Conto Italiano Pensione di MPS

 Se è vero quanto dicono sul fatto che conti correnti, conti deposito e mutui presso MPS non sono a rischio, allora vale la pena riflettere sulle specificità di alcuni prodotti del Monte dei Paschi di Siena, quali ad esempio il Conto Italiano Pensione.

Si tratta di un conto corrente pensato esclusivamente per i pensionati degli enti previdenziali e assistenziali, quindi INPS, INPDAP, ENPALS, INPDAI, INAIL, ANMIL e ANMIC. Cosa si può fare con questo particolare conto?

 Con MPS non ci sono rischi per mutui e conti

I titolari di un Conto Italiano Pensione MPS possono ottenere dei prestiti personali per pagare a rate le cure, i soggiorni termali o anche le vacanze, possono ottenere condizioni favorevoli per la custodia e l’amministrazione dei titoli, possono ottenere l’anticipo della pensione fino a sei mensilità.

 Il Conto Italiano Zip – Base

Questo vuol dire che è un conto pensato per garantire sempre la liquidità necessaria ai correntisti che possono essere sempre certi della riscossione della pensione, anche nel caso in cui il titolare del conto abbia un impedimento. I titolari di questo conto corrente possono sottoscrivere anche una polizza per furto del bancomat, con la possibilità di ottenere un rimborso fino a 550 euro per gli imprevisti quotidiani.

 Conto italiano Per Noi con Monte dei Paschi

Il Conto Italiano Pensione del Monte dei Paschi prevede il pagamento di un canone mensile di 4 euro che comprende operazioni illimitate, domiciliazione gratuita delle utenze e spese di liquidazioni trimestrali.

 

JP Morgan si avvicina all’Italia

 Troppi pregiudizi e la perdita di credibilità di vari settori dell’economia italiana: forse ha ragione il ministro Vittorio Grilli che spera in una ripresa del nostro paese a partire dal secondo semestre del 2013. Intanto, però, bisogna fare i conti con gli analisti che combinano l’apprezzamento dell’euro con la poca affidabilità dei paesi, per depennare quelli meno convenienti o troppo rischiosi.

L’euro ai massimi da novembre 2011

In questa “pericolosa” categoria che allontana i flussi di denaro dai paesi, c’è anche l’Italia e l’atteggiamento che JP Morgan riserva al nostro paese, è emblematico in tal senso.

La banca d’affari in questione, infatti, come strategia azionaria, in genere cerca di puntare sulle opportunità offerte dai paesi che sono considerati periferici rispetto al cuore finanziario dell’Europa, oppure spinge molto sulle banche. Di regola, quindi, dovrebbe puntare anche sull’Italia, invece, di recente, c’è stata un’inversione di tendenza.

Dove si corre il rischio c’è più gusto

Secondo gli analisti di JP Morgan, infatti, sia l’Italia che la Spagna hanno dimostrato di soffrire troppo in questo periodo e quindi per la banca d’affari occorre acquistare titoli di questi paesi. In generale, comunque, i paesi periferici stanno andando meglio degli altri: il Portogallo, la Grecia o l’Irlanda, crescono dall’inizio dell’anno ad un ritmo più o meno costante e su buoni livelli.

 

Grilli su Finmeccanica e sulla ripresa italiana

 Vittorio Grilli in questo periodo sta rilasciando importanti dichiarazioni sul futuro finanziario dell’Italia e sulle questioni più scottanti dell’attualità economica del nostro paese. Per esempio è intervenuto sull’affare Finmeccanica. Cerchiamo di capire cosa pensa della situazione italiana il Ministro dell’Economia e delle Finanze.

► Arrestato amministratore delegato Finmeccanica

In queste ore i giornali non fanno altro che parlare dell’arresto di Orsi, il capo di Finmeccanica. L’impresa è talmente grande ed ha talmente tanti flussi di business da gestire, che il ministro si augura che il CdA prenda le decisioni necessarie per garantire continuità all’azienda. L’impegno del MEF è nel monitorare la situazione. Il Consiglio di Amministrazione di Finmeccanica si è quindi impegnato a prendere provvedimenti e a valutare i rischi delle operazioni.

► Per il ministro Grilli si devono ridurre le tasse

Ma se un colosso così importante per l’economia italiana perde quota, cosa ne è della finanza tricolore? Secondo Vittorio Grilli, che ha dato anche la sua versione della ripresa, sarà necessario aspettare almeno la seconda metà dell’anno per ritrovare il ritmo.

Il calo degli investimenti nel nostro paese, infatti, si è acuito con la perdita di credibilità dell’Italia in molti settori dell’economia e con i pregiudizi che gli analisti riservano al nostro paese. Per cui, secondo il capo del MEF, per il primo semestre si parlerà di aggiustamento delle condizioni dell’Italia e soltanto in un secondo momento si potrà assistere all’inversione di tendenza.

Elezioni, dimissioni e opzioni binarie

 Molto della credibilità dell’Italia e quindi molto dell’andamento dello spread, si deve al risultato delle elezioni. Nelle scorse settimane, in modo anche fin troppo incisivo, i mercati hanno fatto intendere di non essere d’accordo sul ritorno di Silvio Berlusconi in campo, visto che l’ex premier aveva visto lievitare sotto i suoi occhi lo spread fino al superamento dei 500 punti base. Il leader del PdL ha risposto alle critiche dicendo che dello spread non gli importa nulla.

► Secondo Barclays i problemi arrivano da Berlusconi

Intanto, però, sull’incertezza del risultato elettorale, che si evince anche dalle previsioni degli analisti, si gioca tutta la stabilità finanziaria del nostro paese, assimilato, per certi versi alla Spagna dove in questo momento si dibatte dell‘implicazione di Rajoy in uno scandalo di tangenti.

► La debolezza dell’Italia, della Spagna e dell’UE

Ma che c’entra tutto questo con le dimissioni di Papa Ratzinger? C’entra perchè ogni partito, in questa campagna elettorale e in generale, ha definito una distanza dalla chiesa e dall’elettorato cattolico. Sono proprio i cattolici, in questo momento, al centro delle strategie dei partiti. Berlusconi, per esempio ha chiesto ai suoi di valutare l’impatto delle dimissioni del Papa sul recupero del PdL, mentre Bersani si è tenuto lontano dalle discussioni della Chiesa. L’unico a sembrare molto scosso è stato Monti, mentre Grillo ne ha approfittato augurandosi l’arrivo di un Papa nero e leggendo le dimissioni di Ratzinger, come un ulteriore tassello della rivoluzione che il M5S sta portando avanti.

In calo a dicembre il numero delle nuove partite IVA

 L’Anagrafe tributaria ha restituito il quadro delle partite IVA del nostro paese facendo anche un piccolo parallelo tra il 2011 e il 2012 per indicare i miglioramenti e i peggioramenti del settore in un momento di crisi. Nel corso del 2012, in totale, sono state aperte 549 mila partite IVA e il numero complessivo è risultato in aumento rispetto al 2011.

 Dichiarazioni annuali IVA 2013

L‘Osservatorio sulle partite IVA è accessibile dal dipartimento di Finanze dei Ministero dell’Economia e ci informa che nonostante l’andamento delle “aperture” dell’anno scorso, nel mese di dicembre c’è stata una flessione dei dati. Il documento si sintesi offre una panoramica molto interessante dove le partite IVA sono classificate per settore di attività, ma anche per distribuzione territoriale e per natura giuridica. Sono effettuate anche delle differenze su base demografica con una distinzione dei contribuenti per sesso e per età anagrafica.

► Tenete a mente le scadenze IVA

Tornando alla flessione di dicembre, nel dettaglio, i numeri dicono che ci sono state in Italia 23954 nuove partite IVA nell’ultimo mese dell’anno e la flessione rispetto al dicembre del 2011, in termini percentuali è stata del 6,6 per cento.

La diminuzione più consistente ha riguardato le posizioni aperte dalle persone fisiche (58,2% del totale). C’è stato un calo importante anche per le società di persone (-19,9%), mentre sembrano più vivaci le società di capitale che aumentano dell’1,4 per cento.

Per la rivalutazione del TFR c’è tempo fino a lunedì

 La rivalutazione del Trf scadeva il 16 febbraio ma per via del fatto che cade di sabato, questo appuntamento con il fisco è stato spostato al 18 febbraio. Entro lunedì, quindi, ci sarà il tempo necessario per versare l’imposta sull’aumento di valore del fondo. 

In pratica si deve versare l’imposta sostitutiva sulle rivalutazioni di Tfr maturate entro il 31 dicembre 2012. L’aliquota per calcolare l’importo è dell’11 per cento e si calcola sul valore dell’ammontare del fondo accantonato entro il 31 dicembre 2011 dalle imprese che si occupano del trattamento di fine rapporto dei dipendenti.

► Lo sconto con la previdenza complementare

L’imposta da versare è decurtata di quanto è stato già versato in acconto entro il 17 dicembre del 2012. Questa imposta, benché “versata” dall’azienda, in realtà è a carico del lavoratore. Il datore di lavoro la recupera con una diminuzione dello stesso fondo Tfr.

► Previdenza complementare: fondi pensione aperti

Il saldo dell’imposta sostitutiva può essere compensato tramite il modello F24 usando anche dei crediti maturati per altre imposte o contributi. In realtà è possibile usufruire anche del credito che deriva dal prelievo anticipato sul Tfr. Il pagamento del contributo, a livello di codici tributo, deve essere completato inserendo la stringa “1713” dedicata alle operazioni di saldo.

Se sono in corso delle operazioni di fusione o di scissione delle società preesistenti, devono pagare il saldo dell’imposta sostitutiva sia la società che sta per estinguersi, fino alla data della fusione, sia la società incorporante che invece parte con il calcolo dal momento della fusione in poi.

 

Anche per il FT la guerra di valute non esiste

 Forse ha ragione Mario Draghi: la guerra tra valute, tanto sostenuta dai leader dei paesi emergenti sullo scacchiere finanziario internazionale, non esiste. Ne è convinto anche in Financial Times che in un recente articolo spiega perché si parla erroneamente di battaglia nel mondo del ForEX.

► Draghi ripete ancora che non c’è una guerra di valute

Il Financial Times parte dai mandati delle Banche Centrali che hanno precisamente il compito di difendere la valuta nazionale o (sovranazionale e comunitaria come nel caso dell’Euro), per questo tutte le operazioni che fanno, le fanno per promuovere l’economia nazionale sulla base del mando ricevuto.

► Draghi sulla guerra tra valute

A spiegarlo e ribadirlo è un ex presidente della Banca Centrale Svizzera, Philipp Hildebrand che ha approfittato dello spazio concessogli dal Financial Times per dare la sua versione dei fatti. Il problema è che questa storia della guerra tra valute, termine coniato dal presidente brasiliano, rischia di incrinare i buoni rapporti tra le nazioni.

 Guadagnare ai tempi della guerra valutaria

In questo momento, per esempio, bisogna ancora risolvere il contrasto che si è generato tra la Bank of Japan, la Bank of England e la Fed. Il giorno della chiarezza, comunque, è arrivato perché il prossimo fine settimana, a Mosca, si riunirà il G-20 e si parlerà proprio della situazione valutaria e delle condizioni dell’euro.

Le banche nazionali stanno facendo quello per cui sono “pagate” ma i paesi che in qualche modo subiscono le loro scelte, si preoccupano che questa gara al deprezzamento, non finisca per rendere troppo competitivi alcuni paesi e poco sul mercato tanti altri.

 

Dollari, euro e sterlina nel mercato valutario di oggi

Il mercato valutario, in questi giorni, è scosso dalle diverse notizie che arrivano dall’Europa – dov’è stato raggiunto l’accordo sul bilancio del periodo 2014-2020 – e dall’America, dove Barack Obama ha fatto il suo discorso di presentazione dello Stato dell’Unione.

► Eur/Usd ed Usd/Jpy dopo il discorso FED

Nella giornata di oggi, quindi, cosa può influenzare le valute? Partiamo proprio dai market mover del dollaro americano e dell’euro. Per quanto riguarda il dollaro americano, oggi saranno pubblicati i dati relativi alla vendite al dettaglio. Sarà data in pasto ai media e agli analisti la versione completa del report, ma non mancherà anche la versione core. La lettura superiore alle aspettative, come al solito, potrebbe avere un effetto rialzista sul dollaro.

► Forex: la coppia EUR/USD vicina al pull back

Per l’euro, invece ci sono in programma due appuntamenti: il primo è la pubblicazione dei prezzi all’ingrosso in Germania che serve a prevedere i possibili cambiamenti dei prezzi dei prodotti destinati ai consumatori, partendo dai prezzi applicati all’ingrosso. Il market mover in questione è comunque considerato di medio impatto. Molto più consistente, dovrebbe essere, l’effetto della pubblicazione dei dati sulla produzione industriala nella zona euro, per il quale ci si aspetta un passaggio dal -0,3% della rilevazione precedente, al +0,3% dell’ultima rilevazione. L’effetto potrebbe essere un apprezzamento della zona euro.

Indagato l’ad di Eni, che ne sarà del titolo?

 Si chiama Paolo Scaroni ed è uno dei personaggi più famosi del panorama energetico italiano, poiché guida l’azienda ENI, di cui è amministratore delegato. Questo ruolo non gli ha consentito di evitare le indagini portate avanti dalla procura di Milano che ha indagato Scaroni con l’accusa di corruzione internazionale.

Crisi Piazza affari per colpa di scandali grandi imprese

In ballo ci sono degli appalti che ENI avrebbe ottenuto in Algeria. Soltanto il flash della notizia, all’inizio di febbraio, ha avuto un effetto dirompente sul titolo in borsa che si è ritrovato, in un sol giorno, a perdere il 4,62% del suo valore. La Guardia di Finanza, davanti a questa débacle finanziaria, non ha battuto ciglio ed ha perquisito sia le abitazioni di Scaroni, sia gli uffici dell’ENI, sia quelli della sua controllata SAIPEM.

Eni cerca gas a Cipro

Adesso l’indagine milanese scopre le carte di un calderone molto fitto e l’indagine a carico di Scaroni, si lega a quella che alla fine di dicembre 2012 ha portato alle dimissioni i dirigenti di SAIPEM. Sembra infatti che, quest’ultima azienda, insieme all’ENI, abbia versato circa 197 milioni di tangenti agli esponenti del governo argentino, con il solo obiettivo di partecipare a due progetti molto importanti, collaborando con la Sonatrach, la compagnia petrolifera di stato algerina.

I due progetti in questione sono MLE e Medgaz e muovono un business di circa 11 miliardi di dollari.

Stando a quanto si evince dall’andamento dei due titoli nei primi due mesi dell’anno: la vicenda SAIPEM ha inciso sull’andamento del titolo omonimo e di quello dell’ENI, ma non è possibile dire il contrario

Bankitalia e il prestito segreto a MPS

 Le azioni del titolo MPS sono rimbalzate dopo che il management ha fugato ogni dubbio riguardo il buco nei bilanci. Il fatto è che il buco esiste ma è stato contabilizzato. Per fare chiarezza sull’istituto di credito e fare una previsione più accurata dei trend futuri, è necessario anche spiegare cosa si dice all’estero della banca senese.

 Con MPS non ci sono rischi per mutui e conti

E così si arriva all’articolo del Wall Street Journal che qualche giorno fa ha parlato di un “prestito nascosto”. Sembra che il Monte dei Paschi di Siena, già alla fine del 2011, navigasse in cattive acque, al punto che fu Banca d’Italia a porgere la mano all’istituto di credito senese, aiutandolo a rimettere a posto i conti con un prestito di 2 miliardi di euro.

Pronti al via i Monti Bond per MPS

Il fatto che si tratti di una manovra “nascosta” si evince dalle numerose dichiarazioni del management della banca che in quello stesso periodo rassicurava gli investitori sulla solidità della liquidità dell’istituto. Insomma, tutti continuavano a dire che nei conti del Monte dei Paschi non c’era niente di preoccupante.

Questo particolare, oggi venuto allo scoperto dopo lo scandalo sui derivati, rende più complessa la gestione dei portafogli che includono il titolo MPS. Non tanto per il fatto che naturalmente in questo periodo il titolo è soggetto a ribassi preoccupanti, quanto per la sussistenza della poca chiarezza.