Il Time è in crisi e vende People

 La crisi tira forte sull’editoria. Dopo il duro colpo subito da uno dei colossi del settore editoriale italiano, annunciato dalla vendita di 10 testate da parte di RCS, a subire un pesante ristrutturazione aziendale è il gruppo Time, il colosso americano.

► A RCS tira aria di crisi

La maggior parte delle testate che fanno capo al gruppo Time Warner – colosso del multimediale dal fatturato di circa 50 miliardi di dollari all’anno– saranno vendute, molto presumibilmente, dato che le trattative sono già in corso, alla Meredith corporation, per un’operazione il cui valore totale si aggira tra i 2,4 e i 3 miliardi di dollari. A salvarsi dalla vendita saranno sicuramente Fortune e Sports illustratedTime.

Stranamente la stessa sorte non è stata riservata a People, da sempre considerato il periodico di punta dell’intera divisione editoriale Time Inc, che però nell’ultimo anno ha subito un forte calo sia di vendite (-12%) sia di entrate pubblicitarie (-6%), mentre hanno resistito bene le entrate provenienti dalle tv via cavo della società, come  Hbo, Tbs, Tnt.

► Imprese italiane travolte dalla crisi

La decisione della vendita delle testate arriva dopo l’annuncio fatto a gennaio del taglio del personale. L’organico aziendale sarà ridotto del 6% (480 dipendenti) attraverso un meccanismo di dimissioni volontarie con buonuscita.

Ultimatum di Squinzi ai politici: ora servono i fatti

 Tre giorni di incontri tra la Confindustria e i leader delle principali coalizioni politiche in lizza per le elezioni che si svolgeranno la prossima settimana, al termine dei quali il presidente Giorgio Squinzi ha invocato una maggiore serietà e concretezza per coloro che usciranno vincitori dalla tornata elettorale.
► Rapporto Congiuntura flash di Confindustria

Deve esserci un new deal politico che non rischi di portare il paese al declino. Basta, quindi, a parole e allo scontro che non porta da nessuna parte, l‘Associazione degli imprenditori italiani chiede alla politica i provvedimenti a lungo termine con la consapevolezza che vale la pena fare i sacrifici richiesti.

L’Italia ha bisogno assoluto di verità, di parlare il linguaggio della condivisione e di un governo che sia in grado di compiere scelte concrete ed efficaci. La classe politica deve riconquistare con i fatti e la moralità la fiducia dei cittadini.

Dall’Associazione arriva anche l’impegno per il futuro economico del paese e si dice pronta ad appoggiare chiunque salirà al governo se le scelte politiche ed economiche saranno fatte in nome dell’interesse generale del paese.

► Per Confindustria i programmi dei partiti sull’economia reale sono insoddisfacenti

I tre giorni di incontri hanno portato a buoni risultati. Squinzi ha espresso soddisfazione per l’attenzione dimostrata dai leader dei partiti alle proposte fatte e per l’accordo di tutti sulla necessità di sostenere la politica industriale italiana.

Metà dell’Imu è stata pagata dalle aziende

 L’incasso dell’Imu per il 2012 è stato di circa 24 miliardi di euro. Un gettito superiore alle attese, che sembra essere stato portato, per almeno una metà, da quanto hanno versato le imprese italiane.In totale le imprese italiane hanno pagato 11,7 miliardi di euro, il 49,4% del gettito Imu del 2012. Il calcolo è stato fatto dalla Confesercenti  che ha precisato che rispetto alla vecchia imposta sugli immobili, alle società e alle ditte individuali del nostro paese, l’Imu è costata mediamente 1.800 euro in più rispetto all’Ici.
► L’inflazione pesa più dell’Imu

Nello specifico le imprese hanno contributo con 6,5 miliardi che arrivano dagli immobili strumentali di proprietà di imprese costituite come società e 5,2 miliardi per immobili strumentali di proprietà di ditte individuali.

Queste ditte – sottolinea la Confesercenti – sono soggette ad Irpef, e considerate quindi alla stregua di persone fisiche: pertanto abbiamo stimato la quota di gettito Imu proveniente da negozi, botteghe, uffici e immobili ad uso produttivo di proprietà di persone fisiche.

► Quanto spenderanno gli italiani in tasse

Il prelievo lordo aggiuntivo, spiega la Confesercenti, è stato di 6,1 miliardi rispetto ai 5,6 miliardi di euro che sarebbero stati versati se fosse stata ancora in vigore l’Ici, che rappresenta, per ogni azienda un aumento del 90,4%.

 

Perso un terzo del potere d’acquisto delle pensioni

 -33% del potere d’acquisto tra il 1996 e il 2011, e il trend al ribasso del potere di acquisto delle pensioni degli italiani non sembra voler rallentare, anzi, a causa della riforma Fornero e le nuove tasse la situazione continuerà a peggiorare.
► Reintroduzione della pensione con 15 anni di contributi

Sono questi i dati presentati dallo Spi-Cgil che mettono in evidenza come siano i pensionati a subire maggiormente le conseguenze della crisi. Infatti, se il potere di acquisto delle pensioni si è ridotto di un terzo in quindici anni, anche il valore delle stesse è calato per una percentuale pari 5,1%.

Secondo lo Spi-Cgil è un crollo vertiginoso del reddito da pensione rispetto all’andamento dell’economia reale, peggiorato anche dal fatto che le tasse e le tariffe continuano ad aumentare: nel 2013 la loro incidenza sull’assegno pensionistico sarà di 2.064 euro a testa, il 20% in più rispetto al 2012.

► 6 milioni di pensionati non godranno della rivalutazione delle pensioni

Oltre a questo c’è anche da considerare il blocco della rivalutazione pensionistica annuale introdotto con la riforma Fornero che avrà come effetto la perdita di 1.135 euro nel biennio 2012-2013 per 6 milioni di pensionati. Nello specifico un pensionato che riceve un un assegno di 1.200 euro netti ha perso nel 2012 28 euro al mese e nel 2013 ne perderà 60; per le pensioni di 1.400 euro netti la perdita mensile per il 2012 è stata di 37 euro al mese e nel 2012 sarà di 78 euro.

Diego Della Valle prepara l’offerta per La7

 Diego Della Valle sta preparando la sua scalata ai vertici di La7. Ha in mente un progetto da realizzare in cordata con altri imprenditori italiani e intende coinvolgere anche i volti più famosi dell’emittente controllata da Ti Media.

► Moody’s declassa Telecom

 

La lettera con la sua offerta dovrebbe arrivare entro oggi al presidente di Telecom Italia Franco Bernabè e a tutti i consiglieri. Il fondatore di Tod’s ha già firmato l’impegno di riservatezza per accedere alle carte della società e ha chiamato a collaborare con lui una banca internazionale che lo assisterà in tutto il percorso.

Si sa ancora poco di questo progetto di scalata, Diego Della Valle si è riservato qualche settimana di tempo per mettere in piedi un’offerta davvero concorrenziale insieme ad altri cinque o sette imprenditori italiani. La novità del suo progetto è quella di voler coinvolgere anche Enrico Mentana e Michele Santoro.

Come già fatto da Cairo Communication, anche l’offerta di Della Valle cercherà di ottenere il controllo della tv -solo La7, senza MTV- e lasciare a Telecom Italia la gestione di infrastrutture e multiplex. Della Valle sembra disposto anche a  lasciare alla Telecom una quota di minoranza della società.

► Saltata l’asta per le frequenze televisive, persi 1,2 miliardi di euro

Lunedì mattina il cda di Ti Media in cui si discuteranno le offerte di Clessidra e Cairo. Si prospettano discussioni e probabili lungaggini prima dell’arrivo della decisione definitiva, dato che il cda è ugualmente suddiviso per zone di interesse. Della Valle, forte dell’appoggio di Mediobanca che attende offerte migliori rispetto a quelle depositate.

Chi ha diritto all’indennizzo per cessazione di attività commerciale

 L’indennizzo per il termine dell’attività commerciale è contemplato, dietro presentazione di una domanda, per coloro che sono iscritti alla gestione autonoma dei commercianti che decidono di cessare definitivamente l’attività nel periodo che intercorre tra il primo gennaio del 2009 e il 31 di dicembre del 2011.

Chi ha diritto all’indennizzo

Possono fare domanda per ottenere l’indennizzo:

– i titolari o coadiutori di attività commerciale al minuto in sede fissa, anche abbinata ad attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande;

– i titolari o coadiutori di attività commerciale su aree pubbliche;

– gli esercenti attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande;

– gli agenti e rappresentanti di commercio.

Requisiti richiesti per ottenere l’indennizzo

L’indennizzo può essere ottenuto nel caso in cui il richiedente possegga i seguenti requisiti:

– Il richiedente deve aver compiuto 62 anni di età, se uomo, o 57 anni di età, se donna;

– Il richiedente deve essere iscritto, al momento della cessazione dell’attività commerciale, per almeno 5 anni, come titolare o coadiutore, nella Gestione speciale commercianti.

Al fine di poter ricevere l’indennizzo l’assicurato deve terminare definitivamente l’attività commerciale e riconsegnare al Comune l’autorizzazione necessaria all’esercizio dell’attività commerciale al minuto e/o per l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande.

Cancellazione

Il titolare dell’attività deve, oltretutto, aver portato a termine la cancellazione dai seguenti registri:

– cancellazione dal registro delle imprese presso la Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura;

– cancellazione dal registro degli esercenti il commercio presso la Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura per l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande;

– cancellazione dal ruolo provinciale stabilito presso la Camera di commercio,industria, artigianato e agricoltura per gli agenti e rappresentanti di commercio.

Domanda per ottenere l’indennizzo

Come fare domanda per ottenere l’indennizzo dopo la cessazione dell’attività commerciale? La richiesta deve essere presentata, entro il 31 dicembre 2012, presso la sede Inps territorialmente competente per residenza, utilizzando il modulo appositamente predisposto (Mod. IND COM/207-448), direttamente o tramite uno degli Enti di patronato riconosciuti dalla legge che assistono gratuitamente i lavoratori; ovvero inviata per posta a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento.

Alla domanda deve essere allegata la seguente documentazione, la quale testimonia a tutti gli effetti:

– l’avvenuta cessazione definitiva dell’attività di tipo commerciale;

– l’avvenuta riconsegna dell’autorizzazione ai fini dell’esercizio dell’attività commerciale al minuto. Occorre riconsegnare anche l’autorizzazione necessaria per l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande. E’ necessario consegnare entrambe nel caso in cui si è di fronte ad un’attività abbinata.

– l’avvenuta cancellazione del titolare dell’attività dal registro degli esercenti attività di commercio (registro che prende il nome di “REC”) nel caso in cui l’attività si riferiva alla somministrazione al pubblico di alimenti e bevande;

– l’avvenuta cancellazione del titolare dell’attività dal ruolo degli agenti e rappresentanti di commercio.

Indennizzo di cessazione attività commerciale: quando spetta

L’indennizzo ha una decorrenza che va dal primo giorno del mese successivo al mese in cui viene presentata a tutti gli effetti la domanda per ottenerlo, nel caso in cui risultino in regola tutti i requisiti minimi richiesti di cui sopra (ivi compresa la cancellazione definitiva dal registro dell’attività commerciale).

La corresponsione terminerà poi dal primo giorno del mese successivo alla ripresa dell’attività lavorativa, subordinata o autonoma.

Indennizzo di cessazione dell’attività commerciale: quanto spetta

L’indennità é uguale al trattamento minimo di pensione contemplato per gli iscritti alla gestione commercianti.

Caratteristiche

Ci sono alcune peculiarità da tenere in considerazione, soprattutto nel momento in cui si parla di indennità. L’indennità è compatibile con ogni tipo di pensione diretta (pensione di anzianità, assegno ordinario di invalidità, inabilità) e anche con la pensione ai superstiti. Per quanto concerne l’identità non è contemplato, in questo caso,  il pagamento di trattamenti di famiglia.

Il Mutuo fisso acquisto di Barclays

 Stando alla ricognizione di MutuiOnline, anche la Barclays offre un mutuo a tasso fisso molto conveniente. Nella scheda riportata dall’intermediario creditizio, si scopre che i destinatari di questo prodotto dono i lavoratori a tempo indeterminato che hanno maturato almeno sei mesi di anzianità di servizio, o i lavoratori autonomi con 2 anni di attività alle spalle. Esiste anche un criterio anagrafico per l’accesso al mutuo, che è il non aver superato gli 80 anni di età alla scadenza del piano d’ammortamento. In più, la banca, ritiene fondamentale che l’aspirante mutuatario non abbia subito protesti o non abbia in corso procedure fallimentari e pignoramenti di qualche tipo.

 Mutuo Fisso Acquisto di Barclays

Soddisfatti questi requisiti, è possibile inoltrare la richiesta, sapendo che l’importo finanziato deve essere sempre compreso tra i 100 mila euro e il 60 per cento del valore dell’immobile. In più non può essere rimborsato in un tempo superiore ai 30 anni.

 Conto Barclays Business Professional

Il tasso fisso è uguale per tutta la durata del mutuo ed è composto dall’EurIrs di periodo cui si deve sommare lo spread del 3,05 per cento. Da aggiungere agli interessi ci sono anche le spese d’istruttoria, che sono detratte dall’importo del mutuo e sono equivalenti all’1 per cento dell’importo del finanziamento.

Le spese di perizia sono di 360 euro e si sommano alle spese periodiche equivalenti a 5 euro. Il resto dei dettagli del prodotto si evincono dalla scheda presente su MutuiOnline.

Webank competitiva con il mutuo variabile

 Webank, ormai da diversi mesi, è in cima alla classifica delle banche che propongono i mutui più convenienti. Il mutuo a tasso variabile proposto dalla colonne di MutuiOnline non prevede il pagamento di spese e penali e comporta la sottoscrizione di una polizza casa gratuita.

Il variabile di Webank di nuovo tra i migliori

MutuiOnline circoscrive i destinatari dell’offerta alle persone fisiche che risiedono nel nostro paese da almeno 3 anni e alla scadenza ancora ipotetica del mutuo, non hanno superato i 75 anni. La banca sottolinea però che non sono ammesse richieste di mutuo da persone fisiche che hanno superato i 60 anni.

I migliori mutui a tasso fisso stilati da Mutuisupermarket

I soldi erogati dalla banca devono essere usati per l’acquisto della prima casa, oppure per la ristrutturazione. Il calcolo del tasso chiama in gioco l’Euribor ma anche la durata del piano d’ammortamento e l’importo richiesto alla banca. Per esempio, per mutui fino a 125 mila euro, in cui l’importo rappresenti il 60% massimo del valore dell’immobile, si applica uno spread del 3 per cento che va sommato al classico Euribor di periodo.

Lo spread scende al 2,9 e poi al 2,8 per cento, rispettivamente, per i mutui da 125mila a 175 mila euro e per quelli dai 175 mila euro in su, fermo restando il loan to value al 60 per cento. Se si supera anche questo limite, il calcolo del tasso diventa più complesso. E’ possibile prenderne visione dalla scheda di MutuiOnline.

Il Mutuo Pratico a tasso variabile di Deutsche Bank

 Le persone fisiche che risiedono in italiana da almeno 3 anni e non hanno superato i 75 anni alla scadenza del mutuo, possono inoltrare la richiesta per accendere un Mutuo Pratico a tasso variabile con Deutsche Bank. Le condizioni promozionali che stiamo per elencare sono riservate ai clienti di MutuiOnline.

Le finalità consentite per il mutuo sono l’acquisto della prima e della seconda casa ma i soldi erogati dalla banca possono essere usati anche per pagare le spese di ristrutturazione. In caso di acquisto il loan to value è dell’80 per cento del minore tra prezzo di perizia e valore indicato nel compromesso. Si scende invece al 40 per cento nei casi di ristrutturazione, ma si può arrivare a coprire anche il 100 per cento delle spese. L’ultima parola spetta sempre all’istituto di credito.

► Pratico e vantaggioso: il variabile di Deutsche Bank

Le durate previste per il piano di rimborso sono di 5, 10, 15, 20, 25, 30, 35 e 40 anni. E arriviamo quindi alla definizione del tasso variabile d’ingresso. Il parametro di riferimento è l’Euribor a 3 mesi cui deve essere sommato uno spread del 2,85% della banca.

 Mutuo a tasso variabile Deutsche Bank

Deutsche Bank prevede che per l’accensione del mutuo debbano esser pagate 500 euro di spese d’istruttoria, 390 euro di spese di perizia e l’imposta sostitutiva che è pari allo 0,25% dell’importo erogato per l’acquisto della prima casa oppure equivale al 2 per cento se siamo di fronte all’acquisto della seconda casa.

L’assicurazione immobile obbligatoria è gratuita e sono assenti le spese periodiche.