Condono tombale: cos’è e quali sono le sue conseguenze

 Tante chiacchiere e polemiche sul condono tombale proposto da Silvio Berlusconi che, di nuovo in campagna elettorale, cerca un modo per attirare su di sé i voti degli elettori. Si parla tanto ma, in fin dei conti, cosa vuol dire condono tombale?

Il condono tombale è stato introdotto con l’articolo 9 della Legge Finanziaria 2003 e prevede che i contribuenti che avevano evaso imposte come Irpef, Irpeg, addizionali regionali, Irap, Ilor, imposta sul patrimonio netto, imposta sostitutiva e Iva, di potersi mettere in regola con il Fisco e di accogliere la preclusione di ogni altro accertamento, l’estinzione delle sanzioni tributarie, nonché l’esclusione della punibilità per alcuni reati tributari.

In pratica si tratta di un risanamento della propria posizione pagando quanto dovuto e non dato negli anni precedenti.

► Dati evasione fiscale 2012

Berlusconi, data anche la grande eco che in questo periodo di campagna elettorale sta avendo la lotta all’evasione, l’ha riproposto, anche se aveva giurato che non avrebbe più fatto condoni, e la cosa ha scaldato gli animi di quanti sono in lizza alle elezioni. Polemiche motivate?

Sicuramente sì. Il condono tombale, come ha detto anche il presidente della Corte dei Conti, rischia di vanificare tutto il gettito che arriva dalla lotta all’evasione fiscale, oltre al fatto che gli evasori rimarrebbero impuniti e che sarebbe come dire alla popolazione di non pagare le tasse perché tanto, prima o poi, saranno perdonati per le loro mancanze.

► Corte dei Conti su fisco e corruzione

In Italia i condoni di questo genere sono parecchio numerosi, 58 dal 1900 al 2011, che, se da un lato hanno permesso allo Stato di incassare un buon gettito immediato, hanno ancora conseguenze molto negative. Un esempio è il condono fatto da Berlusconi e Tremonti nel 2002 grazie al quale sono state sistemate alcune pendenze, ma mancano all’appello ancora 4 miliardi di euro.

I consumi sempre in diminuzione con un leggero miglioramento

Secondo i dati di Confcommercio l’ultimo trimestre del 2012 è stato caratterizzato da una diminuzione dei consumi che sono arrivati ai minimi storici.

Paniere dei consumi 2013

Gli ultimi mesi hanno mostrato un leggero miglioramento rispetto ai mesi precedenti, ma il dato è sempre negativo. A Dicembre i consumi sono calati del 2,7% e l’aumento rispetto al mese precedente è dello 0,2%. Negli ultimi tre mesi il dato è quindi di lieve miglioramento, ma le criticità sono ancora pesanti anche se il periodo più negativo è stato quello dei mesi finali dell’anno.

Il redditometro mette in crisi il mercato del lusso

I dati di Confcommercio mostrano come la situazione del lavoro sia particolarmente difficile. I posti persi a Dicembre nel confronto con il mese precedente sono più di 100 mila. Il tasso di disoccupazione è sopra l’11%.

La situazione economica propone difficoltà che si vedono anche nella fiducia delle imprese che a Gennaio si è mantenuta su livelli minimi. Il clima di scarsa fiducia c’è anche tra le famiglie in Italia. A Gennaio il livello è sceso al livello più basso dal 1996.

La sfiducia influenza i consumi che quindi non si sono ripresi. Le prospettive a breve termine non parlano di ripresa dei consumi. La leggera ripresa nell’ultimo mese dell’anno rispetto a quelli precedenti riguarda tutti i settori.

Proposte per risolvere il problema della disoccupazione

 Il più grave problema dell’Italia, in questo ultimo periodo, è quello della disoccupazione. I giovani, e non solo, che non hanno un lavoro hanno raggiunto quota tre milioni.

Ci sono delle soluzioni pratiche ed efficaci a questo problema? Secondo alcuni esperti interrogati da Il Sole 24 Ore le soluzioni esistono e sono la formazione, l’aumento della produttività del lavoro e un maggiore flessibilità.

► Obiettivo occupazione: le proposte dei partiti in lizza per le elezioni

Le prime due soluzioni sono state avanzate da Vincenzo Spiezia, ricercatore dell’Istituto studi internazionali del lavoro dell’Ilo di Ginevra, secondo il quale il problema della disoccupazione non è solo italiano, ma riguarda tutti i paesi europei e si origina, principalmente, dalla debolezza del settore manifatturiero, che ha diminuito la sua capacità produttive e, di conseguenza, la sua concorrenzialità rispetto agli altri paesi. Per questo, ciò che andrebbe fatto, nell’immediato, sono investimenti reali nel capitale umano e un abbattimento importante dei costi del lavoro per le aziende.

La flessibilità su base territoriale, invece, è la proposta di Giuseppe Ragusa, economista del lavoro e docente di econometria alla Luiss di Roma, che divide i problemi congiunturali (la crisi degli ultimi anni) da quelli strutturali (la rigidità delle mansioni all’interno delle aziende italiane). In quest’ottica, quindi, ciò che veramente serve per rilanciare il mercato del lavoro e cercare di abbattere questo muro di disoccupazione è una maggiore flessibilità dei contratti su base territoriale, correlata alla produttività:

il modello virtuoso tedesco a cui tanti fanno riferimento nasce dalle proposte della Commissione Hartz, che hanno lasciato ampi margini alla contrattazione territoriale e hanno permesso una riduzione salariale nell’area meno produttiva del paese, che era la Germania dell’Est.

Dati Istat sul reddito disponibile per le famiglie italiane

 Il reddito medio degli italiani si ferma a 18 mila euro all’anno. Ma si tratta di una media di quanto guadagnato nelle diverse regioni e, guardando nel dettaglio, si nota come esistono delle grandi differenze tra le regioni del nord e quelle del sud.Nelle regioni del Nord-ovest e nel Nord-est, infatti, per ogni abitante il reddito medio stimato è di 20.800, al Centro di 19.300 e nelle regioni del sud, invece, il dato si ferma a 13.400 euro annui per lavoratore, il che vuol dire che in queste regioni il reddito medio è di un quarto rispetto a quello nazionale.

► Obiettivo occupazione: le proposte dei partiti in lizza per le elezioni

Questi sono i dati che emergono dalla graduatoria regionale del reddito disponibile per abitante elaborata dall’Istituto di statistica, che pone al primo posto Bolzano, dove si guadagnano fino a 22.800 euro, e all’ultimo la Campania con i suoi 12.500 euro.

La composizione del reddito disponibile delle famiglie in Italia è largamente occupata dal lavoro dipendente, con una media regionale che varia dal 51 al 67%. Rispetto a due anni fa il flusso del reddito da lavoro dipendente è aumentato mediamente dell’1,7%, con picchi del + 3,1% nel Nord-est e di -2,4% in Calabria.

► In Italia la casa è il bene più tassato

Ad influire sulla quantità di reddito disponibile per le famiglie ci sono le imposte, che sono aumentate dello 0,6%, con un’incidenza sul reddito pari al 14,7%.

In Italia la casa è il bene più tassato

 La casa è sempre stata il bene rifugio prediletto dagli italiani, ma con il tempo questa sua peculiarità è venuta a mancare e ci si trova nella situazione odierna in cui la casa è diventato il bene più tassato.

A pesare sui conti relativi alla casa sono ben nove diverse imposte, che portano nelle casse dello stato ben 44 miliardi di euro ogni anno. Tra le tasse che comportano un maggior esborso ai proprietari di case sono quelle derivanti dall’IMU, che pesano per un ammontare doppio rispetto a quanto faceva la sua progenitrice ICI.

► Si può abolire o rimborsare l’IMU?

E’ quanto riporta l’Ance, evidenziando che, con questa nuova tassazione, l’Italia raggiunge il primo posto, insieme alla Gran Bretagna, nella classifica delle tasse applicate al mattone dei paesi europei.

A questo triste primo posto si aggiunge anche il fatto che in Italia sono sempre di meno le persone che riescono ad accedere ad un mutuo per l’acquisto di una casa: nell’ultimo anno il numero delle persone che hanno avuto questa possibilità si è dimezzato, fatto che mette l’Italia in direzione contraria rispetto a molti altri paesi europei in cui la percentuale dei mutui per il mattone va continuamente crescendo.

► Ipoteca, istruttoria e notaio nei contratti di mutuo

Una situazione difficile a cui l’Ance porrebbe rimedio attraversi i casa-bond, ossia delle obbligazioni emesse dalle banche e comperate dalle istituzioni al fine di finanziare i mutui per l’acquisto della casa.

Bollo su conti correnti e risparmi

 Se c’è una cosa che gli italiani odiano è proprio pagare le tasse. Ecco perché il dibattito della campagna elettorale gira sempre attorno alla pressione fiscale, al rimborso dell’IMU (che tra l’altro è una promessa impossibile da mantenere), all’aumento dell’aliquota IVA e quant’altro.

► Si può abolire o rimborsare l’IMU?

Ma un argomento, in questi giorni, più di tanti altri, sta capitalizzando l’attenzione degli italiani: il bollo sui conti correnti e sui libretti di risparmio, considerato un vero e proprio furto ai danni dei piccoli consumatori. Molti istituti di credito lo usano a scopo promozionale.

► Cosa cambia con l’aumento dell’IVA nel nostro Paese

Riepiloghiamo brevemente quanto si dovrà pagare in base al prodotto di cui si è proprietari:

  • 34,20 euro è il bollo da corrispondere per i conti correnti intestati a persone fisiche con una giacenza che supera i 5000 euro;
  • se la giacenza media non supera i 5000 euro, invece, l’imposta di bollo è annullata;
  • devono pagare 100 euro, invece, coloro che hanno conti correnti intestati a soggetti diversi dalle persone fisiche, indipendentemente dalla giacenza;
  • 1,81 euro è la tassa per i conti e i libretti riferibili ai depositi giudiziari e per i conti intestati a soggetti istituzionali quali possono esserlo banche, assicurazioni, etc;
  • non devono poi pagare l’imposta di bollo su conti correnti e libretti di risparmio né le onlus, né le persone che hanno un ISEE inferiore ai 7500 euro.

 

Si può abolire o rimborsare l’IMU?

 In questo momento gli italiani stanno per entrare nella cabina elettorale e vogliono delle sicurezze riguardo il futuro del paese dove la pressione fiscale sta raggiungendo quote record. L’Italia continua ad essere sotto i riflettori per il suo sistema d’imposte e proprio sulle tasse che si gioca il dibattito politico.

► Scaduta la dichiarazione IMU scattano le multe

L’IMU che Monti ha reintrodotto, per necessità, ma che secondo il premier uscente era già nei progetti dei suoi predecessori, è stata salutata con pochissimo entusiasmo dagli italiani che hanno visto assottigliarsi all’improvviso la busta paga.

 L’Italia del futuro di Monti

Adesso Berlusconi, così come aveva già fatto nella precedente campagna elettorale che poi lo aveva visto vincitore, ha promesso di andare a mettere le mani nella tassa sulla casa. Nella scorsa legislatura aveva promesso di togliere l’ICI (ed effettivamente è successo), adesso promette di rimborsare l’IMU.

Monti, dal canto suo, risponde che questa promessa è impossibile da mantenere e che non si può tornare indietro sul fronte IMU, anche per una questione di salvaguardia dei conti del nostro paese. Al che, molti analisti si sono interrogati sull’effettiva possibilità di vedere depennata la scadenza IMU dal calendario dell’Erario.

► Il peso del discorso di Monti a Porta a Porta

Un punto di vista completo è stato offerto da La Stampa che ha provato a fare i conti in tasca all’ex premier per capire se ci sono i 4 miliardi di euro necessari per mantenere la promessa. Non sembra che il prelievo dai giochi pubblici o un accordo con la Svizzera, siano le soluzioni dietro l’angolo. Insomma alla domanda posta in apertura si può dare soltanto una risposta negativa.

Obama vuole 5 miliardi di dollari

 Gli Stati Uniti stanno attraversando un momento finanziario molto particolare, perché hanno rimandato tutte le decisioni importanti sul fiscal cliff e se ne riparlerà a marzo. Le attività del Congresso, tuttavia, non proseguono con serenità, visto che l’amministrazione Obama ha deciso di passare ai ferri corti con le agenzie di rating.

► Usa fanno causa a Standard & Poor’s

Il ministero della giustizia degli Stati Uniti, in pratica, ha deciso di fare causa contro Standard & Poor’s che in passato ha ignorato i suoi standard di valutazione per proporre una valutazione “nuova” e “scorretta” delle obbligazioni ipotecarie. In questo modo l’agenzia di rating avrebbe dato inizio ad un domino che ha portato alla cosiddetta crisi dei mutui subprime con il conseguente collasso del settore immobiliare statunitense.

► Fitch pronta a lasciare l’Italia

Gli Stati Uniti, stavolta, fanno sul serio e sembra che ci siano tanti altri procuratori statali pronti ad unirsi al ministero della giustizia con delle cause collegate. In fondo, è questo il momento giusto per agire, dopo che le agenzie di rating hanno dimostrato di usare spesso le loro note per manipolare il mercato.

Accuse che sono arrivate, ad esempio, anche dall’Italia, dove, al momento è aperta un’indagine sulle agenzie di rating, curata dalla procura di Trani. Obama e i suoi hanno anche deciso di chiedere un risarcimento che è di 5 miliardi di dollari.

Scaduta la dichiarazione IMU scattano le multe

 L’IMU è una delle tasse più odiate dagli italiani, insieme al canone RAI, ma qualora si fosse proprietari di un immobile, è davvero difficile sottrarsi al proprio dovere di contribuenti. L’argomento è talmente sentito dalla popolazione che molti pretendenti alla poltrona di Palazzo Chigi, provato a costruire la campagna elettorale sul tema fiscale citato.

► Per le tasse sono cruciali luglio e dicembre

Berlusconi, per esempio, ha tirato fuori il coniglio dal cilindro promettendo agli italiani di rimborsare l’IMU grazie ad un accordo con la Svizzera, ad un maggiore prelievo fiscale su giochi e lotterie e via dicendo; Monti, invece, ha spiegato che questa operazione è praticamente impossibile da portare a termine, ma il suo avversario, secondo le statistiche, prima della replica aveva già catturato il 4 per cento del voto degli indecisi.

Fatto sta che adesso, stando al calendario fiscale è scaduto il termine per la presentazione della dichiarazione unica IMU per gli enti non commerciali e come ogni buona imposta che si rispetti, scattano le sanzioni per ritardatari ed evasori.

Il termine per la presentazione della dichiarazione è stato fissato al 4 febbraio. Le sanzioni amministrative previste dalla normativa oscillano trai l 100 e il 200 per cento nel caso di mancata presentazione della dichiarazione, sanzione ridotta al 12,5% dell’imposta se si presenta entro 3 mesi. La multa varia dal 50 al 100 per cento della somma dovuta nel caso in cui la dichiarazione presentata non corrisponda alla realtà. C’è poi una sanzione pari al 30% dell’imposta per i versamenti insufficienti e in fine una multa che va dai 103 ai 516 euro per la mancata presentazione dei dati necessari ad identificare un soggetto.

Cosa dobbiamo sapere sull’IVIE

 Tra le tante tasse che si legano al governo Monti, si sente spesso parlare anche dell’IVIE che è l’imposta patrimoniale sugli immobili detenuti all’estero dai soggetti, dalle persone fisiche che fiscalmente risiedono in Italia. Siccome è stata introdotta l’IMU, per coerenza ed equità, si è pensato di tassare anche le case detenute all’estero.

► Imposte al debutto, consumatori preoccupati

La normativa di riferimento è tutta contenuta nel decreto Salva-Italia. Una circolare dell’Agenzia delle Entrate ha provato a chiarire gli aspetti essenziali di questa imposta. In primo luogo è stato precisato chi sono i soggetti passivi dell’IVIE: in genere il proprietario dell’immobile, oppure il titolare dei diritti reali sull’immobile stesso, oppure ancora il concessionario o il locatario, in base alla durata del contratto d’affitto.

► Il 2013 è l’anno di Tares e Tobin Tax

Per quanto riguarda la determinazione dell’imposta, invece, si specifica che è dovuta in misura proporzionale rispetto alla quota di possesso dell’immobile e nei limiti dei mesi e dei giorni in cui il possesso si è protratto. Se l’IVIE così calcolata non supera i 200 euro, allora non dovrà essere versata.

Per quanto riguarda la base imponibile, è quella indicata nei contratti o nei documenti che provano l’acquisto dell’immobile. In genere si fa riferimento ai valori del mercato, oppure, se previsto dalla legislazione locale, al cosiddetto valore catastale.

L‘aliquota IVIE è pari allo 0,76% del valore dell’immobile.