, contro il 27% circa del Movimento a 5 Stelle e il 24% della coalizione di centro-destra.

Dati ancora molto provvisori che però danno il polso della frammentazione del voto, che potrebbe portare, come anche già paventato da più parti, all’ingovernabilità del paese che sarebbe, di nuovo, spinto in troppe direzioni diverse.

Il premier uscente Mario Monti è il grande sconfitto: le sue percentuali di preferenza sono tali da rendere praticamente impossibile una rimonta, essendosi fermato a meno del 10%. Deludenti anche le percentuali di Ingroia e della sua Rivoluzione Civile (sotto al 2%).

Unico dato certo per queste elezioni politiche 2013 è l’affluenza alle urne: alla chiusura dei seggi alle 22 di ieri sera aveva votato il 55.17% degli aventi diritto, in calo rispetto al 2008 quando si arrivò al 62.55%. A breve si avranno i dati dell’affluenza totale con la percentuale dei votanti di questa mattina.

L’Istat registra il dimezzamento del deficit extra Ue a Gennaio

 I dati dell’Istat sulla bilancia commerciale mostrano come il deficit commerciale con i Paesi extra Ue si è dimezzato a Gennaio. Il deficit commerciale è passato da -5,2 miliardi a -2,3 miliardi nel confronto tra Gennaio 2012 e Gennaio 2013. Questo dato arriva soprattutto dall’aumento delle esportazioni che è del 17,7%. Le importazioni sono invece diminuite del 5,6%.

L’accordo europeo sui bilanci degli stati membri

I dati dell’Istat mostrano che anche il deficit energetico è in calo passando da -6,1 miliardi di Gennaio 2012 a -5,2 miliardi di Gennaio 2013. Il surplus nello scambio di prodotti non energetici si è invece ampliato passando da da 869 milioni nel 2012 a 2,9 miliardi nel 2013. Alla base di questo dato c’è soprattutto l’aumento commerciale dei beni strumentali.

Saldo positivo per l’export italiano

La crescita delle esportazioni riguarda un po’ tutti i settori con solo quello dell’energia che è in diminuzione del 26,2%.

Le importazioni sono invece in calo è in particolare per i beni di consumo durevoli con il 18,5% e per l’energia con il 16,3%.

Nel confronto con il mese di Dicembre si registra un incremento dei i flussi commerciali presentano un incremento, più nelle esportazioni con un 3,9%) che nelle importazioni con un 3,0%.

Per i prodotti intermedi si vede una crescita congiunturale che è superiore alla media ed è del 5,4%, mentre per i beni di consumo durevoli si registra una diminuzione del 4,7%.

I mercati con gli incrementi più alti nelle esportazioni sono Asean con il 32,2%, Opec  con il 26,1%, Giappone con il 25,6%, Cina con il 24,6%, Eda con il 22,9% e Stati Uniti con il 20,2%.

La crisi della Francia è più preoccupante

In Francia c’è il rischio che la crisi economica possa essere simile o anche peggiore di quella che ha colpito l’Italia e la Spagna. E nel Paese si corre ai ripari per evitare i rischi. Si sta proponendo di bloccare le spese per la difesa, per l’istruzione superiore e per la ricerca, al fine di raggiungere gli obiettivi di disavanzo proposti dall’Unione europea. La politica fiscale diventa quindi sempre più importante e in Francia si respira aria di crisi economica.

L’allarme della Francia e la distanza della Germania

 

L’Unione Europea ha tagliato le sue previsioni di crescita per la Francia nel 2013 allo 0,1%. Si aprono quindi gli effetti della recessione. Una recessione grave con Markit che prevede una diminuzione della manifattura francese e dei servizi al 42,3 a Febbraio. Un calo serio visto che sotto i 50 si è in contrazione economica.

C’è il rischio di un calo della fiducia, come dice Markit, che potrebbe portare a meno investimenti da parte delle imprese. I motivi di preoccupazione ci sono visto anche che l’M1 a sei mesi, che è un indicatore fondamentale della massa monetaria della Francia, ha avuto negli ultimi mesi una contrazione che è stata più veloce di quella Italia o in Spagna.

Previsioni negative quindi per l’economia della Francia. Il deficit di bilancio dovrebbe essere del 3,6% del Pil.

La Francia ha sforato il bilancio e alla base c’è una certa difficoltà nei rapporti con la Germania. Se la Francia non sta agli accordi europei sulla disciplina economica c’è il rischio che il programma fallisca. Per i ministri dell’economia della Finlandia e della Slovacchia la Francia non deve godere di un trattamento speciale, mentre il Presidente Holland ha detto che vuole arrivare all’obiettivo del 3% il più presto possibile e che vuole evitare di l’austerità. La Francia ha scritto alla Commissione europea che si impegnerà in nuovi tagli per di 2 miliardi di Euro.

La Gran Bretagna perde la Tripla A

Il Regno Unito perde la Tripla A. una notizia a sorpresa che è arrivata da Moody’s Investors Service che ha declassato il credito britannico portandolo da AAA a AA1. Alla base della decisione dell’agenzia di rating Moody’s ci sono le deboli prospettive di crescita economica nel medio termine del Regno Unito. Moody’s ha detto: “Nei prossimi anni la crescita continuerà a mostrarsi debole con ripercussioni sul programma di risanamento dei conti pubblici che si protrarrà anche nella prossima legislatura”.

Moody’s conferma l’outlook negativo sugli Stati Uniti

Dal governo britannico si dicono sorpresi della decisione soprattutto per i tempi. George Osborne, ha detto il declassamento non cambia gli obiettivi del governo per la riduzione del debito. Il premier Cameron aveva parlato di un programma di riduzione del debito fino al 2015. Il partito laburista di opposizione ha parlato di un cambiamento della strategia politica dicendo che è necessario dare maggiore peso alla crescita piuttosto che alla riduzione del deficit.

Le stime diffuse dalla Commissione Europea parlano di un deficit della Gran Bretagna che dovrebbe salire al 7,4% dal 6,3% del 2012.

La situazione di debolezza economica dovrebbe portare la banca centrale britannica a rinforzare il piano di allentamento quantitativo. La scorsa settimana il Monetary Policy Committee della Bank of England ha messo in evidenza l’aumento a tre dei componenti del comitato favorevoli ad aumentare il programma di allentamento quantitativo.

Scoperta una evasione internazionale di circa 60 milioni di Euro

Un’evasione fiscale internazionale di circa 60 milioni di Euro è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Torino. La struttura operativa della multinazionale torinese è in Irlanda e in cinque anni ha fatturato circa 60 milioni di Euro senza nessuna comunicazione al fisco.

Le indicazioni fiscali dell’Ocse per l’Italia

La multinazionale si occupa della realizzazione e della vendita di prodotti in plastica che sono nel mercato di tutto il mondo.

L’azienda acquistava le materie prime che però venivano lavorate da un’azienda irlandese cui venivano cedute. L’azienda irlandese è controllata da quella italiana e la lavorazione avveniva in Irlanda. I prodotti arrivava vano poi in Italia per essere messi sul mercato a prezzo superiore.

 

Corte dei Conti su fisco e corruzione

 

La maggior parte dell’attività lavorativa dell’azienda si sviluppava quindi in Irlanda, dove la tassazione sul reddito di impresa è al 12,50%. In cinque anni di attività quindi la multinazionale torinese è arrivata a circa 60 milioni di Euro di guadagni conseguiti all’estero. Per la Guardia di Finanza questi redditi dovevano essere dichiarati in Italia.Le indagini hanno dimostrato che l’azienda irlandese non è un soggetto autonomo, quanto piuttosto una parte dell’azienda italiana. In questi casi c’è l’obbligo di fare la dichiarazione di tutti i redditi percepiti sia in Italia che all’estero. Le tasse pagate in Irlanda potranno comunque essere riconosciute dal Fisco italiano nel calcolo di quanto dovuto dalla multinazionale torinese.

Con la BCC San Calogero si finanziano ditte e prima casa

 La Banca del Credito Cooperativo di San Calogero è una banca molto piccola e molto interessante che ha tarato negli anni i suoi prodotti per assecondare le spese sostenute dalla popolazione locale. Il primo gruppo di mutui che abbiamo preso in considerazione sono quelli finalizzati al rifacimento degli esterni, oppure ai lavori di ristrutturazione dell’abitazione, oppure alla costruzione di impianti fotovoltaici per la vendita dell’energia.

► Energicamente Gran Prestito

Oggi invece consideriamo la presentazione che la banca fa dei mutui ipotecari, di quelli ipotecari finalizzati all’acquisto della prima casa e poi prendiamo brevemente in considerazione il mutuo ditte.

Il mutuo ipotecario

Si tratta di un mutuo pensato per offrire nuova liquidità, al fine di portare a compimento operazioni diverse dall’acquisto o dalla ristrutturazione della casa principale, per il nucleo famigliare che ne fa richiesta. In generale si tratta di un mutuo a medio-lungo termine, tanto che il piano di rimborso deve essere almeno di 18 mesi ma non può superare i 15 anni. In tutto questo tempo è possibile comunque avvalersi di un regime fiscale agevolato. Come per tutti i mutui della BCC di San Calogero, le rate del piano di rimborso possono essere mensili, bimestrali, trimestrali e semestrali. Si possono anticipare i pagamenti o corrispondere il dovuto in modo costante. Leggendo bene il foglio informativo si scopre che si tratta di un mutuo ipotecario a tasso variabile, indicizzato con l’Euribor a 6 mesi. Il TAEG proposto dalla banca è del 5,290 per cento per i clienti soci dell’istituto di credito ma sale fino al 5,748% per i clienti non soci della banca. Si devono poi considerare tutte le spese e le imposte che derivano dalla stipula del contratto.

Rinnovare casa detraendo le spese

Il mutuo ipotecario prima casa

Il mutuo ipotecario prima casa è finalizzato all’acquisto dell’abitazione principale, di residenza del nucleo famigliare che chiede di accedere a questa particolare linea di credito. La durata del finanziamento è medio-lunga e il mutuo deve essere rimborsato in minimo 18 mesi e in massimo 20 anni, con la possibilità di avvalersi del regime fiscale agevolato. Per maggiori informazioni riguardo al prodotto, la banca stessa consiglia di prendere visione dei fogli informativi disponibili online oppure presso le filiali della banca. Il mutuo può essere a tasso fisso, a tasso variabile BCE, a tasso variabile Euribor a 6 mesi, oppure a tasso variabile Euribor a 6 mesi con Cap. Tanto per avere un’idea dei costi diremo che il tasso fisso è proposto al 5,908% mentre il tasso variabile BCE è al 4,595%. In quest’ultimo caso facciamo riferimento al tasso applicato ai clienti soci della banca.

Il mutuo ditte

Il mutuo in questione, diversamente rispetto agli altri non è offerto per il classico cittadino consumatore, ma per chi ha una ditta o una società ed ha bisogno di un piccolo prestito ai tassi più competitivi e convenienti di un mutuo, per completare le attività in essere. Chi richiede il prestito s’impegna poi a rimborsarlo con gli interessi, attraverso il rispetto di un piano d’ammortamento particolare, definito in fase di stipula del contratto. la durata del piano d’ammortamento è definita come medio-lunga perché deve essere superiore ai 18 mesi ma non deve superare i sette anni e ci si può anche avvalere di un regime fiscale agevolato. Quanto all’importo erogato dalla Banca del Credito Cooperativo, è specificato che l’importo massimo finanziabile è di 50 mila euro. Le rate del rimborso possono essere mensili, bimestrali, trimestrali o semestrali, costanti e posticipate. Per maggiori informazioni, la banca stessa consiglia di recarsi in una delle filiali o di consultare il foglio informativo. Per quanto riguarda il tasso si specifica che il TAEG è dell’8,006 per cento per i soci della banca del credito cooperativo mentre può arrivare all’8,604% se si è clienti ma non soci della BCC.