Sostegno di nuovi progetti imprenditoriali innovativi

 In un periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo è necessario sostenere le imprese e gli imprenditori che vogliono aprire le porte a nuovi business, privilegiando le categorie di lavoratori generalmente tagliate fuori dal mercato, per esempio i giovani.

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La Camera di Commercio di Pavia, è in questo binario ed ha pubblicato un bando che scade il 30 aprile del 2013 con l’obiettivo di incentivare e sostenere i nuovi progetti imprenditoriali a carattere innovativo. La Camera del Commercio vuole supportare e promuovere i nuovi imprenditori nell’ideazione e nella realizzazione di progetti stimolanti per il tessuto economico.

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Per presentare la domanda le imprese devono essere già costituite e iscritte nel Registro delle Imprese della Camera di Commercio da almeno 6 mesi, devono essere costituende con l’impegno a iscriversi al registro entro 90 giorni solari dalla presentazione del progetto, oppure devono essere degli spin off di atenei e industrie. Tutte queste realtà devono avere in comune la sede operativa nel territorio di Pavia.

La presentazione delle domande deve avvenire entro il 30 aprile del 2013. Il contributo concesso a fondo perduto va a coprire il 50 per cento delle spese che sono sostenute dagli imprenditori per la realizzazione del progetto al netto dell’IVA e fanno da un minimo di 5000 ad un massimo di 20000 euro.

A sorpresa il rimbalzo di MPS a piazza Affari

 Piazza Affari, dopo un lunedì archiviato in modo del tutto negativo con una perdita complessiva del 4,5 per cento, nella prima parte della giornata di oggi, ha visto svolgersi le contrattazioni in terreno positivo. Un po’ come è successo anche negli mercati europei.

 Le borse di Milano ed Madrid sono dei gamberi

Alla fine della mattinata si parlava di un incremento dell’1 per cento, favorito anche dal rimbalzo del titolo del Monte dei Paschi di Siena e dalle vendite legate al titolo Enel Green Power. Sull’andamento di alcuni titoli ha influito anche la questione della Kpn di Amsterdam che per esempio ha trascinato verso il basso il titolo Telecom Italia.

Crolla del tutto anche il titolo di Seat Pagine Gialle che è tra le azioni meno costose del mercato e dopo un ribasso – soltanto teorico – del 40 per cento, ha chiesto un concordato preventivo per far fronte alla situazione di crisi in cui galleggia.

Altalena poco felice anche per lo spread che ha raggiunto la sua punta massima di 294 punti per poi riportarsi sotto la soglia Monti. Attualmente il differenziale tra Bund e BTp a 10 anni è fermo sui 286 punti con un rendimento cresciuto fino al 4,47%.

 Lo spread italiano torna sopra la soglia Monti

Leggermente meno burrascoso il percorso dello spread tra i bonos e i bund che tutto sommato si è tenuto intorno ai 387 punti con un tasso del 5,48 per cento.

La piena occupazione USA è una chimera

 Ci sono notevoli indizi del fatto che anche se l’economia è in ripresa, al ritmo di crescita lento che ha in questo momento, non si potranno vedere vantaggi reali di qui a 7-8 anni. Almeno per quello che riguarda l’America.

► Brusca frenata dell’economia americana

Gli ultimi dati disponibili sull’economia del paese che a fatica ha superato, o meglio rimandato, l’incubo del fiscal cliff, parlano di una media di 181.000 posti di lavoro al mese per tutto il 2012. Quindi, benché si parli di crisi, l’economia e il mercato del lavoro in particolar modo, sono risultati più vivaci l’anno scorso che nel 2011 e nel 1010.

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L’economia, tuttavia, cresce ad un ritmo molto lento e deve fare i conti con una serie di falle aperte nei bilanci a stelle e strisce. L’obiettivo di molti è arrivare alla piena allocazione delle risorse, un mito economico che rincorre l’America dai tempi di Keynes. In realtà, se anche l’economia dovesse procedere al ritmo adottato nel 2012, non si arriverebbe alla condizione ottimale se non tra 9 anni e 3 mesi. La piena occupazione è lontana e questa sensazione è suffragata dal calcolatore di posti di lavoro del Progetto Hamilton.

Un’alternativa alla condizione attuale, quindi la soluzione per arrivare prima del previsto all’obiettivo, secondo le ipotesi Hamilton è nel pensionamento a ritmi più veloci della popolazione anziana e nella parallela crescita più lenta della popolazione.

Il destino di Sns Bank come MPS?

 La decisione dell’Olanda è perentoria: si procederà con la nazionalizzazione del quarto istituto di credito del paese, la Sns Bank. Il brutto di tutta l’operazione sta nel fatto che i risparmi, le obbligazioni subordinate e le azioni collegate al titolo dell’istituto di credito, saranno praticamente azzerati.

Si salveranno dall’espropriazione soltanto le obbligazioni senior. Ad avvisare i risparmiatori di queste “buone intenzioni” che comunque servono ad evitare il default della banca, è stato il ministro delle Finanze olandese Jeroen Dijsselbloem che presto prenderà il posto di Junker alla presidenza dell’Eurogruppo.

 Jeroen Dijsselbloem nuovo Presidente Eurogruppo

L’espropriazione è parsa l’unica alternativa per il governo olandese che va ad intaccare anche i risparmi di molte famiglie italiane che avevano depositato qualcosa nei forzieri di una banca ritenuta per tanto tempo tra le più affidabili d’Europa.

Nonostante debba ancora essere fatta parecchia chiarezza sui bilanci della Sns, si sa già che c’è un buco da 2,3 miliardi di euro che sono state considerate delle spese legate al settore immobiliare. Eppure le agenzie di rating chiamate a valutare la solidità della banca, le avevano sempre attribuito un buon rating.

Vista la recente crisi del Monte dei Paschi di Siena, adesso, si cerca di capire se sia possibile che anche l’istituto senese arrivi all’espropriazione dei risparmi. Per il momento non è previsto il default della banca e quindi anche l’idea di azzerare i risparmi dei clienti MPS sembra remota.

► La crisi di MPS spiegata in quattro punti

Lo spread italiano torna sopra la soglia Monti

 La prima giornata della settimana, a livello finanziario, per la borsa di Milano non è stata affatto positiva, visto che ieri si sono concluse le contrattazioni in terreno negativo. A trascinare verso il basso gli indici sintetici, ci hanno pensato i titoli industriali e quelli bancari.

Piazza Affari, quindi, ha chiuso con una perdita di 2,75 punti percentuali del Ftse Mib che si è ritrovato a quota 16.842 punti. Un tonfo che è stato ancora più amaro considerando i titoli che hanno determinato la decrescita degli scambi. In prima fila i titoli della FIAT e di Finmeccanica che hanno perso entrambi il 5 per cento.

Una perdita che ha accomunato queste aziende al destino di Unicredit, in flessione del 5%. Con queste performance, indicative del trend degli asset bancari, Milano si è allontanata dai ritmi di crescita che avevano scandito gli ultimi 20 giorni.

► La crisi di MPS spiegata in quattro punti

Alcuni analisti, astraendosi dai dati del mercato, attribuiscono questa flessione anche al rinnovato clima d’incertezza pre-elettorale: su Piazza Affari pesa la politica! Non sono poi trascurabili le faccende del Monte dei Paschi di Siena, cui è seguito il tonfo dell’azienda SAIPEM legata al gruppo ENI.

► A Milano affonda SAIPEM

Lo spread, in tutto questo marasma, è risalito al di sopra della soglia Monti assestandosi intorno ai 280 punti base con un rendimento del titolo decennale che è cresciuto fino al 4,46%.

Le banche ripartono dalla tutela dei risparmiatori

 Le banche sono la struttura  portante di tutte le economie e in effetti, una banca in crisi, nella più parte dei casi, indica che lo stato intero ad essere ad un passo dal default.

La crisi del debito europea ha evidenziato l’importanza della salute del sistema finanziario e le politiche di allentamento monetario decise dalla BCE e della FED, non hanno fatto altro che tendere la mano agli istituti di credito maggiormente in difficoltà sotto il profilo della ricapitalizzazione.

► Reazioni del dollaro alla stanchezza della FED

Adesso, partendo dalle banche londinesi, il sistema bancario prova a risorgere e lo fa incrementando la difesa dei risparmiatori. George Osborne, il Cancelliere britannico ha annunciato che è stato avviato l’iter parlamentare per la legge che provvederà alla divisione delle attività bancarie d’investimento dalle attività bancarie di retail.

► L’effetto della crisi sulle banche

In questo modo, il Tesoro inglese, avrà gli strumenti appropriati per monitorare le attività d’investimento ad alto rischio e più in generale tutelerà i risparmiatori. Le banche, al primo impatto con la proposta di Osborne, non hanno reagito bene perchè la divisione tra banche commerciali e banche d’investimento potrebbe anche determinare la fine di questo secondo insieme che, essendo meno a contatto con i risparmiatori, potrebbe essere lasciato al suo destino in caso di fallimento.

L’iter di separazione è comunque iniziato.

La prossima crisi partirà dal dollaro

 La prossima crisi valutaria potrebbe partire in seno all’America, nel suo cuore, negli Stati Uniti che adesso stanno combattendo per una risoluzione senza traumi del fiscal cliff, rimandando di mese in mese la decisione sulla riforma fiscale, ma che dovrebbero ripartire alla grande nella seconda metà del 2013.

Le speranze, all’indirizzo degli States, resistono mentre per quel che riguarda il Vecchio Continente, tutti dicono che la crisi nella zona Euro non è finita. L’America dovrebbe tornare a sorridere, economicamente e finanziariamente parlando, nella seconda metà del 2013.

Da quel momento in poi gli analisti prevedono che si scateni una vera e propria corsa del dollaro di durata quinquennale. Un’eventualità che spaventa gli economisti come Andy Xie che s’immagina una crisi dei mercati emergenti dopo la resurrezione del dollaro.

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Secondo Xie, l’indice del dollaro dovrebbe salire a 100 in tre anni, guadagnando il 25% rispetto ai livelli attuali, innescando una crisi nei paesi emergenti che adesso funzionano da traino. Non è uno scenario del tutto nuovo, in fondo, visto che già negli anni Ottanta e nel 1997 la crisi del debito dell’America Latina e la crisi finanziaria asiatica, sono coincise con un apprezzamento del dollaro rispetto alle valute locali.

In tal senso i paesi maggiormente a rischio sono i paesi BRIC, vale a dire Brasile, Russia, India e Cina che costruiscono il loro business con numerosi investimenti esteri.

BPA Mutuo Casa a tasso misto

: il mutuo casa a tasso misto.

La caratteristica essenziale di questo prodotto è sicuramente la maggiore flessibilità della rata. Come spiega la banca dalle pagine del suo sito web, è rivolto a chi vuole cogliere all’inizio i vantaggi e la sicurezza insiti nel mutuo a tasso fisso, senza però rinunciare alla possibilità di passare al tasso variabile dopo un periodo iniziale stabilito di 5 anni.

Il finanziamento può essere usato per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di un immobile ad uso residenziale e la banca, anche nel caso del tasso misto, è pronta a finanziare fino all’80 per cento del valore dell’immobile da rimborsare con un piano d’ammortamento fino a 30 anni.

I costi di questo prodotto sono elencati nel foglio illustrativo: si va dal 5,585% per i rimborsi in 15 anni al 5,541% per i rimborsi in 20 anni. Si arriva anche fino al 5,634% e al 5,598% per i mutui a 15 e 20 che comprendono anche la sottoscrizione di una polizza “Mutuo Protetto Basic”.

BPA Mutuo Casa a tasso variabile

in aumento le spese per la casa. L’istituto di credito pontino, però, tra i suoi prodotti più convincenti, annovera anche un mutuo casa a tasso variabile. 

Il finanziamento in questione consente di sfruttare tutte le opportunità del mercato, di approfittare della calma dei tassi di questo periodo, nonostante le statistiche annuncino l’inversione di tendenza per l’Euribor.

Ad ogni modo, se non avete paura dell’anno in corso e se non temete il fatto che siano in aumento le spese per la casa, allora il variabile è quello che fa al caso vostro. Il mutuo della Banca Popolare di Aprilia deve essere usato per l’acquisto, per la costruzione o anche per la ristrutturazione di un immobile ad uso residenziale.

La banca pontina è pronta a finanziare fino all’80 per cento del valore dell’immobile, da rimborsare in 30 anni, dopo aver valutato il merito creditizio e le capacità di rimborso dei richiedenti. In più è possibile abbinare al finanziamento anche delle interessanti soluzioni assicurative.

Il TAEG, per il mutuo a tasso variabile indicizzato con l’Euribor è del 6,034% per i rimborsi a 15 anni e scende al 6,002% per i rimborsi ventennali.