Di nuovo attivi i pagamenti Bancomat in Vaticano

 Era il primo gennaio quando Bankitalia decise di bloccare tutti i pagamenti elettronici attraverso Pos nello Stato della Città del Vaticano.

► Visa eterna? Non più

Le motivazioni di una tale decisione erano piuttosto seri. Secondo la Banca d’Italia, infatti, lo Stato Vaticano, essendo uno stato extracomunitario, avrebbe dovuto adeguarsi alle normative europee antiriciclaggio, ma, alla data della decisione, ancora non era stato fatto quanto necessario.

Da qui la decisione di bloccare i pagamenti tramite Pos -gestiti dalla Deutsche Bank Italia. Oggi è arrivata la notizia che pellegrini e turisti potranno di nuovo pagare con Bancomat e carte di credito tutti i servizi offerti dallo Stato Vaticano, compresi anche i Musei.

► Vaticano ha conto sospetto di 40 milioni

A dare l’annuncio questa mattina il portavoce della Santa Sede, Padre Federico Lombardi. Il servizio sarà ora gestito dalla Aduno SA, azienda che da tempo opera all’interno delle mura pontificie, ha emesso in mattinata questo comunicato:

è un’azienda del gruppo Aduno, presente in Vaticano e da oggi gestisce tutte le operazioni elettroniche con carte tramite terminali a pagamento di ultima generazione, consentendo a turisti provenienti da tutto il mondo di pagare ingressi a musei, souvenir e libri in modo semplice e rapido, senza denaro contante.

Incasso Imu 2012

 Nel complesso allo Stato italiano l’Imu ha portato nel 2012 un gettito pari a 23,7 miliardi di euro. Di questo ammontare sono circa 4 i miliardi che provengono dalla tassa sulla prima casa. Sono i dati che oggi ha rilasciato il Ministero dell’Economia.

► In Italia la casa è il bene più tassato

I cittadini italiani che hanno versato l’Imu sono stati 25,8 milioni, di cui 17,8 milioni quelli il cui contributo è stato solo per la prima casa. L’importo medio è stato di 918 euro ad abitazione.

Secondo il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani che ha illustrato i dati presentati, queste cifre sono concordi a quanto previsto dal Governo al momento dell’entrata in vigore della tassa, anzi, a conti fatti, allo Stato sono entrati ben 1,2 miliardi di euro in più rispetto a quanto preventivamente stimato. Resta da vedere, ora, come andranno le cose nel prossimo anno, per il quale il governo ha previsto un’entrata complessiva pari a 23 miliardi.

► Quanto spenderanno gli italiani in tasse

A dare il maggior contributo sono state cinque città –Roma, Milano, Torino, Genova e Napoli– dove le aliquote fissate dai Comuni sono state più alte: si va dai 585 euro medi di Napoli fino ai 917 della capitale, a fronte dei 400 euro medi che gli italiani hanno versato nell’85% dei comuni della penisola.

Solo un quarto dei contribuenti ha potuto usufruire delle detrazioni previste.

 

L’allarme di Confesercenti sui consumi

 Confesercenti lancia l’allarme sui consumi nel nostro paese dopo che è stato contabilizzato che la spesa delle famiglie è notevolmente più leggera rispetto agli anni passati. Si parla di una flessione del 4 per cento che equivale alla riduzione della spesa pari a 35 miliardi euro nel 2012 e, finora, 10 miliardi di euro nel 2013. Influisce molto sulla situazione anche l’aumento della pressione fiscale.

Se si considerano i consumi c’è da temere

Se si considera tutto il biennio, quindi il 2012 terribile che ci siamo lasciati alle spalle e l’anno in corso, scopriamo che i consumi si sono ridotti complessivamente di 45 miliardi di euro. Soltanto nel 2012 la flessione è stata di 35 miliardi, che si traducono in una diminuzione percentuale di 4 punti. Non migliora però la situazione per il 2013. Confesercenti si è detta molto preoccupata per questi dati.

Cambiano le spese, attenti al redditometro

In una situazione del genere hanno un peso molto importante anche le imposte. Il prelievo fiscale, con IMU e TARES in primo piano, costringeranno le famiglie a mettere da parte in media altri 800 euro. Alle imprese, invece, è chiesto di mettere a bilancio altre 3000 euro di uscite.

Per evitare di finire in recessione, dunque, sarà importante che il governo prenda in mano la situazione, anche perché del calo dei consumi di bevande alcoliche e tabacchi (-6%), dell’abbigliamento e delle calzature (-8,9%), degli alimentari e delle bevande (-4,2%), oppure della carne (5,2%), sarà necessario prendere visione subito.

La debolezza dell’Italia, della Spagna e dell’UE

 Ci sono paesi che ormai, da mesi, sono sempre in prima linea quando si parla di crisi e purtroppo in questo sfortunato elenco c’è anche l’Italia, in compagnia della Spagna, della Grecia e di Cipro. Gli investitori, adesso, vogliono conoscere la situazione reale dell’Europa, alla luce di questi scenari di crisi, al fine di trovare un settore d’investimento proficuo.

Questioni insolute e prospettive future dell’UE

L’Italia e la Spagna preoccupano per la loro situazione. Nel nostro paese si teme per il risultato delle  elezioni ed in particolare si teme che nello scacchiere europeo faccia capolino Silvio Berlusconi. La Spagna non è da meno, almeno agli occhi degli investitori, visto che adesso deve gestire uno scaldalo di mazzette ad alti livelli. E’ coinvolto in prima persona il premier Rajoy.

Secondo Barclays i problemi arrivano da Berlusconi

Le decisioni dell’Eurogruppo saranno chiare soltanto alla fine della settimana quando i grandi dell’economia europea si sono dati appuntamento a Mosca per decidere il da farsi.

Intanto, in questo clima d’incertezza, i titoli tricolore perdono terreno. Piazza Affari, a fine giornata, prende atto di un calo dello 0,61 per cento degli scambi. Scatenati gli acquisti sulla Banca Popolare di Milano che è chiamata a revisionare la governance dell’istituto di credito.

Sotto pressione anche il titolo Telecom, dopo che l’agenzia di rating Fitch ne ha evidenziato la carenza.

Con MPS non ci sono rischi per mutui e conti

 Il default del Monte dei Paschi di Siena è una di quelle notizie che galleggia nel web da diverso tempo ma nella pratica, soprattutto dopo l’OK ai Monti Bond, non ci sono rischi di default per l’istituto di credito senese. In  molti, però, si sono chiesti cosa succederebbe davanti ad un fallimento acclarato, del Monte dei Paschi o di un’altra qualsiasi banca.

Pronti al via i Monti Bond per MPS

Lo scandalo dei derivati, del Monte dei Paschi di Siena e la questione dei furbetti del 5 per cento, ha mandato nel pallone tutti i settori della politica e della finanza che in qualche modo erano legati alla banca toscana. I ventilati problemi di liquidità sono stati appianati dallo Stato che ha deciso di acquistare le obbligazioni emesse dalla banca andando a sanare un debito di circa 4 miliardi di euro.

Rischi e soluzioni per l’Eurozona

I clienti del Monte dei Paschi di Siena, a questo punto, potrebbero ritenersi soddisfatti, ma si possono dare ulteriori dettagli rassicuranti: i conti correnti e i conti depositi aperti in MPS, sarebbero garantiti dal Fondo interbancario di tutela dei depositi che va a coprire ogni conto fino a 100 mila euro.

Invece, chi ha acceso un mutuo o avviato la pratica per un prestito, continuerà a pagare le rate del piano d’ammortamento agli enti e alle altre istituzioni creditizie che hanno accumulato crediti nei confronti del Monte dei Paschi.

L’ottimismo del nuovo anno nell’immobiliare

 Le banche e gli altri enti che “per mestiere” erogano mutui e prestiti legati all’acquisto della prima o della seconda casa, sono in visibilio leggendo gli ultimi dati relativi al settore immobiliare. Nel 2013, infatti, sembra certo che ci sono segnali di ripresa.

 Calano i mutui e salgono i prestiti

Il 2012, che abbiamo archiviato con l’amaro in bocca, è stato caratterizzato dalla crisi del settore immobiliare che si è tradotta di una diminuzione forte del prezzo delle case ma non abbastanza consistente da rilanciare il mercato. Infatti il mercato è rimasto fermo, anzi, è indietreggiato un po’ per via del calo delle compravendite.

 Nell’UE tutti i prezzi degli immobili in calo

Gli analisti hanno provato a spiegare le ragioni di questo trend al ribasso ed hanno trovato che siamo di fronte ad una serie di concause: la crisi occupazionale, i redditi degli italiani che non crescono al diminuire del potere d’acquisto delle famiglie, ma anche la stretta creditizia delle banche alla ricerca di nuove garanzie che hanno sbarrato la strada alle famiglie.

 Il credit crunch è più soft per il nostro paese

Il 2013, dunque, si porta dietro il trend al ribasso dell’anno precedente, visto che il mercato, da sé, non ha saputo sciogliere i noti critici. Resta il fatto che sono stati colti dei piccoli segnali di ottimismo, partendo dalla rilevazione del sentiment degli operatori immobiliari riferita al III quadrimestre del 2012.

Secondo gli operatori i i prezzi si manterranno stabili, o al massimo caleranno leggermente ma gli investimenti nel settore riprenderanno vigore.

Findomestic sui prestiti per ristrutturazioni

 Findomestic è una finanziaria molto interessante che oltre ad erogare prestiti tra i più convenienti del settore, si occupa periodicamente anche di descrivere la situazione creditizia italiana. L’Osservatorio Findomestic che si occupa dei report, di recente ha spiega che la percentuale di coloro che nei prossimi tre mesi prevedono di comprare casa, resta “immobile” al 3,7 per cento.

 Ristrutturazioni in aumento

Comprare una casa, a meno che non si disponga di un bel gruzzoletto da parte, comporta l’accensione del mutuo. Se invece le operazioni da svolgere sono diverse – per esempio ristrutturare un appartamento o arredarlo – allora si procede più semplicemente con la richiesta di un prestito.

 La ristrutturazione casa con Findomestic

Tra coloro che un immobile già ce l’hanno nell’elenco delle proprietà, non sembra esserci intenzione di cambiare abitazione, piuttosto cresce la voglia di “ristrutturare” casa. Coloro che nei prossimi tre mesi hanno quindi intenzione di procedere con la ristrutturazione, sono il 7,9 per cento del totale e sono in crescita rispetto al 7,3% di gennaio.

Sul fronte prestiti, diminuiscono invece coloro che vogliono acquistare nuovi mobili che erano il 15,1 per cento a gennaio e sono invece il 14,7 per cento degli intervistati di febbraio.

Sia per l’acquisto di mobili, sia per la ristrutturazione, ci sono numerose occasioni da parte delle finanziarie, occasioni cui si aggiungono le agevolazioni fiscali previste dallo Stato: ad esempio fino al 55% per il miglioramento dell’efficienza energetica.

Sull’efficienza energetica novità da Klimahouse 2013

 Klimahouse 2013 è una manifestazione italiana, la più importante del settore, dedicata all’efficienza energetica e alla sostenibilità energetica degli edifici. L’evento, quest’anno, si è svolto a Bolzano ed ha attirato l’attenzione degli operatori edilizi e dei cittadini stessi.

I consumatori, infatti, sono maggiormente disponibili rispetto al passato, a fare interventi di ristrutturazione per i propri appartamenti, anche perché adesso possono ottenere anche il 55% di sconto dall’Erario. A Bolzano, comunque, d’importante c’è la presentazione del protocollo CasaClima R che va ad aggiungersi al protocollo CasaClima già sul mercato.

 Via alla vera certificazione energetica

Questi documenti hanno come obiettivo la classificazione degli edifici sulla base dell’efficienza energetica. Il primo dei due  è pensato per le operazioni di riqualificazione e quindi di ristrutturazione degli edifici esistenti, mentre il secondo – che poi è il primo in ordine cronologico d’introduzione – è studiato appositamente per le abitazioni di nuova costruzione.

La determinazione di una classe energetica piuttosto che un’altra, apre la strada alla richiesta di prestiti finalizzati al miglioramento dell’unità abitativa o dell’edificio intero. Una volto ottenuto l’attestato energetico si può procedere con la ristrutturazione e quindi richiedere un nuovo certificato.

Le detrazioni IRPEF, un riepilogo

Nella maggior parte dei casi, la classificazione energetica, è basata sulle caratteristiche dell’involucro degli impianti. L’obbligatorietà della certificazione, fanno sapere gli operatori, non deve prescindere dalla disponibilità sul mercato di agevolazioni fiscali e di prestiti finalizzati.

Previsioni in ribasso per l’acquisto di beni durevoli

 Se avete intenzione di comprare beni durevoli, allora fate parte di quella quota di mercato decrescente che ha deciso di passare all’acquisto di prodotti di un certo tipo, a febbraio, accedendo a qualche forma di prestito. A rilevare il calo delle richieste ci ha pensato l’Osservatorio Findomestic che ha messo a confronto i dati di gennaio con quelli di febbraio.

L’analisi della finanziaria che attualmente fa le proposte più interessanti per quasi tutte le tipologie di richieste, indica che per il settore viaggi e vacanze sono diminuiti coloro che nei prossimi tre mesi pensano di acquistare un pacchetto vacanze. Il calo è dello 0,9% con un passaggio dal 29,4% di gennaio al 28,5 per cento di febbraio.

 Offerte per i prestiti arredamento

Per quanto riguarda invece gli acquisti di PC e di altri prodotti afferenti al ramo dell’elettronica di consumo, il calo degli acquisti è diverso in base al prodotto. Per esempio è diminuita dal 21,1 al 18,7 per cento la quota di coloro che nei prossimi mesi vogliono acquistare un telefono. E’ poi passato dal 12,5% al 10,9% la quota di coloro che vogliono acquistare fotocamere e videocamere. La percentuale di consumatori intenzionati prossimamente a comprare tablet ed ebook è passata dall’11,8 al 10,8 per cento mentre per i PC e gli accessori la percentuale di persone disponibili all’acquisto è rimasta stabile al 18,1 per cento.

► Con Findomestic compri il computer

Per Berlusconi lo spread non serve a nulla

 La situazione d’incertezza politica ed economica che coinvolge l’Italia non sembrano essere motivo di preoccupazione per Berlusconi che ha dichiarato molto semplicemente che lo spread non interessa il suo partito. La campagna elettorale, dopo aver toccato alcuni temi fiscali, primo tra tutti l’IMU, si è spostata su temi squisitamente finanziari.

 Bilancio UE un’occasione per discutere

L’ex premier, tornato in corsa per la Presidenza del Consiglio dopo una parantesi di un anno lontano dalla vita politica, ha detto di non avere alcun timore per lo spread che nell’ultimo periodo del suo gabinetto aveva raggiunto quote record. In questo  momento, l’Europa, ha trovato un accordo per il bilancio del 2014-2020 e la situazione sembra molto più tranquilla che nelle scorse settimane, anche sui mercati.

Adesso, però, ad ogni paese è chiesta collaborazione sulla politica dei tassi di cambio e a ribadirlo è il ministro delle finanze francese Moscovici. L’Eurozona, infatti, ha ingaggiato una vera e propria guerra valutaria con altri paesi come il Giappone. E’ ancora fresca l’immagine del braccio di ferro tra la Berlino e Tokyo.

 Una lotta valutaria tra Tokyo e Berlino

I listini di tutta Europa possono considerarsi claudicanti. Il territorio sul quale si muovono è molto incerto e se Parigi fa segnare un rialzo dello 0,6 per cento, Madrid registra un -0,5%.

► Draghi sulla guerra tra valute

Per quanto riguarda Piazza Affari, la seduta di contrattazioni è stata chiusa con un leggero ribasso, tra l’indice Mib che ha fatto segnare il -0,61% e l’All Share che ha fatto segnare il -0,59%. Lo spread è tornato sopra i 300 punti ma a mettere a tacere gli investitori preoccupati delle sorti del Belpaese, ci ha pensato Silvio Berlusconi, spiegando al mondo che “lo spread non serve a nulla”.