Anche Peugeot Citroën in crisi

 Il 2012 è stato un anno drammatico per l’economia e soprattutto per il settore automobilistico. A risentirne però non è stata soltanto la FIAT, perennemente al centro dell’attenzione, ma anche industrie considerate più rodate e maggiormente in forma come ad esempio la Citroën Peugeot. 

Il gruppo industriale francese, nel 2012, è riuscito ad accumulare ben 5,01 miliardi di euro di perdite e nel 2011, non c’era stata alcuna avvisaglia di questa situazione, poiché il bilancio si era concluso con un utile di 588 milioni di euro. Secondo il Wall Street Journal che ha dedicato un po’ di spazio alla notizia, tutto dipende dalla più generale perdita di competitività dell’Europa.

 Crollo mercato auto dell’Ue: si scende ai livelli del 1993

Le perdite accusate dall’azienda in questione si sono quadruplicate rispetto al 2009, un altro anno che in termini storici può essere considerato come critico. Oltre alle perdite, della Citroën Peugeot sono scesi anche i ricavi che fanno registrare circa 55,45 miliardi di euro.

 I nuovi progetti di Volkswagen

In termini produttivi, sono state immessi nel mercato 2,82 milioni di auto, meno dell’anno precedente, infatti, nel 2011, le nuove macchine messe in campo sono state 3,09 milioni. L’ad dell’azienda automobilistica ha spiegato che la situazione tornerà nei ranghi entro il 2015, visto che è stato già avviato un piano di ristrutturazione che include il taglio dei costi, ma anche una migliore attività di vendita e un taglio dei posti di lavoro.

Imprenditoria giovanile promossa con Speed MI Up

 In un periodo di crisi molte aziende e molti cittadini che vogliono rimboccarsi le maniche, hanno buone idee, numerosi spunti e pochi soldi, sono alla ricerca di finanziamenti economici per coronare il sogno imprenditoriale. Li aiuta nell’impresa, l’incubatore d’impresa realizzato dalla Bocconi che collabora nel progetto con la Camera di Commercio e con il Comune di Milano.

 Il crowfunding cerca una disciplina

Si chiama Speed MI Up ed è un progetto che vuole finanziare ed promuovere la nascita delle start up, pubblicando due bandi ogni anno. Al momento sono aperte le iscrizioni e si possono inviare le candidature entro il 29 marzo 2013, usando il sito ufficiale del progetto.

 Net Generation della Regione Lombardia

L’obiettivo è quello di creare 10 startup e formare almeno 20 professionisti ogni anno. Si capisce bene che oltre alla promozione della nascita di nuove imprese e l’avvio nel settore imprenditoriale di alcuni giovani professionisti, è nelle corde anche l’allineamento tra mondo delle imprese e mondo dei professionisti.

Per accedere al bando, comunque, bisogna rispettare alcuni requisiti: in primo luogo essere maggiorenni, poi non aver superato i 35 anni ed avere la partita IVA. In più è necessario essere laureati. L’idea imprenditoriale, come in numerosi altri bandi simili, deve essere innovativa, solida, localizzata e in prospettiva internazionale.

Quindi deve svilupparsi nel territorio di Milano ma deve avere un respiro sovranazionale.

Lo sconto sul canone RAI

 Il pagamento del canone RAI è scaduto ma adesso che la RAI registra più del 50 per cento dello share con il suo programma di punta, il Festival di Sanremo, qualche contribuente scrupoloso si chiede se effettivamente, nel pagare l’imposta, ha diritto ad uno sconto.

 Il canone RAI è un appuntamento per tutti

La domanda è posta all’Agenzia delle Entrate tramite il giornale di punta, FiscoOggi: un contribuente pone il seguente interrogativo

Avendo compiuto 81 anni devo versare il canone RAI nel suo totale oppure ho uno sconto?

L’Erario risponde che per gli over75 è previsto non uno sconto ma addirittura l’esonero del pagamento del canone RAI, ma soltanto in presenza dei seguenti requisiti: aver compiuto 75 anni entro la data di scadenza del pagamento del canone, non convivere con altri soggetti, diversi dal coniuge, che siano percettori di reddito, e poi, possedere un reddito complessivo (tra marito e moglie) che non superi i 516,46 euro per tredici mensilità.

Il reddito da conteggiare, quello imponibile per intenderci, è quello indicato nel CUD. Sono esclusi dal calcolo i redditi esenti, i TFR e le relative anticipazioni, il reddito della casa di abitazione principale con le pertinenze annesse e i redditi soggetti ad una tassazione separata.

 Abbonamento RAI: guida per gli enti pensionistici

Per avere l’esenzione dal canone RAI va compilato il modulo di dichiarazione sostitutiva che si trova negli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate ma si può scaricare anche online.

Sconto sui carburanti dall’estatto conto della carta

 I liberi professioni e i contribuenti che volessero recuperare l’IVA detraibile sull’acquisto dei carburanti per autotrazione, possono avvalersi della carta di credito e rendere più snella l’operazione di detrazione. Infatti pagando con carta di credito e bancomat, o anche con una carta prepagata e poi usando l’estratto conto di questo strumento di pagamento elettronico, si può calcolare l’IVA da portare in detrazione ed annotarla sul registra IVA acquisti.

 Nuova legge per la trasparenza del prezzo dei carburanti

Più in generale, come stabiliva anche l’articolo 1 comma 1 del Dpr 444/1997 gli acquisti di carburante per autotrazione negli impianti stradali, doveva essere documentato con le schede carburanti, le cui annotazioni, sostituiscono la fatturazione.

Quello che ha precisato l’Agenzia delle Entrate è dall’11 maggio del 2011, in deroga all’obbligo di uso delle schede, tutti i soggetti IVA che acquistano carburante esclusivamente tramite carte di credito, carte bancomat o carte prepagate, non sono tenuti ad usare le schede carburante.

Quando non servono le schede carburante

Il fatto che si usi la parola esclusivamente, fa prevedere che l’Erario consideri i due sistemi di documentazione, le schede carburante da un lato e le carte elettroniche dall’altro, come alternativi tra loro, quindi vuol dire che non si possono usare contemporaneamente.

Nella pratica quindi, chi paga il carburante sia con la carta che con i contanti, dovrà usare le schede carburante, mentre chi usa soltanto le carte, potrà usare il metodo delle carte elettroniche.

Lo sconto massimo sui veicoli ecologici

 Lo Stato prevede per le famiglie un buon numero di agevolazioni e sconti, per esempio quelli legati all’acquisto dei veicoli ecologici sono molto interessanti e sono anche tornati di moda, adesso che i cittadini sembrano più sensibili ai pericoli che l’ambiente corre.

► Il bonus IRPEF sulle ristrutturazioni “solari”

Fatta questa piccola premessa ecofriendly, passiamo a considerare degli aspetti fiscali molto interessanti che – alla fine dei conti – ci dicono che lo sconto per l’acquisto di una macchina ecologica può arrivare fino a 5000 euro. Il governo, infatti, ha definito una serie di incentivi che servono a favorire la diffusione dei veicoli elettrici, di quelli ibridi, a gas o a idrogeno, comunque a bassa emissione di anidride carbonica.

Le agevolazioni valgono per tutto il periodo dal 2013 al 2015 e complessivamente, il fondo, contiene 120 milioni di euro. Il contributo è composto da due parti uguali, equivalenti al 20% del prezzo d’acquisto con un tesso massimo variabile dai 1800 ai 5000 euro: una parte è riconosciuta dallo Stato e una è riconosciuta direttamente dal venditore.

► Installazione dei pannelli solari

I veicoli ammessi al contributo non devono avere scarichi superiori ai 120 g/km. Il bonus, in generale, è rivolto a chi compra veicoli per usarli in famiglia o per adibirli a beni strumentali. Il contributo, scontato al momento dell’acquisto, è poi rimborsato dai costruttori o dagli importatori.

 

Gli immobili e l’eredità, che ne pensa il Fisco

 Anche l’Agenzia delle Entrate, dopo aver inglobato l’Agenzia del Territorio, sta progressivamente smaterializzando i documenti dei contribuenti. Basta pensare ad una delle ultime dichiarazioni legate all’asse ereditario con gli immobili.

Secondo la risoluzione dell’Agenzia delle Entrate, la numero 11/E del 13 febbraio, è anacronistico prevedere per che i cittadini alleghino alla dichiarazione di successione anche gli estratti catastali identificativi dei beni immobili che hanno ereditato.

IMU: quali errori si possono fare

Insomma, tutto si sta smaterializzando soprattutto grazie all’intervento di Sister, e tenuto conto della disciplina messa a punto dall’articolo n. 30 del Decreto legislativo numero 346 del 1990 che ha introdotto i principi di semplificazione nei procedimenti amministrativi.

Tutto, effettivamente, è iniziato nel 2000 con la legge numero 212, all’articolo 6 che ha introdotto lo Statuto del Contribuente. In pratica è stato deciso ormai 13 anni fa che l’Amministrazione finanziaria deve fare di tutto per agevolare il contribuente nel portare a termine i suoi obblighi tributari. Agli enti tributari, in particolar modo, è chiesto di non domandare certificati e informazioni che sono superflui o reperibili tramite la consultazione degli archivi delle altre amministrazioni.

Non basta la bolletta dell’elettricità per dimostrare la residenza

Sempre nel 2000 è stata introdotta la famosa legge sull’autocertificazione che i privati hanno potuto fare per definire davanti alle Amministrazioni le qualità personali, i fatti e gli stati. Per questo è anacronistico, chiedere i documenti degli immobili negli atti di successione.

Borse tirate in basso dai dati sul PIL

 Gli investitori si vogliono sentir dire qualsiasi cosa, basta che l’Italia non sia sempre paragonata alla Grecia o alla Spagna. Invece, anche con gli ultimi dati riferiti al PIL, questo parallelismo è stato inevitabile. I mercati si sono addirittura concentrati sui dati macroeconomici combinando le informazioni che arrivavano dall’Istat e dall’Eurostat.

► Germania tra PIL e guerra delle valute

In pratica per il sesto trimestre consecutivo, l’Italia ha visto flettere il PIL, da 18 mesi la tanto sospirata ripresa economica manca all’appello e l’ultima contrazione non è da poco visto che siamo al -2,2% rispetto all’anno precedente. In sostanza l’Italia non è il fanalino di coda dell’UE ma poco manca per il raggiungimento di questo record poco invidiabile, visto che alle nostre spalle ci sono soltanto Cipro e il Portogallo.

 Il fascino del Portogallo colpisce ancora

Cipro ha perso l’1,8 per cento mentre la contrazione del Portogallo si è fermata al -1%. E la Grecia? Atene fa registrare un calo del PIL del 6 per cento ma il dato in sé negativo non è nulla rispetto a quanto si è visto dall’altra parte dell’Adriatico nel 2012. Insomma, anche la Grecia migliora ma, complessivamente, il PIL dell’Eurozona si flette dello 0,6 per cento.

Rischio default anche per Cipro

La BCE ritiene che l’unico modo per dare avvio all’inversione di tendenza sia avviare delle politiche a favore dell’occupazione, con una buona dose di flessibilità salariale. Misure, insomma, volte ad ingrandire la platea dei lavoratori.