Un mix tra fondi ed ETF è il segreto

 Per investire in borsa – per molto tempo – si è scelto d’investire o nelle gestioni attive o negli strumenti passivi ma gli analisti, in questo particolare momento storico-finanziario, suggeriscono piuttosto di fare un mix delle due proposte. Una combinazione che potrebbe inaugurare una nuova strategia d’investimenti.

 Scommettere con gli Etf e lo spread

All’inizio la separazione tra i due strumenti di risparmio/investimento era obbligata poi con la normativa europea Ucitis III è stato consentito ai risparmiatori di cambiare strategia.

E’ proprio concentrandosi sulla strategia che si possono far fruttare i soldi messi da parte. Lo spiega bene uno studio di iShare che annuncia come su 35 società che regolano un business di 2.400 miliardi di euro, il 30 per cento preferisca dedicarsi soltanto alla gestione attiva, mentre un buon 25%, quindi una società su quattro, considera più redditizio il mix degli asset proposti.

 Guadagnare ai tempi della guerra valutaria

Tra i risparmiatori, poi, si scoprono tante tendenze diverse che rispecchiano soltanto la volontà dei singoli. Per esempio sono tanti quelli che non vogliono puntare sugli indici generali ma preferiscono i cosiddetti ETF che permettono di investire sui mercati ad elevata liquidità.

La diversificazione delle strategie d’investimento, comunque, comunica un profondo cambiamento del mercato, dove gli investitori non sono più tanto attenti alla stabilità dei prezzi dei titoli, quanto piuttosto al potere d’acquisto, quindi al rendimento reale.

In attesa delle elezioni cosa succede a Piazza Affari

 La volatilità del mercato italiano è molto legata alla situazione politica del paese. Basta pensare all’altalena dello spread che ha raggiunto cifre ragguardevoli nell’ultima fase del governo Berlusconi per poi dimezzarsi durante l’anno di riforme portate avanti dal governo Monti.

► Elezioni, dimissioni e opzioni binarie

Ma si potrebbe fare anche il caso di singoli titoli, come MPS o Finmeccanica dove sono emerse con sempre maggiore evidenza le relazioni tra settore industriale e mondo della politica. Le elezioni nel nostro paese sono talmente cruciali che anche la Germania ha proposto chi “non votare” per evitare la débacle finanziaria.

La Germania chiede di non votare Berlusconi

Per quanto riguarda l’andamento di Piazza Affari, in vista delle elezioni si nota che la maglia nera del listino nostrano è Mediaset che perde il 2,88 per cento, mentre aumenta il valore di altre azioni, come TiMedia che recupera il 5,7%. Su questa performance influisce la notizia relativa alle trattative sulla vendita di La7 dove Telecom ha scelto di privilegiare le avance di Urbano Cairo rispetto alle proposte di Diego Della Valle.

Della Valle non conquista Bernabè

Ad ogni modo, più dei guadagni di TiMedia colpisce il rosso del Biscione, molto bersagliato dalle tensioni elettorali. Mediaset sembra si avvii a chiudere il primo mese in rosso di tutta la sua storia finanziaria.

Perde anche RCS Media Group ma stavolta il calo è contenuto nel -1 per cento.

 

Il CUD avvia la stagione dichiarativa

 La stagione delle dichiarazioni dei redditi inizia con l’invio del CUD da parte dei sostituti d’imposta ai loro collaboratori. Un invio che non deve andare oltre il 28 febbraio 2013. In pratica i datori di lavoro, entro la fine del mese, devono consegnare a dipendenti e collaboratori,  la documentazione relativa ai redditi corrisposti e alle ritenute fiscali fatte in acconto.

Il CUD 2013 è un modello che riguarda in particolar modo i dipendenti e i pensionati, ma la fine del mese in corso scade anche l’invio della certificazione degli utili e dei proventi equiparati, il CUPE. Questa operazione non è da poco visto che complessivamente, le due dichiarazioni, interessano più di 35 milioni di lavoratori del nostro paese.

 Entro febbraio deve essere pronto il CUD

Ci sono chiaramente delle novità che non potevano lasciare invariato questo modello di dichiarazione. In primo luogo il limite di reddito esente per i lavoratori transfrontalieri che è stato portato a 6700 euro; è stata aumentata poi la deduzione legata a chi lavora per la prima volta grazie al fatto che le forme di previdenza complementare ha permesso di accumulare un plafond utile.

 Online il modello CUD 2013 definitivo

In più ci sono da valutare le new entry. Nella dichiarazione CUD, infatti, fanno il loro ingresso i nuovi beneficiari dell’8 per mille che sono la Sacra Arcidiocesi ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa, la Chiesa apostolica in Italia e l’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia.

Come si chiede il rimborso IVA

 Se avete una partita IVA ed avete accumulato un credito IVA negli anni, avete la possibilità di chiederne il rimborso. La procedura cambia sulla base del tipo di dichiarazione scelta dal contribuente e si può scegliere anche come usare il credito accumulato nei confronti dell’Erario.

Partiamo dalla prima questione: che modulo è associato alla richiesta del rimborso del credito IVA 2012? Se si presenta la dichiarazione IVA autonoma entro febbraio, è necessario compilare il Rigo VX4 relativo al rimborso del credito. Al contrario, se si presenta la dichiarazione IVA in forma unificata con la dichiarazione dei redditi modello UNICO, allora è necessario compilare il Rigo RX33.

Il saldo IVA si avvicina

Il credito IVA può essere utilizzato in diversi modi. Per esempio si può usare per le successive liquidazioni periodiche dell’Imposta sul Valore Aggiunto, quindi computato in detrazione nell’anno successivo. Esiste anche una forma di compensazione orizzontale che consente di usare il credito per pagare altre imposte e contributi. Si può chiedere comunque il rimborso totale o parziale delle imposte.

► In calo a dicembre il numero delle nuove partite IVA

Il limite massimo di credito accumulabile non deve comunque superare i 516.465,90 euro. Il limite è definito tenendo conto che operano in regime IVA molti attori del settore edile.

Il termine per la presentazione della richiesta di rimborso deve essere presentata telematicamente tra il primo febbraio 2013 e il 30 settembre 2013.

Scegliere tra cedolare secca e remissione in bonis

 La cedolare secca è stata introdotta nel 2011 ma è quest’anno che se ne inizia a parlare con insistenza in prossimità della dichiarazione dei redditi. Ad introdurre questa particolare tipologia dei contratti d’affitto ci ha pensato l’articolo 3 del decreto legislativo numero 23 del 14 marzo 2011.

In pratica si tratta di un’imposta sostitutiva sui redditi che derivano dai contratti di locazione degli immobili ad uno abitativo, non inferiori ai 30 giorni. Se il contratto è di durata inferiore ad un mese, infatti, la legge non ha previsto l’obbligo di registrazione.

 Gli sconti sull’IRPEF dell’affitto degli studenti

La cedolare secca va a sostituire tutte le tasse relative all’affitto della casa, quindi l’IRPEF, gli addizionali, l’imposta di bollo e quella di registro. Se si sceglie di applicare la cedolare secca e il canone libero, allora l’imposta sostitutiva è al 21%, se invece si opta per la cedolare secca e il canone concordato, l’imposta scende al 19 per cento.

 Il regime degli affitti secondo la legge

Se si sceglie di entrare, diciamo così, nel regime della cedolare secca al momento della stipula del contratto, non ci sono problemi ma se la scelta dell’opzione è comunicata tardivamente, bisogna prendere sul serio la remissione in bonis

Si può usufruire di questa specie di “ravvedimento” soltanto se la violazione della normativa non è stata già contestata, se non sono iniziate le verifiche dell’autorità tributaria, se si posseggono i requisiti previsti dalla legge e se i documenti sono presentati entro la presentazione della prima dichiarazione dei redditi utile. La sanzione da versare, ad ogni modo, ammonta a 258 euro.

La ripartenza pronta dei tedeschi

 In Germania tornano a credere nella crescita e questo lo possiamo vedere dall’indice Zew che ha raggiunto un traguardo molto interessante in un momento in cui l’Europa, invece, è in fase di previsioni: al ripresa ci sarà e quando? Mario Draghi ha rimandato tutto al 2014, per esempio, portando avanti l’idea della debolezza dell’economia.

► Il rallentamento della Germania è finito

L’economia tedesca, invece, secondo la Bundesbank, ha già reagito alla contrazione del PIL e della produzione, registrata alla fine del 2012, adesso però, la ripresa di questa nazione dovrà essere supportata dalla stabilizzazione dell’Eurozona in generale.

Si riparte dalla fiducia delle imprese tedesche

Il bello è che la fiducia nell’economia tedesca è stata superiore al previsto: a dicembre l’indice Zew era fermo al 31,5 e ci si aspettava che a gennaio raggiungesse almeno la soglia del 35, invece si è assestato con grande sorpresa di tutti al 48,2 per cento. La buona notizia da carpire è che si tratta del terzo rialzo consecutivo, ma la volatilità dell’indice, dicono alcuni analisti, deve far calmierare un po’ l’entusiasmo.

 In Germania tornano a credere nella crescita

A questo punto, comunque, si può dire che la recessione è stata evitata e il report della Bundesbank non fa che confermare quanto già “annunciato” dagli investitori e dai consumatori. E’ probabile che nei prossimi mesi ci sia un’ulteriore iniezione di fiducia partendo dall’export.

In Germania tornano a credere nella crescita

 Gli investitori devono credere che l’investimento fatto in un determinato paese, sia davvero profittevole per tornare a metterci un po’ di denaro su. Per misurare le fiducia degli investitori, solitamente, si usa l’indice Zew che in queste ore sta portando scompiglio e soddisfazione nei mercati di tutta Europa.

Il calendario economico del 19 febbraio

L’Indice Zew sulla fiducia degli investitori, misura in Germania, risulta in crescita  e questo dipende dagli ottimi risultati ottenuti dal colosso dell’economia europea, in campo occupazionale. La fiducia è cresciuta fino al livello di 48,2 punti che superano di parecchio le attese di 35 punti da raggiungere in tre anni.

I tedeschi, adesso, raggiunto il record di occupati, sono disposti a dimenticare in poco tempo i dati dell’Eurostat sull’UE e anche le parole di Draghi che ha rinviato la ripresa alla fine del 2013.

 Il rallentamento della Germania è finito

L’entusiasmo tedesco segue l’onda lunga dei risultati interessanti registrati a Wall Street dove ad esempio, per la prima volta, le azioni di Google hanno raggiunto gli 800 dollari. A condizionare le oscillazioni degli indici in Europa, comunque, c’è l’attesa per il risultato delle urne italiane. Ci sono paesi, come per l’appunto la Germania, che si sono sbilanciati molto chiedendo agli elettori italiani, ad esempio, di non ri-votare Silvio Berlusconi.

I mercati, in questo momento molto nervosi, stanno cercando un appiglio.

La Germania chiede di non votare Berlusconi

 Siamo a pochissimi giorni dalle elezioni nel nostro paese e anche la politica europea inizia a chiedersi quale sia il governo tricolore auspicabile per la stabilità del nostro paese. Proprio all’indomani della notizia sul miglioramento del deficit italiano, l’eventualità che torni al governo Berlusconi fa paura, soprattutto alla Germania.

Sono state già diffuse due analisi molto accurate, realizzate da Societé Générale e da Credit Suisse che hanno spiegato il pericolo insito nella votazione del leader del PdL, o comunque nella vittoria di una compagine di destra. Poi l’appello accorato del Ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle che chiede agli italiani di non scegliere il loro ex presidente del consiglio.

Secondo Barclays i problemi arrivano da Berlusconi

Questo perché con Monti prima e con un governo di centro sinistra o comunque filo europeo, adesso, si potrebbe portare avanti un discorso europeista molto interessante, capace di far brillare di nuovo la stella dell’Italia. Per sottolineare l’importanza del concetto, molti sono quelli che parlando di peggioramento delle condizioni italiane prima ed europee dopo, con il ritorno del Cavaliere in politica.

In Germania tornano a credere nella crescita

I giornali tedeschi replicano l’invito del Ministro degli Esteri, applaudendo agli sforzi pro-europeisti e alle riforme fatte dai governi non guidati da Berlusconi. Questo parere autorevole espresso dalla Germania potrebbe influire decisamente anche sulla considerazione del nostro paese in Europa e quindi sull’andamento delle opzioni binarie riferite all’Italia.

 

La ripresa ci sarà ma alla fine dell’anno

 La crisi del debito in Europa non è acqua passata e quando sembrano finiti gli interrogativi sulle economie maggiormente in difficoltà come l’Italia o la Spagna, è iniziata la tiritera sulla guerra delle valute. La preoccupazione per la perdita di competitività del Vecchio Continente, è stata farcita da una serie di rassicurazioni sull’euro: non ci sarà alcune lotta con dollaro e yen, ogni banca centrale farà quello che ritiene più opportuno per il proprio paese, come da mandato.

Il meccanismo unico di risoluzione della BCE

Ma quando si uscirà da questa fase di debolezza che si riflette nella fragilità dell’economia reale? Il 2013, secondo Mario Draghi, ha messo davanti agli occhi dei cittadini, un quadro più stabile, anche se le sofferenze del settore creditizio diventano sempre più urgenti e sarà necessario trovare una soluzione, in tempi brevi, alla tenuta delle banche rispetto alla lunga recessione.

Draghi parla della debolezza dell’economia reale

L’Europa e ogni singolo paese, è chiamato dunque a fare degli sforzi per uscire dalla crisi e tra le misure più gettonate per spazzare via la recessione ci sono i tagli alla spesa senza un corrispondente aumento delle tasse, un consolidamento finanziario, il ripristino della fiducia nelle banche e la creazione del meccanismo di vigilanza unico per l’UE.

Tutte misure che non si attivano da un giorno all’altro tanto che l’uscita della crisi è stata procrastinata alla fine del 2013.

Scommettere con gli Etf e lo spread

 Elezioni politiche alle porte e tutti si stanno affannando a cercare di capire il sentiment degli elettori per dare una prima risposta alla domanda che tutti si fanno: chi guiderà il nostro governo? Domanda più che legittima che mai come questa volta sembra essere avvolta dalla più completa incertezza.

► I titoli che reggeranno ad ogni possibile esito delle elezioni secondo Banka Akros

C’è poi chi pensa solo alla politica e chi, invece, più lungimirante, pensa anche alle conseguenze che il risultato delle elezioni politiche può portare ai nostri risparmi e ai nostri investimenti. La paura maggiore è che dalle elezioni possa uscire un governo frammentato e quindi debole, sia sul piano interno che su quello estero, che potrebbe portare, nuovamente, a tensioni in borsa, rialzo dell0 spread e volatilità dei rendimenti dei BTp.

Se le grandi banche stanno già provvedendo per essere pronti a tutti gli scenari possibili, anche i piccoli risparmiatori possono farlo aderendo agli EFT, ossia quella particolare categoria di fondi di investimento che replicano l’andamento del Bund e del BTp, giocando quindi sulle oscillazioni dello spread.

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Il gioco è piuttosto semplice: se si pensa che dalle elezioni uscirà un governo forte e apprezzato anche all’estero, che farà scendere lo spread, l’investitore acquisterà allora Etf al rialzo su BTp e al ribasso sul Bund. Al contrario, in caso si ipotizzi una maggioranza frammentata e non apprezzata all’estero -che porterà quindi lo spread  a risalire– si dovranno acquistare Etf al ribasso sul BTp e al rialzo sul Bund.

Facile. Basta fare la scelta giusta.