Accordo raggiunto sui poteri della Commissione Europea

 L’Europarlamento, il Consiglio Europeo e i governi dei paesi membri dell’Unione Europea sono giunti ad un accordo per aumentare i poteri della Commissione Europea.C’è voluto un anno, ma alla fine la Commissione ha ricevuto il potere di intervenire sul bilancio dei singoli stati e chiedere correzioni in caso di scostamenti importanti dagli obiettivi di consolidamento fiscale.

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Secondo il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn è stato fatto un passo avanti che permetterà un ulteriore, significativo rafforzamento della governance economica dell’eurozona, un passo oltre la strenua opposizione della Germania.

Il ‘two pack‘, così è stato chiamato il programma, prevede, oltre ai maggiori poteri in seno alla Commissione Europea, anche emendamenti per il sostegno alla crescita, soprattutto nel caso in cui ad un paese siano richiesti sacrifici particolari per i consolidamenti del bilancio, con una particolare tutela per i settori della sanità e dell’istruzione.

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Il ‘two pack’ prevede, inoltre, l’obbligo per gli Stati dell’Eurozona di sottoporre le bozze del bilancio per gli anni successivi alla Commissione europea e all’Eurogruppo prima del 15 ottobre e un sistema di monitoraggio graduato per assicurare la correzione rapida e durevole del deficit eccessivo con meccanismi di controllo e allarme a fronte di rischi.

Fondi pensione sostitutivi Ago

 I fondi sostitutivi dell’assicurazione generale obbligatoria sono, come sottolinea il termine stesso, fondi per i quali le procedure di managment del conto, rendimento e calcolo rimpiazzano in maniera definitiva quelle in uso per la generalità dei lavoratori dipendenti (Assicurazione Generale Obbligatoria)

Successivamente al rilascio dei decreti di armonizzazione ed alla soppressione di alcuni fondi, le norme che li disciplinano si sono conformate alle norme applicate nell’Assicurazione Generale Obbligatoria. Tali norme sono:

– vecchiaia;

– vecchiaia contributiva;

– anzianità;

– inabilità;

– assegno ordinario di invalidità;

– superstiti.

 

Lavoratori iscritti

 

Per quanto riguarda i Fondi Trasporti (ET), erano iscritti:

tutti i dipendenti di ruolo, anche se provvisoriamente, delle imprese private che esercitano l’attività nei seguenti settori: ferrovie, tramvie, autolinee, filovie, funivie cumulabili per atto di concessione alle ferrovie e linee di navigazione interna, tenute all’applicazione del R.D. n. 148/1931;

il personale, effettivo o adibito in modo continuativo ai pubblici servizi di trasporto, dipendente da aziende, non tenute all’applicazione del R.D. 148/1931;

il personale dipendenti da Comuni, Province e Regioni esercenti direttamente in economia il pubblico servizio di trasporto che è stato iscritto al Fondo sino al 30.9.1991.

 

Per quanto riguarda i Fondi Telefonici (TT), erano iscritti:

tutti i dipendenti delle aziende che avevano in concessione il pubblico servizio di telefonia, nonché i dirigenti non iscritti al Fondo ex Inpdai.

 

Per quanto concerne i Fondi Elettrici (EL) erano iscritti:

i dipendenti dell’Enel nonché i dipendenti di aziende private, i quali producono trasformano, commercializzano l’energia elettrica, con almeno quindici lavoratori.

Era, invece, iscritto al Fondo Dazio (DZ) il personale avente un rapporto di lavoro di natura privatistica, già dipendente dagli appaltatori delle imposte di consumo oppure dai Comuni che portavano in economia il relativo servizio di riscossione.

Successivamente all’abolizione delle imposte comunali di consumo il personale, dal primo gennaio del 1973, è stato fatto traslocare alle dipendenze dell’Amministrazione statale istituito presso il Ministero delle Finanze. In altre circostanze il personale è stato mantenuto in servizio presso i Comuni dai quali dipendeva. Hanno mantenuto un iscrizione al Fondo coloro che hanno optato per il mantenimento dell’iscrizione.

Prestazioni del fondo

Il fondo ottempera a tutte le prestazioni di natura pensionistica contemplate dall’Assicurazione Generale Obbligatoria con i medesimi requisiti e le medesime modalità:

– vecchiaia;

– vecchiaia contributiva;

– anzianità;

– inabilità;

– assegno ordinario di invalidità;

– superstiti.

Erano previste pensioni concesse con leggi specifiche ai singoli Fondi, alcune delle quali ancora oggi in vigore.

Come presentare domanda per ottenere il Fondo

– Domanda via Web: servendosi dei servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN attraverso il portale dell’Istituto http://www.inps.it

– Domanda via telefono: chiamando al numero 803164 il contact center integrato. Il numero è gratuito da rete fissa. Inoltre, è possibile chiamare il numero 06164164 da rete mobile. Il numero è a pagamento secondo la tariffa del proprio gestore telefonico

– Domanda nei patronati e presso tutti i centri intermediari dell’Istituto, avvalendosi dei servizi telematici offerti dagli stessi

 

Fondi pensione sostitutivi: quando spettano

I lavoratori che arrivano a possedere i requisiti anagrafici e contributivi nel fondo per il diritto alle prestazioni possono avere ingresso al pensionamento. Quando? A partire dal mese successivo al mese in cui viene perfezionata la presentazione della domanda. Occorre agire, qualora siano previste, nel rispetto delle finestre di ingresso.

Fondi pensione sostitutivi: quanto spetta

L’importo della pensione va determinato mediante un determinato sistema di calcolo:

calcolo retributivo: nel caso in cui il lavoratore può far valere almeno 18 anni di contributi al 31.12.1995;

calcolo misto: Si calcola una quota con il sistema retributivo e una quota con il sistema contributivo.

calcolo contributivo: nel caso in cui il lavoratore abbia iniziato l’attività lavorativa dopo il 31.12.1995.

L’assicurato, iscritto Fondo Trasporti o Fondo Elettrici o Fondo Telefonici può fare richiesta, in concomitanza con la domanda di pensione, la liquidazione nella gestione (Fondo o AGO) che eroga la pensione di importo più favorevole.

 

 

Due gruppi italiani nella cordata per comprare le acciaierie di Terni

Per l’acquisto delle acciaierie di Terni si muove una cordata importante in cui ci sono anche due gruppi italiani. I due gruppi italiani sono il gruppo Marcegaglia e il gruppo Arvedi e il gruppo di Lussemburgo Aperam si propongono per acquistarle. Le ex acciaierie della Thyssenkrupp sono ora della società finlandese Outokumpu.

Thyssenkrupp taglia 2000 posti di lavoro

Il gruppo italo-lussemburghese ha firmato una lettera di intenti per creare una joint adventure e seguire la vendita della Acciai Speciali Terni (AST).

La lettera di intenti è stata comunicata con una nota congiunta dei tre gruppi. L’azionista di maggioranza sarà Aperam. Nel comunicato si legge: “L’esperienza e le risorse combinate del consorzio saranno mirate a migliorare la competitività e la redditività della fabbrica italiana nel mercato europeo dell’acciaio”.

Dalla parte di Outokumpu si accoglie con favore l’interesse e la portavoce di Outokumpu, Saara Tahvanainen non ha parlato di cifre e altri potenziali acquirenti. La portavoce ha anche detto che “Ci sono molti candidati in questa fase del processo di vendita, e il consorzio di Apera è uno di questi”. Per Saara Tahvanainen la vendita delle acciaierie sta andando secondo le previsioni e si dovrebbe chiudere nel secondo trimestre.

La vendita dello stabilimento di Terni era stata predisposta dalla Commissione europea.

In Europa diminuzione a sorpresa dell’indice Pmi

Nel mese di Febbraio diminuisce a sorpresa l’indice Pmi. Questo è l’indice dell’istituto Markit che considera le aspettative dei direttori degli acquisti delle aziende. Un indice che il mercato ritiene affidabile. L’indice è in calo in Europa, con la Germania che tiene e la Francia che invece è in netta diminuzione.

Indice Pmi dà i primi segnali di ripresa

La situazione economica nell’Eurozona torna quindi a fare preoccupare.

In particolare, l’indice Pmi riguarda l’attività economica nei servizi e nell’ambito manifatturiero In Europa e il dato del suo calo è negativo e diverso dalle aspettative. La diminuzione a Febbraio lo ha portato a 47,3, in maniera inattesa, mentre a Gennaio era a 48,6. Ci si aspettava una crescita è l’arrivo dell’indice Pmi a 49, ma così non è stato. Questo indice sotto i 50 punti significa che l’economia è in contrazione.

Economia zona euro in ripresa

I dati sull’indice Pmi stanno influenzando anche l’andamento delle piazze finanziarie d’Europa. La Borsa di Milano è la peggiore d’Europa.

In Germania l’indice Pmi è tornato a crescere arrivando a 50,1 punti per quanto riguarda il manifatturiero. In Francia è arrivato al 43,6 per il manifatturiero, il risultato peggiore da cinque anni. Il Pmi dei servizi è a 42,7 e i dati dimostrano un’economia in contrazione.

La Germani è quindi in ripresa, ma al momento è la sola. Gli altri Paesi dell’Eurozona sono ancora in una situazione di economia debole e di ripresa che è rimandata di circa un anno.

Il rischio “sequestrer” per gli Stati Uniti

Gli Stati Uniti si ritrovano di nuovo davanti al problema del deficit e al rischio dei tagli automatici alla spesa. Qualche mese fa a tenere in allarme la politica americana era il Fiscal Cliff, il precipizio, ora c’è il “Sequestrer”, che riguarda appunto i tagli indistinti per bloccare il deficit.

Negli Stati Uniti un piano per abbassare il deficit

I Repubblicani e i Democratici cercano un accordo e si preparano delle proposte da condividere, ma ognuno ha i suoi interessi da difendere. Gli eventuali tagli automatici riguarderebbero per circa la metà le spese della difesa e i militari e le lobby a essi legate sono sul chi va là.

L’obiettivo della politica è quindi quello di trovare un accordo ed evitare i tagli automatici. Se l’intesa non sarà trovata, all’inizio di Marzo i tagli scatteranno quindi in maniera automatica. Questi tagli automatici sarebbero un problema per l’economia e metterebbero a rischio circa 750 mila posti di lavoro. Per l’accordo è quindi una corsa contro il tempo un po’ come era stato per il Fiscal Cliff alla fine di Dicembre.

In una situazione economica in ripresa, ma non ancora stabile, questa situazione rischia di dare grandi problemi.

Il piano sui tagli che è stato deciso è stato rimandato per la sua approvazione visto che è abbastanza impegnativo. Si cercano soluzioni più chiare e si ragiona sulla “Buffett rule”, cioè una tassa del 30% per gli americani con i redditi più alti. In questo caso però l’accordo con i repubblicani è più difficile.

Per Confindustria il Pil peggiora nel 2013

Il centro studi di Confindustria ha parlato di Pil in peggioramento nel 2013 e di una situazione di debolezza e fragilità economica. Gli effetti della crisi, stando alle previsioni, sono ancora presenti e si mostreranno ancora in questo anno. Per Confindustria, il calo del Pil del quarto trimestre del 2012 è superiore a quello che si aspettava e le previsioni per il 2013 sono quindi da rivedere al ribasso.

Rapporto Congiuntura flash di Confindustria

In particolare, il centro studi di Confindustria ha detto: “Gli indici anticipatori confermano progressi nei mesi a venire sia nella domanda interna sia nell’attività economica generale, grazie all’andamento del manifatturiero, che beneficia della ripartenza degli ordini dall’estero. In difficoltà rimangono sia i servizi sia le costruzioni”.

Ancora in discesa i prestiti per le famiglie e le imprese italiane

Le preoccupazioni sono per il mercato del lavoro. I dati mostrano un peggioramento nella fine del 2012 e la disoccupazione è aumentata. I posti di lavoro persi sono 186 mila nei mesi di Novembre e di Dicembre del 2012. I segni negativi per Confindustria riguardano anche “La forza lavoro, la cui crescita aveva spinto in su il tasso di disoccupazione nell’ultimo anno, ha invertito la marcia: -0,4% mensile in Dicembre”.

Il centro studi di viale dell’Astronomia sottolinea l’importanza del credito alle aziende per la ripresa. A Dicembre il dato non è buono con i prestiti alle aziende italiane che sono scesi ancora dello 0,2%.

Carta acquisti

 La Carta Acquisti altro non è che una carta di pagamento elettronico.

Nel periodo che va dal 2008 al 2012 lo Stato ha saldato oppure addebitato in maniera diretta le spese.

A partire dal primo di gennaio del 2013, invece, si adopera lo stanziamento disciplinato da ENI S.p.A. e ENI Foundation, al fine di assicurare la prosecuzione del programma ‘Carta acquisti’. Ciò viene disciplinato dal Decreto interministeriale numero 100152 del 19 dicembre 2012, da parte del Ministero dell’economia e delle finanze e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali).

Sempre dal primo gennaio del 2013 è stata sospesa l’missione del contributo aggiuntivo di 20 euro destinato agli utilizzatori sul territorio nazionale di gas naturale o GPL ma è comunque garantito l’accredito ordinario degli ottanta euro bimestrali.

La Carta acquisti non è utilizzabile ai fini di effettuare un prelievo di contanti. Tale carta è altresì utilizzabile solo ed esclusivamente per spese di natura alimentare presso gli esercizi commerciali convenzionati e consente di pagare le utenze domestiche quali gas ed elettricità, presso gli Uffici Postali.

I titolari di Carta Acquisti possono ottenere uno sconto del 5% nei negozi e nelle farmacie, nel caso in cui aderiscano all’iniziativa e siano convenzionate.

Lo sconto è accettato soltanto per acquisti realizzati esclusivamente attraverso la Carta Acquisti e non è applicabile all’acquisto di specialità medicinali o per il pagamento di ticket di natura sanitaria.

Le farmacie, qualora siano attrezzate in tal senso, garantiscono ai beneficiari della Carta Acquisti che effettuano un acquisto di qualsiasi importo tramite la Carta medesima, la misurazione gratuita della pressione arteriosa e/o del peso corporeo.

Lo sconto è cumulabile con altre iniziative promozionali oppure con sconti applicati in favore della generalità della clientela, e ancora con quelle del medesimo genere assicurate ai titolari di carte fedeltà erogate dai negozi stessi. Tra questi vi sono, ad esempio, i supermercati

Il progetto Carta Acquisti contempla la possibilità che gli Enti territoriali possano rilasciare, così da avvantaggiare i propri residenti, l’accredito sulla carta di ulteriori somme e, inoltre, offre la possibilità ad alcune aziende di disporre sconti specifici sulla fornitura di beni di pubblica utilità.

Carta acquisti: cosa comporta

All’interno della Carta acquisti sono accreditati, a vantaggio degli enti aventi diritto, quaranta euro mensili con una cadenza di tipo bimestrale, di 80 euro. Per i beneficiari che hanno il diritto all’accredito e che sono in possesso degli ulteriori requisiti richiesti, agli ottanta euro bimestrali andranno ad aggiungersi eventuali somme messe a disposizione dagli Enti territoriali di residenza.

Chi può avere la carta acquisti

Possono godere della Carta acquisti quei cittadini aventi età uguale o superiore a sessantacinque anni, nonché i bambini di età inferiore a 3 anni.

Nel secondo caso il Titolare della Carta sarà colui che esercita la patria potestà nei confronti dei minori.

Requisiti per ottenere la Carta acquisti

Tornando al primo caso, i cittadini di età uguale o superiore a sessantacinque anni, al fine di ottenere il diritto alla Carta, dovranno essere in possesso dei seguenti requisiti:

– non devono essere in possesso di trattamenti, o ancora beneficiare, nell’anno di competenza del beneficio, di trattamenti, rilasciati a qualsiasi titolo, di importo minore di:

– euro 6.701,34 per l’anno 2013, se di età pari o superiore a sessantacinque anni e inferiore a settanta anni

– euro 8.935,12 per l’anno 2013, se di età pari o superiore a settanta anni

– nel caso in cui una quota dei trattamenti sia connessa alla situazione di reddito del pensionato, il cumulo dei redditi e dei trattamenti deve essere minore rispetto a tali soglie.

– i cittadini devono essere in possesso di un ISEE, in corso di validità, minore di 6.701,34 euro per l’anno 2013

– non essere, contemporaneamente,  gli esercenti la patria potestà o ai soggetti affidatari:

– intestatari di più di una utenza elettrica domestica;

– intestatari di più di una utenza elettrica non domestica;

– intestatari di più di due utenze del gas;

– proprietari di più di due autovetture

– proprietari, con una quota superiore o uguale al venticinque%, di più di un immobile ad uso abitativo;

– proprietari, con una quota superiore o uguale al dieci%, di immobili che non siano ad uso abitativo o di categoria catastale C7;

– titolari di un patrimonio mobiliare, come verificato nella dichiarazione ISEE, superiore a euro 15.000.

 

La truffa alla Snam sarà pagata in bolletta?

 La Snam, a partire dal dicembre del 2011, gestisce il mercato del gas, una sorta di Borsa alla quale partecipano venditori e trader italiani che acquistano qui la materia prima e ne garantiscono poi la distribuzione sul territorio nazionale. All’inizio per partecipare alla Borsa del gas era necessario presentare delle garanzie, ma, dopo un ricorso al Tar, queste garanzie non sono più state necessarie.

► Quanto costeranno i contributi per le energie rinnovabili?

Momento di giubilo per alcuni operatori meno onesti che hanno ben pensato di approfittare della situazione facendosi consegnare del gas dalla Snam senza avere però un adeguata copertura per coprire quanto acquistato. Al momento in cui viene scoperto l’affare alcune aziende distributrici hanno normalizzato la situazione mentre altre sono sparite dalla circolazione, lasciando un buco di circa circa 300 milioni di euro.

La prima cosa che ha fatto la Snam, insieme all’Autorità per l’energia, è stato di rassicurare i consumatori che questo ammanco non sarebbe stato riversato sulle bollette. Ma oggi si scopre che il buco è molto più alto di quanto pensato: si è arrivati a 430 milioni di euro, dei quali 30 derivanti da fideiussioni bancarie false.

► Le bollette italiane di luce e gas sono le più care d’Europa

L’Autorità per l’Energia ribadisce le garanzie per i consumatori, ma l’affare risulta comunque molto complicato -ora si aggiunge anche il fatto che, a causa delle fideiussioni false, si è passati al reato penale– e, complici le lungaggini burocratiche italiane è difficile credere che l’ammanco non sarà pagato dai cittadini.

Tagli ed esuberi per Lufthansa

 Compagnia di linea tedesca e prima compagnia aerea dell’Europa continentale, la Lufthansa ha chiuso il 2012 con quasi un miliardo di utile netto, ma questa cifra non verrà distribuita tra gli azionisti e non servirà neanche ad evitare tagli del personale.

► Effetti della fusione tra American Airlines e US Airways

La colpa, in questo caso, non è della crisi, o almeno non direttamente. Il vettore tedesco ha deciso di utilizzare l’utile del 2012 e altro fondi recuperati in questi ultimi periodi per investire nell’acquisto di nuovi aerei, per far fronte alla sempre più agguerrita concorrenza che arriva dai paesi orientali.

In totale la Lufthansa manderà a casa 3500 persone, soprattutto tra gli amministrativi, e gli azionisti non riceveranno neanche i 25 centesimi ad azione che sono riusciti a prendersi nel 2011, anno in cui la compagnia tedesca aveva registrato perdite per 13 milioni di euro.

A ufficializzare la decisione Christoph Franz, ad di Lufthansa, che ha annunciato che, per recuperare maggiore liquidità in breve tempo, potrebbe anche essere chiusa la sede di Colonia della compagnia. Nei piani di Lufthansa sono state già pianificate spese per l’ammodernamento della flotta pari a 23 miliardi di euro, con i quali acquistare almeno 239 nuovi aerei di linea (cioè circa un terzo del totale della flotta) da adesso al 2025.

► Air Berlin e Reanult pronte a tagliare posti di lavoro

Se Lufthansa taglia per ammodernare, Air Berlin taglia e basta. La compagnia è in una situazione drammatica e sono stati programmati tagli al personale per almeno un decimo dell’organico totale.

 

Code ai Caf dopo la lettera per il rimborso dell’Imu di Silvio Berlusconi

 Centri di assistenza fiscale e sedi dei sindacati genovesi presi d’assalto da pensionati e non che cercano delucidazioni e moduli per il rimborso dell’Imu. Questa è una delle prime conseguenze delle campagna elettorale messa in piedi da Silvio berlusconi, che non lesina trovate di genio e idee particolari per guadagnare il consenso degli elettori.

► Lettera di Berlusconi sulla restituzione dell’Imu è una truffa secondo Il Pd

La lettera è arrivata a tanti italiani in questi ultimi giorni e al suo interno contiene fogli, molto simili a quelli che solitamente vengono inviati dall’Agenzia delle Entrate, con i quali sarebbe possibile chiedere il rimborso dell’Imu. Peccato che la specifica che la lettera è solo una promessa elettorale, o meglio, è quello che intende fare il PD se riuscirà a vincere le elezioni sia scritto così piccolo da non essere praticamente leggibile.

I caf genovesi e i sindacati avvertono la popolazione di non affannarsi e di non perdere tempo inutilmente: non c’è nessun modulo per il rimborso dell’Imu, anzi, non esiste la possibilità di un rimborso per l’Imu.

Al fine di evitare perdite di tempo Cgil, Cisl e Uil invitano i cittadini a non recarsi presso le sedi sindacali a seguito del ricevimento di questa lettera contenente un messaggio elettorale.

► Mediobanca calcola il costo delle promesse elettorali

Durissime le reazioni degli altri candidati, tra chi si trattiene da dare giudizi -come Mario Monti- a chi, come Pisapia, dà del bugiardo al Cavaliere e chi, infine, ironizza. Beppe Grillo stigmatizza così l’accaduto:

Mandano biglietti a tutti con la scritta Imu. Poi ci mettono anche un buono per una batteria di pentole e un set di lenzuola, cosa incredibile.