Il presidente di Google cede l’1 per cento

 Il settore delle azioni riferite al mondo tecnologico è di nuovo in fermento dopo la notizia che il presidente di Google cederà l’1 per cento delle sue proprietà finanziarie di Mountain View. Ma niente paura, assicurano i vertici dell’azienda, non si può ancora parlare di cambio della presidenza.

Eric Schimdt è il presidente di Google e sembra abbia deciso di cedere sul mercato l’1 per cento della dote finanziaria di Google che è nelle sue mani. Questa “cessione” della sua quota Google vuol dire che presto, sul mercato azionario, circoleranno 3,2 milioni di azioni legate al motore di ricerca più famoso del mondo.

 Aumento profitti Google 2012

Il loro valore, in dollari, si aggira intorno ai 2,5 miliardi e in termini percentuali, come abbiamo detto, stiamo parlando dell’1 per cento di Google. Al momento, tra l’altro, Schimdt controlla il 2,3 per cento delle azioni e il 5 per cento dei diritti di voto. Le azioni Google, se teniamo conto di quel che è successo venerdì al Nasdaq, valgono circa 785,3 dollari l’una, che è anche il 30 per cento in più rispetto all’anno scorso.

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L’annuncio della vendita non è da considerarsi un’indiscrezione visto che ne è stata data comunicazione già alla Sec. Gli altri vertici di Google però confermano che Shimdt resterà impegnato.

 Google costretta alla liberalizzazione dei brevetti

Se si considerano i consumi c’è da temere

 Se volessimo valutare la solidità del nostro sistema economico a partire dalla fiducia e dalle spese dei consumatori, in questo momento, non avremmo molto da esser contenti visto che le stime comunicate dalla Confcommercio, descrivono un quadro molto complesso e triste. Intanto parte anche l’allarme della Federalberghi.

Il 2012, ormai si sa, dal punto di vista dei consumi è stato un anno terribile e se prendiamo in esame i dati offerti da Confcommercio, possiamo renderci megli conto dell’entità della flessione nei consumi. In più si evince dal report che non ci sono segnali di ripresa e non è solo una questione di fiducia dei consumatori, stiamo proprio parlando di lavoro.

 Raggiunto l’accordo UE con buone notizie per l’Italia

In pratica, il fatto che gli italiani non spendano soldi, dipende dalla loro incerta posizione lavorativa e professionale. In appena due anni, infatti, sono stati persi quasi mezzo milione di posti di lavoro. Se poi si cercano conferme di questa situazione, basta puntare lo sguardo verso il settore turistico-alberghiero.

 Cambiano le spese, attenti al redditometro

Federalberghi, ancora una volta, è costretta a lanciare l’allarme: se nel 2012 i consumi hanno registrato una contrazione tale che non si registrava dagli anni Cinquanta, non possiamo aspettarci che ci sia un miglioramento decisivo nel 2013. Insomma, sebbene sia di minore intensità, ci sarà comunque una flessione.

 

Bauli e Bistefani raggiungono l’accordo

 Gli equilibri dell’industria dolciaria italiana stanno cambiando: Bistefani, infatti, ha deciso di mettersi nelle mani della Bauli, facendo “cambiare i connotati ai suoi prodotti”. Una scelta che oltre ad incidere sull’immaginario collettivo degli amanti dei Krumiri e dei Panettoni, avrà un effetto deciso sul mercato finanziario.

 Bauli pronta per rilevare la Bistefani

Erano mesi che la Bauli e la Bistefani trattavano per raggiungere un accordo commerciali e forse a causa dell’intensità del lavoro durante le feste, a Natale sembrava che la fusione dovesse essere gettata alle ortiche. L’azienda veronese Bauli non era più interessata a mettere le mani sul patrimonio della piemontese Bistefani.

I sostenitori del made in Italy, invece, hanno spinto affinché si ricucisse lo strappo e i vertici delle due aziende si accordassero per costruire un gruppo da 5oo milioni di fatturato, con 1100 addetti. La volontà di tutti era di salvare capra e cavoli: posti di lavoro e produzione italiana.

La firma dell’accordo è arrivata la settimana scorsa, leggermente spinta dall’aggravarsi della situazione finanziaria della Bistefani. Non si conoscono però i termini finanziari dell’accordo ma si sa soltanto che l’industria piemontese aveva accumulato in questi anni ben 35 milioni di euro di debiti. La Bistefani, a detta del presidente uscente, poteva vantare anche 75,4 milioni di euro di ricavi nel 2011, ma in questi due anni ha pagato per la crisi delle sue controllate, tra cui ad esempio la Luigi Viale SpA, presente nel settore GDO con il marchio Dimeglio.

Impregilo resta alto e si punta alla rinascita

 La crisi delle costruzioni interessa non solo le singole ditte che non trovano più spazi edificabili nel nostro paese, ma interessa anche i grandi colossi dell’edilizia tricolore, tra cui, ad esempio, l’azienda Impregilo. Le azioni di quest’ultima, però, restano ad un buon livello in borsa e sono quasi tutti sicuri che ci sarà presto un rilancio.

 Calano i permessi per le nuove costruzioni

Impregilo, a piazza Affari, continua a rimanere sopra la soglia dei 4 euro e molto di questo “volare alto” si deve alle scelte di Salini che ha pensato di lanciare un’offerta per il titolo. In realtà, c’è da considerare anche la volontà di Gavio di ribaltare la situazione e le intenzioni dell’imprenditore romano che vuol e arrivare ad avere nelle sue mani il 50,1 per cento delle azioni Impregilo.

 Per l’immobiliare ripresa dal 2014

Il titolo in questione, al momento, ha una liquidità ridotta, ma si potrebbe approdare ad una situazione totalmente nuova se fossero mantenuti i valori dell’Opa di Salini che adesso, a vederla dall’esterno, possono apparire anche eccessivi, rispetto al 29% delle azioni che sono del gruppo Gavio. Di fatto, però, offrono agli investitori, un modo per monetizzare la loro posizione rispetto al titolo.

Gli analisti fanno presente che se riuscisse l’impresa di Salini di accaparrarsi la maggioranza assoluta di Impregilo, allora per Gavio la situazione si complicherebbe di molto e rimanere azionista di Impregilo sarebbe davvero difficile.

Per Visco le tasse sono ancora troppo alte

 Ci sono moltissime scadenze all’orizzonte, per quanto riguarda gli appuntamenti con il Fisco e durante il Forex di Bergamo, Ignazio Visco ha ribadito che la pressione fiscale in Italia è eccessiva. Non siamo di fronte a una scadenza vera e propria né tanto meno di fronte ad una normativa fiscale neonata, ma occorre comunque prendere coscienza dei cambiamenti che interessano il nostro paese.

 Le scadenze fiscali mettono a repentaglio le vacanze degli italiani

Secondo Ignazio Visco, infatti, bisogna proseguire sul terreno delle riforme per sostenere con forza la crescita del paese. Attualmente, l’Italia, è osservata speciale dagli organismi internazionali e dagli investitori esteri che vogliono essere sicuri, partendo dall’impianto fiscale, che sarà conservano una specie di equilibrio dei conti pubblici.

 Visco interviene su crescita e riforme

La pressione fiscale, dunque, resta importante e resta ad un livello abbastanza alto, tanto che Visco ribadisce l’importanza di alleggerire le imposte sul medio periodo. L’elevato livello di fiscalità che “colpisce” i cittadini, tanto quanto le imprese e le banche, può avere un effetto depressivo.

La crisi, tuttavia, non si è affatto conclusa, né in Europa, né nel nostro paese. L’Italia non può dire di avere alle spalle la crisi finanziaria e le recessioni che l’hanno confermata. Il PIL per esempio, dopo due anni di crisi, si trova comunque ad un livello più basso, 7 scalini più indietro rispetto al 2009.

Battuta d’arresto per il redditometro

 Il redditometro che deve misurare in modo dettagliato la ricchezza degli italiani, scovando le incongruenza tra redditi percepiti e dichiarati e spese realmente sostenute, è stato considerato fin da subito uno strumento luciferino. Vale a dire che tutti ne hanno riconosciuto la potenza e la scrupolosità.

 Cambiano le spese, attenti al redditometro

Peccato che sia stato messo a punto in modo troppo meticoloso e molti contribuenti sono andati nel panico. Adesso, per ritrovare la fiducia dei cittadini, l’Erario ha pensato di fare delle correzioni che appaiono come una vera battuta d’arresto del Redditometro.

 Che impatto hanno le spese medie Istat

In pratica è stato deciso che le spese medie dell’Istat saranno tenute in considerazione nel Redditometro, soltanto nel caso in cui nasca un contraddittorio tra il fisco e i contribuenti. In più non saranno tenuti in considerazione i risparmi accumulati dai cittadini nel 2009 e nel 2010, almeno nella prima fase dei controlli. Questo vuol dire che le disponibilità finanziarie dei cittadini finiranno sotto la lente d’ingrandimento soltanto se il contribuente sarà chiamato a presentarsi davanti all’amministrazione finanziaria. Infine, per quanto riguarda gli investimenti, il Fisco ha deciso di spalmare le somme in cinque anni.

► Parametri, spese e spia del Redditometro

Tutte queste novità sono state comunicate dall’Erario durante  un incontro che si è tenuto la settimana scorsa con tutte le associazioni di categoria. Adesso si attende di avere la certezza di queste prospettive, in due circolari dell’amministrazione finanziaria.

I paesi più cari d’Europa

 Invece che usare le statistiche, si può provare a definire la condizione economica e finanziaria di un paese usando un altro indicatore, l’indice Big Mac che in questi anni ha aiutato molti analisti a scovare, nel mondo, i paesi in difficoltà e quelli che invece possono considerarsi estranei alla crisi.

Il principio è nella presa di coscienza che un certo bene, in questo caso il panino Big Mac della catena McDonald’s viene pagato grosso modo la stessa cifra in tutto il mondo. Nella realtà, chiaramente, questo non accade e in base alla salute di un paese, è scelto un prezzario differente.

 L’indice Big Mac evidenzia la forza dell’euro

L’indice Big Mac applicato alla condizione europea, rivela che tra il luglio del 2011 e il gennaio del 2013, si sono create delle situazioni molto complesse nello spazio dell’Euro. A sdoganare le reticenze con un’interpretazione asettica dell’accaduto ci ha pensato Guntram Wolff, un economista press Bruegel.

► Secondo Barclays i problemi arrivano da Berlusconi

Wolff, con i dati dell’indice pensato dall’Economist, ha scoperto che c’è stato un aumento dei prezzi inferiore alla media, in Grecia, in Portogallo e in Spagna, mentre sembra che il prezzo del Big Mac sia addirittura sceso in Irlanda. In generale, a livello economico e finanziario, sono queste le realtà da tenere maggiormente d’occhio.

L’Italia è infine il paese più caro della zona euro, nonostante il forte indebitamento tricolore. Comprare un Big Mac a Roma o a Milano costa mediamente 3,85 euro, mentre per fare lo stesso acquisto in Germania si spendono “soltanto” 3,60 euro.

Guida al conto corrente multiservizi

 Che cos’è un conto corrente multiservizi?

Un conto corrente multi servizi è un conto che permette di avere tutti i servizi tipici di un conto corrente tradizionale e, in più, una serie di benefici come condizioni favorevoli per il canone mensile, tassi più alti sulle somme depositate che sono, solitamente, abbinate all’attivazione di un servizio accessorio come prestito, fido o pacchetto azionario.

Il conto corrente multi servizi conviene?

Per rispondere a questa domanda è necessario capire quale tipo e quante operazioni si intende fare con il proprio conto e poi capire se il costo del conto stesso è vantaggioso o meno.

Nel caso di un conto corrente multiservizi, che prevede spesso anche condizioni agevolate su molti servizi assicurativi, la convenienza sta nel pacchetto di servizi che la banca include nel canone mensile da pagare, che può variare molto da istituto a istituto e in alcuni casi può anche essere pari a zero.

I migliori conti corrente multiservizi disponibili

Conto Sostenibile Più di Banca Etica

Rivolto principalmente alla clientela che vuole investire in strumenti finanziari, offre, con un canone annuo di 173 euro più imposta di bollo la possibilità di accedere a tutti i servizi del conto base dell’istituto più condizioni agevolate sui prodotti di investimento di Banca Etica, come certificati di deposito e le obbligazioni con forme di tutele e di agevolazioni molto convenienti.

Conto Duetto Mio di Ubi Banca

Abbina ai servizi bancari tutta una serie di servizi assicurativi. È a canone fisso (108 euro all’anno) che comprende operatività gratuita e illimitata attraverso internet e filiale, carta di credito Mastercard, carta bancomat, domiciliazione utenze e sconti su altri prodotti dell’istituto.

Come servizi assicurativi offre la polizza infortuni che tutela in caso di morte o invalidità permanente, la polizza prelievo sicuro contro i furti, le rapine e gli scippi e assistenza sanitaria.

Conto Transit di Banca Mediolanum

Con un canone di 30 euro all’anno offre tasso di interesse creditore pari all’Euribor a 3 mesi, ridotto di uno spread di 3 punti percentuali, sull’intera giacenza.

Conto Easy Freedom Professional di Banca Mediolanum

Dedicato ai liberi professionisti, non ha canone mensile in caso di giacenza superiore ai 15 mila euro o patrimonio gestito superiore a 30 mila euro. In caso contrario, il canone di conto corrente sarà pari a 7,5 euro.

Gratuite tutte le operazioni effettuate via internet e via telefono sono gratuite, le operazioni di pagamento MAV e RAV e il canone di trading online.

Conto Fast di Banche Generali

Nessun canone mensile fissoe senza alcuno strumento transazionale di pagamento, prevede anche l’assenza di spese di tenuta conto, di custodia e di amministrazione dei titoli e di spese per singole operazioni.

Il conto non prevede carte Visa o Mastercard, o carte bancomat internazionali.

Conto Duetto Mini di Ubi Banca

Il costo è di 7 euro al mese e prevede la possibilità di sottoscrivere delle polizze assicurative con tariffe agevolate (come la polizza Auto, Casa o la Blufamily), con la copertura gratis di polizza infortuni, polizza prelievo, assistenza sanitaria.

Offre compresi nel canone anche carta bancomat internazionale, domiciliazione delle utenze e servizio di internet banking.

Conto db Private di Deutsche Bank

Conto che offre una vasta gamma di vantaggi su viaggi, tempo libero, salute e benessere, con anche, compreso nel prezzo, operazioni gratuite illimitate, produzione e invio estratto conto, invio comunicazioni di trasparenza, deposito titoli, libretti degli assegni, domiciliazione delle utenze, istruttoria pratica mutuo, accesso ai servizi di banca diretta, rilascio e rinnovo di due carte di pagamento internazionali e una carta di credito prestigiosa, Black Mastercar.

Conto Base + Investimenti + Operazioni di Deutsche Bank

A costo fisso (102 euro all’anno) prevede una remunerazione sulle giacenze a scalare e di un deposito titoli utilizzabile per amministrare gli strumenti finanziari, operazioni gratuite illimitate, estratto conto, carta di credito, bonifici online, domiciliazione delle utenze, assegni, servizi di internet e di phone banking.

Guida al conto corrente

Apertura, trasferimento e chiusura del conto corrente

I servizi del conto corrente

Guida al conto corrente on line

Guida al conto corrente tutto incluso

Guida al conto corrente per i giovani

Guida al conto corrente deposito

 

 

 

Secondo Barclays i problemi arrivano da Berlusconi

 Attualmente, se una nazione è stabile dal punto di vista politico, è pensabile che lo sia anche sotto il profilo finanziario. In questo momento, però, è l’instabilità politica, la parola d’ordine che regna nelle analisi dei mercati. Se ci concentriamo sulla situazione italiana, questo particolare è ancora più evidente. Infatti l’Italia, tra due settimane dovrà rinnovare la politica.

Che il peso della crisi sia in gran parte da attribuire all’instabilità politica, lo dicono i mercati, ma lo dicono con maggior chiarezza anche i risultati di uno studio Barclays che in questo momento sta tenendo d’occhio soprattutto la Spagna e l’Italia.

 I quattro rischi per l’economia mondiale

In particolare, secondo gli analisti dell’istituto di credito inglese, ci sono due personaggi che sono ancora protagonisti della politica europea e che potrebbero in qualche modo rinverdire il fuoco della crisi: il premier spagnolo Rajoy e l’ex premier italiano Silvio Berlusconi.

 Sale lo spread per l’incertezza politica

Piazza Affari, per esempio, nell’ultima settimana di campagna elettorale, è arrivata a flettersi del 4 per cento e il rendimento dei titoli di stato italiani, è salito, +0,50 euro dal 25 gennaio ad oggi, con l’ipotesi che a governare l’Italia torni Silvio Berlusconi.

Per completare il quadro ci sarebbe da aggiungere che la moneta unica si è indebolita ulteriormente a febbraio, cedendo tre punti, spinta verso il basso anche dal discorso di Draghi, ma soprattutto dagli atteggiamenti degli investitori.