Novità dal mercato degli smartphone

 Da quel momento in poi la telecomunicazione ha cambiato i suoi connotati. Addio ai telefoni a tastiera, che resistono ancora grazie soprattutto ai BlackBerry, che erano in grado di telefonare, mandare messaggi e, al massimo, fare delle fotografie.

Ora la comunicazione viaggia su Internet e, se fino a qualche tempo fa questa tecnologia era ad esclusivo appannaggio dei business man, adesso è di massa, tanto che, solo nel 2012, in un periodo di piena crisi economica, gli smartphone venduti a livello globale sono stati 700 milioni.

Crollo di Apple in borsa

Il che vuol dire che il giro di affari generato è di 1 miliardo 600 milioni, più della metà del volume di affari di tutto il mercato dei cellulari, in aumento del 43% rispetto ai dati del 2011. La colpa, se così si può definire, fu di quel primo iPhone e di tutto il marketing che la casa di Cupertino è stata in grado di creare intorno a questo nuovo ritrovato.

Apple lancia l’iPhone low cost

Una concorrenza spietata che ha messo in ginocchio case di produzione, fino ad allora leader come la Nokia, e ha dato alla Apple e alla Samsung la possibilità di ingigantire i propri fatturati. Ma, se questa è una battaglia vinta, non si può dire lo stesso della guerra: sono in arrivo, infatti, delle novità dall’Oriente che potrebbero rovesciare le sorti soprattutto della Apple.

Sigarette elettroniche VS Bionde

 Le sigarette elettroniche sono stati uno dei prodotti di maggior successo del 2012. Prima ancora di sapere se sono realmente utili o quali possano essere i rischi legati al loro utilizzo, gli italiani le hanno acquistate in massa, sperando di poter, finalmente, trovare un modo comodo e senza sacrificio per smettere di fumare.

Che chi le ha acquistate abbia smesso o meno con le sigarette tradizionali non è dato saperlo, quello che si s è che sono stati in molti, anzi, moltissimi, coloro che hanno deciso di provare: le ultime stime parlano di circa 400.000 persone che  utilizzano, ad oggi, le sigarette elettroniche, che diventeranno circa un milione nel 2013. Con un giro complessivo di affari che dagli attuali 200 milioni potrà arrivare fino a circa 500 milioni di euro.

Monopolio

E i produttori di sigarette tradizionali tremano. In Italia i fumatori sono circa 12 milioni e la corsa alla conquista del mercato per i produttori e i distributori di e-cig è appena iniziata. C’è parecchio movimento circa questa novità, che si alimenta anche grazie al fatto che in Europa, come anche negli Stati Uniti, questo è un mercato in continua espansione.

Per ora in Italia la rete della produzione e della vendita è ancora piccola -7-8 aziende di produzione, 1.500 negozi, 5.000 addetti in totale- ma destinata a crescere in modo esponenziale dati che i pochi operatori presenti non riescono a evadere gli ordini.

Cameron contro Starbucks

 Cosa c’entra il premier inglese Cameron con il caffè? Nulla, a meno che non si stai parlando del caffè di Starbucks. Il premier inglese, nel suo ultimo intervento al WEF di Davos ha voluto lanciare una frecciatina ad una delle più grandi catene di caffè americane, la Starbucks.

Draghi al WEF: il 2012 anno dell’euro

Sull’onda delle tante polemiche che da più parti si stano sollevando contro le multinazionali -soprattutto quelle tecnologiche, tra cui le più bersagliate sono Apple e Google– il premier inglese ha ribadito che, spesso, le multinazionali del genere approfittano del loro potere per non pagare le tasse.

Se sia vero nel caso della Starbucks ancora non è dato saperlo, fatto sta che dai piani alti dell’azienda sono arrivati commenti molto duri su questa ‘illazione’ del premier e fanno sapere, attraverso la voce di Chris Engskov, direttore della filiale inglese, che se il premier non rivede quanto detto, gli investimenti in programma nel prossimo periodo sul territorio inglese potrebbero anche essere rivisti.

La lotta all’evasione colpisce la tecnologia

La linea di difesa scelta dalla Starbucks è molto semplice: dal momento che la società non ha avuto profitto in Inghilterra non è tenuta a pagare le tasse. Ma il problema è che nell’ultimo rapporto di Starbucks si parla di un profitto globale di 274 milioni, ma nessuno di questi generato in Inghilterra, che nel documento, non ha neanche un prospetto separato.

La crescita dei salari è la metà dell’inflazione

 L’inflazione sale, la fiducia dei consumatori scende e le retribuzioni dei lavoratori, invece, restano praticamente stabili. Secondo i dati dell’ultimo bollettino Istat, infatti, le retribuzioni contrattuali orarie nella media del 2012 sono aumentate dell’1,5% rispetto all’anno precedente, un dato che non era così basso dal 1983.

Record del debito con le banche per le famiglie italiane

Ma il problema non è solo che i salari dei lavoratori non hanno avuto nessun aumento, ma il fatto che la forbice tra l’aumento dei salari e la crescita dell’inflazione si allarga sempre di più. Nel 2012 l’aumento dell’inflazione registrato su base annua è stato del 3%, quindi praticamente il doppio. In questo caso non si vedeva una distanza tanto grande tra salario ed inflazione dal 1995.

Italia fuori dalla recessione ad aprile

A fare da contraltare a questi dati, l’indice della fiducia dei consumatori che è passato dagli 85,7 punti di dicembre agli 84,6 del gennaio del 2013. Per trovare un livello simile è necessario, ance qui, andare indietro di qualche anno, fino al 1996. Sono entrambi gli indici a essere crollati: sia quello che riguarda la fiducia corrente (a 90,9) che quello sul clima personale (a 89,3).

Per ora a mostrare qualche segno di speranza è solo la Confindustria che, nel bollettino Congiuntura flash, afferma che l’Italia ha raggiunto il fondo della recessione e che, quindi, è proprio questo il momento migliore per la ripresa economica.

Le frodi scoperte dalla Guardia di Finanza sono di circa 6,5 miliardi di Euro

 In Italia l’anno scorso le frodi relative ai fondi comunitari e nazionali e all’erario ammontano a circa 6,5 miliardi di Euro. È questo quanto hanno mostrato le Fiamme Gialle per l’anno che si è appena concluso.

I controlli fatti dalla Guardia di Finanza per conto della Corte dei Conti sono stati. I danni all’erario sono oltre 5,1 miliardi.

Dati evasione fiscale 2012

Le frodi ai finanziamenti europei e nazionali sono di 1,1 miliardi di Euro e sono state aperte 2800 indagini. Sono soldi indebitamente percepiti e sono stati denunciati più di 4600 persone, a cui sono stati sequestrati beni mobili e immobili per circa 348 milioni di Euro.

Le frodi previdenziali e assistenziali che sono state scoperte sono per più di 103 milioni di Euro tra falsi invalidi, falsi braccianti agricoli e persone decedute che prendevano la pensione. Sono stati scoperti anche molti assegni sociali e altri fondi per sostegno che non erano dovuti. Il problema economico per la sanità è di circa 72 milioni di Euro. I casi di doppio lavoro sono 1274 e sono state fatte delle sanzioni per circa 15 milioni di Euro.

Evasori contro il redditometro

Il comandante generale della Guardia di Finanza ha affermato che per il 2013 ci sarà un impegno

per smascherare le frodi sia a livello previdenziale e assistenziale sia a livello di settori dove ci sono incentivi come per le energie rinnovabili, la spesa sanitaria convenzionata e le misure finanziate con i fondi dell’Unione europea.

Monti promette di abbassare le tasse

 La campagna elettorale per le elezioni politiche si fa sempre più intensa e il tema delle tasse è sempre uno di quelli più importanti. Mario Monti ha affermato di volerle diminuire, lui che le ha aumentate per salvare l’Italia dal rischio del fallimento.

2013 anno di pressione fiscale record

Il leader del centro parla di Imu con detrazioni sulla prima casa e anche di detrazioni sui figli. Mario Monti ha parlato a Omnibus, la trasmissione su La 7. Uno degli argomenti sul quale maggiormente si sta concentrando la campagna elettorale è l’Imu e Monti ha affermato:

Presenteremo presto un piano per ridurre il gettito di Imu, Irap e Irpef. Proponiamo misure per bloccare la spesa pubblica corrente al netto degli interessi, con una riduzione spesa pubblica-Pil del 4,5 per cento al termine dei cinque anni. Non vogliamo fare promesse, ma prendere impegni seri.

Monti ha fiducia nell’economia

Per l’Imu Monti ha spiegato che si lavora ad una detrazione da 200 a 400 Euro, mentre con i figli a carico la detrazione arriverebbe a 800 Euro. Alla base della riforma dell’Imu c’è l’equità.

Monti ha anche parlato della riduzione dell’Irap e dell’Irpef per i redditi medio bassi. Monti ha detto: “Il Paese reale fa una denuncia reale, ha ragione. Abbiamo dovuto evitare il dissesto dello Stato che si profilava ad un orizzonte che sembrava sempre più vicino e abbiamo dovuto farlo non con una prospettiva di cinque anni, ma di mese in mese. Ogni mese, ora possiamo dirlo, era un incubo vedere quanti miliardi di euro dovevano essere emessi in titoli italiani entro la fine del mese”.

Record del debito per le famiglie italiane

 I conti delle famiglie italiane sono pesantemente in rosso. Va peggio per coloro che vivono in grandi città come Milano e Roma, mentre in piccoli centri, come Vibo Valentia, Ogliastra ed Enna, l’indebitamento sembra essere più basso.Questo è quanto emerge da uno studio della Cgia di Mestre che ha messo in evidenza come l’arrivo dell’euro abbia portato le famiglie italiane ad una corsa al mutuo che, dopo la crisi economica, si è trasformata in una crescita rilevante del debito pro-capite. I dati parlano di un aumento tendenziale di questi ultimi cinque anni -la data presa a riferimento è sempre quella del 2007, anno in cui, ormai, è convenzione far risalire l’inizio della crisi- del 140%.

Relazione tra debito pubblico e crescita

Passando dalle percentuali ai numeri reali, le famiglie italiane hanno un debito medio di circa 20 mila euro. Il dito della Cgia è puntato contro la moneta unica che ha

contribuito a far impennare i debiti, non tanto per aver spinto all’insù il costo della vita, ma per aver contribuito a far scendere i tassi di interesse praticati dalle banche nella prima parte del decennio scorso.

Saper scegliere fra mutuo e prestito per le spese di casa

Fatto che ha spinto gli italiani ad accendere un mutuo per l’acquisto della prima o della seconda casa che poi, a causa dell’aumento dell’inflazione (+25,4% tra il 2002 e il 2012) e l’aumento dei tassi di interesse praticati dalle banche (sentito in modo particolare da coloro che hanno prestiti a tasso variabile e pari al +139,6%) ha portato lo scoperto bancario delle famiglie dagli 8.312 euro del 2002 ai 19.916 del 2012.

La situazione peggiore è quella per le famiglie residenti nella provincia di Roma, con un debito bancario medio pari a 29.353 euro (+155,4% rispetto al 2002). Segue Milano (28.472 euro, +161,2% rispetto al 2002).

 

 

Crollo del mercato immobiliare. I dati di Confedilizia

 Comprare casa, purtroppo, per molti è un sogno che è stato messo in un cassetto in attesa di tempi migliori. A dirlo sono i dati diffusi da Confedilizia, secondo i quali nel 2012 il mercato degli immobili ha subito la peggiore contrazione dall’inizio della crisi economica, ossia il 2007.

Ancora polemiche sui prezzi delle case. I dati Istat

Dal 2007, infatti, il mercato degli immobili ha subito una costante contrazione, ma quello che è successo nell’ultimo anno ha portato il comparto ad una riduzione delle transazioni immobiliari pari al 30,6% in meno rispetto al 2011. Percentuale che, tradotta in numeri, equivale ad una perdita di transazioni immobiliari del valore stimabile tra gli otto e i dieci miliardi di euro.

Nel 2012 sono state vendute/acquistate circa 250.000 case in meno. Secondo quanto riportato dalla Confedilizia, questa contrazione del mercato degli immobili è da imputarsi, principalmente, non al credit crunch per famiglie e imprese -fattore che ha comunque il suo peso- ma al continuo aumento (sia in numero che in valore) delle imposte dirette e indirette sulla casa che stanno rendendo paradossalmente più conveniente affittare una casa piuttosto che acquistarla.

Il dilemma tra l’affitto e il mutuo

I dati della Confedilizia rispecchiano quelli dell’Istat. Secondo l’Istituto, infatti, nel 2007 gli immobili scambiati sono stati 1.055.585, arrivati a 816.758 del 2011. Con l’ulteriore riduzione di 250.000 unità prevista nel 2012, in cinque anni la riduzione delle compravendite è stata del 46,3%.

 

2013 anno di pressione fiscale record

 In campagna elettorale tutti parlano di riduzione delle tasse e anche gli analisti economici e finanziari, ai quali i processi del consenso politico non interessano, sono concordi nel dire che per la ripresa dell’Italia il primo passo da fare è quello della riduzione delle tasse.

Tasse cruciali luglio e dicembre

Ma, secondo quanto riportato da uno studio condotto da Prometeia, questo non accadrà nel 2013, anno in cui, invece, è previsto il record della pressione fiscale su imprese e famiglie italiane, stimata al 45% del prodotto interno lordo del paese.

nello specifico, a gravare di più sul portafogli degli italiani, saranno le imposte indirette: in primis l’Iva, le cui aliquote saranno portate dal 21 al 22% a partire dal primo luglio, poi c’è la Tobi tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, e, in ultimo, la Tares, che sarà molto più cara delle precedenti tasse sui rifiuti.

La Tares sarà più alta della Tarsu

Se aumentano le tasse, poi, diminuiscono i consumi e, di conseguenza, diminuisce il Pil. Lo studio di Prometeia ha rivisto al ribasso, infatti, le stime di crescita del paese  (-0,6%) e anche quelle dei consumi (-1,5%).

In linea con quanto già detto a proposito di ripresa economica e di crescita del paese da Bankitalia e FMI, quindi, anche Prometeia ritarda la comparsa dei primi segni di miglioramento all’ultima parte dell’anno in corso.

7 scadenze fiscali del 31 gennaio

 Automobili e tv, sono questi i due strumenti da tenere a mente per ricordare le scadenze dell’ultimo giorno del mese. Il 31 gennaio, infatti, ci sono ben 14 appuntamenti con il fisco. Abbiamo già visto insieme Le scadenze fiscali del 28 e del 30 gennaio, adesso evidenziamo quel che c’è da pagare il 31 gennaio.

Tutti gli operatori finanziari hanno modo di comunicare le operazioni rilevanti ai fini IVA che superano i 3600 euro, riferite al periodo compreso tra il 6 luglio e il 31 dicembre 2012.

 Le scadenze fiscali del 28 e del 30 gennaio

L’acquirente deve essere stato un consumatorie finale che ha pagato beni e servizi con carta di credito o bancomat.

Il canone RAI è un appuntamento per tutti ed è previsto per il 31 gennaio. L’importo da pagare per gli abbonati annuali è di 113,50 euro, la rata semestrale, invece, è di 57,62 euro e la rata trimestrale è di 30,16 euro. Per effettuare il versamento è disponibile un conto corrente postale intestato all’URAR di Torino.

Sempre il 31 gennaio è la data ultima per il versamento del bollo auto per i proprietari dei veicoli con oltre 35 Kw di cilindrata con bollo scadente a dicembre 2012. Il 31 gennaio è anche l’ultimo giorno utile per il versamento dell’addizionale del bollo auto.

 Nel 2013 la pressione fiscale è da record