Amazon tra bilanci deludenti e ottimi rendimenti

 La storia di Amazon è un caso particolare nel panorama finanziario odierno visto che a fronte di continui bilanci che deludono le aspettative, il titolo continua a correre, anzi a trottare in borsa. La conferma che ci sia “qualcosa di strano” è arrivata anche questa settimana.

Amanzon è uno dei titoli che nel mare magnum delle aziende di internet che occupano un posto a Wall Street, si è sempre tenuto a galla durante la crisi economica ed editoriale. Se fosse stato un editore tradizionale, dopo i dati trimestrali sarebbe immediatamente crollato, invece, stavolta, è successo il contrario.

 Elusione fiscale: colpiti Google, Amazon e Starbucks

Martedì sera, alla chiusura degli scambi, Amazon ha presentato il suo bilancio trimestrale e i dati riportati nel documento possono considerarsi soltanto deludenti. Gli investitori, però, non la pensano alle stesso modo e con i loro movimenti hanno fatto crescere il titolo, che ha raggiungo l’11 per cento.

 La lotta all’evasione colpisce la tecnologia

In pratica, Amazon, da circa un anno, ha portato a casa un ottimo +30% ma i consumi sono diminuiti, i costi che l’azienda deve sostenere sono in crescita e gli investimenti continuano a tenere Amazon dentro il recinto delle società in attivo, veramente a malapena. Eppure l’azienda, in un trimestre riesce a macinare volumi d’affari per più di 20 miliardi di dollari.

Secondo gli analisti il segreto di Amazon è in due ingredienti: sa tenere alto l’ottimismo degli investitori e sposta sempre l’attenzione sugli utili operativi e sui margini di profitto, piuttosto che sui profitti netti e sulle vendite.

I migliori prestiti per l’acquisto auto

 Come per l’acquisto di una casa, quando non si hanno a disposizione abbastanza risparmi, anche nel comprare un’automobile, occorre chiedere un prestito. Senza considerare che il mercato dell’auto è in crisi, rendiamoci conto che un’automobile, oggi come oggi, è praticamente indispensabile, per recarsi a lavoro o per i piccoli spostamenti.

 I prestiti migliori per chi compra un’auto nuova

Per questo è bene conoscere sempre quali sono i migliori prestiti a disposizione per chi decide di “motorizzarsi”. Il finanziamento auto, tra l’altro, secondo le statistiche è il prestito più diffuso tra gli italiani. In genere è stipulato tra dal venditore con la finanziaria. E’ il venditore ad occuparsi dell’invio dei documenti, della richiesta e di tutto il necessario.

 Le migliori offerte di prestiti

La pratica è così semplice e ben gestita che 6 italiani su 10, quando comprano un’auto, decidono di farlo tramite un prestito. Quali sono allora le proposte più interessanti? Al primo posto, secondo Supermoney, c’è la proposta di Findomestic che offre prestiti con Tan all’11,5 per cento e TAEG all’11,78, quindi con pochissime spese aggiuntive. I soldi erogati possono essere usati per comprare auto nuove o vetture usate.

 Hai bisogno di un’auto usata? Comprala con Rat@web

Al secondo posto si piazza il Prestito generico a tasso fisso della Banca Popolare di Novara con un TAEG del 12,79 per cento e poi arriva il Prestito Avvera di Credem con il TAEG al 13,21%. Presto altre ricognizioni del sett0re.

Per i protestati poche chance

 I mutui assicurati ancora vincenti soprattutto in un periodo di crisi in cui è sempre più complicato offrire le garanzie giuste alla banca per ottenere un finanziamento. Sul fronte dei prestiti invece, qual è la situazione? Il grande cambiamento in atto riguarda le tipologie di prestito maggiormente gettonate che assecondano l’esigenza della banche di avere garanzie.

La cessione del quinto dello stipendio, il prestito cambializzato e il prestito delega servono all’istituto di credito per tutelarsi dai mancati rimborsi. In realtà sono anche un’assicurazione per i debitori che, in effetti, hanno meno possibilità di finire nell’elenco dei cattivi pagatori.

 Caratteristiche e vantaggi della cessione del quinto

Essere segnalati alla centrale dei rischi per il mancato pagamento di una rata, infatti, rende praticamente impossibile ottenere una seconda chance.

Entrando nel merito delle tipologie di credito sicure consideriamo che la cessione del quinto, riservata a pensionati o a dipendenti del settore pubblico e privato, offre prestiti commisurati alla rata che si può pagare, che è appunto un quinto dello stipendio o della pensione.

 Come funziona la cessione del quinto

Il prestito delega è molto simile alla cessione del quinto perché anche in questo caso è l’azienda che deve occuparsi del pagamento della rata. Il prestito cambializzato, invece, è quello in cui la rata è pagata tramite delle cambiali ai soggett i protestati.

I mutui assicurati ancora vincenti

 Sembra un paradosso ma spendere soldi per un’assicurazione, oltre ai costi del mutuo, dà alla banca la garanzia che siete dei debitori credibili. Immaginate di essere davanti alla scelta dell’istituto di credito e di aver trovato il finanziamento che fa al caso vostro.

 Un’assicurazione obbligatoria per la casa

La banca, calcolata la vostra capacità di rimborso, valuta di non avere le garanzie giuste rispetto al rimborso del finanziamento che sta per erogare. Sappiamo che si può diventare credibili di fronte alle banche con un lavoro fisso e un po’ di risparmi in tasca. Altrimenti? L’alternativa è nella sottoscrizione di una polizza che aumenta il peso delle rate mensili ma funge come la firma di un garante.

Se c’è una spesa in più, in questo caso, le banche sono disposte a chiudere un occhio. In passato chiudevano entrambi gli occhi se l’assicurazione era sottoscritta con la compagnia di riferimento della banca, poi ci ha pensato l’Ivass a mettere ordine nel marasma obbligando le banche ad offrire più di un preventivo e obbligando le banche, al tempo stesso, a non chiedere “obbligatoriamente” la stipula di un’assicurazione.

 L’Ivass al posto dell’Isvap

Secondo gli analisti, in un periodo di crisi come quello attuale, i prestiti e i mutui “garantiti” sono la meta cui tendere, così da evitare, per imprevisti spiacevoli, d’indebitarsi ancora di più.

Si può diventare credibili di fronte alle banche

 Le previsioni contrastanti sul settore immobiliare e il fatto che ci siano ancora polemiche sui prezzi delle case, fa pensare che nel 2013, la stretta creditizia dell’anno appena trascorso, si riproduca tale e quale.

Gli esperti ribadiscono che – stato del mercato a parte – ottenere un mutuo è sempre più complicato per cui, nei fatti, occorre avere alcuni requisiti che rendono il cittadino credibile agli occhi degli istituti d i credito. Acquistare un’abitazione, infatti, è più semplice se oltre a rispettare i criteri imposti dalla banca quanto a capacità di rimborso, si hanno anche altre garanzie.

Secondo un’analisi del gruppo Tecnocasa, queste garanzie sono nella stabilità del lavoro e nel gruzzolo di risparmi. Con un contratto a tempo indeterminato e un bel po’ di liquidità sul conto corrente, le porte sui prestiti sono spalancate. Sembra una tautologia ma è quel che deriva da un’analisi molto stringente del 2012.

► Mutui: l’effetto stringente della crisi

I consumatori che più facilmente hanno ottenuto un prestito sono quelli che hanno potuto vantare un posto di lavoro fisso, in un nucleo famigliare dove i portatori di reddito sono più d’uno e i risparmi sono abbastanza per sostenere una quota dell’investimento immobiliare.

Il 2013, a questo punto, non sembra molto diverso dall’anno passato anche se le strategie relative al mercato creditizio, adottate a livello internazionale, possono avere un peso.

Tasse sui mutui per il 45% del valore della casa

 Nell’operazione di compravendita di un immobile è fondamentale conoscere tutti i costi aggiunti rispetto al prezzo della casa comprata. Per esempio le imposte da corrispondere al fisco, l’onorario da versare all’intermediatore, il costo del mutuo, quindi gli interessi dell’eventuale finanziamento acceso.

 Le imposte immobiliari rimpinguano le casse dello Stato

Alla fine dei giochi, secondo un’inchiesta del Sole 24 Ore, il 45 per cento circa del valore dell’immobile acquistato, è praticamente “restituito” all’Erario sotto forma di tasse. Proviamo a spiegare la faccenda.

Il peso del fisco sulle abitazioni è ingente: il 45 per cento del prezzo degli immobili va a finire nelle mani dello Stato visto che in 30 anni, con le tasse versate, il proprietario di una casa riesce quasi a ri-comprare nuovamente l’immobile. Mediamente, in un anno, vanno via tra i 2800 e i 3800 euro d’imposte che si traducono, dopo 30 anni, in un patrimonio di 114 mila euro.

Il discorso è valido soprattutto per i proprietari di una casa che vogliano fare tutto “in regola” senza versamenti di somme in nero ma contando esclusivamente sui propri risparmi. Oggi, in più, le tasse sulla casa sono cambiate e sono aumentate. Dall’Ici si è arrivati all’Imu, dalla Tarsu alla Tares, senza contare tutta l’IVA corrisposta per il pagamento delle utente.

La Tares sarà più alta della Tarsu secondo la Cgia

Secondo la Cgia di Mestre per pagare tutte le tasse, quest’anno, i cittadini dovranno lavorare tutti un giorno in più.

Arriva Huawei dopo Samsung ed Apple

 Le certezze del mondo della tecnologia sembrano sbriciolarsi sotto i colpi dell’ennesimo colpo di scena che vede RIM uscire dalla terna delle “migliori” aziende produttrici di telefoni cellulari e smartphone, per lasciare il posto alla cinese Huawei. Un successo costruito comunque nel tempo.

Apple vende meno iPhone

Adesso, dietro a Samsung ed Apple, che sono in prima e in seconda posizione nella classifica dei produttori mondiali di smartphone, spunta a sorpresa l’azienda cinese Huawei che supera abilmente le mire “espansionistiche” della Nokia e della Research In Motion. 

► Perché Apple punta sulla Cina

Ma com’è successo? Sembra che negli ultimi tre mesi, stando alle rilevazioni IDC, ci sia stata un’ascesa importante dell’azienda cinese che ha trovato la formula per fare breccia tra i colossi degli smartphone: la proposta di cellulari di ultima generazione, di qualità media a prezzi molto bassi.

 Novità dal mercato degli smartphone

Per chi investe in borsa e nelle opzioni binarie, adesso, c’è soltanto da scoprire quanto durerà questa nuova stella del firmamento tecnologico. Certo è che di tradizione alle spalle ne ha parecchia Huawei. Non si tratta certo dell’ultima azienda sulla piazza internazionale. Anzi. Da più di 20 anni è attiva anche se la produzione di cellulari è iniziata molto tempo dopo la fondazione della società.

Dopo il lancio sullo scacchiere internazionale, il successo è stato inevitabile.

La fiducia dei consumatori ai minimi

uno sguardo al mercato valutario per calibrare gli investimenti e ci rivolgiamo soprattutto al ForEX, osservando da vicino il dollaro, ci accorgiamo che c’è un market mover molto importante: l’indice di fiducia dei consumatori. L’impatto di questo indice dipende dal fatto che se c’è fiducia nei consumatori è molto probabile che l’economia sia in ripresa.

E’ un discorso che può essere traslato anche nel panorama italiano. Forse sì, ma a quel punto bisogna prendere atto della situazione di crisi che sta vivendo il nostro paese.

 Incertezza politica Italia allontana investitori, il parere della BCE

In Italia, secondo l’ultima rilevazione dell’Istat, infatti, la fiducia dei consumatori è arrivata ai livelli minimi del periodo. Non si era giunti così in basso dal 1996. Questo vuol dire che, con la complicità dell’incertezza politica – che dovrebbe essere saziata alla metà di febbraio con la tornata elettorale – la situazione nel nostro paese è peggiorata.

L’indice di fiducia dei consumatori è passato dagli 85,7 agli 84,6 punti. Pesano le considerazioni dei nostri connazionali sulla situazione delle famiglie prima ancora che sulla situazione dell’Italia nel suo complesso. Sono ancora meno, tra l’altro, gli italiani che guardano con speranza al futuro.

Questo vuol dire che il 2013, Draghi a parte, il nostro paese vivrà nel pessimismo.

► Nonostante la crisi a Piazza Affari c’è ottimismo

A Yahoo! piacciono le donne

 Yahoo! a luglio dell’anno scorso, dopo aver tentato di risollevarsi dando le redini dell’azienda ad alcuni manager di successo, ha deciso di lasciare la poltrona di amministratore delegato ad una donna: Melissa Mayer che dalla sua aveva una grande e proficua esperienza con Google.

 La lotta all’evasione colpisce la tecnologia

Dal gigante dei motori di ricerca, evidentemente ha portato via la forma mentis ed ha regalato un successo insperato alla nuova azienda. Basta pensare che per la prima volta dopo quattro anni poco lieti per i bilanci di Yahoo!, l’azienda ha potuto mettere a segno una bella serie positiva che ha consentito di chiudere l’ultimo trimestre del 2012 con degli utili.

 Aumento profitti Google 2012

Non si gioiva in tal modo da 4 anni in azienda e sembra che il segreto della Mayer non sia poi così taciuto: ha potuto beneficiare degli sconti applicati dagli inserzionisti pubblicitari. A quel punto, nel trimestre che si è concluso a dicembre, gli utili registrati dall’azienda sono stati di 272,3 milioni di dollari, che sono sicuramente meno dei 295,6 milioni di dollari del 2011, ma comunque al di sopra delle attese.

E’ stata provvidenziale, dicono gli analisti, anche la vendita delle azioni del colosso internet cinese Alibaba e la volontà di stringere al massimo le spese di ristrutturazione. Alla fine dei conti le azioni di Yahoo! hanno guadagnato 23 centesimi l’una.

Elusione fiscale Apple

 Apple elude le tasse? Da qualche mese tiene banco la questione delle “evasioni legalizzate”. Ad esempio in Gran Bretagna, aziende come Apple, Google, Amazon e Starbucks pagano pochissime tasse in virtù delle scappatoie fornite dal governo.

Adesso, però, Apple è anche nel mirino dell’America.

Pare che il New York Times stia indagando già da tempo sulla questione. La Apple ha sede in California ma ha spostato in Nevada la sua sede legale.

Con questa mossa la casa fondata da Steve Jobs risparmia milioni di dollari ogni anno di imposte.

Aliquote

In California l’aliquota è dell’8,8%. E in Nevada? Dello zero per cento!

Con lo stesso metodo, Apple ha generato filiali in Irlanda, Olanda, Lussemburgo, Isole Vergini britanniche, con il solo obiettivo di versare meno tasse.

Secondo l’inchiesta portata avanti dal quotidiano americano Apple è riuscita ottimamente nel suo intento.

Metodo Apple

Nel 2012 mentre ha guadagnato profitti globali per oltre 34 miliardi di dollari, Apple ha versato 2 miliardi e 400 milioni di tasse. Lo dice il dipartimento del Tesoro americano, che segnala un’aliquota del 9,8 per cento.

Per fare un paragone, Wal-Mart, gigante del commercio al dettaglio Usa, nello stesso anno ha pagato 5 miliardi e 900 milioni di dollari di tasse a fronte di 24 miliardi e 400 milioni di fatturato, con un’aliquota del 24 per cento.

Il trucco? Avere i commercialisti e gli avvocati migliori sulla piazza fa risparmiare un bel po’ di soldi detraendoli allo stato.