Continua a diminuire il Pil italiano

 I dati sul Pil relativo al 2012 sono stati diramati oggi dall’Istat. Nel complesso per il 2012 si è registrato un abbassamento del Pil pari al 2,2%. Solo nel quarto trimestre la variazione è stata del -0,9% rispetto al trimestre precedente, un dato che ha fatto segnare il sesto calo consecutivo del prodotto interno lordo del paese.
► A gennaio il PIL USA cala dello 0,1 per cento

L’Italia si trova ancora in una situazione di profonda debolezza economica. Un calo del Pil di questo livello non si verificava dal biennio 1992-1993. Su base congiunturale, infatti, il Pil ha registrato la maggiore flessione dal primo trimestre del 2009 (-3,6%), mentre, su base tendenziale, il Pil è sceso invece del 2,7% nel quarto trimestre del 2012.

Le cause del fenomeno sono da rintracciarsi nella contrazione del valore aggiunto in tutti i comparti di attività economica (agricoltura, industria e servizi).

► Questioni insolute e prospettive future dell’UE

Anche per l’Europa la situazione è pressappoco la stessa: l’Eurostat ha dichiarato la recessione complessiva per il periodo settembre-dicembre a -0,6%.  Anche in questo caso il calo del Pil è un fenomeno che interessa l’Eurozona da circa un anno, in quanto si tratta del terzo trimestre consecutivo in cui i dati relativi al pil sono sempre di più al ribasso. Peggio di così, in Europa, è andata solo nel primo trimestre del 2009, quando arrivò in Europa l’ondata del fallimento di Lehman Brothers, che fece registrare un -2,8%.

Proposta della Commissione Europea per la Tobin Tax

 La Commissione Europea ha presentato la sua proposta per la Tobin Tax, per la quale si stima un introito pari a 35 miliardi di euro.11 i paesi interessati –Italia, Francia, Germania, Belgio, Portogallo, Slovenia, Austria, Grecia, Spagna, Slovacchia ed Estonia– che saranno interessati dalla tassa sulle transazioni finanziarie attraverso l’attivazione della procedura di cooperazione rafforzata che ha l’obiettivo di porre un freno alla volatilità e ai giochi del mercato.

► Il 2013 è l’anno di Tares e Tobin Tax

La prima novità proposta dalla Commissione è quella del principio del luogo di emissione che prevede che tutti gli strumenti finanziari emessi dai paesi interessati saranno tassati anche se poi gli scambi avvengono al di fuori dei loro confini. Questo tipo di tassazione è reso legittimo dal principio di residenza, che prevede il pagamento dell’imposta indipendentemente da dove l’operazione ha luogo.

Dopo il come, passiamo al quanto. Le aliquote minime proposte dalla Commissione Europea sono dello 0,1% per azioni e obbligazioni (compresi i titoli di Stato sul mercato secondario) e dello 0,01% per i derivati. Unica eccezione alla tassazione la BCE, Efsf e Esm e i titoli di stato emessi per il rifinanziamento del debito dei paesi.

► Imposte al debutto, consumatori preoccupati

Ora, il problema si trova proprio nella tassazione delle transazioni che vengono effettuate sul mercato secondario. L’Italia è contraria a questa imposizione, perché rischia di mettere ancora più in difficoltà il debito sovrano dei paesi in crisi, e il compito che spetta ai delegati del nostro paese sarà proprio quello di convincere gli altri 10 a sostenere la causa.

 

 

Moody’s conferma l’outlook negativo sugli Stati Uniti

 Moody’s, che proprio ieri ha declassato Telecom, oggi ha diramato un’altra nota in cui ha fatto sapere che l’outlook per gli Stati Uniti d’America rimane negativo.

► Usa fanno causa a Standard & Poor’s

La ripresa è appena iniziata ma la strada è ancora lunga e costellata di difficoltà, soprattutto per i forti dubbi che si profilano per la stabilizzazione del settore pubblico. Il problema, nonostante i provvedimenti anche dolorosi presi negli ultimi mesi, è la discontinuità delle entrate fiscali e sulle spese per il sistema di assistenza sanitario Medicaid.

Lo stesso vale per le manovre di riduzione del deficit federale che, invece di apportare benefici all’economia statunitense, potrebbero rivelarsi una barriera alla crescita del paese.

Secondo Kimberly Lyons, assistant vice president and analyst di Moody’s, però, anche se i rischi sono più che tangibili, l’economia americana può contare sul sostegno di

economie diverse e grandi, da un basso livello del debito rispetto ad altri settori globali e da una forte flessibilità fiscale contro i rischi economici.

► Stop al potere del rating

E’ dal 2008 che l’outlook di Moody’s sul settore pubblico americano è negativo e la stessa agenzia sottolinea che, se si vuole che torni positivo, è necessario che la crescita economica sia costante e che i piani fiscali pubblici tornino ad essere bilanciati a livello strutturale. Inoltre, deve essere risolta la questione dei tagli delle spese federali sulle economie degli Stati e sulle finanze rispetto alle attese attuali.

28 miliardi di dollari per il ketchup

 Warren Buffet, il miliardario imprenditore americano, famoso anche per il suo supporto ad Obama, ha voluto fare un acquisto di gusto.

► Warren Buffet rilancia il suo appoggio alla politica di Obama

La Holding di cui è a capo, la Berkeshire Hathaway, insieme alla società di private equity 3G Capital vuole acquistare una delle più importanti etichette di ingredienti per la cucina, il ketchup Heinz. La notizia è stata riportata questa mattina dal Wall Street Journal, che definisce anche alcuni dettagli dell’operazione.

In primo luogo il costo dell’operazione: 23 miliardi di dollari, ai quali si aggiungono 5 miliardi per l’acquisizione del debito, per un totale di 28 miliardi di dollari.

L’accordo è stato approvato all’unanimità dal consiglio di amministrazione di Heinz. Un accordo nel quale si definisce che agli azionisti della società saranno corrisposti 72,50 dollari per azione, con un premio del 20% rispetto alla chiusura di ieri 13 febbraio 2013.

Soddisfatto l’amministratore delegato di Heinz William Johnson che ritiene l’operazione un’ottima opportunità per il marchio Heinz, anche perché sembra che cambierà poco dell’assetto societario e il quartier generale di Heinz sarà mantenuto nella sua sede storica di Pittsburgh.

Secondo Warren Buffett, ad di Berkshire Hathaway

Heinz ha un forte e sostenibile potenziale di crescita basato su standard di alta qualità, innovazione continua e un eccellente management.

Chi ha diritto all’assegno ordinario di invalidità

 L’assegno ordinario di invalidità altro non è che una prestazione economica, emessa a domanda, erogata in favore di coloro i quali hanno una capacità lavorativa interpretata come diminuita a meno di un terzo per via di infermità di natura fisica o di natura mentale.

Chi ha diritto all’assegno ordinario di invalidità:

A chi spetta il ricevimento dell’assegno ordinario di invalidità? Coloro che hanno a tutti gli effetti diritto a ricevere l’assegno di invalidità sono i seguenti tipi lavoratori:

Lavoratori dipendenti

Lavoratori dipendenti autonomi: parliamo, in questo caso, di artigiani, commercianti, coltivatori diretti,coloni e mezzadri, che hanno una capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo a causa di infermità di natura fisica oppure a causa di infermità di natura mentale;

Lavoratori dipendenti iscritti presso alcuni fondi pensioni sostitutivi ed integrativi dell’assicurazione generale obbligatoria.

I presupposti necessari all’ottenimento dell’assegno ordinario di invalidità

Quali sono i requisiti richiesti dalla legge al fine di erogare ai lavoratori di cui sopra l’assegno ordinario di invalidità?

– Ai lavoratori deve essere certificata una diminuzione della capacità lavorativa a meno di un terzo, la quale deve essere dovuta ad inferrmità oppure difetti fisici o mentali;

– I lavoratori devono aver perfezionato almeno 260 contributi settimanali. Si tratta in altri termini di un tempo di cinque anni di contribuzione e assicurazione. Di questi 156 contributi settimanali, pari a tre anni di contribuzione e assicurazione, devono essere stati perfezionati nel quinquennio che ha preceduto la data di presentazione della domanda.

– Ai lavoratori non viene richiesta la cessazione dell’attività lavorativa.

Come presentare la domanda per ottenere l’assegno ordinario di invalidità

Ecco come va presentata la domanda necessaria al fine di ottenere l’assegno ordinario di invalidità per coloro che sono in possesso dei requisiti richiesti dalla legge e che dunque hanno diritto ad entrare nel range.

Tale domanda può essere inoltrata solo ed esclusivamente attraverso via telematica, utilizzando uno tra canali che riportiamo di seguito:

Domanda via Web: la domanda necessaria all’ottenimento dell’assegno ordinario di invalidità può essere presentata via internet, servendosi dei servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino mediante PIN. Nello specifico può essere presentata consultando il portale dell’Istituto  http://www.inps.it;

Domanda via telefono: la domanda necessaria all’ottenimento dell’assegno ordinario di invalidità può essere altresì presentata telefonando al numero del contact center integrato, che è 803164. Questo numero è gratuito da rete fissa. In alternativa si può chiamare al numero 06164164 da rete mobile. Questo numero è a pagamento in base alla tariffa del proprio gestore telefonico;

Domanda presso i patronati e tutti gli intermediari dell’Istituto: la domanda necessaria all’ottenimento dell’assegno ordinario di invalidità può essere altresì presentata recandosi ai patronati nonché presso i centri intermediari dell’istituto Inps. Una volta arrivati in una di queste sedi sarà dunque possibile usufruire dei servizi telematici offerti dagli stessi centri. Anche in questo caso, dunque, la domanda sarà fatta in via telematica.

Allegati

Occorre allegare alla domanda una certificazione medica, in base al mod. SS3.

Assegno ordinario di invalidità: quando spetta

La decorrenza dell’assegno ordinario di invalidità parte dal primo giorno del mese successivo a quello in cui viene presentata la domanda domanda nel caso in cui tutti i requisiti richiesti, tanto quelli sanitari quanto quelli amministrativi, risultino soddisfatti.

Una volta ottenuto il nulla osta per la decorrenza, occorrerà tenere in considerazione che l’assegno sarà compatibile con l’attività lavorativa ed avrà validità di tre anni.

L’assegno potrà essere rinnovato su domanda presentata dall’interessato entro la data di scadenza.

Al termine di tre riconoscimenti consecutivi, l’assegno di invalidità sarà confermato automaticamente, qualora restassero invariate le facoltà di revisione.

Assegno ordinario di invalidità e pensione

Una volta raggiunto il compimento dell’età pensionabile e in presenza di tutti i requisiti richiesti dalla legge, l’assegno ordinario di invalidità verrà trasformato d’ufficio in pensione di vecchiaia.

Assegno ordinario di invalidità: quanto spetta

Per determinare l’importo dell’assegno ordinario di invalidità occorre mettere in atto un ben preciso sistema di calcolo:

calcolo misto: si calcola una quota con il sistema retributivo e una con il sistema contributivo;

calcolo contributivo: si usa questo sistema qualora il lavoratore abbia iniziato l’attività lavorativa successivamente al 31 dicembre del 1995.

Germania tra PIL e guerra delle valute

 Mentre in Giappone il PIL scende ma i tassi restano invariati, anche in Europa sono diffusi i primi dati sul PIL che confermano quanto ancora sia lungo il percorso per uscire dalla crisi “comunitaria”. L’UE stenta a decollare e intanto le economie nazionali confermano delle contrazioni del PIL senza scampo.

 Una lotta valutaria tra Tokyo e Berlino

Nel giorno di San Valentino, generalmente dedicato a discorsi più amorevoli, la finanza va alla corte dei ministri del Tesoro e dei banchieri centrali dei 20 paesi più industrializzati del mondo che adesso si ritrovano a Mosca per dare avvio al G-20. Durante il meeting si parlerà soprattutto delle condizioni economiche e delle prospettive di crescita dell’Europa, ma si dovrà dare una spiegazione alle aggressive svalutazioni decise dalle Banche centrali.

Il dato che maggiormente incide nelle valutazioni del giorno, è sicuramente quello riferito al PIL preliminare tedesco. In Germania, nel quarto trimestre del 2012, c’è stato un calo dello 0,6 per cento del PIL su base trimestrale. Gli analisti si aspettavano una flessione anche superiore a quella riportata e quindi ne ha giovano l’Euro. La moneta unica, dopo i dati del PIL tedesco, è tornata in discesa.

La ripresa c’è ma solo in Germania

La flessione dell’euro ha avuto un effetto positivo sulle coppie EUR/USD e EUR/JPY. Il cambio tra euro e dollaro è calato fino ad 1,34 e quello tra euro e yen, invece, si è portato poco al di sopra della quota 125.

In Giappone il PIL scende ma i tassi restano invariati

 La giornata di San Valentino, la festa degli innamorati, è stata anche la giornata della diffusione dei dati sul PIL delle maggiori economie mondiali. Il Giappone, ancora una volta, si trova sotto i riflettori. Il paese guidato oggi da Shnizo Abe, è alle prese con una politica monetaria molto importante.

► Il rallentamento della Germania è finito

Poiché fare delle riforme strutturali nel paese è un’ipotesi remota e comunque gli interventi studiati non saranno sufficienti ad invertire la tendenza attuale, il governo, d’accordo con la Banca Centrale del Giappone, ha deciso d’insistere sulla svalutazione dello yen.

Questa situazione potrebbe riportare gli investimenti nel terreno asiatico ma la politica adottata dalla Bank of Japan, ha già molti oppositori sullo scacchiere internazionale, prima tra tutti la Germania.

► Continua a diminuire il Pil italiano

I dati sul PIL giapponese, tuttavia, non sono rassicuranti e non fanno pensare ad un allentamento di questa politica monetaria in sé molto aggressiva. Tokyo, infatti, deve fare i conti con una decrescita del PIL dello 0,4 per cento su base annua. Per questo motivo, la Bank of Japan ha pensato di mantenere invariati i tassi tra lo 0 e lo 0,1 per cento, forte del miglioramento del giudizio internazionale sulla condizione economica del paese.

In effetti il calo del PIL nel 2012, è stato inferiore a quello del 2012. Sul versante Forex, il cambio tra euro e yen resta sul livello di 125,50 e quello tra dollaro e yen sul 93,60.

Scopri la convenienza del mutuo variabile BNL

 La Banca Nazionale del Lavoro che adesso fa parte del gruppo BNP Paribas, ha deciso di lanciare la campagna Diamo Credito al 2013 per riacquisire i clienti persi con la crisi del 2011 e del 2012. Il mutuo a tasso variabile, stando alla presentazione del prodotto che fa Mutuionline, è in promozione fino al 15 marzo 2013 ed è uno dei migliori prodotti in circolazione.

Il mutuo a tasso variabile della BNL può essere usato per l’acquisto della prima o della seconda casa, oppure per il pagamento delle spese di ristrutturazione. Il tasso, come abbiamo già detto è variabile e l’importo finanziabile varia in base alla finalità del mutuo.

 Il Mutuo Spensierato di BNL in offerta fino al 28 febbraio

Chi ha deciso di acquistare un immobile, per esempio, deve far riferimento ad un loan to value del 70 per cento, mentre chi vuole soltanto pagarsi le spese di ristrutturazione, allora deve considerare che la banca finanzierà il 30 per cento delle spese.

 Carte no problem: una polizza BNL

La durata del piano d’ammortamento, variabile dai 10 ai 30 anni, inciderà sul tasso applicato al mutuo. Per esempio per i rimborsi decennali all’Euribor a 1 mese si aggiungerà soltanto lo spread del 2,80 per cento. Poi lo spread si abbassa al 2,75 per cento per i rimborsi in 15 anni, e poi prende a risalire fermandosi al 2,85% per i mutui a 20 anni, al 3,05% per i mutui a 25 anni e al 3,20 per i mutui a 30 anni.

Tobin Tax a più ampio raggio

 Se dovessimo definire in questo momento la situazione dell’Europa, dovremmo dire che l’UE che la sta mettendo tutta per uscire dalla crisi. Per prima cosa è stato approvato il bilancio valido per il periodo 2014-2020 e per la prima volta è in calo rispetto al passato e poi è stata modificata la tassa sulle operazioni finanziarie.

 Raggiunto l’accordo UE con buone notizie per l’Italia

Del bilancio dell’UE abbiamo avuto modo di parlare nei giorni scorsi, prendiamo adesso in esame la Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie che è stata ampliata e sarà presentata in via ufficiale già domani. La proposta dell’Esecutivo comunitario è quella di applicare la tassa sia alle banche che risiedono in uno degli 11 paesi dell’UE che hanno deciso di aderire a questa imposta, sia a tutti gli strumenti finanziari emessi dagli stati, indipendentemente da dove poi abbia sede l’investitore.

 IVA, IRPEF E Tobin Tax: cosa cambia per l’Italia

In pratica sono chiamati in casa due principi complementari: il principio di residenza e il principio di emissione. Per quanto riguarda il primo, è stabilito che debbano pagare la Tobin Tax tutte le banche che operano ed hanno stabilito la sede in uno degli 11 stati aderenti al “patto”. Con il secondo principio, invece, si vanno a toccare tutti gli strumenti finanziari emessi.

Ampliando la portata della tassa, si è deciso sostanzialmente di ridurre al mimino i comportamenti scorretti ed elusivi dei soggetti finanziari dell’UE.